𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆 𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆, 𝒊𝒍 𝒇𝒊𝒏𝒕𝒐 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒍𝒊𝒔𝒕𝒂 "𝒑𝒂𝒛𝒛𝒐"

bipolarsvnshine '𝒔 𝒘𝒐𝒓𝒌

༄ ↬ 𝑹𝒖𝒐𝒍𝒐:

«𝑮𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒍𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒆𝒕𝒂̀.»

Blake non è un giornalista a tutti gli effetti, oltre a mancargli una specializzazione accademica del mestiere, pecca di sguardo critico e oggettivo della realtà. E' un giornalista per metà, un ragazzo dedito al suo lavoro che gira in città con un block-notes pieno di scarabocchi e scritte incomprensibili.

E' solito concentrarsi su accadimenti di cronaca nera: gli piace raccontare omicidi e morti senza spiegazioni plausibili; forse è proprio questo il motivo per cui lo credono matto, a chi altri farebbe piacere scrivere di avvenimenti a tal punto macabri e spiacevoli?

𝑩𝒍𝒐𝒄𝒌-𝒏𝒐𝒕𝒆𝒔 𝒅𝒊 𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆, 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒖𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐

❝Inizia oggi il mio sacro compito: quello di documentare la realtà, nei suoi aspetti più negativi in assoluto. ❞

Il moro cancellò con rabbia quelle prime righe, non poteva iniziare un articolo in quel modo, avrebbe fatto fuggire i lettori prima di giungere alla questione centrale. Fece ondeggiare la sua penna nera tra le mani, gli inizi non erano mai stati il suo forte, ora lo comprese più che mai.

Strappò la prima pagina del suo blocco, la accartocciò per sedici volte esatte, poi la lanciò per strada, senza curarsi minimamente delle problematiche ambientali derivanti da un simile gesto.

Puntò la penna nuovamente sul foglio, chinò la testa e sospirò, quell'articolo doveva valergli la prima pagina del giornale cittadino, non poteva permettersi errori.

❝Quando si parla di morti l'attenzione ricade immediatamente sulla povera vittima. Era buona, una brava persona, non meritava una simile morte, quante volte abbiamo sentito frasi simili? A bizzeffe, e non mentite affermando il contrario.

Per ciò che concerne una qualsiasi celebrità si fa più caso alla sua carriera, alla vita mondana, probabilmente trascorsa tra vizi e malsane cattive abitudini. Poco interessa dei motivi per cui possa essere stata uccisa, cosa interessa a noi del serial- killer? Sicuro lei aveva fatto qualcosa per meritarselo, non si spiegherebbe, altrimenti.

Che sia il caso di Camille Elizabeth Scofield? Non si può non conoscerla.❞

𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮 𝓭𝓲 𝓼𝓬𝓻𝓲𝓽𝓽𝓾𝓻𝓪 𝓼𝓲𝓷𝓰𝓸𝓵𝓪𝓻𝓮

Blake non ha la stoffa da giornalista serio: improvvisa, scrive tutto ciò che gli passa per il cervello in quel momento, non dosa parole o sarcasmo. Non dei pregi di certo, specie se si pensa che è il suo sogno più grande sin dai primi anni di vita.

Dovrebbe scrivere con più oggettività, non lasciandosi tradire dalla sua visione delle cose, non facendo trapelare il proprio punto di vista; tutto il contrario di ciò che è solito fare.

"𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆̀ 𝒏𝒐𝒏 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒐 𝒅𝒊𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒏𝒆 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒐? 𝑪𝒉𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒐 𝒉𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒐𝒓𝒂?"

Quando gli spiegano che dovrebbe evitare la parte con le riflessioni personali egli sbotta, la ritiene parte integrante per la corretta riuscita di un articolo giornalistico serio. Non ascolta i consigli, li ritiene furviorvianti e dannosi, si ritrova a fare di testa sua, ecco perchè non ha "combinato nulla di buono nella sua vita".

"𝑵𝒐𝒏 𝒔𝒂𝒓𝒆𝒊 𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆 𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒔𝒆 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒅𝒆𝒔𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒕𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊, 𝒅𝒆𝒗𝒐 𝒍𝒂𝒔𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍'𝒊𝒎𝒑𝒓𝒐𝒏𝒕𝒂 𝒊𝒏 𝒄𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒐"

༄ ↬𝑵𝒐𝒎𝒆:

«𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆, 𝒖𝒏 𝒏𝒐𝒎𝒆 𝒛𝒆𝒓𝒐 𝒈𝒂𝒓𝒂𝒏𝒛𝒊𝒆»

Un nome angolofono si ma come mille altri, ne esistono di più belli, di più significativi, ma è il nome che forse gli si addice meglio tra tutti. Non ha il viso da Kevin, David, Dave o chissà che altro, lui è un Blake a tutti gli effetti.

Si tratta di un nome che deriva da un cognome inglese(chi non ricorda il celebre poeta William Blake): potrebbe essere legato a blaec con il significato di "scuro, nero", oppure a blac che significa "pallido" oppure "biondo, di carnangione chiara".

𝑺𝒄𝒖𝒓𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒆... l'aria di mistero che ruota intorno alla sua figura, un'aura di mistero, di indecisione, di giudizi troppo affrettati.

Lavora perlopiù di notte, quando le tenebre calano sulla città statunitense, egli afferra la sua giacca di pelle e il suo blocco delle note nero dirigendosi a cercare scoop interessanti.

