Capitolo 3

Luhan.

《Oddio, che succede?》Chiesi quasi nel panico.

Gli ascensori non mi piacevano, cazzo se non mi piacevano, e quello era pure al buio. Avevo una paura matta dell'altezza, e questo di certo non aiutava. E se fosse caduto? Sarei morto lì dentro, me lo sentivo.

《Sarà un blackout per via del temporale, ora la luce dovrebbe tornare.》 Disse il ragazzo alle mie spalle, interrompendo i miei scleri mentali. Aveva il tono leggermente irritato, ma niente in confronto a quello di prima. Anzi, sembrava quasi rilassato. Come diavolo faceva ad essere rilassato in una situazione del genere?

Non disse più nulla e io ogni minuto che passava andavo sempre di più nel panico.

Cercai a tentoni dietro di me dove fosse il muro del ascensore e mi appoggiai all'angolo opposto di dov'era il mio compagno di sventura.

Iniziai a respirare in modo affannoso, forse mi stava venendo un attacco di panico seriamente. Stavo per scivolare giù quando mi sentì afferrare per il gomito.

《Hey, stai bene?》Mi chiese. Senza guardarlo mi rimettei in piedi appoggiandomi alla ringhiera dietro, e quasi subito lasciò andare la sua presa.

Ridacchiai nervoso.《Ti dico una bugia o la verità?》Cercai di scherzare. Quella situazione era surreale. Una giornata di merda come quella non poteva finire in miglior modo. Dio ce l'aveva con me, ne ero certo.

《Verità.》Disse il ragazzo. Non so per quale motivo ma la sua voce la sentivo stranamente vicina. Mi voltai verso di lui e il mio naso sbattè contro la sua spalla. Aveva un ottimo odore, quello sì, ma che ci faceva così vicino a me?

Fece subito qualche passo indietro e potei vedere la sua figura alta e slanciata nella penombra. Era in attesa della mia risposta, così cercai di abbozzare qualcosa di sensato 《Be', non ho mai avuto un debole per gli ascensori, e se quelle porte non si aprono entro venti minuti potrei dare di matto.》Okay, forse tanto sensata quella frase non mi era venuta.

《Sta tranquillo. Non è la prima volta che succede, andrà tutto bene.》Disse in tono calmo. Ah wow, quindi sapeva parlare anche in modo normale... ed ha pure provato a tranquillizzarmi. Devo dire che ha funzionato però.

《Okay... Ma se ci lascio le penne è colpa tua.》Lo sentì sogghignare piano, come a non volersi far sentire. Stava forse ridendo di me? Io ero super serio al riguardo, cavolo.

《D'accordo.》Si limitò a rispondere dopo qualche istante. Quando diventò evidente che non avrebbe aggiunto altro mi lasciai cadere sul pavimento con la schiena appoggiata al muro. Rimanemmo in silenzio, e questa volta la cosa non mi turbava.

Aveva detto che sarebbe andato tutto bene ma la luce non accennava minimamente a voler tornare, e se continuava di quel passo avremmo passato tutta la notte lì dentro.

Una folata d'aria mi sfiorò, come se l'altro occupante del ascensore avesse fatto qualche movimento. Sentì un premere continuo di pulsanti.《Che stai facendo?》

《Pulsante di emergenza.》Disse lui a bassa voce per poi proseguire con quel martellare.《Ah giusto, e perché non l'hai fatto prima?》Chiesi scettico. Quel dannato pulsante era sempre stato lì. Come avevo fatto a non ricordarmene?

《Perché c'era qualcuno che sembrava stesse per morire qui dentro.》Rispose in modo ironico.《E quindi mi volevi lasciare al mio destino?》

《Cosa? No. Non volevo allarmarti nel caso non funzionasse. E infatti è così, non l'hanno ancora riparato.》Rispose smettendo finalmente di continuare a premere quel povero pulsante. Ci fu un fruscio e all'improvviso una luce si accese, poco distante da dove ero seduto, che illuminò il volto del ragazzo. Guardò con fare irritato il suo telefono per poi spegnerlo subito.《Cazzo, non c'è campo.》Sbuffò, e poi si sedette a sua volta. Sentì quasi un tonfo alla mia destra. Aspetta, perché si era seduto così vicino?

Io non ci provai nemmeno a prendere il telefono, sospettavo già in che condizioni fosse. Con tutta l'acqua che mi ero preso da farmi bagnare le mutande figurarsi se quel povero cellulare, che era stato nella tasca posteriore per tutto quel tempo, non si fosse bagnato. Avrei dovuto comprarne uno nuovo, già, magari resistente all'acqua.

Poi mi ricordai quello che aveva detto, "non era la prima volta che succedeva". 《Cosa intendevi dire prima?》Chiesi senza girarci troppo intorno.

