-36.

Lorenzo.

La bionda si porta una mano alla bocca, e mi guarda come se fossi un cucciolo indifeso. "Che stai dicendo?" farfuglia, facendo un passo verso di me, che sono seduto a terra. "Quello che hai sentito." dico freddo. La amo ovviamente, però la sua scarsa fiducia nei miei confronti mi ha irritato. Si butta in ginocchio finendo a pochi centimetri di distanza dalle mie gambe incrociate. Delle lacrime miste al mascara cadono copiose sulle sue guance, e posso appena vedere il celeste dei suoi occhi umido e tormentato. Sbatte velocemente le palpebre, e le sue pupille variano di grandezza ogni volta. Rimane immobile con le braccia strette intorno al bacino, ed io non riesco a non allungare una mano fino ad arrivare alla sua guancia. La accarezzo, e lei preme la sua pelle bagnata contro il mio palmo. Sembra una bambina che si aggrappa all'unica fonte di speranza. "Vieni qui, piccola." dico, attirandola tra la mia morsa. La faccio sedere tra le mie gambe di lato, con la gota premuta contro il mio petto. Non dice niente, piange soltanto, bagnando la mia felpa. "Dai smettila." le sussurro tra i capelli, mentre la coccolo e la conforto come solo io so fare. Siamo avvinghiati l'un l'altro, chi ci vedrebbe da fuori, penserebbe a due corpi abbracciati, ma noi non siamo solo questo. Io e Sofia siamo due cuori uniti in uno soltanto. "Mi dispiace, io... non lo sapevo!" la sua voce è leggera, e la percepisco per poco. "Tranquilla, non fa niente." cerco di calmarla, anche se in realtà ci sono rimasto molto male per la sua reazione di poco fa. Non so cosa diavolo si è messa in testa, ma di sicuro questo non è il momento per parlarne.

"Avete finito di scopare? E' un bagno, uscite di lì!" la voce incazzata di un ragazzo proviene da fuori la porta, che comincia a tremare sotto la mano che continua a sbatterci contro. Mi alzo in piedi, aiutando Sofia che si da un'occhiata allo specchio. E' tutta sporca di trucco, così si lava il viso in fretta, poi si gira verso di me ed annuisce. Le prendo una mano tra la mia ed apro la porta. Quello che ci si presenta davanti è un viso più che conosciuto. "Paggi! Anche tu a Milano?" fa il finto sorpreso, posando gli occhi su Sofia. Stringo la presa alla sua mano, e lei mi guarda curiosa. "Chi è la donzella che tieni per mano?" rivolge la domanda a me, ma non smette di guardare lei. "Non sono affari tuoi." sbotto, prima di tirare la bionda via di lì. "E' stato un piacere rivederti, coglione!" beffeggia, poi entra nel bagno e richiude la porta dietro di sé. "E quello chi era?" domanda subito Sofia, mentre la accompagno al tavolo dove sono seduti Brian e Lea. "Non ha importanza." liquido il discorso con la mano, e lei sembra voler replicare, ma alla fine non lo fa. "Qualcuno qui ha fatto pace!" esulta Lea, rivolgendo un sorriso smagliante alla sua amica. "Più o meno..." abbassa gli occhi verso le sue converse, grattandosi il retro della testa. Brian lancia uno sguardo all'orologio appeso al muro, e strabuzza gli occhi. "Cazzo Lea, dobbiamo andare subito, oppure Sabrina ci ammazza!" il moro si alza di scatto ed afferra il braccio della bionda. "Ci vediamo Sofia, è stato un piacere! Lorenzo io sto fuori fino a sta sera tardi, tieni le chiavi." poi entrambi spariscono dal locale, lasciandoci soli in mezzo alla sala.

Sofia.

"Hai un posto dove possiamo andare a parlare...in privato? Non credo che la piazza del Duomo sia il posto più adatto." dice lui, alzando lo sguardo verso le alte guglie della cattedrale. "Credo che tu abbia ragione. Che giorno è oggi?" gli domando, e lui controlla sul suo telefono. Il mio è scarico, come ogni volta che esco d'altronde. "Venerdì 25 marzo." risponde. "Mia sorella ha le lezioni di canto, quindi lei e mia madre non ci sono. Mio padre lavora e Beppe è ai corsi di recupero. Andiamo a casa mia." concludo, ragionando ad alta voce. "Che fortuna!" ridacchia lui, poi si lascia guidare da me verso casa. "Già". Stiamo camminano ormai da dieci minuti, e siamo quasi arrivati. "Ecco, ora a destra." lo guido, ritrovandoci nella via di casa. "E così è qui che vive la Viscardi." dice, mentre apro il cancello del condominio. Mi giro verso di lui e gli rivolgo un sorriso, poi riprendo a camminare, e mi accerto del fatto che mi stia seguendo, quando afferra la mia mano. Mi piacerebbe rimanere così pacifica e senza complicazioni per sempre, ma so bene che appena varcheremo la soglia di casa mia, cominceranno le domande e non so se sono più spaventata di sentire le sue risposte, o di doverne dare io. "A che pensi?" chiede, dopo qualche minuto di silenzio. Stiamo aspettando l'ascensore nel pianerottolo del condominio, ed io mi appoggio contro la parete di marmo che lo circonda. "A niente." rispondo facendo spallucce. "Si deve per forza pensare a qualcosa." evidenzia, ed io mi sento messa con le spalle al muro, letteralmente, perché Lorenzo chiude lo spazio tra di noi con un bacio, spingendo il suo bacino contro il mio. Si distacca quando le porte dell'ascensore si aprono e la mia vicina ne esce con una busta della spesa tra le mani. "Oh, Sofia, buon pomeriggio!" mi saluta, ed io ricambio con un sorriso. Lorenzo è ormai davanti all'entrata dell'ascensore, quando si gira verso di me. "Ne parliamo di sopra, ma quando dico parlare, intendo davvero farlo." chiarisce, poi entra. Ingoio il nodo alla gola ed espiro. Non capisco quest'ansia, dopotutto non avrà mica intenzione di divorarmi! Tuttavia ho paura di parlare con lui, preferisco di gran lunga quando sono i nostri baci, o le nostre azioni a farlo. "Vuoi fare le scale?" chiede, tenendo pigiato il bottone per lasciare le porte aperte. In tutta risposta entro anche io, digito il piano e mi metto di spalle nei suoi confronti. Sussulto quando lui chiude una mano intorno al mio braccio, e mi attira verso di lui, intrappolandomi in un forte abbraccio.

Spazio Autrice.

Lo so, lo so... non aggiorno da tanto tempo! Non sono stata proprio benissimo, e non ho avuto nemmeno troppo tempo per scrivere. Tra una settimana parto per Cambridge, e sono un po' indaffarata, ecco. Con questa anticipazione vi avviso di già che mi assenterò un'intera settimana, me ne dispiaccio. :/

Anyway, in questo capitolo non ci sono tanti colpi di scena, in realtà solo uno piccolo piccolo, che verrà spiegato poi nei capitoli successivi. Vi voglio bene, al prossimo capitolo! (spero domani ahaha)

Ah, e Buon San Valentino, anche ai Jafia!

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