Concorso -Prima Fase

-Segnate sul diario i compiti per mercoledì, pagina 60... -

La campanella suonò, interrompendo il professore, che cercò vano di calmare i ragazzi per finire il discorso. Ma erano già tutti in piedi, con le merende in mano. Tutti tranne Rubylyn, che rimase seduta con il diario sul balco e la penna in mano.

-Li scrivo sulla lavagna, non dimenticare di copiarli! -. Il prof. Maretti fece come detto, poi guardò Rubylyn con un piccolo sorriso. -Sai, anche se ti alzi nessuno di loro ti mangerà -, disse ridacchiando.
La ragazza volse loro uno sguardo veloce, tornando subito sull'uomo. -Non ne sarei tanto sicura... Mi disprezzano -, ammise con tutta sincerità.
-E non hai nessun amico?
-Sì. Tommaso, ma oggi è assente... -. Sospirò, poggiando la testa sul banco.
Una triste verità: senza di lui era sola.

Le quattto ore di lezioni passarono in fretta; Rubylyn si ritrovò fuori da scuola, ad aspettare sua madre Riza. Non abitava vicino, per questo si faceva portare a casa da lei. E poi, non l'avrebbero potuta prendere in giro con un adulto nei paraggi.

I capelli neri ricadevano leggeri sulle spalle, mentre la ragazza, ancora all'uscita, impaziente controllava a destra e a sinistra tutte le macchine che passavano.

-Hey, cinesina, che c'è? Mamma non si fretta ad arrivare?

Ruby li ignorò, facendo finta di non aver sentito. Ma loro continuarono, continuarono a parlarle contro finché non videro sua madre arrivare.

Rubylyn entrò in macchina.

-Ti stavano prendendo in giro? -, chiese Riza.
-No.
-Non negare l'evidenza! Ti stavano prendendo in giro? -, ripeté con più decisione, mentre uscì dal parcheggio.

Ruby aspettò un po', forse perché non voleva dirlo, non voleva farla preoccupare; forse perché non aveva il coraggio di dirlo, era una fifona, una vigliacca, che fuggiva e fuggiva, non rimaneva mai. Guardò fuori dal finestrino. -Sì, mi prendevano in giro.

La sua voce era flebile.

Sua mamma le lanciò uno sguardo di disapprovazione -Perché non me l'hai detto? Sono tua madre, non un'estranea! -, la sgridò.
-Non pensavo... non pensavo fosse una situazione grave...
-Da quanto?
-Tre mesi -, rispose.

Riza si fermò per un rosso e sbattè la mano contro il manubrio. -Vuol dire dall'inizio dell'anno scolastico! Sei stata in silenzio tutto questo tempo! Mah, ho una figlia che si fa mettere i piedi in testa...

La giovane stette zitta, come lo era stata in quei tre mesi secondo la madre. Invece lei aveva raccontato tutto a Tommaso, l'unico capace di capirla e ascoltarla.

Immediatamente si sentì piena di vergogna, come qualcuno che ha appena fatto una figuraccia. Abbassò il capo.

Una quindicina di minuti dopo arrivarono a casa e Riza parcheggiò la macchina nel piccolo garage.
Le due scesero e pranzarono, con in sottofondo l'unico rumore prodotto dalla televisione.

Una volta finito, Rubylyn si diresse verso la sua stanza, accendendo il cellulare. Si sedette sul letto e guardò alcune notifiche, tra cui un paio di messaggi di Whatsapp.

Classe 2°C

Alesandro: Foto "Imitando la cinesina ah-ah"

Marco: "Siete identici! Tanto sono tutti uguali nel suo paese di merda XD"

Osservò la foto: c'erano tre dei suoi compagni con una parrucca e due mollette agli occhi. Scosse la testa, sbattendo più volte le palpebre e chiedendosi quando avrebbero capito che non era cinese ma filippina.

