-Confidenze
SPAZIO AUTRICE.
QUESTO CAPITOLO E' STATO COMPLETAMENTE RISCRITTO.
PER CHI HA LETTO QUESTO CAPITOLO PRIMA DEL 1/2/23: Troverete nuove scene che prima non c'erano; infatti prima, queste conversazioni che leggerete non c'erano e soprattutto prima, questi eventi si svolgevano in solo 2 capitoli, adesso ho deciso di prendermela con calma per spiegare meglio le vicende e per dare un pò di spazio in più al nuovo direttore.
PER CHI E' NUOVO: prima questo capitolo aveva un titolo diverso e le vicende narrate scorrevano molto più veloci, quindi riguardo ai commenti... non fateci molto caso perchè appunto parlano di cose non di questo capitolo che leggerete. Ma non ho voluto cancellarlo per rispetto dei lettori che mi hanno sostenuto.
IL FINALE E TUTTI GLI AVVENIMENTI FUTURI RIMARRANNO INVARIATI, MA SARANNO SPIEGATI MEGLIO E CON MENO FRETTA.
PS.. purtroppo, per ovvie ragioni, ho dovuto cancellare l'ultimo capitolo, quello dopo questo(dove ora ce n'è uno nuovo che racconta le cose meno di fretta), quindi non ho più i vecchi commenti...
La pancia ha iniziato a crescere, mi inizia a stare stare stretta l'uniforme. Ormai sono incinta da 2 mesi. Non ho ancora ricevuto nessuna notizia da Dylan, credevo che ci tenesse davvero a me, tutta la gente di cui mi sono innamorata mi ha sempre messo nei casini...
Sono immersa nei miei pensieri, quando il direttore spalanca la porta della cella:
"Che ne dice di fare una passeggiata in cortile?"
"da sola?" chiedo curiosa
"ci sarò il a farle compagnia" risponde garbando
"ah grande!" esclamo sarcastica. Però mi fa bene uscire un pò da queste fredde mura.
Lui mi guarda interdetto aspettando una sorta di approvazione. Ha modi completamente diversi da Dylan... forse è solo apparenza chissà, dovrei testarlo...
"D'accordo, grazie" rispondo cambiando totalmente tono. Mi alzo e mi scorta fuori senza manette. Mi cammina di fianco con fare serio ma tranquillo, con passo sicuro. Mi lancia ogni tanto qualche occhiata per controllarmi, ma senza pressione.
Una volta fuori, noto le mie compagne che mi guardano di nuovo come se volessero scannarmi, perchè ho l'attenzione anche di questo direttore. Le ignoro e continuo a camminare seguendo la linea della recinsione affiancata dal direttore che si guarda intorno con nonchalance. Effettivamente non so niente di lui, neanche il nome, si sarà presentato ma io ero comodamente in coma all' ospedale...
"Comunque" inizio il discorso continuando a guardare dritto "come ti trovi in questo posto?"
"E' un penitenziario, Alice" si gira verso di me confuso "non un villaggio turistico. E' lavoro"
"vabbe...ho solo cercato di fare conversazione" mi giustifico
"non siamo amici, sono quello che deve far rispettare le regole qui dentro" risponde
Quanto è diligente...una risata mai. Noioso.
"sai, stiamo passeggiando insieme, qualche chiacchiera mi fa sempre bene, non parlo mai con nessuno"
"non parlavi con le tue compagne prima?" chiede
"credo che tu sappia bene l'astio che correva tra di noi, chissà quante belle cose ti avranno raccontato di me" sospiro sarcastica
"solo che sei una dura che non si fa mettere i piedi in testa" risponde
"e la rissa nuda in doccia te l'hanno raccontata? chiedo ripensandoci
"no, mi sa che quello lo hanno tralasciato" risponde "ma so che non scorre buon sangue tra te e 4713"
"oh.. Vik, quella troietta spiona"
"si è fatta molti isolamenti grazie a te" commenta
"io anche di più con tutte le falsità che ha sputato riguardo me. E' sempre stata invidiosa perchè ero in cella con la ragazza che le piaceva, l'ho scoperto dopo"
"sta parlando di 6598?" chiede
"No, 3917"
"ah, la sua prima compagna"
"vedo che hai studiato" esclamo stupita "ti piacciono i gossip!"
"no, solo i rapporti tra le detenute"
"quanto sei noioso..." sospiro "almeno posso sapere come ti chiami o rovino la tua copertura da direttore serio e diligente?!"
Fa una risatina e poco dopo risponde: " Sono Thomas Moore"
"e quindi.. Thomas, dato che sei così professionale, come mai a me hai chiamato per nome fin dalla prima volta?!"
"perchè sei famosa, il tuo nome è più riconoscibile della tua targhetta" sembrava divertito da questa risposta.
"touchè" risponde divertita " vedo che anche a te piace il sarcasmo"
"non sono ancora al tuo livello" esclama divertito. Wow ha qualche emozione.
"Quindi" ora è lui a voler sapere qualcosa di me "come hai fatto a cacciarti in questo guaio?"
"quale dei tanti?!" rispondo ridendo
"touchè" risponde "intendo come ha fatto una come te a finire nel giro della droga?"
"wow, qua si va sul personale" esclamo stupita "quando abbiamo raggiunto questo grado di confidenza?!"
"Ha ragione prigioniera 7941" torna serio
"no" esclamo fermandomi " i numeri no. Comunque sono stata incastrata ma nessuno mi crede" riprendo la mia cantilena a cui non credo più neanche io.
"lo so, me ne ha parlato l'ex direttore" spiega "mi ha raccomandato di tenerti sott'occhio per proteggerti"
"credevo che odiassi Dylan" esclamo confusa
"si, ma tante ingiustizie accadono in posti come questo" sospira " io ti credo"
Il mondo in quell'istante si ferma. Qualcuno mi crede...
"cosa?!" inchiodo all'istante
"ho parlato con Dylan in questi giorni. Mi ha raccontato la situazione che hai vissuto. Gli imbrogli del tuo ex e le minacce. Il fatto che nessuno ha voluto aiutarti, neanche lui e ora sta cercando di rimediare"
Wow questa sincerità e clemenza non la ricevevo da molto tempo. Forse il mondo ha deciso che merito un pò di pace...
Questa conversazione e camminata a zonzo mi hanno stancata; faccio segno a Thomas di volermi riposare su una panchina libera. Mi accompagna e rimane in piedi accanto a me con sguardo preoccupato.
Poco dopo mi alzo e mi riaccompagna in cella.
"Ci vediamo a cena, Alice" mi ricorda chiudendo la cella.
Qualche ora dopo torna con un vassoio.
"Le ho portato la cena, Alice" è solo e con aria tranquilla.
"E' una pacchia là fuori senza di me, eh" mi avvicino per prendere il cibo.
Lui sopprime una risatina in un sbuffo e mi guarda divertito.
"Grazie" gli rispondo notando pollo e patate arrosto per cena.
"Non ho cucinato mica io" risponde
"però sei diventato il mio cameriere personale, è un lusso per una galeotta" ribatto ammiccando.
"Buona cena, Alice, a domani" sorride e se ne va.
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