CAPITOLO 33
UNA SETTIMANA DOPO
DRACO'S POV
Mentire, mentire, mentire. Quanto è brutto mentire?
Mentire ad un amico, mentire ai genitori, mentire a sé stessi, quello sì, è il peggiore. Ed era quel che stavo facendo da ormai troppo tempo, stavo nascondendo la verità a me stesso, riempiendomi di bugie.
E mentendo a me stesso, stavo anche mentendo a lei, ad Amy. Quante volte avrò detto che non merita questo? E quante volte avrò continuato a farlo? Troppe, troppe fottute volte.
Sapete qual era la verità che continuavo a nascondermi? Quella su di Amy, quella sulla scommessa.
Volevo che fosse mia, volevo averla tutta per me, e la scommessa era soltanto una scusa. Quando accettai la scommessa avevo un solo e unico scopo, quello di vincere. Ma nel provarci, mi resi conto della bella e pura persona che avevo accanto, ed ogni volta che passavo più tempo con lei, il mio scopo cambiava, a poco a poco.
Non mi credevo una persona capace di provare sentimenti così forti. Non mi credevo capace di amare qualcuno oltre a me, eppure, lo stavo facendo, mi stavo innamorando, e la stavo amando per davvero.
Mi sentivo strano, perché non avevo mai temuto prima di allora di provare questo sentimento. E sì, avevo paura, ero spaventato, spaventato dall'idea di mostrarle quella parte di me, spaventato dall'idea di diventare vulnerabile ogni volta che si trattava di lei.
L'essere vulnerabile. Che cosa sciocca, non è vero? Draco Malfoy, il ragazzo più stronzo, freddo e acido di sempre, riusciva ad essere vulnerabile con un'unica persona, con Amy.
Che patetico che ero diventato.
Avevo sempre avuto tutto sotto controllo. Ero io a controllare ogni cosa che avevo intorno, ed ero io a decidere.
Ma non quella volta.
Quella volta, non ero davvero capace di controllare quella sensazione dentro di me, dentro il mio cuore.
Non potevo controllare quello stupido sorrisetto che mi compariva ogni volta che la incontravo. Non potevo controllare il mio cuore accelerato ogni volta che le passavo accanto. Non potevo evitare di perdere un po' di respiro ogni volta che era nella mia stessa stanza. Non potevo controllare quei brividi che solo lei riusciva a farmi venire. E soprattutto, non potevo controllare quel desiderio irrefrenabile d'amore.
L'amore, che parola stramba. Prima d'allora, era qualcosa che non conoscevo. Ma con Amy, avevo finalmente capito il suo vero significato.
Lei mi fece capire che l'amore non è sempre perfetto, non è una favola, o la storia di un libro, e non è sempre facile. L'amore è un susseguirsi di ostacoli, sguardi, lotte per stare insieme, lotte per tenersi e non lasciarsi mai andare.
E' una parola corta, facile da dire ma difficile da capire, e dall'istante in cui mi innamorai, impossibile da viverci senza. L'amore è realizzare che ogni secondo, ogni minuto, ogni ora ne è valsa la pena, perché è stato fatto insieme.
E con lei, sì, ne era assolutamente valsa la pena.
Ero stanco di omettere la verità a me stesso, e a lei. Era ora che le fantasie che avevo in testa si realizzassero. Era ora che lei venisse a sapere che per me era essenziale averla accanto.
Perché quella settimana, cambiò completamente ogni cosa. Cambiò dopo quella specie di confessione che fece e dopo quel tentato bacio, il giorno che Nate partì.
Io e lei ci stavamo innamorando, sapevo che era così. C'era solo bisogno di mettere l'orgoglio da parte, e ammettere i nostri veri sentimenti.
E io lo avrei fatto.
Quella sera.
Al ballo in maschera.
AMY'S POV
Fu tutto così strano dopo quel tentato bacio.
Quel pomeriggio scoprii un lato di Draco completamente inaspettato, un lato innocuo, vulnerabile, che mi faceva quasi tenerezza.
