Wilma Ashdown
Oc per la role di dangershindoulover (lunedì o martedì pubblico anche il secondo, comunque si chiamerà Helena Thorne e sarà di prima)
NOME E COGNOME:
Wilma Ashdown
Il nome fu scelto dal padre in onore della sorella gemella, di nome Wilma appunto, una strega che pur di far scappare sua madre, il fratello e la moglie di lui, al tempo incinta, si era sacrificata facendosi catturare dalle squadre Antimago portando in tasca una pergamena contraffatta in cui suo fratello e sua madre e la accusavano di stregoneria e dichiaravano di non voler più avere nulla a che fare con lei. In questo modo aveva stornato i sospetti dal fratello e dalla madre, ma dopo la sua cattura non si era più saputo nulla di lei e così questo aveva deciso, su consiglio di sua madre, di chiamare la figlia appunto Wilma.
ETA' E ANNO:
Ha 15 anni e, quindi, frequenta il quinto anno ad Hogwarts.
Il suo compleanno è il 20 gennaio, o, come si dice in genere, il giorno di San Sebastiano.
CONDIZIONE FAMILIARE:
Il padre, Arthur, è un mago Mezzosangue in quanto sua madre, nonna paterna di Wilma, è una strega erborista, mentre suo padre, il nonno paterno, era un semplice falegname con cui la donna aveva avuto una relazione, che aveva comportato la nascita di due gemelli ma che era terminata non appena aveva scoperto la natura magica della moglie: spaventato, aveva abbandonato lei e i bambini, ma non si era sentito di denunciare la donna che aveva amato tanto.
La madre, Ellen, è una strega, figlia di un mago e di una veggente, ma che ha ereditato il dono solo in piccola parte.
La coppia vive nella proprietà dei Thorne, una famiglia di maghi appartenenti alla piccola nobiltà che ha un feudo di modeste dimensioni nello Wessex. Il padre si occupa della contabilità della tenuta, mentre la madre lavora al telaio. Inoltre è in buoni rapporti con Lady Jeanne Thorne ed è stata la nutrice della sua ultima figlia, che è coetanea della sorellina di Wilma, Leanne, che è una maganò, cosa che tutta la famiglia considera una benedizione.
Nei mesi estivi Wilma aiuta la madre con la tessitura e l'anziana nonna paterna Sheila con la raccolta di fiori da vendere ed erbe per la preparazione di rimedi naturali, alcuni dei quali anche magici.
Nel piccolo villaggio della proprietà dei Thorne ci sono anche altre due famiglie di maghi, che svolgono prevalentemente lavori di artigianato e aiutano i Thorne nella gestione, mentre la maggior parte dei contadini e dei pastori sono Babbani, così come alcuni altri artigiani.
A causa del fatto che nel luogo convivono maghi e Babbani, non è possibile praticare magie al di fuori delle proprie case, né comportarsi in qualunque modo possa risultare sospetto: pertanto Wilma e la sua famiglia lavorano in modo normale e a Wilma non è permesso allenarsi nel volo durante l'estate né portare a casa creature magiche.
CASATA
"Wilma Ashdown!"
La ragazza sentì chiamare il suo nome e si diresse, un po' in ansia, verso lo sgabello su cui era appoggiato il Cappello Parlante. Quando glielo misero sulla testa, si chiese in quale casata sarebbe stata smistata. La madre era Serpeverde, il padre Corvonero, nonna Sheila Tassorosso, mentre la zia Wilma, di cui tanto aveva sentito parlare, era stata Grifondoro.
"E io dove sarò messa?" si chiese.
"Vediamo un po' cosa abbiamo qui... beh, c'è una buona testa, una certa lealtà e parecchia intelligenza. Con una testa come la tua, le potenzialità ci sono. Ma tu, cosa vuoi fare nella tua vita?"
"Non lo so... non lo so ancora. Sono qui per imparare a usare la mia magia, ma non ho deciso cosa ci farò" era la risposta che pensò forte, per farla sentire al Cappello. Ma sotto questo pensiero ce n'era un altro, che il Cappello non mancò di cogliere.
"Ah ecco... non lo sai ancora, è vero, ma ti piacerebbe diventare una strega abile per far vedere ai tuoi genitori che, delle due sorelle, non sei tu dopotutto quella sfortunata. Beh, qui ad Hogwarts se ti impegnerai avrai sicuramente l'occasione di diventare una grande strega, e per aiutarti sulla via della grandezza direi... SERPEVERDE!"
