Chapter 54
1 anno prima.
Eloise.
Finalmente iniziavo a sentirmi parte di un gruppo. Mi sentivo in sintonia con tutti quanti: con Sam, con cui nell'ultima settimana avevo particolarmente legato; con Josh, che trovava sempre il modo di farmi ridere; perfino con Cristina, che non era di certo la mia migliore amica, ma avevamo stretto una tregua silenziosa; con Jack, che però non mi parlava più molto e non riuscivo a smettere di essere dispiaciuta della cosa... e Peter, il ragazzo dall'animo impenetrabile, anche con lui stavo iniziando a creare un legame.
Peter si era scusato con me il giorno del Ringraziamento: mi aveva fatto una telefonata alquanto strana a cui inizialmente non avevo reagito esattamente bene, voleva avere voce in capitolo in quello che era il mio rapporto con Jack. È vero, lui lo conosceva meglio di me, ma volevo essere io a conoscere tutti i suoi lati, buoni e cattivi, non volevo che fosse Peter a dirmi cosa fare e chi frequentare. Tuttavia, avevo compreso che lo faceva per il mio bene: seppure in un modo alquanto strano, ossessivo e possessivo, Peter mi stava dimostrando di tenerci a me e che io lo volessi o meno, anche io tenevo a lui..
Aveva voluto che restassi a guardarlo addormentarsi in camera sua quando si era ubriacato, ebbene quella sera ero rimasta per mia volontà e lo avevo osservato e niente era più bello di lui che dormiva. In quel momento sentivo che non dovevo essere in nessun altro posto e volevo essere con lui. Era stato un momento di intimità talmente intenso che difficilmente era spiegabile a parole.
Avevo creato un legame con lui. Adesso iniziavo davvero a considerarlo un amico, come tutti loro. Gli volevo bene e una sera al Monster's glielo dissi anche.
Sentivo di star iniziando a plasmare la mia identità all'interno di quel piccolo collettivo di amici. Stavo diventando parte del gruppo.
A tavola in mensa, non ero più un'invisibile. Mi introducevano nelle conversazioni e i membri della squadra di football di Josh conoscevano il mio nome: non ero più solo la nuova chitarrista, io ero Eloise. Io e Sam finivamo sempre per parlare insieme di un sacco di cose, era quello che tra di loro mi conosceva più di tutti. Sembrava mi capisse e mi consigliava sempre, era quello più maturo e mi aveva preso sotto la sua ala protettiva. Mi teneva alla larga da Tyler Irvine che, a quanto stavano le voci, si era preso una cotta per me e continuava a fare apprezzamenti sul mio fondoschiena alle mie spalle. Non mi piaceva Tyler, sembrava soltanto un'idiota.
Sam mi aveva dato anche un paio di dritte su come prendere per il verso giusto Cristina: sostanzialmente la cosa migliore che potessi fare era ignorarla, però iniziavo a capire com'era fatta. Josh era il suo migliore amico, passavano un sacco di tempo insieme, ci avevo messo un po' a notare la cosa, perché come gruppo stavamo sempre tutti insieme, ma loro due vivevano praticamente in simbiosi. Sam mi aveva spiegato che Peter e Cristina non stavano insieme, a lui piaceva spassarsela con lei, ma alla fine la vedeva solo come un'amica mentre lei invece aveva una bella cotta per lui e per tenerselo stretto faceva la pazza gelosa con chiunque si avvicinasse a Peter.
La verità è che pur di stare accanto a Peter aveva tagliato i ponti con tutte le sue amiche e le mancava una figura femminile con cui confidarsi. Io avrei potuto essere un'amica, ecco perché mi aiutava sempre con tutte quelle cose da ragazza tipo i trucchi, i vestiti e lo shopping... Cristina voleva un'amica, ma non si spingeva mai troppo oltre con me. Per lei restavo comunque una minaccia, anche se non so bene di cosa.
Eravamo nel garage di Josh a provare come al solito qualche nuovo pezzo. Avevamo fatto una pausa e Peter e Sam si stavano bevendo una birra, mentre Josh e Cristina si stavano rilassando sul divano e Jack stava rollando una canna. Ormai mi ero abituata a vederlo fumare. Ogni tanto anche gli altri facevano qualche tiro, ma Jack era quello che fumava marijuana più di tutti. Una volta Sam mi chiese se volevo provare anche io, ma non ero ancora pronta ad una cosa del genere.
Jack mi piaceva e sembrava un ragazzo fantastico, ma non avevo ancora capito se questa cosa dell'erba poteva andarmi bene, ma in ogni caso non mi parlava ancora. Non del tutto almeno. Non mi aveva ancora perdonata per quello che era successo alla festa da Cristina.
Mi vergognavo di quello che avevo fatto, avrei dovuto chiedergli scusa, ma non avevo il coraggio... ero proprio una stupida.
Io stavo gironzolando per il garage, ficcanasando in qualche scatolone pieno di collezioni di fumetti di Josh.
Poi mi cadde l'occhio sul basso di Sam.
"Vuoi provarlo?" Mi chiese interrompendo la conversazione sui fondoschiena delle cheerleaders che stava intrattenendo con Jack e Peter.
Alzai lo sguardo su di lui.
"Non ho mai suonato il basso" affermai.
"Beh... prova a fare qualche accordo, alla fine la chitarra la sai suonare" disse Peter e bevve un sorso di birra. Si avvicinò al basso di Sam, lo prese in mano e me lo porse guardandomi fisso negli occhi. Mi stava quasi sfidando.
