Chapter 89
1 anno prima.
Eloise.
"Sei frocio?" Chiese Jack senza il minimo tatto. Lo guardai a bocca aperta. Da dove cavolo gli era venuta fuori quella domanda?
Rimanemmo tutti in silenzio e ci lanciammo occhiate di sospetto.
Josh diventò tutto rosso in volto. Voleva sotterrarsi.
Sam gli mise una mano sulla spalla. Non era costretto a rispondere, era solo un gioco.
"Siamo i tuoi migliori amici, Josh, ci conosciamo da quasi più di dieci anni, non credi che sia il caso di dircelo?" Jack quasi lo aggredì con le parole.
Non avevo idea che pensasse tutte quelle cose. Io non li conoscevo da così tanto tempo. Ancora non conoscevo tutte le dinamiche dei Peter's machine.
"Non cambierebbe nulla" disse Peter.
Josh fece un sospiro e ci guardò rosso in volto. "Sono frocio, sì" rispose e sollevò le spalle. Prese la vodka e ne bevve un sorso direttamente dalla bottiglia.
"I miei non lo sanno, quindi..." borbottò.
"Siamo tombe" disse Peter.
Ci guardammo tutti tra di noi e calò un silenzio imbarazzante. C'era tensione nell'aria.
"Per curiosità, ma anche tu usi quelle applicazioni tipo Grinder?" Chiese Jack per schernirlo e sdrammatizzare.
"Perché ti interessa? Vuoi provarle? Cazzone!" Rispose a tono e si lasciò sfuggire un sorriso. Josh aveva appena fatto coming-out con noi e sembrava averla presa bene.
Tirai un sospiro di sollievo. Non volevo si creassero dissapori. Stavamo solo giocando.
Mi chiedevo perché non si fosse mai sentito di dirlo prima.
"Perché non lo hai mai detto?" Chiesi.
Lui sollevò di nuovo le spalle.
"Cristina lo sapeva" disse indicandola. Lei alzò una mano compiaciuta.
"Ma con voi ragazzi... non lo so. Tra maschi è diverso, pensavo mi avreste guardato con occhi diversi" borbottò guardando gli altri.
"Cretino, so che sei gay dalla terza media" lo insultò Peter tirandogli un cuscino che c'era sulla sua poltrona.
"Ma se in terza media non lo sapevo nemmeno io!" Ribatté Josh.
"Sesto senso" sollevò le spalle Peter.
"Lo avevate capito tutti?" Chiese. Nessuna risposta. Tutti acconsentirono.
"Io non lo avevo capito" ammisi. Jack trattenne una risata. Lo guardai imbarazzata, mi sentivo una scema.
"Ingenua" mi prese in giro Peter e a quel punto Jack scoppiò a ridere insieme a tutti gli altri.
Sono davvero così ingenua?
Guardai Jack e lui mi sorrise. "Non te la prendere, lo conosciamo da molto più tempo" disse per rassicurarmi.
"Peter?" Chiese Josh per continuare a giocare.
"Verità" rispose lui.
"Che hai, Peter? Sei malato?" Chiese Josh diretto. Calò un silenzio tombale. Tutti urlavano e ballavano alle nostre spalle, ma noi eravamo immobilizzati.
Josh fece quella domanda per tutti noi. Era ciò che tutti volevamo sapere e che lui non ci diceva. Mi si gelò il sangue nelle vene. Non ero sicura di voler ascoltare la risposta a quell'orribile domanda.
"Serata di grandi rivelazioni..." borbottò e abbassò lo sguardo.
Peter aveva tutti i nostri sguardi puntati addosso. Nella stanza il resto degli invitati festeggiavano e si facevano gli affari loro, ma su quel divano e quelle poltrone, il tempo si era fermato e aspettavamo che Peter rispondesse.
Perché quel volto pallido, quella faccia scavata e quel berretto di lana a nascondere un brutto taglio di capelli?
Che ti succede?
"Ho un cancro" disse togliendosi il berretto e mostrandoci la sua testa completamente rasata.
Una fitta di dolore mi attraversò tutto il corpo fino ad arrivare al cervello. Peter schioccò la lingua e ci guardò tutti. Ero paralizzata. Non riuscivo a muovermi.
"Peter" Cristina singhiozzò qualcosa.
"No no, per favore! Siamo ad una festa, non ve l'ho detto per evitare queste espressioni. Facciamo un'altra volta l'interrogatorio" disse alzandosi in piedi e rimettendosi il berretto. Mi guardò. Si perse per un istante nei miei occhi.
"Elle... scusami" mi disse. Si stava scusando. Di cosa? Continuava a guardarmi e non riuscii a trattenermi dal piangere. Mi alzai anche io e mi voltai. Non potevo permettermi di farmi vedere così.
"Eloise!" Jack cercò di trattenermi afferrandomi un fianco ma mi allontanai.
"Dammi la bottiglia" sentii dire Peter a Josh prima di allontanarmi sulla pista da ballo.
Mi feci largo tra le persone fino a raggiungere l'ingresso. Volevo uscire da quella casa.
Sentii qualcuno afferrarmi un polso. Peter mi fece voltare. Aveva nell'altra la mano la vodka e ne mandò giù un sorso.
"Non mi piace più questo gioco" dissi. Ormai le lacrime stavano rigando il mio volto, ma cercai di trattenere un minimo la dignità.
"Sappiamo entrambi che non è il gioco il problema" disse lui.
"No, il cancro è un problema" dissi e quasi mi venne da vomitare pensando a quella parola. Non sapevo neanche cosa volesse dire. Non avevo mai conosciuto nessuno malato di tumore.
"Non è neanche questo il problema" disse poi e fece un passo nella mia direzione.
Mi sentivo ancora paralizzata. Che intende dire? Chiusi gli occhi e Peter mi abbracciò.
"Andrà tutto bene, Elle" disse stringendomi. Non riuscivo a muovermi, mi lasciai andare tra le sue braccia e inspirai il suo profumo. Affondai il volto nel suo maglione e sentii il suo petto proteggermi e scaldarmi.
Quell'abbraccio durò troppo poco perché potesse bastarmi.
"Me ne vado a casa, okay? Salutami gli altri" disse e senza aggiungere altro aprì la porta d'ingresso e se ne andò.
Rimasi da sola.
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