A Wilma la sua sala comune piace abbastanza, anche se forse avrebbe preferito una sala comune su una torre. Non che ci sia un motivo particolare, semplicemente trova le torri più affascinanti. E soprattutto più vicine alle stelle.
Con i suoi compagni si trova piuttosto bene.
Sebbene sia una ragazza abbastanza competitiva e dia sempre il massimo per aiutare la sua Casa a vincere punti e partite di Quidditch, non è tuttavia d'accordo con chi, della competizione con altre Case e soprattutto con Grifondoro, ne fa un motivo di odio verso gli appartenenti ad altre Case.
ASPETTO FISICO:
Wilma è di altezza media, (nel mondo odierno sarebbero 1,65 m, ma nel Trecento il metro non esisteva ancora) e di corporatura magra, ma non ossuta.
Ha un viso dai tratti delicati, alcuni dei quali ancora infantili, come il nasino leggermente all'insù e la bocca piccola di un rosa naturalmente tendente al rosso. I suoi occhi sono azzurri e hanno un'espressione solitamente dolce, ma spesso al contempo anche curiosa, furba e indagatrice.
I suoi capelli sono lunghi, biondi e leggermente mossi. Lei tende a portarli sciolti i raccogliendo le due ciocche davanti in sottili treccine che poi raccoglie sulla parte posteriore del capo, ma quando gioca a Quidditch o fa attività per cui rischiano di sporcarsi troppo o di impigliarsi li raccoglie in una ben più comoda treccia.
CARATTERE:
Il carattere di Wilma ha più sfaccettature.
Si tratta, infatti, di una ragazza che sa essere gentile ed empatica, che ascolta volentieri i suoi amici e che cerca di aiutarli se ne hanno bisogno.
Sebbene sia abbastanza socievole e le piaccia chiacchierare con i suoi coetanei, prima di fidarsi completamente di una persona ha bisogno di conoscerla bene, e questo un po' per il suo carattere e un po' per via del periodo storico, in cui fidarsi è bene, ma non fidarsi è molto, molto meglio.
Inoltre, a volte, ha bisogno di stare un po' da sola, lontana dalle altre persone, e di sfogarsi parlando dei suoi pensieri, delle sue preoccupazioni e dei suoi sogni alla sua amata gatta Ginger, ma a volte anche ad altri animali.
Infatti, ama molto gli animali, sia quelli normali sia quelli magici, e ritiene che la loro capacità di ascoltare senza giudicare e senza rivelare a nessuno i segreti che si raccontano loro sia una qualità che più persone dovrebbero avere.
Nonostante alcuni pensino che sia una sognatrice con la testa tra le nuvole, in realtà è una ragazza molto sveglia e intelligente, che non si lascia prendere facilmente per il naso.
E', inoltre, molto determinata a diventare una grande strega, per dimostrare ai suoi genitori che la magia, al contrario di quello che pensano, non è una sfortuna, ma un dono, e che lei non è solo una ragazzina, il cui scopo nella vita è di sposarsi bene, avere una famiglia e di non far scoprire la sua natura magica.
Wilma, infatti, ritiene che seppure tutte queste cose siano belle e importanti, non possano essere il suo unico fine: lei, infatti, desidera qualcosa di più, ed è proprio per questo che si impegna sempre tantissimo in tutto quello che fa.
E' una ragazza competitiva, che cerca sempre di dare il meglio e di dimostrarlo agli altri, e che spesso si rattrista per una giornata intera se non riesce a fare qualcosa che voleva fare, ma per lei competizione non vuol dire odio: vede, infatti, gli altri studenti non come antagonisti da combattere, ma al massimo come rivali in una gara, da superare ma da rispettare.
STORIA
Wilma ha vissuto i primi anni della sua vita in fuga quasi continua dalle Squadre Antimago assieme ai genitori e alla nonna paterna, senza mai fermarsi nello stesso posto per più di sei mesi consecutivi.
Quando aveva cinque anni, però, la sua famiglia ha trovato un rifugio sicuro nella proprietà dei Thorne, una coppia di maghi appartenenti alla piccola nobiltà che sono stati ben contenti di ospitarli, trovando in loro degli amici e dei collaboratori fidati.
In Wilma la magia ha iniziato a manifestarsi di tanto in tanto a partire dai sette anni, ma i genitori non se ne sono accorti per lungo tempo, pensando che fosse, fortunatamente, una maganò.
"AAAHHH! Una vipera!" urlò Andrew.