Scrollai le spalle e presi in mano il basso. Era molto più pesante della chitarra. Mi sistemai la tracolla e provai subito a suonare qualche accordo. Sam mi diede qualche dritta, mentre Peter si sdraiò sul tappeto vicino alla batteria guardandomi suonare dal pavimento.
Cristina era stesa sul divano accanto a Josh e anche loro erano ben intenzionati a godersi il mio spettacolino da imbranata con quello strumento che non sapevo suonare.
Jack era intento a scrutare le mie mosse e quelle di Peter. Non ci toglieva mai gli occhi di dosso. Era rimasto accanto al mini frigo e mi fissava con quei suoi occhi di ghiaccio, mi metteva quasi in soggezione.
Quello che più mi mandava in tilt però era Peter, che steso sul pavimento mi fissava le gambe e mi osservava da una diversa prospettiva. Non potevo fare a meno di allungare lo sguardo oltre il basso che tenevo in spalla e incrociare i suoi occhi fissi su di me, seri, penetranti.
Riuscii a comporre un giro di accordi col basso quasi decente e mentre lo suonavo mi persi osservando dall'alto quelle pozze nere e profonde che viste così sembrava quasi potessi caderci dentro e sprofondare. Cascare nei suoi occhi.
Peter mi guardava ed entrambi sentivamo di starci dirigendo di nuovo in quel tunnel in cui la musica ci gettava sempre. Un tunnel profondo e senza via di uscita.
Sentivo che Jack ci stava osservando e probabilmente lo sentì anche Peter perché poco dopo cercò di sdrammatizzare la situazione e di portarci entrambi fuori dal nostro tunnel.
Intonò una stupida filastrocca seguendo gli accordi che stavo componendo e quell'idiota di Sam lo seguì a ruota facendo ridere Josh e Cristina.
"Eloise, la bassista bassa
che suona il basso
a basso volume".
Strappò anche a me un sorriso.
"Siete due idioti" borbottai rimettendo il basso al suo posto.
Mi andai a sedere sul tappeto accanto a Peter.
"Si fa per scherzare... Elle" mi provocò con quella sua voce suadente e lanciandomi un'altra occhiata. Bevve un altro sorso dalla sua birra.
Jack ci raggiunse, si sedette accanto a me e si mise a rollare uno spinello, Sam si era già piazzato su una vecchia poltrona rovinata accanto al divano.
"Stasera andiamo al Monster's?" Propose Cristina poi.
"Sì dai, ho voglia di giocare a biliardo. Eloise, ti va di venire? Ti passo a prendere con la macchina" mi propose Sam.
Iniziammo ad organizzare la serata mentre sgranocchiavamo patatine e facevamo battute idiote sui capelli troppo lunghi di Sam.
"Prima o poi dovrai tagliarti quei capelli alla Kurt Cobain" disse Josh.
"A me piacciano!" Rispose a tono lui e gli lanciò una patatina.
Anche a me piacevano i suoi capelli lunghi, erano il suo tratto distintivo...
Eravamo tutti presi dalla conversazione interessantissima sui capelli di Sam, quando Peter interruppe quel clima sereno e spensierato con una domanda alquanto strana.
"Ci pensate mai a morire giovani?" Disse semplicemente.
Calò il silenzio.
Ci osservammo tutti decisamente straniti da quella domanda. Non sapevo per quale ragione, ma sentii un brivido lungo la schiena.
Non mi era mai piaciuto parlare di morte, era un argomento che proprio mi ripugnava.
Peter invece sembrava tranquillo. Aveva le gambe stese lunghe sul pavimento, con un gomito si reggeva e con l'altra mano afferrò la birra accanto a lui e bevve un altro sorso. Il suo deglutire era l'unico rumore nel garage. Aveva lo sguardo perso nel vuoto.
"Peter... ma che domande fai?" Fu Josh a parlare per primo.
"Una domanda... mi è venuta in mente e l'ho fatta" disse poi voltandosi a guardare Josh.
"Sì... beh è strano" rispose lui.
"Io ci ho pensato... credo che mi piacerebbe, magari quando diventeremo famosi. Mi piacerebbe morire giovane ed essere ricordato solo per la bella musica, per il talento... e vorrei anche un grande funerale, con tanta musica" stava completamente divagando.
"Peter..." non riuscivo a ribattere nulla, era la prima volta che lo sentivo dire cose simili.
"Ma finiscila!" Jack cercò di sminuire il suo discorso. Erano a dir poco preoccupanti le parole di Peter.
"Sono serissimo" Peter lo fulminò con lo sguardo.
"Morire giovane, ricoperto di gloria e fama... proprio come i guerrieri dell'antica Grecia" continuò.
"Peccato che tu non sia uno di loro" aggiunse Sam.
Peter lo guardò. "Voglio scrivere una canzone sulla morte" disse alzando un sopracciglio.
Jack sbuffò e finì di far su lo spinello che stava rollando. "Sei un'idiota" disse e accese la canna. Fece un paio di tiri e poi la passò a Peter.
"Può darsi" sorrise lui. Quel sorriso mi raggelò il sangue nelle vene.
***
Per chi non se lo ricordasse, visto che è passato un po' di tempo dai primi capitoli, volevo dirvi che della filastrocca sulla bassista bassa ne avevo già parlato nel capitolo 7.
Buonanotte, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
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