Capii che non era tutto nella mia testa quel che c'era fra me e lui. Stava realmente succedendo.
Flashback
"Draco..." sussurrai,
"Cosa?", quel che stavo per dirgli era qualcosa che, a malincuore, dovevo dire,
"Voglio che manteniamo le distanze questa settimana, io da una parte, tu da un'altra" dissi con fermezza,
"Cosa? Ma- perché mi chiedi questo?",
"Perché ne ho bisogno" sospirai "Draco, ho bisogno di allontanarmi da te, perché mi trovo in un momento di totale confusione, e con te accanto non riesco a ragionare in modo lucido",
"Ragionare in modo lucido?" domandò,
"Cazzo- io... Ho bisogno di capire cos'è, o meglio, chi è che voglio davvero. Sarò lontana da Nate, e voglio esserlo anche da te- solo per poter pensare",
"Va bene, se è quel che vuoi davvero, lo farò, ti starò alla larga" disse abbattuto,
"Si, è quello che voglio, e sono sicura che farà bene ad entrambi".
A quel punto, non c'era più molto da dire. Nella stanza ci fu un silenzio tombale mentre non smettevamo di guardarci negli occhi. Chi sarebbe stato il primo a distogliere lo sguardo?
Non era facile da sapere, ma alla fine, fui io ad abbassare gli occhi, e senza dire nulla, uscii dalla stanza, mentre Draco, era ancora lì, steso sul letto, fissando lo stesso punto dove poco prima mi ci trovavo io.
Fine del flashback
E, seppur con difficoltà, mantenemmo quella promessa.
Passai una settimana alla larga da lui. Ogni volta che lo vedevo, cambiavo strada. E lo stesso faceva lui.
Ammetto che a volte era forte la tentazione di andare da lui e chiedergli semplicemente come stava. Ma lo scopo di quella settimana era chiarire tutto quel trambusto nella mia testa.
E, in un certo senso, riuscii a farlo. Non ero ancora sicura di quel sentimento che provavo per lui, ma sapevo che non era nulla di passeggero.
Ero solo consapevole che il rapporto tra me e lui era troppo per definirci soltanto amici, ma troppo poco per essere fidanzati.
Noi due, eravamo quelli che si amavano con gli sguardi. Sguardi che nascondevano più di mille parole.
Mi costava molto ammetterlo. Ammettere che il ragazzo che fino ad allora mi aveva reso la vita impossibile, era ormai diventato indispensabile, in qualche modo.
"E' tardi! Forza andiamo!" sentii Lydia urlare. Mi ero persa nei pensieri. Quando tornai alla realtà, mi trovavo allo specchio, con un mascara in mano "Cazzo!" urlai, avevo tutto il mascara sbavato.
"Che succede?" domandò Lydia arrivando di corsa in bagno con i tacchi in mano, una scena piuttosto divertente. Le mostrai il viso per farle capire "Oh no! Arriveremo tardi!" urlò ancora, si avvicinò a me, prese la sua bacchetta e lanciò un incantesimo che non avevo mai sentito, "Lo uso spesso, quando vado di fretta" aggiunse, mi girai nuovamente allo specchio, ed ero perfetta, il trucco era perfetto.
Uscimmo dal bagno, indossai il lungo abito bianco con scollatura a V poggiato sulla sedia, presi la maschera bianca decorata con delle piccole piume sul comodino e Lydia prese quella accanto, di colore rosso, "Andiamo!" esclamò lei. Eravamo davvero bellissime, durante il cammino non facemmo altro che complimentarci a vicenda.
Arrivamo all'entrata della festa in maschera, portavano tutti delle maschere belle ed originali. Non potei fare a meno di cercare con lo sguardo Draco, volevo sapere se fosse già lì. Ma lui non c'era.