𝑷𝒂𝒍𝒍𝒊𝒅𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒆... anche questo secondo significato sembra calzargli a pennello, quasi sia stato fatto su misura per la sua persona. Pur di scrivere spesso si dimentica di mangiare, conseguentemnete il suo colorito diventa pallido, paragonabile a quello di un cadavere in piedi.

➸𝓢𝓸𝓹𝓻𝓪𝓷𝓷𝓸𝓶𝓲:

Partendo dal presupposto che si tratta di un nome già breve di suo, non avrebbe neppure senso provare a modificarlo per renderlo più musicale.

Tuttavia, vi è un solo soprannome che sembra ritenere sufficientemente valido, il quale gli è stato attribuito dalla madre: Lak, pronunciato come Leik, crede si avvicini molto a qualche genere musicale emergente, cionostante, non sembra snobbarlo particolarmente; dunque un minimo gli piace.

༄ ↬𝑪𝒐𝒈𝒏𝒐𝒎𝒆:

«𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆, 𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒆 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆»

Trattasi, anche in questo caso, di un nome anglofono, più precisamente di origini gallesi. Price è, difatti, un cognome patronimico derivato dal gallese ap Rhys, che significa "figlio di Rhys", la cui traduzione sembrerebbe essere "entusiasmo".

I fenomeni linguistici sono parecchio variabili, talvolta cambiando spesso,ed ecco che Blake si è ritrovato come cognome "prezzo". Se il suo nome gli piace, il cognome lo odia dal profondo del suo cuore, vorrebbe cambiarlo.

𝑫𝒂𝒍 𝒅𝒊𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒔𝒆𝒈𝒓𝒆𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆 𝑷𝒓𝒆𝒛𝒛𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒕𝒆 𝒎𝒂𝒊 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒄𝒂𝒕𝒐𝒍𝒂 𝒏𝒆𝒓𝒂 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐, 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆.

❝Un diario andrebbe iniziato con "caro amico" o "fedele diario", io non lo farò però; non sei mica animato, perchè conferirti nomignoli propri? Sei solo un pezzo di carta, dove potermi sfogare, a cui affidare i miei timori più profondi e che non mi giudichi, come tutti già fanno.

Sai a scuola mi hanno canticchiato una canzoncina, il cui soggetto principale era una parola: price, prezzo dunque. Mi hanno deriso, o semplicemente volevano turbarmi, cosa che loro malgrato non è avvenuta. Ho alzato il medio, ho sorriso, mi sono dileguato con un peso immenso nel petto.

Ho chiesto a mamma come mai papà avesse un cognome a dir poco ridicolo. Mi ha rimproverato per buoni venti minuti, dicendo di dover stare attento alle parole che utilizzo, sono al pari di un'arma, questo a detta sua.

Nego, gli aggettivi li hanno creati per un motivo, dunque non smetterò di usarli perchè me lo ha richiesto mia madre. Continuerò ad indagare sul cognome Price, alcuni credono sia di nobili origini gallesi, non credo sia la verità.

Noi non siamo nobili, non lo erano i miei nonni, neppure i miei bis-nonni in realtà.

Allora sai che c'è? Che troverò un cognome sostitutivo, mi farò chiamare in modo falso, puoi contarci che lo farò diario. ❞

༄ ↬𝑬𝒕𝒂̀:

«𝑽𝒆𝒏𝒕𝒊𝒅𝒖𝒆𝒏𝒏𝒆 𝒊𝒏 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐»

Blake di anni ne ha ventidue, non è più un adolescente ribelle che sfrutta ogni occasione per remare contro la famiglia. Piuttosto definirlo "uomo" potrebbe rivelarsi non proprio la migliore scelta: non ha una maturità tale e la sua mentalità vacilla tra quella di un bambino a quella di un uomo adulto e vaccinato.

Insomma, dovendo entrare nel dettaglio, potremo dire che egli dimostra la sua età perfettamente, è ancora un ragazzo, non si prende alcuna responsabilità, cambia idea ogni due per tre; caratteristiche che ad un ventiduenne si addicono meravigliosamente.

E' forse fisicamente, al contrario, che sembra dimostrare qualche annetto in meno: probabilmente per via delle sue numerose cicatrici in volto, le quali sembrano voler suggerire a chiunque si fermi a guardarlo "è un ragazzino che si è immischiato in qualche stupida rissa in quartieri poco raccomandabili della città".

"𝑯𝒂𝒊 𝒔𝒂𝒏𝒈𝒖𝒆 𝒔𝒖𝒍 𝒏𝒂𝒔𝒐, 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒉𝒊 𝒉𝒂𝒊 𝒍𝒊𝒕𝒊𝒈𝒂𝒕𝒐 𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆?"

𝑵𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊𝒒𝒖𝒂𝒕𝒕𝒓𝒐 𝒈𝒊𝒖𝒈𝒏𝒐, 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒔𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒛𝒐𝒅𝒊𝒂𝒄𝒂𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒏𝒄𝒓𝒐

Nato nel quartiere di Panorama City, si tratta di un noto quartiere della città di Los Angeles, la cui maggioranza etnica è formata da abitanti ispanici-latini. Tutto sembra coincidere perfettamente, la madre è argentina, il padre statunitense; egli non sembra rinnegare affatto le sue doppie origini, almeno fino a quando non viene chiamato "straniero", "immigrato" e chissà che altro.

