Ragazzi perdonatemi... mi è capitata la vita in questi mesi e non ho più aggiornato questa storia.
Ci tengo però a dirvi che per me è veramente importante quello che scrivo e sappiate che ci sto lasciando dentro pezzi di cuore. Tutto quello che descrivo deriva da emozioni che ho provato e che sto provando ed è tutto molto personale.
La storia è frutto della mia fantasia, però le emozioni sono tutte vere ed è esattamente come mi sono sentita in alcuni periodi della mia vita... specialmente adesso che sto passando un momento un po' particolare. Spero quindi che i miei personaggi possano farvi provare per un secondo queste emozioni, che non sono belle, ma neanche brutte... solo molto intense.
Buona lettura!
***
1 anno prima.
Peter.
Ero arrabbiato, stanco e con un terribile mal di testa. Arrivai a casa con la sola intenzione di gettarmi a peso morto a letto senza neanche cenare. Quello che mi aveva detto Jack mi aveva fatto sbroccare. Io e Cristina eravamo amici e lei era perfettamente consapevole del fatto che tra noi non ci fosse nient'altro. Per di più... io volerci provare con Eloise? Mai nella vita. Era piccola e io non ero il ragazzo che faceva per lei. Fine del discorso.
Parcheggiai l'auto in garage e salii in casa. Vivevamo in una villetta a schiera non troppo lontano dal centro di Portland.
La porta era aperta come al solito. C'era sempre gente in casa nostra. Era piccolina, ma con un grande giardino sul retro. Ci vivevamo solo io e mia madre, ma lei invitava sempre qualcuno e la casa non era mai vuota.
Si sentiva la musica venire dal giardino, mia madre che cantava e qualcuno che rideva.
"Mamma! Sono a casa" le urlai.
Andai in cucina e seguii la musica fuori dalla porta sul retro.
"Tesoro, siamo in giardino!" Mi rispose ancora ridendo.
Mia madre era seduta al tavolo in giardino sotto il gazebo. Era tutto illuminato da lucine e la musica rendeva l'atmosfera più dolce. Casa nostra era sempre gioiosa e colorata. Era l'energia di mia madre che rendeva tutto così bello.
Era una persona meravigliosa. Faceva la professoressa di musica alle scuole medie e mi aveva insegnato tutto quello che sapevo a riguardo.
Al tavolo con lei c'era Bill, il proprietario del Monster's, con un bicchiere di vino in mano. Era come uno zio, mi aveva visto crescere.
"Ciao Bill" bofonchiai andandomi a sedere al tavolo con loro.
"Tararam-tararam-mmhm-mhmm" mia madre canticchiava il ritmo blues della musica guardandomi con i suoi occhi dolci e sorridenti.
Bevve anche lei un sorso di vino.
"Come sono andate le prove?" Mi chiese alzandosi per andare ad abbassare il volume della musica dallo stereo.
"Tutto bene" risposi.
Tornò a sedersi al tavolo e si accese una sigaretta.
"Non si è mai vista una cantante che beve e fuma come fai tu" la presi in giro.
"Ah! Io non canto più, sciocco" disse aspirando dalla sua sigaretta "e poi bisogna scegliere di che morire" lanciò uno sguardo d'intesa a Bill che rideva.
"Senti... chi era quella biondina che ti sei portato al locale l'altra sera?" Mi chiese Bill guardandomi di sottecchi.
"Biondina?" Mi madre strabuzzò gli occhi guardandomi.
"Una..." borbottai e subito sentii una sberla di mia madre colpirmi sotto la nuca.
"Ahia!" Urlai mettendomi la mano sul punto colpito.
"Una... ha un nome! Ma come ti ho educato?" Mia madre mi rimproverò.
Alzai gli occhi al cielo consapevole di poter ricevere un altro bel coppino da parte sua.
"Eloise, Eloise Horton" dissi il suo nome. Mi piaceva un sacco quel nome. Era il nome perfetto per una ragazza come lei.
"Horton... mai sentiti..." Bill si strofinò il mento pensando.
"So che ha una sorella di un anno più grande e basta" dissi tamburellando le dita sul tavolo. Non mi stava particolarmente simpatica sua sorella. Si chiamava Victoria e a mio parere si comportava da vera oca.
Il mal di testa iniziava ad aumentare e dovetti chiudere gli occhi per un istante.