"Dove?" gli chiese Wilma, incuriosita. Non aveva paura dei serpenti, e non capiva come mai dovesse avercela un bambino grande come Andrew, che aveva già dieci anni, ben due più di lei.
Lui le indicò il punto preciso e corse a chiamare la madre di Wilma, che in quel momento passava poco lontano con un cesto pieno di lana da filare.
La bambina si sporse, e vide solo un'innocua biscia.
"Ma tu non sei una vipera!" esclamò, rivolta verso di lei
"Certo che non lo ssssono, ssssono una bissssscia" fu la risposta.
Wilma si stupì. Stava sognando?
"Ma... ma tu parli?"
"Ssssicuro, io parlo ssssempre. La cossssa sssstrana è che tu mi capissssca, in genere non ssssuccede."
"Ho capito. Stanno arrivando mia madre e un contadino col forcone, credo sia meglio se scappi!" le disse, accorgendosi delle figure che si avvicinavano.
"Grassssie" rispose, con un bisbiglio appena udibile, l'animale.
"Cosa stavi facendo? Perché stavi parlando con quel serpente?" le chiese la madre dopo averla praticamente trascinata a casa, con aria molto preoccupata.
"Io... io non stavo parlando con la biscia, stavo solo parlando alla biscia, come parlo a tutti gli animali!" mentì, capendo che ciò che aveva fatto era, per qualche motivo a lei sconosciuto, ingiustamente sbagliato.
Il padre sembrò crederle, e disse: "Ellen, cara, è probabilmente vero, Wilma parla sempre agli animali. Non vedo nessun motivo particolare di preoccuparsi, non le sono uscite scintille dalle dita o altro.
"No, Arthur, è diverso, l'ho sentita... e ho sentito le risposte della serpe." disse lei, incupendosi.
"Quindi... quindi la capisci anche tu?" le chiese Wilma, troppo meravigliata per stare zitta.
La madre, sentendo le parole della figlia, si vide distrutto anche quell'ultimo bagliore di speranza che aveva. Si portò le mani sul volto e prese a singhiozzare. "Perché? Perché devi avere anche tu questa sfortuna, bambina mia?"
"Quale sfortuna, mamma? Non credo che parlare alle bisce sia una sfortuna, se ci parlo non mi morderanno, no?" rispose lei, confusa. Che cosa aveva fatto di male?
"La magia, piccola mia, uno dei peggiori marchi con cui si può nascere a questo mondo. Perché credi che fossimo sempre in fuga prima di arrivare qui, Wilma? Perché credi che abbiano ucciso la zia, della quale porti il nome? Perché io sono una strega e tuo padre è un mago, ecco perché! E se tua zia non si fosse fatta prendere, dico, se non si fosse fatta prendere lei... forse tu non saresti mai nata, perché io sarei morta prima, o saresti nata in prigione! Dio mio, Dio mio, cosa abbiamo fatto di male per meritarci queste tribolazioni, noi che non abbiamo mai torto un capello a nessuno, a nessuno, né mago né Babbano?"
Nonostante le vogliano comunque bene, i genitori di Wilma vedono il suo essere strega come una maledizione a cui avrebbero preferito che lei si sottraesse, e ciò li ha portati a preferire la sorellina Leanne, che è una maganò.
Quest'anno, poi, col fatto che Leanne, pur a undici anni, non ha ricevuto nessuna lettera da Hogwarts, questo fatto è stato accertato, con un certo disappunto di Wilma che, pur volendole bene, sotto sotto sperava di scoprire che era anche lei una strega, in modo da non essere vista come la sorella sfortunata, portatrice di un marchio pericoloso e perché avrebbe desiderato insegnare qualcosa alla sorella.
Al contrario, si è molto legata ad Helena Thorne, la minore dei Thorne, che si è scoperto essere una strega, a cui vuole bene e verso cui sente una sorta di istinto di protezione, dettato forse anche dalla situazione piuttosto simile alla sua in cui si trova la bambina.
CLUB
"Wilma Ashdown!" sentì chiamare.
Prese la scopa e si avviò verso il campo da Quidditch, con il cuore che le batteva a mille per l'emozione, ma anche un po' per la paura.
Perché sì, aveva paura. Aveva paura di fallire, di non essere presa in squadra, come era accaduto l'anno precedente.