Il suo segno zodicale di appartenenza è il cancro, segno d'acqua nonostante Blake abbia ammesso spesso di preferire il fuoco come elemento. Per il Cancro la famiglia è primordiale. E farà fatica a staccarsi dalla madre. Docile, piuttosto timido, affettuoso e riservato, in certi momenti il suo comportamento sembrerà infantile.

Mai ci furono parole più false e sbagliate, anzitutto perchè la famiglia occupa l'ultima posizione all'interno della sua classifica personale delle priorità, in seguito perchè non può in alcun caso venire etichettato come timido, la lingua tagliente gli appartiene, insieme a molte altre caratteristiche.

༄ ↬𝑵𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊𝒕𝒂̀:

«𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒍𝒂 𝒎𝒆𝒕𝒂̀ 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒎𝒆𝒍𝒂, 𝒑𝒆𝒄𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒔𝒊𝒂 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒈𝒓𝒂𝒏𝒅𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝒂𝒍𝒕𝒓𝒂»

Blake, come già anticipato nella voce precedente, possiede una doppia nazionalità, un doppio passaporto; argentino e statunitense. Ha avuto modo di farsi un'idea specifica a riguardo, prendendo come esempio una mela, rossa, più succosa e dolce rispetto quella gialla.

Pur sforzandoti, non riuscirai mai a tagliare la metà della mela in modo identico, ci sarà sempre una parte più grande dell'altra, magari pure impercettibilmente ad occhio nudo; questo discorso potrebbe facilmente essere trasportato sul piano delle sue nazionalità.

Nulla volendo togliere alla meravigliosa e fluente lingua spagnola, alle tradizioni secolari spagnoleggianti, c'è da dire che il ragazzo si sente più vicino agli States, in stile di vita, musica, abitudini, cibo, insomma egli sente che la mela più grande che gli appartiene sia quella della California.

𝑫𝒂𝒍 𝒅𝒊𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒔𝒆𝒈𝒓𝒆𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆 𝑷𝒓𝒆𝒛𝒛𝒐 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒅𝒖𝒆, 𝒏𝒐𝒏 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒕𝒆 𝒎𝒂𝒊 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒄𝒂𝒕𝒐𝒍𝒂 𝒏𝒆𝒓𝒂 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐, 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆.

❝Ciao pezzo di carta, come stai? Che coglione sono, credo tu possa rispondermi, so meglio di te che non è così.

Sorvolando su smancerie e introduzioni varie, che sai io non sopporto minimamente, oggi voglio scriverti per raccontarti il trattamento di favore che ho riservato a quei pendejos in classe, mi hanno chiamato immigrato, clandestino, sanno bene che non è così o forse fingono di non conoscere tali informazioni per potermi prendere ulteriormente in giro.

Mi perdonerai, spero, ma i buoni propositi di tenere a freno la lingua sono andati a farsi benedire, non ci ho più visto dalla rabbia, ed ecco che mi sono procurato la mia prima cicatrice sul naso. Per cosa poi? Per esseri idioti che hanno provato a farmi sentire in colpa nell'essere nato da madre argentina.

Fanculo l'Argentina, fanculo il Sud America, io sono come loro, un po' meno come te però, diario.
Vorrai scusarmi ma ora devo andare a disinfettare la ferita, mi annoierebbe a morte raccontare a mamma il motivo del "piccolo graffietto" sul naso. Non ho bisogno di essere difeso da alcuno, posso cavarmela da solo.❞

༄ ↬𝑨𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒇𝒊𝒔𝒊𝒄𝒐:

«𝑴𝒂𝒓𝒄𝒖𝒔 𝑳𝒐𝒑𝒆𝒛, 𝒖𝒏𝒂 𝒎𝒂𝒄𝒆𝒅𝒐𝒏𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒕𝒓𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒔𝒐𝒎𝒂𝒕𝒊𝒄𝒊 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒊»

"Hai visto quel ragazzo? E' strano, ma bello." Se lo sente ripetere quasi ogni giorno, ovverosia tendendo meglio l'orecchio tra le strade è ciò che le persone dicono di lui.

Viene reputato bello, insomma non è mica un segreto di stato, quanto piuttosto la pura e assoluta verità. Probabilmente è l'incontro tra tratti nord americani e quelli iberici ad avergli conferito una maggiore particolarità nei tratti fisici.

Pelle olivastra, si purtroppo quella l'ha ereditata dalla madre, dicono sia tale e quale a lei. Non proprio motivo di orgoglio per un ragazzo che cerca di tenersi a debita distanza dall'Argentina e da tutto ciò sia straniero o esterno agli Stati Uniti.

Compensano allora i suoi occhi, il naso e la bocca, anche in questo caso andò incontro ad una spiacevole sorpresa.

Nulla di tutto ciò sembra essere conforme agli standard della nazione di residenza, sfortunatamente. Gli occhi grandi, tendenti alla colorazione più scura del marrone, sono contornati da folte ciglia, nere come la pece, ma apprezzabili dalla stragrande maggioranza della controparte femminile.

I capelli, del medesimo colore degli occhi, gli ricadono costantemente sulla fronte, purché il lato positivo sia che nascondono qualche millimetro in più della sua fronte; nulla di così grave, ma tagliarli vorrebbe dire farla risaltare troppo.

