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BAKUGO POV

{Flash-back}

Il mio respiro è pesante per colpa dell'inseguimento che però non avrà esordio positivo per lui.

Come lo so? Semplice, io ragiono a contrario suo.

Il biondino, preso dal panico, invece che scappare fuori dal locale, ha avuto la stupidissima idea di cercare un nascondiglio.

Sbadiglio annoiato e, dopo essermi cambiato i guanti con un paio pulito, afferro una bottiglia di vetro ormai vuota dal bancone del bar, tornando poi tranquillamente verso l'area dello staff.

Vado nello spogliatoio e mi dirigo poi verso il bagno, facendo abbastanza silenzio.

Abbasso lo sguardo e devo trattenere una risata dal vedere i suoi piedi che sbucano dalla fessura lasciata dalla porta della cabina.

Ma devo star ancor più zitto appena noto la serratura non bloccata, probabilmente un vano tentativo di far sembrare che lui non fosse dentro.

Impugno perciò la bottiglia per il collo e mi avvicino alla porta, porgendo l'altra mano per condurre in modo fulmineo il piano.

E così accade.

Apro di colpo la porta e, prima che potesse fare qualsiasi cosa, lo colpisco brutalmente sulla testa.

La bottiglia si frantuma ed il vetro perfora alcune parti del suo viso, ricoprendolo così anche di un leggero velo scarlatto assieme al poco liquido che c'era dentro.

Grida dal dolore e si accascia a terra, ma anche sul pavimento ci sono frammenti dell'arma che gli causano nuove agonie assieme al bruciore dell'alcool sulle ferite.

Lascio che svenga dal dolore e, mentre aspetto che sia completamente incoscente, rimuovo qualche pezzetto che mi ha graffiato la pelle del braccio.

Ringhio sentendo quel fastidioso bruciore aumentare e, per non perdere troppo sangue, lecco le ferite e stringo meglio che posso la mia manica sull'avambraccio.

Mi giro e mi affretto a tornare in cucina per finire il primo piano, non posso lasciare le cose a metà per colpa sua.

Tiro un'occhiata impassibile al corpo morto del bicolore a terra e mi avvicino semplicemente al mobile vicino.

Apro il cassetto ed estraggo un foglio di carta ed una penna, poi tiro un altro sguardo al ragazzo.

Mi guardo attorno ed i miei occhi si posano sui libri di ricette impilati su un angolo della dispensa, tutti rigorosamente ordinati come voleva il bicolore.

Allungo il braccio e ne afferro uno, iniziando poi a sfogliarlo.

Ogni pagina contiene una ricetta diversa e scritta da persone differenti: molti sono ex dipendenti, altri sono stampati da Google ed alcuni sono senza firma.

Continuo a girare la pagine rapidamente e, quando le mie pupille scorgono il suo nome, ghigno con fare orgoglioso.

Mi metto così a scrivere una lettera di suicidio per nascondere l'omicidio commesso, copiando dunque al meglio la sua calligrafia.

Una volta terminato, mi avvicino e gliela faccio toccare con i polpastrelli prima di lasciarla sul mobile.

Metto via la penna ed estraggo invece dal cassetto un rotolo di spago da cucina, tornando così con questo verso il bagno dello spogliatoio.

Il biondino è ancora a terra, respira affannosamente e cerca invano di rimuovere dalla carne della guancia i frammenti di vetro.

Sentendo i miei passi, alza lo sguardo e vedo le sue iridi tremare assieme alle pupille che si fanno più piccole dalla paura.

Sorrido in modo malsano e mi abbasso alla sua altezza, fissandolo nel mentre negli occhi.

Lo afferro per i polsi e, anche se prova a tirarsi indietro, la stanchezza e il dolore non glielo permettono, lasciando però a me la possibilità di legarlo.

"Non ti ucciderò, starai solo per un po' in un posto speciale. Mi aiuterai a fare qualcosa di veramente carino" affermo facendo uno stretto nodo con lo spago.

Le sue braccia ora sono immobilizzate, ma è così terrorizzato che finisce per svenire nuovamente.

Sbuffo una risatina e mi metto in piedi, così da poter pulire quel macello di vetro e soprattutto caricare nella mia macchina il suo corpo.

{Fine flash-back}

Metto tutta la colazione preparata su un vassoio e non posso fare a meno che sorridere.

Ultimamente Kirishima è sempre più dolce e bisognoso di me, sento che sta andando tutto alla perfezione.

Afferro il vassoio e vado spensierato verso la sua camera, trovandolo infatti con uno sguardo assente puntato verso la finestra.

"Buongiorno, ti ho portato qualche avanzo di ieri. Spero ti piaccia comunque"

Non ottengo nessuna risposta.

Lo richiamo per ricevere la sua attenzione, ma non mi dà nuovamente retta.

Lascio perciò il vassoio ai piedi del letto e mi siedo dal lato opposto di dove sta guardando.

Poggio il palmo sulla sua coscia e subito lo sento sussultare, era così concentrato nei suoi pensieri che non si è nemmeno reso conto del mio arrivo.

Ma quando i suoi occhi si posano su di me, si illuminano di un'immensa luce colma di speranza.

Mi vede ormai come la sua fonte di salvezza, una cura buona e che non gli compromette il suo stato mentale.