E tutto perché non era il portiere le aveva parato tutti i tiri, pur ben mirati, tranne uno e non era stata abbastanza veloce nel percorso a ostacoli per compensare questa mancanza... non essere presi al provino di Quidditch per molti era un peccato, ma nulla di troppo grave, in quanto tutti sapevano che era uno sport tutt'altro che facile.
Per Wilma, però, la delusione era stata davvero tremenda e non passare era stata per lei un'enorme sconfitta.
Ma non si era arresa, e dopo aver passato ore ed ore libere ad allenarsi a volare a scuola e altrettante a migliorare la sua mira e la sua tecnica di lancio durante le vacanze, era ormai pronta a provare di nuovo.
"Pronta?" le chiese la professoressa di volo, che presiedeva alle selezioni, con un sorriso di incoraggiamento, vedendola così tesa.
Wilma annuì, salì sulla scopa e, con una spinta decisa, prese il volo.
Sfrecciò nel cielo autunnale, con il vento che le soffiava sul volto e le faceva muovere la lunga treccia, scansando sapientemente gli ostacoli, entrando e uscendo dagli anelli e seguendo il percorso che doveva fare.
Tutto questo durò un tempo che Wilma, anche volendo, non avrebbe saputo quantificare, dato che ogni secondo sembrava infinito, ma il tempo per lei scorreva velocissimo lassù in aria.
Finché la voce del capitano della squadra non la chiamò, dicendole che la prima parte del provino era terminata, e che poteva passare alla seconda parte: la prova di tiri.
La ragazza era tesissima: era stata soprattutto quella la parte che aveva determinato la sua eliminazione l'anno precedente, e non voleva, non doveva fallire.
Si portò davanti agli anelli con la Pluffa sotto il braccio e, dopo aver preso la mira, la lanciò, ma venne intercettata dal portiere, e così avvenne anche con il secondo lancio.
Iniziò a sudare freddo. Se avesse sbagliato ancora tre tiri, con ogni probabilità non sarebbe stata presa, nemmeno quell'anno.
'Pensa, Wilma, pensa!' si disse 'non puoi arrenderti così!'
Di colpo un'idea balenò nella sua mente.
Con la scopa, voltò improvvisamente a destra e finse di tirare, per poi lanciare la Pluffa dall'altra parte.
Fare così comportava non avere il tempo di prendere accuratamente la mira ed era una mossa azzardata, come le avrebbe detto suo padre, che al tempo era stato parte della squadra di Quidditch della sua Casa. Ma che, dopotutto, poteva pur sempre funzionare.
Il portiere si accorse troppo tardi che la virata verso l'anello di destra non era altro che una finta, e la Pluffa entrò in quello di sinistra prima che potesse essere fermata.
'Sì! Ce l'ho fatta!' pensò, facendo un giro della morte sulla scopa per l'euforia.
Tra finte, tiri angolati e lanci improvvisi riuscì ad arrivare ad un totale di sette goal su dieci tiri.
Era contenta, ma non poteva ancora sapere se era passata. Magari qualcun altro aveva ottenuto un risultato migliore, dopotutto.
"Ashdown!" la chiamò la voce del capitano.
"Sì?" riuscì a stento a chiedere, con un filo di voce.
"Sai, non tutti riescono a passare il provino di Quidditch, non è affatto semplice, specialmente quando c'è un solo posto libero in squadra..." iniziò lui, con tono serio.
Wilma sentì un groppo in gola. Aveva fallito. Di nuovo. Forse era vero che non era capace, forse-
"Ma tu ce l'hai fatta! Congratulazioni e benvenuta nella squadra!" le disse, stringendole la mano.
Sul suo volto comparve un sorriso che andava quasi da un orecchio all'altro.
Era riuscita ad entrare nella squadra.
Wilma fa parte della squadra di Quidditch della sua Casa come Cacciatrice a partire dal terzo anno e ne è molto orgogliosa, ancora di più da quando il padre, l'anno scorso, le ha regalato una scopa da corsa, che grazie ai poggiapiedi smontabili può tenere in casa facendola passare per una normalissima ramazza.
A partire dal secondo anno fa anche parte del club dei Duellanti, che ritiene molto utile per imparare incantesimi utili a difendersi.
MATERIE D'ECCELLENZA E SUPPLEMENTARI
Wilma si impegna molto a scuola, e anche nelle materie in cui è meno portata o per le quali nutre minor interesse si sforza sempre di mantenere la media della O, ma nelle materie che preferisce raggiunge anche la E.