《Prima quando?》Sembrava confuso dal tono della voce. Ah be', forse aveva anche ragione ad esserlo. 《Quando hai detto che non era la prima volta che succedeva, cosa volevi dire? Che sei già rimasto incastrato qui dentro?》Mi spiegai meglio, incuriosito dalla sua imminente risposta.

《Be'... Sì, qualche mese fa. Ecco perché il pulsante è rotto, gli ho tirato un pugno. Ero in ritardo e decisamente incazzato, quando mi hanno tirato fuori me la sono filata via e non ho mai pagato i danni.》Raccontò tranquillamente come si poteva dire una favola ad un bambino.

Merda, quello lì aveva rotto l'unico modo per uscire da lì entrò mattina e lo raccontava come se niente fosse. Fantastico, avremmo dovuto aspettare finché uno dei vicini, accorgendosi del ascensore bloccato, non avesse chiamato i tecnici o chi si occupa dei ascensori.

《Quindi teoricamente è colpa tua se siamo ancora qui.》Riflettei ad alta voce. Ma effettivamente era così.《In teoria si.》Rispose tranquillo. Sto cazzo in teoria, anche in pratica. Non ha mai pagato per i danni.

《Già... ti vorrei picchiare in questo momento lo sai?》Gli chiesi in tono divertito. Ma lo stavo pensando seriamente.
《Non ti converrebbe.》Si limitò a dire.《Forse. 》Feci finta di pensarci su, ma subito si affrettò ad aggiungere《Sei troppo basso.》

D'istinto mi voltai verso di lui.《Hey, che vorresti dire?》Chiesi aggrottando le sopracciglia. 《Niente, niente.》Disse ridendo.

Aspettate, era forse una risata quella che stavo sentendo? Un tipo così scontroso e con quell'aria da fighetto non avrei mai detto che sapesse anche ridere.

《Sai, forse hai iniziato col piede sbagliato.》Gli dissi ad un tratto, ridendo sotto i baffi.《In che senso?》
《Non mi piace quando mi si da del nano.》Risposi.

《Ma io non ti ho mai dato del nano.》Cercò di difendersi ma sull'ultimo scoppiò a ridere. Dio, ancora quella risata.《Oh invece l'hai fatto. Inconsciamente o meno l'hai fatto!》Replicai con fare finto offeso.

《Okay, okay. Forse. Mi dispiace.》Disse tra una risata e l'altra cercando di farle finire.《Va bene, accetto le tue scuse. Ma se continui a ridere sei poco credibile.》

Scoppiò nuovamente a ridere cercando di trattenersi. Sul serio, lo faceva divertire così tanto la mia altezza? Già da qui avrei dovuto chiedere la conversazione, insomma, non mi conosce nemmeno e si mette a ridere di me?

《Davvero, smettila di ridere.》Aggiunsi alla fine, mi stavo per offendere seriamente.

Si calmò un attimo, poi disse scherzando《Sì sì, agli ordini.》ma mantenne la sua parola, ed a quel punto calò nuovamente il silenzio.

《Comunque, io mi chiamo Luhan.》Dissi ad un tratto.《Non ci siamo mai presentati.》Giustificai quella improvvisa presentazione. Il silenzio a quel punto non mi andava più, se no scoppiavo e mi ritornava il panico, e a quel punto entrava in scena la mia risatina isterica. E non era un bel sentire per nessuno. Volevo almeno conoscerlo, infondo avremmo dovuto passare un bel po' di tempo insieme prima che ci tirassero fuori.

《Luhan...》Ripetè, come se ci stesse riflettendo sopra. 《Hm, carino come nome.》Disse infine.《E il tuo?》Chiesi dopo, ignorando volutamente il suo commento.《Sehun.》Rispose soltanto.

《Ah già.》Mi sembrava di aver già sentito quel nome.《Ah già?》Chiese ripetendo le mie parole. 《Be'... ricordi quella volta che ti ho beccato fuori dal portone a limonarti la tua ragazza? Ti aveva chiamato per nome se non ricordo male》Ero un po' incerto, non è che me l'ero immaginato? No, vero?

《Quale ragazza?》Sembrava appena caduto dalle nuvole, sul serio non ricordava? Cioè, si era anche impallato in mezzo al marciapiede a fissarmi. Almeno che non abbia delle perdite di memoria a lungo termine, così si spiegherebbero molte cose.《Ehm, capelli lunghi, minigonna, un metro e ottanta.》Cercai di descriverla come meglio potevo, manco stessi dicendo la lista della spesa.

《Ah, quella!》Esclamò qualche secondo dopo.《Perché, quante ne hai?》Chiesi divertito dalla sua risposta.《Ma nessuna, figurati. Non era la mia ragazza.》Disse con un tono che sembrava intendere che avessi appena sparato una cazzata.《Era la figlia viziata di un amico di mio padre, niente di serio. Mi ha costretto ad uscirci un paio di volte per concludere un affare. Poi a caso quella ha deciso di ficcarmi la lingua in bocca.》Aggiunse dopo.

