Chapter 33

1 anno prima.
Eloise.

Jeans e una maglietta rossa un po' attillata con le maniche a tre quarti era il massimo che potevo permettermi per una festa. Non avevo vestiti più sexy e mia sorella non aveva intenzione di prestarmi nulla.

Speravo di andare bene vestita così e non mi feci più di tanto altri problemi. Misi un po' di mascara ed ero pronta.

Mia sorella aveva invitato un paio di sue amiche a casa per prepararsi prima di andare alla festa. Si chiamavano Amber ed Emily, io non le sopportavo e a quanto pareva, la cosa era reciproca. Non è che avessi qualcosa contro di loro, ma litigavo con mia sorella e loro prendevano sempre le sue parti... era naturale che non mi stessero simpatiche.

Emily era altissima e magrissima e aveva la carnagione scura. A me sembrava un cavallo. Amber invece era bassetta e un po' paffutella, con la pelle rosea, le lentiggini e i capelli rossi.

Quando passarono di fronte alla mia stanza per scendere in salotto scoppiarono a ridere guardandomi.

Lanciai un'occhiataccia a Victoria.

"Si vede che non sei mai stata ad una festa, sfigata" mi disse ridacchiando mia sorella appoggiandosi allo stipite della mia porta.

Le feci una linguaccia di rimando e la ignorai.

Fece un gesto con la mano muovendo i suoi capelli perfettamente piastrati e se ne andò portandosi dietro quelle due sceme di Amber ed Emily.

E quelle sarebbero più grandi di me? Pensai tra me e me. Mia sorella sapeva essere veramente odiosa.

Comunque al di là di Victoria, di cui mi interessava davvero poco, ero un po' agitata. Non so perché ma avevo uno strano presentimento, speravo che Jack non si arrabbiasse vedendomi arrivare con Peter... o che Cristina non si arrabbiasse, ma alla fine gli avevo chiesto solo un passaggio... nulla di che.

Per di più ero agitatissima per il mio debutto con i Peter's. Era la prima volta che suonavo in pubblico e nonostante non sarei stata da sola e nonostante la presenza di Peter e della sua voce sul palco che mi calmavano moltissimo, avevo comunque una paura infame di sbagliare qualcosa.

Gli altri continuavano a dire che ero pronta e avevamo provato tantissimo, ma l'ansia mi assaliva.

Scesi in salotto appena finito di truccarmi e sentii mia sorella con le sue amiche che stavano mangiando qualcosa in cucina.

"Allora? Peter Andrews a che ora passa a prenderti?" Mia sorella disse ridendo dalla cucina. Era tutto il pomeriggio che andava avanti lanciandomi frecciatine: credeva che avessi mentito, ma io non le davo corda.

"Tra poco..." dissi sedendomi sul divano in salotto.

"Ma se la festa inizia tra due ore!" Ribatté lei.
Sapevo perfettamente a che ora iniziava la festa, ma ci trovavamo tutti a casa di Cristina per sistemare le ultime cose con gli strumenti e bere qualcosa.

"Lo so, ma ci vediamo anche con gli altri prima" dissi sfogliando la stessa rivista scientifica che stava leggendo Victoria quel pomeriggio. C'erano articoli decisamente fuori dalla sua portata... e anche dalla mia... parlavano tutti di cloni e cellule staminali e cose tipo robot.

"Gli altri chi?" Chiese lei.

"Sam, Josh, Jack..." borbottai prestandole poca attenzione.

"Sì certo... e io sono Voldemort" ironizzò.

"Beh... la simpatia è quella" borbottai tra me e me.

Poco dopo sentimmo suonare al campanello. Amber, Emily e Victoria si affrettarono in salotto con dei toast in mano pronte a godersi la scena.

"E adesso vediamo chi arriva" Emily 'faccia da cavallo' ridacchiò.

Io alzai gli occhi al cielo e andai ad aprire la porta con un po' di latte alle ginocchia.

Peter si era appoggiato allo stipite e sfoggiava un sorriso a trentadue denti bianchissimi, capelli perfettamente spettinati e giacca di pelle sopra la solita maglia di un gruppo musicale che non conoscevo.

"Ciao Elle" mi sorrise.