Ha un particolare interesse per Incantesimi, che ritiene particolarmente utili, interesse agevolato forse anche dalla grande stima che nutre nei confronti della professoressa Canterbury nonostante la sua severità, in quanto la ritiene una grande strega e condivide con lei l'idea che le sue abilità siano un dono, di cui bisogna andare fieri e non vergognarsi.
Ha, poi, un certo talento per il volo, che lei ha coltivato fino a diventare una delle studentesse di volo migliori della scuola, cosa che l'ha aiutata a diventare giocatrice titolare nella squadra di Quidditch della sua Casa.
Le piacciono molto anche le lezioni di Trasfigurazione, materia che è venuta a piacerle, anche se nei primi tempi non era particolarmente brava, anche grazie allo stile di insegnamento fuori dal comune dell'insegnante.
Come materia supplementare non ha esitato un solo istante a scegliere Cura delle Creature Magiche, dato che le piacciono molto gli animali, sia normali che magici, e non si è pentita della sua scelta: l'anno scorso ha ricevuto dal professore il permesso di allevare nel dormitorio una nidiata di Snasi che aveva trovato soli ai margini della Foresta Proibita. Wilma ammira molto anche l'insegnante, il professor Jayner, che tra l'altro è il direttore della sua Casa, in quanto a soli ventiquattro anni è già uno stimato professore ad Hogwarts, e ne condivide la passione per gli animali, anche se non è d'accordo con la sua visione così pessimistica del mondo: secondo Wilma, infatti, è vero che al mondo c'è tanta malvagità, ma non c'è solo quella ed esistono anche delle persone buone.
Tra le altre era più indecisa, in quanto le interessavano tutte.
Tuttavia ha scartato Divinazione in quanto sua madre le ha detto che, se uno non ha il dono della profezia, ogni sforzo sarebbe stato inutile, e lei stessa che lo aveva in parte aveva sempre fatto fatica a raggiungere dei risultati soddisfacenti.
Suo malgrado, dal momento che la riteneva una materia affascinante, ha scartato anche Aritmanzia in quanto le era stato detto che era una materia molto impegnativa, che avrebbe rischiato di lasciarle ben poco tempo per gli allenamenti di Quidditch e per migliorare le sue abilità nelle altre materie.
Così, alla fine, dovendo scegliere tra Antiche Rune e Babbanologia, pur dopo aver a lungo esitato, ha optato per quest'ultima, in quanto ritiene che una migliore conoscenza delle abitudini, della storia e della mentalità babbana possano aiutarla a non farsi notare e identificare come strega.
PATRONUS
Wilma è una delle poche studentesse capaci di evocare un Patronus, anche se questo incantesimo ancora non sempre le riesce.
Per eseguire l'incantesimo, in genere pensa alla sua ammissione nella squadra di Quidditch, oppure alla piccola festa a sorpresa che le hanno fatto sua sorella e Helena per il suo quattordicesimo compleanno che, per quanto modesta, ha apprezzato davvero tantissimo.
Il suo Patronus è una volpe: animale di dimensioni non notevoli, ma caratterizzato, secondo la tradizione, da una grande astuzia.
BACCHETTA
La bacchetta di Wilma è fatta di legno di vite, lunga 12 pollici e ha un nucleo di crini di unicorno.
Le bacchette di vite sono tra le meno comuni e i loro proprietari sono spesso streghe e maghi che perseguono uno scopo più alto, che hanno un intuito fuori dal comune e che sovente stupiscono chi crede di saperla più lunga.
Il crine di unicorno generalmente produce la magia più consistente ed è meno soggetto a fluttuazioni e blocchi. Le bacchette con crine di unicorno sono le più fedeli di tutte le bacchette e di solito rimangono fortemente attaccate ai loro primi proprietari, a prescindere che questi siano Maghi o Streghe esperti. Gli svantaggi minori dei crini di unicorno sono che non producono le bacchette più potenti (anche se il legno della bacchetta può compensare) e che sono inclini alla malinconia se gravemente maltrattati, il che significa che i capelli possono "morire" e devono essere sostituiti.
ANIMALE DOMESTICO
Wilma ha una gatta, Ginger, che ha trovato ancora cucciola per le strade di Londra quando si è recata a Diagon Alley per comprare bacchetta e divisa (il resto lo ha comprato il padre in più viaggi andando a Londra per il mercato, in modo da dare meno nell'occhio), che ha allevato personalmente e alla quale è molto legata.
La sua famiglia ha anche un gufo per la posta, che però usano molto raramente per non far insospettire i contadini babbani.
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