"Ti ho portato da mangiare" ripeto avvicinandomi al suo viso e facendo strusciare delicatamente le punte dei nostri nasi.

Annuisce, anche se non del tutto convinto, e lascia che mi sporga per prendere il vassoio.

Inizia a mangiare qualche boccone, ma fin da subito lo vedo molto restio.

Ultimamente avevo notato che saltava qualche pasto o riduceva notevolmente le porzioni, ma ora la questione si sta facendo troppo presente.

Allungo perciò una mano verso il piatto e prendo il cucchiaio ripieno di riso al suo posto, porgendolo poi davanti alla sua bocca.

Mi tira un'occhiata ed apre quest'ultima di poco, lasciandomi però comunque lo spazio per imboccarlo.

Ma dopo solo un altro paio di cucchiaiate, ricomincia a rifiutare ogni boccone come un bambino.

Assottiglio gli occhi e stringo nervosamente le dita sul manico della posata.

"Stai rifiutando il mio aiuto? Dopo tutto quello che sto facendo per te... Perché smettere proprio ora? Credi di potercela fare da solo? O forse hai trovato un sostituito?" sussurro al suo orecchio con tono tagliente.

Fissa immobile il cibo sul cucchiaio e riesco a percepire il suo cuore iniziare a battere in modo vertiginosamente più rapido.

Deglutisce a vuoto e rimane ancora fermo per qualche secondo, terribilmente incerto su cosa fare in questo momento.

Il suo senso di colpa però ha la meglio e gli fà schiudere le labbra, facendomi quindi capire di aver vinto.

Con calma, arriva a terminare tutto il pasto preparato, ma vedo comunque impresso sul suo volto un gran rimorso.

Sposto il vassoio a terra e mi avvicino nuovamente a lui, poggio delicatamente una mano sulla sua guancia ed inizio a baciare l'altra.

"Sei stato bravissimo, meriti un premio" ansimo lasciando un bacio dopo ogni parola detta.

Punta lo sguardo sul mio viso e noto che arrossisce appena mi posiziono perpendicolarmente al lato sinistro delle sue gambe.

Mi stendo a pancia in giù, lasciando così il mio culo invece proprio sotto la sua mano, e poggio entrambi i palmi sulla sua coscia.

"Sei troppo silenzioso oggi, vediamo se riesco a farti uscire qualcosa da quella bocca"

Il suo viso si fà maggiormente rosso e, appena vede che abbasso l'orlo dei suoi pantaloni, si morde il labbro.

Lascio uscire il suo cazzo, che sorprendentemente è già in tiro, e lo afferro per la base con la mano più vicina al ventre.

"Perché così timido? Non è mica la prima volta, ragazzone" continuo a stuzzicarlo mentre la mia lingua si poggia sul glande.

Lascia uscire un mugolio e il suo corpo si fà prendere da un brivido di eccitazione, ma continuo imperterrito a non produrre ulteriori suoni.

Porto perciò la mano sinistra ad abbassargli maggiormente gli indumenti, scoprendo così anche i suoi testicoli che non esito ad afferrare saldamente.

Sopprime il gemito mordendosi con forza il labbro, ma ciò mi fà venire voglia solo di averne di più.

Comincio così a succhiare avidamente la cappella mentre, le mie dita, accarezzano e massaggiando le parti rimaste scoperte.

Tengo il contatto visivo vivo, non scollo lo sguardo dai suoi occhi per un millesimo di secondo.

E le sue iridi lucide e che brillano di eccitazione, non fanno altro che farmi arrapare maggiormente.

Porto perciò la mano destra, che tenevo sulla base del suo cazzo, al suo polso, afferrandolo e conducendolo all'interno dei miei pantaloni.

Si irrigidisce leggermente, ma l'eccitazione ha la meglio e fà scivolare le dita sotto il tessuto dei miei boxer.

Sbavo maggiormente sulla sua erezione appena sento un polpastrello poggiarsi sulla mia entrata e sporgo il culo verso l'alto.

Lo incito ad inserirle all'interno succhiando di più il corpo del suo cazzo e strizzando il paio di testicoli.

Infatti, senza perdere tempo, fà entrare due falangi ed inizia a muoverle con ritmo costante e preciso.

Il mio respiro si fà ancor più pesante e, per trovare ancor più piacere, finisco per strusciare il bacino sul materasso.

Ci perdiamo entrambi in quel erotico momento assieme e, orgoglioso di avere la sua completa attenzione ora, aumento l'intensità delle mie azioni sulla sua erezione.

Alla fine, è solo un cucciolo indifeso che cerca un aiuto per vivere in un mondo fatto di bugie.

***Spazio autrice***
Buongiorno forni a microonde<3

Questo capitolo è mooolto utile per capire tutto il punto di vista di Baku e cosa è effettivamente accaduto a Todo e Kami.

Beh, Kami verrà svelato meglio fra qualche altro capitolo hihi...

Cmq, anche Kiri non se la passa per nulla bene, per quanto abbia un bel ragazzotto come Baku che cerca di farlo concentrare solo su di sé, lui pensa a tutt'altro.

Chissà chissà cosa causerà al nostro biondino hihi.

Ci si vede dopodomani, spero abbiate apprezzato il capitolo!
Buona vita<3

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