Entrammo insieme. Lydia stava aspettando Josh, il solito ritardatario, alla fine lei accettò il suo invito. Mentre io, nonostante avessi ricevuto vari inviti al ballo, non ne accettai neanche uno. Era perché volevo stare sola? No. Era forse perché l'unico invito che volevo accettare era quello di Nate, che non c'era? Neanche. O almeno, non era di Nate quello che desideravo di accettare, ma quello di Draco. Ma era colpa mia se non mi aveva invitato, lo avevo allontanato, e magari non si sarebbe neppure presentato a quello stupido ballo.
Ero seduta ad un tavolo, con tutti studenti che conoscevo solo di vista. Nella pista da ballo c'erano Lydia e Josh, sembravano divertirsi. Poi, vidi Hermione con Ron, ed Harry con Ginny. Sembravano tutti così felici.
Mentre io, non lo ero affatto.
Decisi di alzarmi per andare via, non avevo motivo di rimanere lì dentro. All'uscita mi girai un secondo, per dare un'ultima occhiata alla festa, e onestamente anche per cercare un'ultima volta Draco. E fu in quel momento che lo vidi, era mascherato, ma per me fu impossibile non riconoscere quei capelli biondo platino, e quegli occhi che con la maschera nera che indossava, sembravano luccicare. Stava venendo verso di me, "Amy" disse, sorrisi al pensiero di lui che mi aveva riconosciuta, nonostante la maschera e i capelli ricci che mi ero fatta.
"Draco" dissi io,
"C'è una cosa che ho davvero bisogno di dirti" mi disse all'orecchio, con tutto quel baccano era difficile sentire la sua voce. Gli dissi che era meglio andare in un posto più tranquillo, lui annuì e uscimmo.
Stava camminando davanti a me, "Dove andiamo?" domandai,
"Andiamo alla torre d'astronomia, ti va?" disse,
"Si", lo seguii, e con pochi minuti arrivammo.
Senza dire nulla, ci affacciammo dalla torre per ammirare il paesaggio, era piuttosto buio, infatti, se non fosse stato per le luci del castello e la leggera luce della luna, sarebbe stato difficile persino guardarci.
"Sei bellissima sta sera" disse ad un tratto, facendo un sorrisetto che ogni volta mi faceva impazzire,
"Lo sono sempre" ridacchiai,
"Hai ragione, lo sei sempre" ammise, buttai il mio sguardo su di lui, incontrai i suoi occhi e sorrisi in modo innocuo. Cazzo, non avrei dovuto guardarlo, pensai. Inaspettatamente, lui distolse lo sguardo, "Allora? Cosa dovevi dirmi?" domandai,
"Non è facile" si allontanò, cominciò a fare avanti e indietro dinanzi a me,
"Che cosa non è facile?" domandai ancora, lo vidi mettersi le mani fra i capelli, era nervoso.
"Draco" urlai come per richiamarlo, sembrava perso nei pensieri, non rispose, "Se si tratta di quel che è successo la settimana scorsa-",
"No, zitta" mi fermò tappandomi la bocca, afferrai la sua mano e la spostai immediatamente, che cosa gli prendeva?
"Ok- che cazzo ti prende?" urlai infastidita, continuò ad allontanarsi, non smetteva di muoversi avanti e indietro, mi stava facendo venire la nausea, "Draco!" urlai, non capivo se la mia fosse preoccupazione o paura, forse entrambe. Continuava a comportarsi in modo strano, bisbigliava parole a sé stesso, sembrava impazzito.
"Qual è il tuo problema, Draco?" chiesi, ma nulla. "Parlami, ti prego!" ancora nulla. "Drac-",
"Tu! Tu sei il mio problema, ok?" urlò, si avvicinò terribilmente a me, mi stava spaventando,
"Che cosa vuol dire..." sussurrai,
"Cazzo, Amy! Mi hai fottuto!", "Mi hai fottuto il cervello!" una lacrima gli rigò il viso, non lo avevo mai visto così. Non sapevo cosa dire, o cosa fare. Non capivo, non capivo cosa fosse successo, e non capivo perché incolpava me.
