Chapter 27

Raga scusatemi se non ho aggiornato, davvero. Comunque, non so quanti di voi abbiano letto il messaggio in bacheca, ma volevo avvertirvi del fatto che ho modificato in alcune descrizioni il capitolo 26 e vi consiglio di passare a rileggerlo se vi va!

Buona lettura!

***

1 anno prima.
Eloise.

Se suonare nel garage di Josh era grandioso, a scuola la situazione invece era ben diversa. Ero ancora la ragazzina di seconda superiore con i cardigan azzurri che nessuno si filava di striscio.

Ero la più piccola dei Peter's, quindi a lezione non li incontravo mai. Li vedevo giusto per i corridoi e nessuno quando mi incontrava andava mai oltre un semplice cenno col capo.

Non eravamo amici, non eravamo niente, suonavano solo casualmente insieme, sembrava quasi che nessuno lo dovesse venire a sapere.

Sam e Josh una volta per gentilezza mi invitarono a pranzare con loro in mensa. Ero al tavolo insieme ai più in vista della scuola, tra giocatori della squadra di football e cheerleaders, ma risultavo comunque come l'esclusa. Nè Josh, né Sam mi rivolsero la parola, troppo impegnati a chiacchierare con gli altri e forse avrei dovuto provare ad intromettermi nella conversazione, ma avevo sempre paura di dire qualcosa di stupido e di inappropriato, così finii per fare l'asociale.

L'unico a mostrarsi davvero interessato a me fino a quel momento era stato Jack. Il giorno prima a casa di Josh mi aveva invitato a cena. Era stata una frase buttata lì a caso, senza pensarci troppo. Lo aveva detto tanto per dire, come quando la gente non sa di che parlare e si mette a parlare del tempo: Jack mi aveva chiesto di uscire.

Io avevo accettato: "sì, certo... quando vuoi". Nessuno mi aveva mai invitato ad uscire. Dopo quel suo invito, lui aveva finito di fumare la sigaretta e io me n'ero andata alla fermata dell'autobus non smettendo di pensare a quel modo del tutto naturale che aveva utilizzato per chiedermi di andare a cena.

Quando usciremo? Non avevamo deciso niente e non sapevo quanto fosse serio l'invito eppure speravo che lo fosse. Mi piaceva l'idea di essere stata notata da un ragazzo, un qualsiasi ragazzo, anche se non era Peter.

Era venerdì, la vigilia del grande giorno, quello della fatidica festa. Stavo riponendo i miei libri nell'armadietto, era finita l'ultima ora di lezione e volevo assolutamente andare a suonare.

Da una settimana continuavo a rimandare il mio appuntamento in aula musica con i miei tutorial al pc a causa delle prove che avevo con la band, ma quel giorno Josh aveva una visita medico-sportiva per il football, così era stato spostato l'orario per le prove e avevo un paio d'ore libere per andare a suonare per i fatti miei.

Chiusi l'armadietto e feci per andarmene, ma quando mi voltai notai Peter e Jack dall'altra parte del corridoio. Peter sistemava anche lui i suoi libri e sembrava che stesse discutendo. Jack era piuttosto tranquillo, mentre Peter era decisamente irritato.

Non sapevo se salutarli o sgattaiolare via e andarmene, ma volevo sapere di cosa stessero parlando. Certo era che non potevo mettermi lì ad origliare così in bella vista, quindi rimasi impalata davanti al mio armadietto senza sapere bene che fare.

D'un tratto Jack si voltò nella mia direzione e mi venne incontro, poi urlò a Peter un forte "non mi interessa!" senza neanche voltarsi.

Peter mi lanciò un'occhiata, sembrava davvero arrabbiato. Sbatté forte l'anta del suo armadietto, prese la sua tracolla coi libri e se ne andò senza neanche salutarmi. Non che mi aspettassi che lo facesse...

"Ciao" mi sorrise Jack.

"Che succede?" Chiesi innocente.

"Peter è facilmente irritabile" Disse tirando un angolo della bocca.

"Discutete spesso?"

"È il mio migliore amico... quindi sì. Tutti i giorni" disse ridendo.

"Hai finito lezione? Vai da qualche parte?" Mi chiese poi.

"Sì, ho finito... sto andando a suonare..." spiegai.

"Dove?" Chiese.

"In aula musica, ti va di venire?" Mi venne spontaneo chiederglielo, ma pensandoci nessuno era mai venuto con me in aula musica. Era un po' il mio posto speciale.

"Certo! Perché no!" Rispose.

Camminammo insieme lungo il corridoio verso la classe. Restammo in silenzio e non sapevo se fare cenno al suo invito a cena.

"Sei agitata per domani sera?" Chiese poi rompendo il silenzio.