Proseguendo, il suo naso è perfettamente dritto, non all'insù bensì leggermente aquilino in prossimità delle narici e della parte inferiore.
Da segnalare una particolarità, a tal riguardo, vale a dire la cicatrice posta vicino il setto nasale, oramai non perde più sangue, sebbene serva a ricordargli il principale motivo per cui se l'è procurata, la stupidità umana.

Fisicamente parlando, invece, Blake presenta un fisico allenato, la sua ambiguità sono proprio delle spalle larghe, da nuotatore; nonostante non abbia mai praticato questo sport a livello agonistico.

E' alto ma non troppo, forte ma non troppo, palestrato ma non eccessivamente, insomma non può essere paragonato al più esperto dei body-builder, semplicemente al suo fisico ci tiene il giusto.

Si allena, stando attento a non sfociare in fissazione, quelli palestrati con troppi muscoli e zero cervello li dovrebbe assolutamente tenere alla larga, glielo ripetono tutti. Le sue fattezze fisiche gli piacciono particolarmente, è forse per ciò che ringrazia la madre in assoluto; i tratti ispanici si riconoscono a miglia di distanza.

༄ ↬ 𝑩𝒂𝒄𝒌𝒔𝒕𝒐𝒓𝒚:

«𝑺𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒆𝒔𝒔𝒊 𝒕𝒆𝒏𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒏𝒂𝒔𝒄𝒐𝒔𝒕𝒂? 𝑨𝒉 𝒏𝒐𝒏 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒐 𝒇𝒂𝒓𝒍𝒐? 𝒆 𝒗𝒂 𝒃𝒆𝒏𝒆.»

𝑳𝒂 𝒇𝒂𝒎𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂 𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆

Blake nasce nello stato più bello del mondo, la California, più precisamente nella meravigliosa Los Angeles, in un decennio dove il cinema andava conoscendo i suoi mitici anni d'oro.

La madre, una donnina proveniente dalla città di Ushuaia, nell'Argentina Meridionale, conobbe quello che sarebbe diventato il futuro marito e padre dei suoi figli in un occasione quasi surreale: durante uno scippo avvenuto ai suoi danni.

Passeggiava tranquilla, di inglese conosceva giusto qualche parola utile ad orientarsi, nulla di più.
Los Angeles in quel periodo dell'anno era piena di turisti, un peccato si trovasse proprio all'interno di un vicolo stretto lontana dal centro cittadino.

Sentiva risatine, sguardi puntati di sopra, uomini senza un briciolo di cervello in quella mente bacata.
Strinse la borsa accellerrando il passo, almeno fin quando non si ritrovò un uomo di all'incirca trent'anni di fronte.

Indietreggiò, avrebbe potuto pure mettersi a correre per mettersi al sicuro. Mossa forse troppo prevedibile? L'uomo le puntò una pistola alla testa, invitandola a non fare un passo.
Non aveva capito una sola parola.
Cosa stava dicendo?

La fortuna, nella sfortuna della situazione generale, l'aiutò.
Un giovane che lavorava in un bar poco distante, osservando la scena e vedendo la ragazza seriamente in difficoltà decise di intervenire.

Da dietro le spalle dell'aggressore fece un cenno a Sofía(questo il suo nome), invitandola a rimanere calma e ferma in quella posizione.
Con fredda calma che neanche lui credeva di possedere, tirò un pugno sulla nuca dell'uomo stordendolo, la cui pistola cadde a terra senza che alcun colpo accidentale partisse.

Dopo quell'occasione Sofía, per sdebitarsi, volle a tutti i costi offrire una cena a Josh, il quale sembrava incuriosito dal bizzarro carattere euforico della giovane.
Lui conosceva bene lo spagnolo, lavorando a contatto con il pubblico avevo appreso molte parole tipiche, quindi il dialogo tra loro non fu poi così complesso da raggiungere.

Dopo quella cena, si promisero entrambi che si sarebbero incontrati due giorni dopo, accanto Venice Beach, di certo un luogo più tranquillo e meno pericoloso di quello precendente.

I due, uscendo quasi ogni giorno, presto si innamorarono, la loro complicità era in grado di fare invidia persino alle coppie sposate oramai da anni.

Sofía era decisamente più espansiva, allegra e solare, ogni occasione era buona per ridere spensierata o sognare circa ciò che li avrebbe attesi presto.
Josh, dal canto suo, poteva definirsi più realistico, non che non la amasse, semplicemente preferiva vivere nel concreto ogni attimo, piuttosto che farsi mille progetti o castelli in aria.

Compensandosi, i due andavano d'accordo, i litigi erano rari e tra i due vi era un puro sentimento d'amore. I due dopo anni di fidanzamento si sposarono, dalla loro unione nacque prima Blake, poi Maya, la sorellina più piccola, di sette anni.

𝑴𝒆𝒈𝒂𝒏 𝑭𝒐𝒙 𝒂𝒔...𝒍𝒂 𝒎𝒂𝒎𝒎𝒂

𝑪𝒉𝒓𝒊𝒔 𝑷𝒊𝒏 𝒂𝒔...𝒊𝒍 𝒑𝒂𝒑𝒂̀

𝑷𝒊𝒙𝒊𝒆 𝑫𝒂𝒗𝒊𝒆𝒔 𝒂𝒔...𝒍𝒂 𝒔𝒐𝒓𝒆𝒍𝒍𝒊𝒏𝒂

𝑷𝒓𝒊𝒎𝒊 𝒂𝒏𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝒗𝒊𝒕𝒂 𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂

Blake era un bambino paffutello, con una cascata di capelli neri in testa e un sorrisetto furbo sulle labbra. I genitori, pur avendolo educato rigidamente, non riuscivano ad ottenere neppure una minima parte di obbedienza da parte sua.

