Chapter 30

Buonsalve ragassuolii!!

Volevo dirvi due cose: prima di tutto, so che il capitolo 29 e 30 non sono stati pubblicati nei soliti giorni stabiliti della settimana, ma ero talmente emozionata che volevo pubblicarli subito ihihihi.

Scherzi a parte, per adesso ancora non ho cominciato l'università quindi posso permettermi di aggiornare capitoli un po' a random anche più di due volte a settimana... appena comincio però vedrò come sarò messa con orari e quant'altro e vi terrò aggiornati, nel caso in cui mi troverò costretta a cambiare giorni di pubblicazione.

Ultima comunication MOLTO IMPORTANTE: ho commesso un terribile errore nella storia! Sono un'ignorante e non ho minimamente pensato al fatto che in America la gente non si rolla le sigarette come fa tranquillamente Jack! Quindi siccome non ho intenzione di correggere la cosa perché trovo che sia una cosa che ci sta troppo con il personaggio "pseudo-alternativo" di Jack, sappiate che sono a conoscenza di aver commesso un errore e sarà una sorta di auto-concessione narrativa che mi prendo ahahahah.

Buona lettura gente!!

***

1 anno prima.
Peter.

Eloise posò la chitarra nella sua custodia. Evitava di guardarmi. Sembrava quasi che non si fosse accorta del turbinio di emozioni che mi aveva appena fatto provare.

Non riuscivo a reggermi in piedi. Quella musica era stregata... lei stregava.

Avevo provato a baciarla. Ero stato così sprovveduto da aver provato a baciarla... lei si era allontanata e, fortunatamente, anche io.

Avremmo rovinato tutto con un bacio e quella magia eterea si sarebbe spezzata. Un bacio era qualcosa di troppo concreto, ma quel filo, anzi quella corda invisibile che con quella canzone si era creato tra noi, era tutto quello che avevo ed era perfetto così com'era.

"Mi dispiace..." sussurrai "per aver provato a..." interruppi quella frase a metà. Forse era meglio non parlarne nemmeno. Tacere su qualcosa di inesistente.

Eloise mi guardò con quei suoi occhi così blu, scuri e pieni... e sapevo che lei aveva capito.

"Le hai scritte tu quelle parole?" Mi chiese, sembrava stupita.

Stupita dalla mia musica? La mia musica non era nulla, era insignificante senza di lei, senza il mio diamante.

"Sì, perché?" Sollevai le spalle. Non ero in grado di staccare gli occhi dalla bellezza dei suoi.

"Non avevo mai sentito nulla di simile prima d'ora... credo sia il tuo testo migliore" tentennava. Era quasi a disagio nel complimentarsi con me ed io ero a disagio nel ricevere complimenti da lei.

I suoi occhi mi guardavano intensi e sempre più grandi e belli e quella stanza mi sembrava troppo piccola.

"Già, ti va se andiamo? Ci sono le prove" cambiai argomento e distolsi lo sguardo dal suo.

Dovevo esserle sembrato un mostro a risponderle in quel modo. Non l'avevo neanche ringraziata per quel bellissimo complimento. Idiota.

"Sì..." lo sentivo nella sua voce che ci era rimasta male. Forse era meglio così, era meglio che quello che era accaduto in quella stanza rimanesse nascosto lì dentro.

Lei era così piccola e fragile... L'avrei ferita in modi brutali se si fosse avvicinata a me. Non se lo meritava e io non meritavo Eloise.

Feci per uscire dall'aula di musica mentre lei sistemava la sua chitarra. "Posso offrirti un passaggio, se hai bisogno" proposi.

Andavamo nello stesso posto e lei prendeva un autobus e anche se avrei patito l'inferno ad essere chiuso con lei nel minuscolo abitacolo della mia Chevrolet mezza scassata, preferivo mille volte l'inferno piuttosto che avercela lontana per tutto il tragitto.

Nonostante non potessi avvicinarmi a lei, quella corda invisibile mi teneva ancora legato.

"Non posso... devo passare in centro a prendere alcune cose per mia madre, verrò in autobus" balbettò. Suonava come una scusa, ma non potevo forzarla.

Lei forse non provava quello che provavo io... solo pochi minuti prima stava quasi per baciare Jack.

"Come vuoi... ci vediamo a prova" uscii dall'aula senza aspettare che lei mi salutasse. Di nuovo le avevo risposto da idiota, ero un caso perso completamente.

Uscii dalla scuola e raggiunsi la mia auto in parcheggio ancora scombussolato da tutta la situazione, non sapevo a cosa pensare.

Quella ragazza mi faceva perdere la testa e adesso che lei non era con me ed ero più lucido, riuscivo a formulare dei pensieri più sensati. Misi in moto l'auto e uscii dal parcheggio.

Avevo appena cantato una canzone con Eloise, non era nulla di particolare. Era solo uno stupido testo che avevo scritto qualche tempo prima steso sul divano di casa mentre guardavo la televisione con mia madre.

Sembrava funzionare come brano e forse avrei potuto proporlo al resto del gruppo. Per quanto riguarda me ed Eloise era tutto ancora sotto controllo. Lei faceva la sua vita ed io la mia, suonavamo insieme e forse saremmo potuti diventare amici. Sempre che io non mi fossi comportato da idiota rovinando tutto come al solito.