"Ok, non sto davvero capendo, spiegati meglio" dissi con la voce tremante,
"Cosa devo spiegarti, cazzo!" urlò al mio orecchio, cominciai a piangere, non volevo. Non sapevo di cosa stesse parlando, ma il modo in cui urlava disperatamente, mi stava facendo sentire colpevole, colpevole di chissà cosa. Ero impaurita, non volevo vederlo così, non per colpa mia.
E perché per colpa mia? Non lo sapevo, cazzo.
"Mi dispiace..." dissi, "Non capisco che cos'ho fatto!" urlai,
"Cazzo, Amy! Perché lo rendi così difficile?" domandò,
"Cosa?" alzai un sopracciglio,
"Sono un idiota" si calmò, "Sono un fottuto idiota" ripeté, "Sono un idiota- e ti amo" mi sembrava quasi surreale quel che aveva appena detto.
Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, avevo la fronte che sudava, sentivo caldo. Le lacrime che mi rigavano il viso cessarono. Mi arrivò una strana sensazione allo stomaco, che non avevo mai sentito prima d'allora. Non sapevo se essere felice, triste o arrabbiata per quel che aveva appena detto.
Ma dovetti ammettere che non era l'unico ad amare, amavo anch'io. Lo amavo, o almeno, amavo quella parte di lui, quella che era solito mostrarmi.
"Ripetilo" gli ordinai, lo guardai fisso negli occhi, e quasi pregandolo glielo chiesi di nuovo "Ripetilo, Draco", "Ho bisogno di esserne certa" sussurrai,
"Ti amo, Amy, cazzo ti amo" continuai a guardarlo negli occhi, ero come paralizzata, il mio corpo, la mia anima, la mia mente, non avevano idea di come comportarsi dopo tali parole, "Sono innamorato di te" continuò a dire, "E so di non avere nessun diritto di dirtelo" si fermò, come se cercasse una risposta da me, che però io non ero in grado di dargli, "E poi, so che che sei già fidanzata, e potrai non crederci ma c'è una parte di me che è davvero felice che tu abbia trovato una persona che ti faccia stare bene. So di averti reso la vita impossibile per molto tempo, so anche che ti ho complicato le cose con Nate, ma prometto di lasciarti in pace, se lo vorrai. Volevo solo che tu sapessi, perché se non ti avessi detto come mi sentivo, sarei letteralmente impazzito",
"Draco..." sussurrai,
"Non c'è bisogno di aggiungere altro, ho capito, me ne vado" si girò per andarsene, pensando che lo avrei respinto, ed era quel che in realtà pensavo di fare, ma non potevo mentire a me stessa, non più.
Non credevo nelle favole, non più. Non credevo nel principe azzurro o al mostro cattivo che non poteva cambiare. Ma credevo nelle seconde possibilità, credevo nel cambiamento, e credevo nel vero amore. Non potevo esserne ancora certa, ma questo, sembrava esserlo, vero amore.
"Ti amo anch'io" dissi, e mi sentii finalmente libera, era come se mi fossi tolta un peso.
A quel punto, Draco corse da me, mi prese il viso a coppa, mi guardò per un secondo come per capire se fosse davvero reale e poi mi baciò. Un bacio tanto atteso, tanto desiderato.
Le nostre labbra non si toccavano così da tempo, eppure sembravano conoscersi da sempre. Era come se fossimo diventati un tutt'uno. Mente, cuore, corpo, erano legati. Un legame indissolubile.
Intrecciai le mie mani tra i suoi capelli, mi piaceva giocherellarci. Avvicinai il mio corpo al suo, volevo sentire ogni parte di lui, lo volevo tutto per me. Era come una droga, più ne assumevo e più ne volevo, lo desideravo. Avevamo aspettato così tanto tempo a causa del nostro stupido orgoglio, e ora, non volevo più perdere neanche un secondo con lui. Non smettemmo di baciarci, c'era così tanta passione e desiderio, ed era davvero perfetto.
