Capitolo 8

E di nuovo, odore di pulito maniacale con tanto di disinfettante impregnò le narici di un John nuovamente sveglio. Gli occhi castani e spalancati del tutto fissi al soffitto bianco e con un poco di muffa per via dell'umidità che vi faceva da cornice ai lati del muro.

Sí, era vero che si era risvegliato ma ora sembrava più che la sua anima fosse stata del tutto disconessa dal suo corpo, per quanto intorpidito lo sentiva. Era come se tutte le energie che aveva, fossero del tutto magicamente risucchiate via da una forte aspirale.

La testa gli doleva un po', ma niente di così troppo insopportabile, volendo lo si poteva pure ignorare.

« Buongiorno bella principessa. Ho sentito dire che parli da solo. Aspetta non credevo che parlassi con esseri demoniache. Ti dicono di uccidere, nonostante tu non lo voglia vero, piccolo John? Beh! allora soddisfale. Male che vada, peggio di così non può andare » parlò sprezzante una voce roca e bassa, per poi finire in una inquietante risata spietata che alle orecchie di John risuonò un po' come un ronzio delle mosche per quanto fastidiosa fosse.

« Sta zitto ! »
Lo avvertí John senza avvertire il bisogno di guardare il suo interlocutore. Sapeva che era quel rosso strano e così si portò un braccio a coprire gli occhi, dopo avere riacquistato la sensibilità dei suoi arti.

« Perché non giochiamo. Il sangue mi piace, ma le urla di dolore e di pietà ancor di più. Se tu con me vuoi giocar, la parte del manico del coltello io terrò » cantilenò il più grande.

« Chi te l'ha insegnata ? »
Chiesa Jhon rilassato.

« Sai, a dire il vero non lo so. Ma ogni volta che provo a chiudere gli occhi queste parole mi risuonano in mente. Ogni volta che si avvicina una carneficina quelle voci si fanno più intense e molto più vicine ».

« Mi eletrizza tutto ciò ».

Il rosso lo guardò stravaccato dalla sua parte di letto, leccandosi apetitamente il carnoso labbro inferiore rosso.
« Lo so. Eccita anche a me ».
Rise sadico.

« Ti eccita come ti eccita strozzare ? »
Chiese derisorio John.

« Poco di più. Specialmente se quella persona sei tu, principessa ».

Il maggiore si alzò dal letto e raggiunse il più piccolo ombreggiandolo da sopra. Si chinò appena su di lui, inchiodandolo tenendo le braccia tese ai lati del corpo dell'altro.

John liberò gli occhi e rivolse lo sguardo al maggiore con un piccolo sorriso strafottente. Di chi paura non ne dimostrava . Non ora. Non in quella situazione per lui comica, ma che alle orecchie degli altri sarebbe parsa come una conversazione tra due psicopatici e fuori di testa.

Ma non  per loro stessi. No. Tutto era come normale.

« Ti piacciono i giochi John ? »

« No »
Rispose secco il più piccolo.

« Bene. Allora facciamone uno ».

« Ho detto che non mi interessa ».

Il rosso con un sorriso strano si inginocchiò ai lati del letto e sentendo il materasso sprofondare John tentò di rialzarsi, ma tutti i gesti che a egli  vennero automatici furono del tutto bloccati dal più grande che lo inchiodò al letto e immobilizzandogli le parti delle gambe con le proprie.

I polsi del più piccolo ora tenuti fermi da una mano del più grande erano bloccate sopra le sua testa. John non si mosse, ma tutto ciò che fece fu quello di sputargli in faccia. Il maggiore chiuse d'istinto gli occhi, ma poi gli riaprì. Rise di disprezzo puro e poi grignò i denti, producendo un piccolo suono.

« Cosa vuoi da me ? »
Chiese John con le sopracciglia aggrottate.

« Voglio solo giocare piccolo John ».
E detto ciò, lo baciò mordendogli il labbro inferiore .

In un primo momento l'astinto di John fu quello di liberarsi, ma poi giusto qualcosa cambiò. Si lasciò del tutto andare a quel bacio che in tutto e per tutto - e che ora si era fatto di scambi di saliva - sapeva di qualcosa di inquietante. Oscuro.

L'altra mano disponibile del maggiore aveva preso a scendere su tutto il suo corpo, fermandosi poi al basso del cavallo del pantalone, lí dove un netto rigonfiamento attraverso la stoffa della camicia da clinica si poteva sentire.

« Ti piacciono i giochi John ».
Gli sussurró ad un orecchio, leccandogli poi il lobo, mandandogli mille vat di scosse elettriche che in tutto il corpo avevano preso a scorrere.

***

« Dai Lory... Andiamo solo per questa sera. Che ne dici ? » gli chiese il collega che alle macchinette del caffè con un bicchierino in plastica in una mano, la guardava standosene beatamente appoggiato con la schiena alla macchinetta.

Lory lo guardò e si portò una mano a massaggiare la testa dolente, stancamente.
« Mi dispiace ... Ma no. Non posso ».

« Perché no ?  Se é per tuo figlio, poi ti darò un passaggio e se é per altro... Be consideralo solo come una uscita tra colleghi ».

« Okay. Okay. Ci penserò prima. Mh ? »
Rispose alla fine per poi sorpassarlo.

Cos'era tutta questa insistenza, proprio non lo sapeva.

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