Era sregolato, senza limiti, senza paura delle conseguenze derivanti dalle sue sciocche azioni, almeno fin quando un episodio lo segnò profondamente.

Di anni all'occasione ne aveva quattro, stava giocando saltellando per casa tenendo il suo coniglio Juan tra le mani. Vide una confezione di farmaci, dal colore invitante, sembravano proprio le caramelle che la vicina gli regalava ogni domenica.

Si toccò la pancia, brontolava per la fame, pensò male di mangiare qualche caramella, cosa poteva fargli qualche piccolo "dolciume"? Esagerò, arrivò a mangiare l'intero tubetto dei medicinali.

Si guardò allo specchio entusiasta, era giallo in volto, sorrise scomposto prima di cadere a terra svenuto. Alla fine riuscì a salvarsi grazie soprattutto all'intervento tempestivo del personale medico in ospedale.

Blake imparò ad essere meno precipitoso, a pensare di più. Stravolse la sua intera filosofia di vita, passando da un-"Si lo faccio" ad un"Si però non è che poi...?".

Gli eventi inevitabilmente ti segnano e lui ha dovuto portare sulle spalle per anni il peso del suo errore: a casa nessuno riponeva più fiducia in lui, tutti i cassetti dei medicinali vennero chiusi a chiave, venne anche pagata una tata per occuparsi di lui quando i genitori erano via per lavoro.

𝑳𝒂 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂

Nessun evento degno di nota, al contrario, caratterizzò gli anni che vanno dall'ingresso delle scuole elementari sino all'ultimo anno della High School in California.

Uno studente come tanti altri, odiava la matematica, amava la scrittura e le materie umanistiche. Non si distinse mai per i suoi voti, faceva il suo, nulla di più nulla di meno.

La sua media scolastica altanelava tra il sette e l'otto, ad esclusione dell'insufficienza in matematica.

Blake non era "lo studente" bensì "uno dei tanti" studenti.

𝑺𝒕𝒖𝒅𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒄𝒓𝒊𝒎𝒊𝒏𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒂 𝒐...?

Finì finalmente le scuole superiori, come un ragazzo della sua età desiderava coronare un grande sogno: quello di diventare uno studente di criminologia, le morti e i serial killer lo avevano sempre incuriosito molto.

Grazie ad un piccolo articolo scritto per il giornalino scolastico, riuscì ad ottenere la visibilità di un membro importante dell'Università della California, sita a Los Angeles stessa. La borsa di studio gli venne garantita senza troppi problemi, entrò quindi nella facoltà di criminologia.

Dopo due mesi circa capì quella non fosse la sua strada, insomma la cronaca nera gli piaceva, eslusivamente da scrivere però, egli voleva diventare un giornalista affrettato.

Così, ripetento il medesimo errore di quando era bambinò, senza pensarci adeguatamente, rinunciò agli studi, perdendo pertanto la borsa di studio annua del modico valore di 14.000 dollari.

"𝑺𝒆𝒊 𝒑𝒂𝒛𝒛𝒐 𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆 𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆, 𝒍𝒂𝒔𝒄𝒊𝒂𝒕𝒆𝒍𝒐 𝒅𝒊𝒓𝒆.
𝑨𝒗𝒆𝒗𝒊 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒎𝒂𝒏𝒐 𝒆 𝒍𝒐 𝒉𝒂𝒊 𝒍𝒂𝒔𝒄𝒊𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒄𝒆𝒈𝒍𝒊𝒆𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒑𝒊𝒂𝒏𝒆𝒕𝒂 𝒅𝒊𝒔𝒂𝒃𝒊𝒕𝒂𝒕𝒐"

༄ ↬𝑪𝒂𝒓𝒂𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆:

«𝑪𝒉𝒊 𝒕𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒔𝒄𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒃𝒓𝒂𝒗𝒐, 𝒅𝒊 𝒑𝒊𝒖̀.»

Blake pensa troppo, anche quando non dovrebbe. A volte però, fa il contrario, ovverosia non pensa proprio, mette un lucchetto alle facoltà di pensiero decidendo di volere farsi guidare dal lato irragionevole della sua mente.

Blake sa che potrebbe costargli tanto, come quella volta a quattro anni. Lasciarsi sopraffare dalla cieca ragione è pericoloso certo, ma dai sentimenti lo può essere altrettanto.

E' solo un ragazzo, può ma non vuole permettersi di sbagliare; il confine tra errare e morire è sottile, lo comprende e ha imparato a farsene una ragione.

Se prima Blake era uno spirito libero, irrequieto e insaziabile di avventura, egli ora è diventato al pari di una categoria che da piccolo odiava: gli egoisti. Pensa sempre e solo al suo bene, prima ancora della sua famiglia viene lui, potrebbe sacrificarli pur di salvarsi. Ha assistito a rapine, furti, violenze verbali contro delle ragazze, mai che sia intervenuto in loro soccorso.

Non si tratta di cattiveria, bensì di desiderio di proteggere lui stesso in primis.