"No" risposi secca "o meglio sì... lo sarei di più se fossi da sola, ma i Peter's... mi tranquillizzano" risposi.

"Andrai alla grande" sorrise ed entrammo in aula musica insieme.

Le lezioni erano terminate e la scuola era rimasta praticamente vuota. Erano in pochi che si fermavano il pomeriggio per studiare o fare qualche altra attività.

Io avevo preso quell'abitudine in prima superiore, quando mi ero messa in testa di imparare a suonare la chitarra solo per poter un giorno piacere ai Peter's machine e adesso ero la loro chitarrista. Ancora stentavo a crederci.

Jack si avvicinò al pianoforte contro la parete e per un attimo l'immagine che mi ero fatta di lui piegato su un pianoforte a scrivere sembrò chiara nella mia mente.

"Mi fai sentire qualcosa?" Chiesi. Era la seconda volta che glielo domandavo.

"Te l'ho detto..." si voltò a guardarmi "devi venire a cena con me, se vuoi che suoni"

Arrossii. Forse allora il suo invito non era stato fatto tanto per fare, forse Jack voleva davvero uscire con me e il mio cuore mancò un battito.

"Sabato prossimo... ti va?" Propose.

Annuii ancora imbarazzata.

Jack si sedette sullo sgabello del pianoforte e mi invitò a sedermi accanto a lui.

Con le ginocchia tremanti lo raggiunsi. I nostri corpi si sfioravano e avevo la pelle d'oca. Era la prima volta che ci trovavamo così a stretto contatto dopo quella volta al Monster's club.

Il suo volto era stato a pochissimi centimetri dal mio prima che venissimo interrotti da Peter e per un attimo pensai che in quel momento Jack avrebbe potuto baciarmi.

Quasi impossibile che un ragazzo all'ultimo anno provasse a baciare una del secondo, era incredibile come cosa.

Effettivamente credevo a poche cose: per me, un anno prima sarebbe stato impossibile essere la chitarrista dei Peter's e invece adesso ero una di loro. Era impossibile che uno di loro mi volesse, eppure Jack mi aveva invitato ad uscire. Era impossibile che avesse potuto baciarmi, ma forse... lo avrebbe fatto.

"Hai mai suonato il piano?" Mi chiese.

Scossi la testa e Jack mi prese una mano con delicatezza. Era la prima volta che mi prendeva per mano. La mise sul pianoforte e ci appoggiò sopra la sua. Osservavo i suoi gesti mentre guidava la mia mano sui tasti bianchi.

Fece pressione con le sue dita sulle mie e compose un accordo.

Appoggiò sul piano l'altra sua mano e iniziò a comporre una melodia. Suonò per pochi secondi, il tanto che bastava per farmi perdere la testa, era bravo... e vedevo le sue dita muoversi sul piano in maniera così naturale e leggera, aveva gli occhi chiusi e si lasciava andare. Sembrava provare le stesse cose che provavo io quando suonavo e mi piaceva l'idea di sentirmi capita. C'era qualcun altro che provava lo stesso che provavo io con la musica.

Quando smise di suonare, Jack riaprì gli occhi e improvvisamente i nostri volti si ritrovarono di nuovo ad essere vicinissimi.

Il cuore mi batteva nel petto dall'emozione e non sapevo se fosse per Jack o per un probabile primo bacio.

D'un tratto poi sentii un gran trambusto. Sembrava che fosse caduto qualcosa nell'aula di fianco.

Sobbalzai per lo spavento e mi alzai in piedi allontanandomi da Jack.

Lui scoppiò a ridere prendendosi gioco del mio spavento.

"Cos'è stato?" Chiesi mettendomi una mano sul cuore per sentirne il battito. Mi stava esplodendo.

"Sarà caduto qualcosa..." scrollò le spalle.

Sembrava perfettamente tranquillo. Ci eravamo quasi baciati e a lui la cosa non sembra fare il minimo effetto. Di fatti, chissà quanta esperienza aveva lui nel settore... Un semplice bacio non era niente.

"Bella la canzone..." provai a cambiare argomento restando in piedi e a dedita distanza da lui, ma sembrava tutto piuttosto innaturale.

Jack sembrava ancora divertito dalla situazione dal mio improvviso scatto.

"È la colonna sonora di Lezioni di piano..." spiegò.

"Certo... adoro quel film... senti... vado un attimo in bagno" dissi e sgattaiolai fuori dall'aula musica lasciando da solo Jack.

Ero ancora in iper-ventilazione quando uscendo beccai venire fuori dall'aula adiacente alla mia Peter, che sembrava più silenzioso di un ladro.

"Tu che cavolo ci facevi là dentro?!" Sbottai di colpo.

***

Domandissima, ma chi preferite tra Jack, Peter e Thomas?

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