Aprì la chat di Tommaso, vedendo un nuovo messaggio.

"Hey Rubyyy, com'è andata oggi a scuola? Tutto bene?"

Inviò una risposta corta e veloce.

"Non ho voglia di parlare, ma sto bene."

"Non mi convinci..."

"È la verità... Ora devo andare"

Prima di spegnere il telefono, le arrivò un altro messaggio:

Marco: "Tanto non risponde mai quella..."

Si stese sulle coperte morbide, chiudendo gli occhi. Immaginò un mondo, un mondo dove non veniva bullizzata dai suoi compagni, un mondo dove aveva un gruppetto di amici e riusciva a socializzare.

Sorrise.

Purtroppo però, non era quella la realtà. Era solo uno stupido, immaginario sogno. La realtà era che aveva un unico amico e che i bulli non l'avrebbero mai lasciata in pace.

Si girò su un fianco, sentendo un'improvvisa fitta allo stomaco.

Doveva dire della giornata a Tommaso? Raccontargli com'era andata, cioè come tutti gli altri giorni? Forse l'avrebbe fatta sentire meglio.

Ma, di nuovo, come successo con la madre, non voleva farlo preoccupare. Voleva fargli credere che stava andando tutto ok, nulla da cui star male.

Ma Rubylyn stava male.

Si vedeva, ma nessuno aveva il coraggio di chiederle come stava e di parlarne. Nessuno il suo migliore amico, che stava allontanando.

Riaprì gli occhi, con le lacrime che minacciavano di scendere. Si trattenne, sforzandosi di non piangere.

Non un'altra volta, non ancora. Ma piangere faceva bene, le dicevano, aiutava a sfogarsi.
Con lei no. Non serviva. Ma quindi cosa poteva calmarla in quei momenti?

Non lo sapeva nemmeno lei. Era come un piccolo uragano che non cessava mai. Un piccolo uragano dentro di sé, che c'era sempre, ma nei momenti più difficili peggiorava il tutto, aumentando il suo volume.

Alcune lacrime scesero, i singhiozzi presero posto del silenzio nella stanza.

Si rigirò, tornando a pancia in su. Fissò il soffitto, dove aveva attaccato alcune sue foto e stelline, per farla sentire meglio.

Improvvisamente, Ruby sentì bussare alla porta, chiusa a chiave.
-Hey senti Ruby... Ne parliamo a cena di quello che è successo all'uscita di scuola, ok? Intanto io vado al colloquio con il prof. Maretti  -, disse Riza dall'altra parte.

La ragazza ci mise un po' a realizzare che era proprio a quel prof che aveva detto che i suoi compagni la disprezzavano. Di certo non avrebbe avuto esitazioni a parlarne con sua madre.

Si mise le mani in faccia, sia per la stupidaggine, sia per asciugiarsi le lacrime. Continuò a piangere silenziosamente, non riuscendo a fermarsi.

Non sapeva cosa la spingesse ad andare avanti, a continuare ad andare a scuola giorno dopo giorno. Eppure, per tre mesi, aveva superato l'impresa. Ma adesso, adesso non era sicura di voler continuare così. Poteva cambiare scuola, ma i libri nuovi sarebbero costati un sacco; poteva lasciare la scuola e prendere lezioni private, ma anche lì avrebbe speso molto...

Con tutte queste domande in testa, riuscì comunque a calmarsi e chiudere gli occhi, addormendosi.

GRAZIE CE L'HO FATTA
E
Okay
Mi fa schifo
Y A Y
Positività: 0 👌
Ma no niente ho avuto impegno per tipo tutta la settimana e si può vedere dall'orario in cui mi sono ridotta a pubblicare, proprio gotta fast per fare prima di mezzanotte
Sooo
Niente
Taggo i giudici

ImSusyRavenClaw
_MrsPadfoot
TheRainDog
Mary_Jo_Mercury_07
SolJackson394

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