"𝑩𝒍𝒂𝒌𝒆 𝑷𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒕𝒊𝒆𝒏𝒊𝒍𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒍𝒂𝒓𝒈𝒂, 𝒏𝒐𝒏 𝒎𝒖𝒐𝒗𝒆𝒓𝒂̀ 𝒖𝒏 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒊𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒆𝒏𝒊𝒓𝒕𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐, 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒔𝒕𝒊 𝒑𝒖𝒓𝒆 𝒎𝒐𝒓𝒊𝒓𝒈𝒍𝒊 𝒅𝒂𝒗𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒈𝒍𝒊 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊"

Le persone dicono questo su di lui, sorride, alza gli occhi al cielo e pensa-"Che bello non essere circondato da persone che ti rompono le palle in ogni momento della giornata", lo trova realmente soddisfacente.

Può fare ciò che vuole, senza il rischio di rimanere incastrato in relazioni in cui sa di non saperci rimanere a lungo. Non è in grado di offrire certezze, questo proprio perchè non ne ha nella sua vita, potrebbe abbandonare la nave con tutte le persone a bordo in qualsiasi momento, senza preavviso di alcun genere.

Il lupo solitario Blake Price non è fatto per l'amicizia, neppure per l'amore o per qualsivoglia sentimento esistente sul pianeta terra, egli è fatto solo per la solitudine e la pace interiore.

Con se stesso egli sta alla perfezione, ha imparato a controllare i suoi pensieri, non a farsi dominare da essi. Non esiste un singolo momento della giornata in cui questi lo facciano crollare, ha acquistato un serio autocontrollo a furia di stare da solo; ne va pure fiero.

Ancora, non è il genere di ragazzo che potrebbe stravolgere le sue certezze a causa di una persona, lo ha già fatto una volta e il distacco dal vecchio Blake lo ha fatto soffrire in maniera inimmaginabile.

Il rimpianto è forse l'unico sentimento che in alcuni momenti della giornata lo mangia vivo, non è una male, prova a ripeterselo, ad autoconvincersi di ciò.

Avrebbe tanto voluto essere più come da bambino,

più immaturo,

più senza pensieri,

più Blake di quanto non lo sia attualmente.

Avrebbe voluto fare del "carpe diem" il suo unico motto di vita,

fare cazzate uniche ed irrepetibili,

e perchè no anche affezionarsi a qualcuno.

Adesso però non ha tempo per questo, con il block-notes sotto il braccio si incammina per le strade di Los Angeles.
L'articolo su Camille deve valergli la prima pagina, deve scriverlo bene.

"Niente pensieri soggettivi, non ci interessa di ciò che pensi tu" gli hanno detto questo, sbuffa e scaccia via queste parole.
Non li ascolterà, sa lui ciò che deve scrivere.

La sua opinione conta.

༄ ↬𝑪𝒂𝒎𝒊𝒍𝒍𝒆: 

La morte di Camille Elizabeth Scofield ha turbato Blake, risvegliando in lui il desiderio di unire insieme ancora una volta cronaca nera e giornalismo. Non si era mai interessato alla morte di ragazze così giovani, di sue coetanee.

Il massimo a cui aveva aspirato poteva essere la morte di qualche anziana signora presso la propria abitazione, nulla che fosse a tal punto interessante da attirare l'attenzione dei lettori più numerosi.

Lei, tuttavia, poteva essere la sua occasione per scrivere un articolo degno di nota e della prima pagina.

Non la conosceva personalmente, probabilmente i due non sarebbero neppure andati d'accordo, sebbene Blake difficilmente avrebbe potuto trovarsi a suo agio con una celebrità hollywoodiana.  Non sapeva letteralmente nulla di lei, ad esclusione di qualche titolo di un paio di suoi film, non poteva dirsi un suo fan sfegatato.

La morte misteriosa di una ragazza tanto giovane dovrebbe far risvegliare persino gli animi più insensibili, quello del ragazzo in primis. Sul blocco delle note rigorosamente nero Blake annotò in ordine le cinque w, delle domande di partenza insomma.

𝑾𝒉𝒐?

𝑾𝒉𝒂𝒕?

𝑾𝒉𝒆𝒏?

𝑾𝒉𝒆𝒓𝒆?

𝒎𝒂 𝒔𝒐𝒑𝒓𝒂𝒕𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐, 𝑾𝒉𝒚?

༄ ↬𝑪𝒖𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊𝒕𝒂̀:

𝕿𝖆𝖓𝖆𝖙𝖔𝖋𝖔𝖇𝖎𝖆

La parola tanatofobia deriva dal greco thanatos che significa morte, e phobos che significa paura, letteralmente "paura della morte".
La tanatofobia è, dunque, un disturbo di natura psicologica che si manifesta attraverso la paura irrazionale di morire.

Trattasi di un qualcosa di alquanto bizzarro, soprattutto per un ragazzo che con la morte ci ha parlato, all'età di quattro anni.

Un po' un paradosso, alla fine, che scelga di indagare sulla morte di Camille, avendo egli stesso paura di finire tra le grinfie di un sociopatico seriale? La risposta è si.

𝕹𝖊𝖗𝖔, 𝖓𝖊𝖗𝖔 𝖊 𝖆𝖓𝖈𝖔𝖗𝖆 𝖓𝖊𝖗𝖔

In questo caso una curiosità forse un pizzico più scontata: il nero non solo è il suo colore preferito ma è letteralmente l'unica colorazione presente nella sua camera, nel suo armadio e nella sua vita in generale.