"Ciao... vieni entra" dissi facendogli strada in salotto.

"Porca t..." Amber stava per esternare una delle sue solite esclamazioni finissime, ma mia sorella le diede una gomitata nel fianco.

"Peter... Andrews, giusto? Sei a scuola con noi, no?" Victoria fece un passo nella sua direzione facendo finta di non ricordarsi bene di lui.

"Come se non lo sapessi" borbottai.

"Già... Victoria" Peter scandì bene le lettere del suo nome per farle capire che invece lui si ricordava perfettamente chi fosse lei "e seguiamo insieme tre corsi" disse.

"Ah sì... certo. Quindi stasera venite anche voi a casa di Cristina Johnson?" Disse Victoria per intavolare una conversazione.

"Già... io e i Peter's suoniamo... quindi direi di sì... veniamo anche noi" le rispose con un tono vagamente ironico.

La questione stava diventando fin troppo imbarazzante anche per mia sorella quindi decisi di interrompere quell'orripilante conversazione.

Presi la mia giacca di jeans sull'appendiabiti e me la infilai di corsa.

"Bene, sono pronta. Andiamo?" Chiesi a Peter.

"Sì certo... bene ragazze, a stasera" disse lui uscendo di casa.

"A stasera..." le fece eco Emily salutandolo con la mano, mezza imbambolata.

"Ma come hai fatto?" Amber mi guardò strabiliata.

Victoria era furiosa e io le salutai senza farci troppo caso. Uscii di casa e mi richiusi la porta alle spalle.

Peter mi stava aspettando davanti alla sua auto parcheggiata di fronte a casa mia con la portiera della sua vecchia Chevrolet aperta.

"Scusami, non ho con me la mia Ferrari" disse facendomi entrare.

"Mi piace la tua macchina" risposi e lui richiuse la portiera.

"Era di mio nonno" continuò entrando in macchina anche lui "non guida più e me l'ha regalata quando ho preso la patente" spiegò.

Accese il motore e lo osservai mentre faceva manovra. Era la prima volta che salivo in macchina con lui.

All'inizio ero nervosa all'idea di restare per venti minuti di strada da sola con Peter.

In quel momento però, quando restammo in silenzio, sembrava tutto perfetto. Lo osservavo guidare mentre lui guardava la strada. Ogni tanto mi lanciava un'occhiata e alzava un sopracciglio divertito. Ci scambiavamo un sorriso e tornava il silenzio. Era bello così, ero a mio agio. Non avevamo bisogno di parole.

"È simpatica tua sorella..." disse lui quando ci fermammo ad un semaforo.

"Scusala... ha un debole per i Peter's machine" dissi.

"Sì... la vedo sempre in prima fila tutte le volte che suoniamo..." disse lui sorridendo e ripartendo con la macchina al verde.

"È imbarazzante..." borbottai.

"Nah... come l'ha presa quando ha saputo che suoni con noi?" Mi chiese.

"Veramente volevo mantenere l'effetto sorpresa" dissi divertita.

"Non gliel'hai detto? Beh stasera ci sarà da divertirsi allora!" Rise.

"Già..." mi rabbuiai.

"Che c'è?" Chiese lui lanciandomi un'occhiata.

"Sono solo un po' agitata... tutto qua" dissi.

Eravamo praticamente arrivati a casa di Cristina e Peter parcheggiò dietro al furgone di Josh.

Spense il motore e si staccò la cintura di sicurezza, poi si voltò nella mia direzione e mi guardò dritto negli occhi.

Il suo sguardo scuro mi penetrò. Un temporale che mi infradiciava i vestiti e mi faceva rabbrividire.

"Ti ricordi ieri?" Mi chiese sussurrando.

"Cosa?" Chiesi ricambiando lo sguardo, ero persa nei suoi occhi.

"Ieri quando abbiamo suonato insieme in sala musica?" Mi chiese ancora.

"Sì" risposi con voce rotta in gola.

"Eravamo solo io e te. Anche stasera saremo solo io e te, chiaro?" Mi guardava severo.

"Ma come..." tremavo.

"Elle... qualsiasi cosa accada, tu guarda me perché io non guarderò altri che te, per tutta la sera, sappilo."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top