Poggiò una mano sul mio fianco, e lentamente scese verso il mio sedere. Quella volta non gli avrei detto di fermarsi, perché lo desideravo più che mai. Lasciò l'altra mano sul collo, era fredda ma a contatto con la mia pelle calda, era davvero piacevole. Ci staccammo per prendere fiato, ci guardammo negli occhi e sorridemmo, un sorriso sincero.
Draco portò le sue morbide labbra sul mio collo, lasciandoci piccoli baci umidi. Dio, quanto mi era mancato. Il modo in cui mi baciava, il modo in cui mi toccava e il modo in cui conosceva il mio corpo più di quanto io facessi, mi faceva davvero impazzire. Mi sentivo bene ora che ero con lui, e non volevo permettere che finisse.
"Draco ti voglio" ansimai al suo orecchio, lo vidi sorridere e poi, con una mano mi abbassò la cerniera dietro al vestito, lo fece cadere a terra lasciandomi solamente con l'intimo bianco di pizzo.
Dal collo iniziò a scendere verso i miei seni, senza togliere il reggiseno li baciò dolcemente "E' da molto che aspettavo questo momento" sussurrò, alla fine mi slacciò il reggiseno e andò a mordicchiare i miei capezzoli provocandomi un piacere immenso. Non smetteva di baciarmi e accarezzarmi dappertutto, ed io non smettevo di ansimare, era davvero un paradiso. Scese sul mio addome, ci lasciò dei baci umidi che mi eccitarono da morire.
Prima di continuare mi disse di metterci in un posto più appartato, così mi prese in braccio e con un 'Alohomora' aprì la porta di una vecchia stanza vicino alla torre, mi fece sedere su un tavolo di legno e continuò a baciarmi, senza pietà. Mi sfilò le mutandine senza problemi, glielo lasciai fare. Immerse il suo viso nella mia intimità, iniziò a leccarmi, ogni volta aumentava la velocità. Alzai gli occhi al cielo dal piacere, continuavo a sentire la sua lingua giocherellare con il mio clitoride ed era davvero fantastico. Posai una mano sulla sua testa, e seguii i movimenti che faceva. Ansimai il suo nome più e più volte, non riuscivo a smettere.
Ero lì, su quel tavolo, con la sua testa fra le mie gambe.
Ero lì, con l'unica persona che desideravo più di ogni altra cosa.
Se qualcuno avesse potuto dire la sua in quel preciso istante, avrebbe sicuramente detto che ero una fottuta pazza. E magari lo ero. Amare il nemico, amare chi ti ha fatto soffrire, amare il diavolo in persona, era quel che stavo facendo. Dovevano ritenermi pazza? Probabilmente si. Ma non mi importava.
Ero felice, lui mi rendeva felice e mi faceva sentire bene, mi faceva sentire viva. Quindi mi andava bene così.
E poi, io non riuscivo più a vederlo come un mostro, sapevo che in fondo non lo era. Voleva solo farlo credere, perché, in qualche modo, la parte del buono lo spaventava, non gli si addiceva. E andava assolutamente bene così.
Ero sul punto di arrivare all'apice del piacere, glielo comunicai, anche se sembrava che lo avesse già capito da solo. Aumentò la velocità, e non ci volle molto a farmi venire. Gemetti il suo nome, sapevo che lo avrebbe fatto impazzire. E infatti, quando finì, tornò al livello del mio viso e mi sorrise, "Dio, quanto sei perfetta", mi baciò sulle labbra, ancora e ancora.
"Draco, ti voglio" dissi ansimando tra un bacio e l'altro, lui mi guardò e capì cosa intendevo, "Ti voglio dentro di me" dissi sicura di me stessa,
"Ne sei sicura? Sarebbe la tua prima volta, non voglio fartelo rimpiangere..." sussurrò, io annuii con la testa, presi la sua mano e la portai sulla mia intimità "Lo voglio fare, con te" sussurrai al suo orecchio.