Giacche di pelle nere, pantaloni neri strappati, felpe e magliette nere, persino le sue scarpe lo sono, un colore forse un po' troppo triste per essere utulizzato sempre.

𝕽𝖆𝖕𝖕𝖔𝖗𝖙𝖔 𝖈𝖔𝖓 𝖑𝖆 𝖘𝖔𝖗𝖊𝖑𝖑𝖎𝖓𝖆

Solitamente, il rapporto tra fratello maggiore e sorellina più piccola è sempre basato su una gelosia e senso di protezione quasi morbosa da parte del maggiore.

Non è il caso di Blake e Maya, casomai in molte occasioni è lei a difendere lui e ad esserne gelosa fino al midollo, non sopporta che suo fratello passi intere nottate ad indagare su una ragazza morta. 
La piccola di casa Price crede un minimo piacesse a Blake, altrimenti non saprebbe spiegarsi tutto questo mobilitarsi per indagare sull'omicidio.

"𝑻𝒊 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆𝒗𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒂 𝒃𝒊𝒐𝒏𝒅𝒂, 𝑪𝒂𝒎𝒊𝒍𝒍𝒆?"
"𝑵𝒐𝒏 𝒍'𝒉𝒐 𝒏𝒆𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒂𝒊 𝒗𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒂, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒆𝒓𝒎𝒊"

𝖅𝖊𝖗𝖔 𝖆𝖒𝖎𝖈𝖎

Anche questa voce accennata in precedenza, per via del suo carattere egli non ha o meglio dire, non riesce ad avere amici. E' distaccato, non timido ma neppure tutta questa espansività nei confronti di conoscenti.

Meno vede le persone, meglio sta mentalmente.
Potrebbe quasi venire definito un "misantropo"? o si tratterebbe di un termine troppo azzardato?

𝕹𝖆𝖗𝖈𝖔𝖑𝖊𝖘𝖘𝖎𝖆 𝖑𝖎𝖊𝖛𝖊

Blake soffre, altresì, di una forma lieve di Narcolessia. E'  una vera e propria  malattia neurologica più frequente di quanto non si pensi, ed è caratterizzata – tra le altre cose – da un'eccessiva sonnolenza diurna. Mediamente ogni 2 ore, durante il giorno, il narcolettico prova un'irresistibile impulso all'addormentamento.

Ecco spiegato il motivo per cui è la notte il momento della giornata preferito per addentrarsi nei vicoli dell'energetica Los Angeles.

༄ ↬𝑷𝒖𝒏𝒕𝒊 𝒇𝒐𝒓𝒕𝒊 𝒆 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒃𝒐𝒍𝒊:

𝕾𝖈𝖆𝖗𝖘𝖆 𝖔𝖌𝖌𝖊𝖙𝖙𝖎𝖛𝖎𝖙𝖆̀ 𝖓𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖛𝖎𝖘𝖎𝖔𝖓𝖊 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖊 𝖈𝖔𝖘𝖊

Non riesce proprio ad offrire una visione pulita delle cose, senza pareri oppure opinioni personali. Non ha uno sguardo oggettivo, il suo occhio deve in qualsiasi occasione mettere a fuoco la realtà attraverso la sua mente.

Non potrà mai dire "è bello" piuttosto "trovo sia piacevole alla vista, per me."

𝖑𝖚𝖈𝖎𝖉𝖎𝖙𝖆̀ 𝖓𝖊𝖎 𝖒𝖔𝖒𝖊𝖓𝖙𝖎 𝖈𝖗𝖎𝖙𝖎𝖈𝖎

Se non altro, Blake ha ereditato dal padre una peculiare caratteristica che più di una volta si è dimostrata in grado di salvargli la pelle. Riuscirebbe a mantere lucidità e la calma fredda persino con una pistola puntata al petto. 

E' una qualità che non tutti hanno ma che a lui non dispiace affatto.

𝕴𝖓𝖌𝖚𝖆𝖗𝖎𝖇𝖎𝖑𝖊 𝖕𝖊𝖘𝖘𝖎𝖒𝖎𝖘𝖙𝖆

Anche qua, un punto debole forse fin troppo prevedibile e scontato. Blake non eccelle di certo nel suo lato ottimista e sognatore, tutto il contrario. Tende a vedere sempre il lato negativo delle cose, a credere non possa esistere un momento felice senza un secondo doloroso.

Una visione estrema della realtà, tutto questo si riversa anche nei rapporti interpersonali.

𝕷𝖎𝖓𝖌𝖚𝖆 𝖙𝖆𝖌𝖑𝖎𝖊𝖓𝖙𝖊

Anche in questo caso, non può che venire considerato un suo punto debole. Insomma, egli non parla con le altre persone, quanto lo fa utilizza un sarcasmo così affilato e sottile che non può di certo passare inosservato.

Dice ciò che pensa, precisando sia solo una sua opinione e, in quanto tale, non valga tutto questo granchè.

𝕮𝖔𝖓𝖘𝖎𝖌𝖑𝖎 𝖕𝖗𝖊𝖟𝖎𝖔𝖘𝖎

Raramente lo si ritrova a fornire aiuto a terzi, forse ogni tanto lo fa solo con la sua famiglia. Ciononostante Sofìa, Josh e anche la piccola Maya sembrano aver notato in lui una precisione e una cura nel dare ottimi consigli fuori dal normale. 