"Tutto bene tesoro?" Mi chiese mia mamma mettendomi una mano in fronte. Le sue carezze erano un toccasana ogni volta, erano di quel tocco che solo le carezze di una madre potevano avere. Quella volta però l'emicrania batteva qualsiasi cosa, anche l'affetto di mia mamma.
"Ho... solo mal di testa" bofonchiai. Vorrei anche ammazzare il mio migliore amico perché vuole provarci con il mio diamante, ma questi sono dettagli.
"Ancora?" Mi chiese. Era un po' di giorni che tornavo a casa sempre con un mal di testa micidiale.
"Parlami di questa Eloise... vedrai che il mal di testa ti passa" mi incitò Bill. Gli feci una smorfia di rimando.
"Impiccione" borbottai come un bambino e lui ridacchiò.
"È carina" parlò ancora. Lo faceva apposta, voleva farmi parlare.
"Lo so che è carina Bill!" Lo guardai torvo e lui si mise a ridere.
"Che succede?" Mia madre mi guardava di sottecchi versandosi ancora un po' di vino.
"Jack" incrociai le braccia al petto e mi nascosi nel cappuccio della mia felpa.
"Che ha fatto?" Mi chiese mia madre impicciona anche lei come al solito.
"Ci prova con Eloise" rispose Bill al mio posto. Probabilmente aveva visto al locale che lui e lei si erano appartati ad un certo punto della serata. Al solo pensiero mi ribollì il sangue.
"Ma state zitti!" Esclamai togliendomi il cappuccio e bevendo un sorso dal bicchiere di vino di mia madre.
Tutti e due scoppiarono a ridere in coro. Il loro sport preferito era prendermi in giro.
Alzai gli occhi al cielo e bofonchiai qualcosa di incomprensibile.
"Dai, prometto di non ridere! Qual è il problema?" Ancora una volta mia madre provò a domandare.
"Jack vuole provarci con Eloise, ma è praticamente una bambina! Ha solo quindici anni e se le cose dovessero andare male ci rimetterebbe tutto il gruppo. Adesso che non c'è più Michael non possiamo di certo giocarci la chitarrista in questo modo, altrimenti l'anno prossimo non riusciremo mai a partecipare alla 'gara tra band' e a vincere il contratto" sbottai d'un fiato.
"Ah" fu tutto quello che disse mia madre e calò finalmente il silenzio.
Lei e Bill si lanciarono un'occhiata.
"Sostanzialmente ti piace lei" disse lei.
"Oh finiscila mamma!" Brontolai.
"È vero Peter! Non c'è mica da vergognarsi eh" mia madre mi guardò dritto negli occhi e distolsi lo sguardo. Odiavo quando mi guardava così.
"Eh va bene! E quindi? È comunque troppo piccola" borbottai.
"Quanti anni hai detto che ha?" Chiese ancora.
"Quindici" risposi.
"Oh ma per favore! Avete tre anni di differenza! Non fare lo scemo! Non sono mica trenta" Bill intervenne nel discorso "il vero problema è un altro... non l'età" continuò.
"Quale?" Chiese mia madre guardando Bill.
"Tu a lei interessi?"
Abbassai lo sguardo sbuffando.
"Allora?" Bill domandò ancora.
"Che importanza ha?" Sbottai "tanto non se ne fa nulla" rimarcai il concetto che sembravano non capire.
"Peter! Le piaci o no?" Chiese mia mamma.
"No! No mamma. Non le piaccio... almeno credo. A lei piace Jack. Stanno sempre insieme quei due" ero geloso come non mai.
"Ed ecco perchè è arrabbiato con lui. È geloso" Bill sospirò.
"Figurati se sono geloso! È solo che... quei due non c'entrano niente l'uno con l'altra" dissi tagliando corto.
"Ma tu e lei in che rapporti siete? Lei ti parla? Siete amici?" Mi chiese mia madre con voce dolce.
"No... non parliamo quasi mai... oggi però abbiamo suonato insieme da soli e..." per un secondo mi persi nei miei ricordi: quando quel pomeriggio lei aveva suonato la chitarra per me, io avevo cantato un paio di strofe e qualcosa tra noi era successo... non so cosa.
"E?" Bill interruppe i miei pensieri.
"Niente. Non le piaccio" mi alzai. Chiusi definitivamente il discorso con loro.
Il mal di testa era diventato insopportabile e me ne andai nella mia stanza lasciando mia madre e Bill ai loro discorsi.
Io ed Eloise insieme... ridicolo.
Lei a me non piaceva, non in quel senso almeno. Ne ero certo totalmente, assolutamente, indiscutibilmente.
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