Quello che mi preoccupava di più però, era Jack: odiavo l'idea di loro due insieme. Pensavo che ad Eloise un tipo come lui non sarebbe mai interessato, credevo che lei fosse una da romanticherie e per poco avevo anche creduto di poterle mostrare cosa avrebbe potuto avere di meglio. Io, che di certo non ero il meglio, ero solo un povero illuso, uno scemo che pensava addirittura di poter piacere ad Eloise. Al Monster's avevo lasciato che rimanesse con Jack e me n'ero andato con Cristina e chissà cosa poteva esser successo tra quei due.

Quel solo pensiero mi mandava in tilt e strinsi le mani sul volante fino a far diventare bianche le mie nocche.

Jack l'avrebbe usata e gettata via come uno straccio, conoscevo il mio migliore amico e non volevo vedere lei stare male per un tipo come lui.

Arrivai a casa di Josh e parcheggiai l'auto vicino al marciapiede, di fronte al garage. C'erano già tutti, mancava solo Eloise.

Uscii dalla macchina e raggiunsi gli altri.

"Ciao ragazzi" andai diretto al mini-frigo per prendere una bottiglietta d'acqua.

"Ehi Peter!" Josh mi salutò sorridente come al solito. Quel ragazzo era sempre felice, non so come facesse. Sembrava avere una specie di paralisi facciale.

"Ciao, com'è andata la visita medica?" Chiesi aprendo la bottiglietta.

"Tutto regolare..." rispose andandosi a sedere sul divanetto accanto a Cristina.

"Eloise che fine ha fatto?" Mi chiese Sam, seduto sull'amplificatore e con il cellulare in mano.

"Aveva della roba da fare... ma sta arrivando" risposi.

"Eccola!" Jack la notò mentre attraversava la strada.

Sapevo che non aveva davvero da fare... non vuole venire in macchina con me.

Non sapevo cosa pensare, per quale motivo non aveva accettato il mio passaggio?

Cominciammo a provare ed io e lei continuammo ad ignorarci nonostante quello che era successo qualche istante prima.

Eloise suonò magnificamente ma non mi esposi con i complimenti, mi sentivo quasi in imbarazzo a parlarle. Quel pomeriggio la scaletta per la serata del giorno dopo mi sembrava infinita. In più mi era venuto mal di testa.

"Peter, sei stato bravissimo!" Cristina mi si avvicinò appena finimmo le prove.

"Grazie Cris" le risposi e bevvi un sorso d'acqua dalla bottiglietta che avevo messo ai piedi dell'asta del microfono.

Neanche il tempo di posare la chitarra che Jack era già alle calcagna di Eloise, sembravano due calamite ed io mi sentivo terribilmente tagliato fuori da loro.

"Ragazzi, io me ne vado a casa... ho mal di testa. Jack!" Lo chiamai. L'unica cosa che potevo fare era dare un passaggio a Jack per riuscire a portarlo via da Eloise.

"Sì, arrivo. Ti devo parlare" disse e salutò Eloise con un bacio sulla guancia che mi fece diventare verde d'invidia.

"A domani!" Salutò tutti e mi seguii verso la macchina.

Mi misi al volante e accesi l'auto.

"Che devi dirmi?" Chiesi allacciandomi la cintura di sicurezza.

"Mi piace Eloise" bofonchiò.

Questo me l'ha già detto.

"Se hai intenzione di iniziare un'altra paternale sul suo fondoschiena, a casa ci vai da solo" risposi e feci manovra.

"No, sono serio Peter. Mi piace davvero lei" disse.

"Ha solo quindici anni..." bofonchiai.

"Mi piace. È divertente, bella, intelligente... insomma, non è un'idiota."

Come dargli torto?

"Le ho chiesto di uscire."

Di colpo frenai bruscamente in mezzo alla strada. "Tu cosa?" La mia voce risuonò un'ottava sopra la media.

"Ma sei impazzito a frenare così?" Mi guardò torvò.

Ripartii consapevole di aver avuto una reazione un po'... eccessiva.

"Non puoi uscire con lei" borbottai.

"Perché no?" Chiese guardandomi.

"Innanzitutto perché ha solo quindici anni" quando lo dissi alzò gli occhi al cielo, stufo di sentirselo ripetere "e poi tu non sei in grado di tenerti una ragazza."

"Parli proprio tu? Che ti fai Cristina da due anni senza ammettere di starci insieme solo perché hai paura di impegnarti. Lei ti muore dietro e tu non fai un cavolo! Svegliati Peter!"

Era diverso. Io e Cristina eravamo amici da anni. Non avrei mai rovinato un'amicizia come la sua, le volevo con troppo bene, anche se lo ammettevo poco sia a me stesso che a lei.

"Non parlare di Cristina, stiamo parlando di te ed Eloise. Se tu rovinassi tutto con una delle tue solite cavolate, noi ci giocheremmo la chitarrista! Pensa al gruppo, idiota!" Ribattei a tono parcheggiando sotto casa sua.

"Almeno ammettilo che vorresti fartela tu Eloise" disse slacciandosi la cintura e uscendo dalla macchina.

Picchiai i pugni sul volante incavolato perso.

Eloise e Jack insieme? Mi fanno schifo.

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