Affidai il mio corpo a lui, sapevo che lo avrebbe trattato con cura. Gli sbottonai la camicia, era così bello, così perfetto. Mi baciò con foga, senza mai fermarsi. Poi, prese dalla tasca posteriore dei pantaloni un preservativo, lo poggiò sul tavolo per poi slacciarsi la cintura e abbassarsi i pantaloni, rimanendo solamente con i boxer, "Stenditi" mi disse, e così feci. Si abbassò anche i boxer, Dio che spettacolo. Si mise il preservativo e mi avvicinò a sé.
"Sei pronta?" mi chiese e io annuii, "Ho bisogno che me lo dica a parole Amy, dimmi che sei pronta",
"Sono pronta, Draco" dissi,
"D'accordo, ma avvisami se ti faccio male" sembrava quasi spaventato, come se fossi un prezioso oggetto di vetro che temeva di rompere, "Va bene" lo rassicurai.
Allargò le mie gambe ed entrò dentro di me, fu una sensazione dolorosa e piacevole allo stesso tempo, "Cazzo, quanto sei stretta" disse e spinse lentamente, provai dolore, era così grosso e come lui aveva detto, io ero così stretta. Chiusi gli occhi per non badare al dolore e godermi il momento, lui continuò a spingersi dentro di me, e per quanto stesse cercando di farlo dolcemente, faceva comunque male. Ma ad ogni spinta, il mio corpo cominciava ad abituarsi sempre di più, e il dolore quasi non lo sentivo.
"Ti fa ancora male?" domandò, dissi di no e aumentò la velocità, aumentò le spinte. Iniziavo a sentire il piacere pervadermi in tutto il corpo, era così piacevole, e lui era così bravo. Gemetti, spinta dopo spinta, il piacere aumentava, "Cazzo, continua" ansimai, si avvicinò al mio viso per baciarmi, le spinte aumentavano e mi sentivo le gambe tremare, "Oh, Draco" ansimai tra le sue labbra.
I nostri respiri che si mischiavano, le nostre labbra che si baciavano, le nostre lingue che giocherellavano e i nostri battiti accelerati, era tutto così magnifico. Io che avevo il suo odore, il suo sapore sul mio corpo e lui lo stesso, mi facevano stare bene. Non volevo mai smettere, non volevo mai perderlo.
La sua erezione dentro di me mi faceva eccitare fino alle stelle. I miei gemiti e i suoi creavano un suono così perfetto dentro quella stanza.
"Sto per venire" gli comunicai, "Cazzo anch'io" rispose, ci guardammo negli occhi e ci baciammo, di nuovo. Le spinte erano sempre più forti, più veloci. Riuscivo a sentire il mio orgasmo pronto ad uscire da me, pieno di piacere. Venimmo insieme, tra le nostre bocche che non volevano più separarsi. Rallentò la velocità delle spinte fino ad uscire da dentro di me, lo vidi togliersi il preservativo pieno di sperma e metterlo all'interno di un fazzoletto.
Mi passò l'intimo e coprì il mio corpo tutto nudo col vestito, fu un bel gesto da parte sua. Si sdraiò accanto a me su quel tavolo di legno, non c'era bisogno di parole, bastavano i nostri sguardi d'amore per descrivere le emozioni che stavamo provando. Chiusi gli occhi per un po' e sorrisi pensando a me e lui, e alla serata che stavamo trascorrendo insieme.
"Com'è stata la tua prima volta? La rimpiangerai?" mi domandò,
"Affatto" risposi, "E' stata perfetta, tu l'hai resa perfetta" aggiunsi, mi lasciò un bacio sulla fronte, completamente inaspettato. Mi avvicinai a lui, poggiai il capo sul suo petto, e mi sentii così felice e spensierata. Mi sentivo al sicuro, tra le sue braccia. E avrei voluto fermare il tempo, godermi ogni secondo con lui, stare lì, e mai lasciarlo andare.
"Allora? Ti va un ballo?" domandò,
"Qualsiasi cosa, basta che sia con te"
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