Credono sia dovuto dal suo lato riflessivo che  ha costretto a far fuoriuscire sin da piccolo onde evitare di finire al cospetto di Madama morte per una seconda volta.

༄ ↬𝑺𝒆𝒈𝒏𝒊 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒊𝒄𝒐𝒍𝒂𝒓𝒊:

«𝑼𝒏𝒂 𝒑𝒊𝒄𝒄𝒐𝒍𝒂 𝒎𝒂𝒄𝒄𝒉𝒊𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒄𝒊𝒐𝒄𝒄𝒐𝒍𝒂𝒕𝒐 𝒔𝒖𝒍 𝒈𝒊𝒏𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊𝒐.»

Blake è nato con una piccola voglia, sul ginocchio, non molto estetica ma almeno non può venire confuso con altri; non che senza potrebbe accadere, chiaramente.

Trattasi di una voglia probabilmente  scaturita dalla genetica, è l'unico membro della famiglia a possederla e ciò lo rende ancora più fiero e particolare.

Da piccolo non sembrava adorarla particolarmente, provava a morderla di continuo, nella speranza venisse via al più presto, più la guardava più la reputava anti-estetica e orribile alla vista.
La madre allora pensò bene, per fargli passare questo odio smisurato verso quella voglia, di dirgli si trattasse in realtà di una piccola macchia di cioccolato, che però avrebbe avuto a vita.

Sembrò crederci, iniziò ad apprezzarla maggiormente, adesso non pensa a lui senza quella piccola voglia.

༄ ↬𝑨𝒎𝒃𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊:

«𝑼𝒏 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒍𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒏 𝒈𝒂𝒕𝒕𝒐»

Non ambisce a diventare il presidente degli Stati Uniti, tantomeno a scrivere per il New York Times. 

Gli basterebbe una stabile sistemazione, un lavoro da giornalista, possa pure trattarsi di un giornale da quattro soldi. Non ha l'istinto paterno, quindi non crede diventerà padre, ora come ora sarebbe un traguardo persino che qualcuno gli si avvicinasse senza scappare prima che Blake possa aprire bocca.

Un lavoro come giornalista, una casa, una macchina, un gatto siamese.

Si, lo vuole specificatamente siamese, non accetterà compromessi, o i suoi piani possono pure andarsene a fanculo alla svelta. 

Le sue ambizioni devono essere come lui, inusuali e strambe.

"𝑼𝒏 𝒈𝒂𝒕𝒕𝒐 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒆𝒔𝒆. "
"𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆̀ 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒐 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒆𝒔𝒆 𝒔𝒄𝒖𝒔𝒂 𝒇𝒓𝒂𝒕𝒆𝒍𝒍𝒐𝒏𝒆?"
"𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊, 𝒐𝒓𝒂 𝒛𝒊𝒕𝒕𝒂 𝒆𝒅 𝒆𝒔𝒄𝒊 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂."
"𝑮𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒊 𝒉𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒊 𝒆𝒓𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒏𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒂 𝒇𝒊𝒔𝒔𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝑪𝒂𝒎𝒊𝒍𝒍𝒆"

༄ ↬𝑨𝒃𝒃𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐:

«𝑨𝒅𝒂𝒕𝒕𝒐 𝒂 𝒍𝒖𝒊, 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒔𝒊»

Blake non è di certo l'icona di stile del secolo, su questo possono concordare tutti quelli che lo conoscono. Piuttosto il suo abbigliamento è sciatto, solitamente composto da: jeans con degli strappi sulle ginocchia, delle scarpe nere consumate sino alla suola ma che si ostina ancora a mettere per comodità,  qualche felpa nera o massimo grigia e infine il suo giacchetto di pelle che rende il suo outfit ancora più da "fighetto di città".

Il grigio sarebbe un colore fin troppo inusuale, difatti limita gli indumenti di quel colore ad occasioni  speciali e/o strettamente confidenziali. 

Nel suo armadio spicca solo un colore, il nero.

༄ ↬𝑻𝒉𝒆𝒎𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒈:

❝And I don't want the world to see me

'Cause I don't think that they'd understand

When everything's made to be broken

I just want you to know who I am❞

༄ ↬𝑵𝒐𝒕𝒆 𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒉𝒊𝒆𝒔𝒕𝒆:

So che tratterai benissimo questo piccolo bambino complessato, quindi la mia unica richiesta è quella di farlo interagire con qualcuno, non necessariamente legandosi a quella persona, anzi sarebbe molto irrealistico considerando il suo carattere.

Però non voglio neppure rimanga da solo per tutta la storia.

bipolarsvnshine

𝑭𝒊𝒏𝒆 𝒔𝒄𝒉𝒆𝒅𝒂, 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒍'𝒂𝒕𝒕𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆.

━━━━━━━━》❈《 ━━━━━━━

Mary's space:

Lo so lo so, non dovrei essere qua bensì con la testa sui libri ma volevo la soddisfazione di dire "Blake è stato pubblicato", finalmente. 

Che dire di questo personaggio? E' venuto fuori proprio come me lo aspettavo, ed è il mio personaggio più riuscito in assoluto fino a questo momento, anche quello con la scheda più lunga, superiore alle 6500 parole, che parto. Lo amo, lo amo, lo amo, spero possa piacere nel medesimo modo anche a voi.

Se vi va ditemi cosa ne pensate di questo piccolo bambino complessato, se trovate incongruenze o altro. Vi risponderò dal basso del mio libro di linguistica inglese, baci stellari.