《Ah, posso capire.》Dissi ripensando a mio padre appoggiandomi con la testa a uno dei muri dell'ascensore.《Ma davvero?》Chiese con un tono di chi la sa lunga. Mi staccai subito ritornando a girarmi verso di lui. Aspetta cosa?《Non intendevo la parte della lingua!》Negai subito imbarazzato. Ma che andava a pensare?

《E cosa intendevi?》Chiese ridacchiando per la mia reazione. Tornai serio mentre cercavo di trovare le parole adatte.《Diciamo che anche mio padre ogni tanto combina quelle cazzate. Ma oggi a cena ha davvero esagerato.》

《Che ha fatto?》Chiese.《Matrimonio combinato.》Risposi quasi ridendo, dirlo ad alta voce sembrava più reale e ridicolo allo stesso tempo.《Ahia. Ma sei serio? Quanti anni hai scusa?》
《Diciassette.》

《E ti vuole già far sposare?》Chiese con un tono tra il divertito e l'incredulo.《A quanto pare.》Feci spallucce, anche se in realtà pur volendo non mi poteva vedere in quel buio.

《Scusa per l'offesa ma tuo padre è un idiota allora.》Lo sentì ridacchiare sarcastico, a quanto pare la cosa lo divertiva.《Ma sta zitto, parla per il tuo.》Dissi dandoli una gomitata "amichevole".

《Non ho problemi ad ammettere che è uno stronzo quello. Lo è sempre stato.》Disse con un tono noncurante, ma si capiva che la cosa non lo divertiva più di tanto. Tasto dolente?《Be', mio padre all'inizio non lo era.》

《All'inizio chi lo è?》Il modo con cui lo aveva detto, pur cercando di buttarla sul scherzo, traspariva po' di rabbia. Forse il discorso era andato un po' sul personale, in fondo ci conosciamo da quanto? Mezz'ora?

《È strano.》Dissi ad un tratto.《Cosa?》
《Non avrei mai creduto di poter parlare così con te.》Già, e lo pensavo seriamente. E chi avrebbe mai detto che avrei avuto una "normalissima" conversazione con un perfetto sconosciuto in un ascensore? Io che non mi confidavo manco con il mio migliore amico su certe cose.

《Sai, la prima volta che ti ho visto davi l'impressione di odiare il mondo intero.》Dissi divertito ricordando il suo comportamento, in effetti, forse avevo cambiato opinione sul suo conto.《Be', non era solo un'impressione.》Rispose.
《Odi tutto il modo?》Chiesi scherzando.《La maggior parte.》Si limitò a rispondere.

Non replicai, in qualche modo la sua risposta mi fece pensare, e di certo non in positivo. Perché mai una persona come lui dovrebbe avercela col mondo? Lui potrebbe avere tutto. Qualsiasi ragazza cadrebbe ai suoi piedi e i soldi, da quel che ho potuto notare, di certo non li mancano. Sarà sicuramente popolare e circondato da amici fighetti da tutte le parti, quindi dove stava il problema?

Scrollai la testa, cercando di scacciare quei pensieri. Sinceramente, non erano fatti miei. Avrà i suoi buoni motivi per dare una risposta del genere a un perfetto estraneo.

In quel momento rabbrividì. Nell'ascensore l'aria col tempo era diventata più fredda, e il fatto che fossi ancora bagnato dalla testa ai piedi non aiutava. Proprio quel giorno si doveva mettere a piovere maledizione?

《Hai freddo?》Chiese Sehun. Giusto, adesso il mio caro e vecchio vicino aveva un nome.《Un po', ho ancora i vestiti bagnati.》Dissi portandomi le gambe al petto per poi avvolgerle con le braccia.

《Ma non avevi un ombrello?》
Un ombrello? Direi proprio di no.《Be', mentre scappavo da un possibile matrimonio in vista l'ombrello era una delle mie ultime preoccupazioni.》Risposi un po' sarcastico. E chi ci pensava a certe cose mentre tuo padre ti stava per rovinare la vita con un bel matrimonio uscito a cazzo dal nulla? Avevo la bruttissima sensazione però che la questione non fosse risolta del tutto.

《Vuoi la mia giacca?》Chiese all'improvviso. Poi lo sentì muoversi alla mia destra, si stava già togliendo la giacca?《Aspetta, sei sicu-》Non riuscì nemmeno a finire la frase che me la ritrovai buttata addosso, letteralmente.《Ehm, grazie.》Dissi sottovoce. La presi un po' incerto e la usai a mo' di coperta. Su di lui poteva non sembrare, ma quella giacca era abbastanza grande.《Figurati.》

Appoggiai la testa sulle ginocchia chiudendo per un attimo gli occhi. La giacca un po' aiutava. Avevo meno freddo, o almeno così mi sembrava. Ero davvero stanco, anche se in realtà in quella giornata non avevo combinato un granché, a parte farmi una lunga passeggiata sotto la fresca pioggia di agosto. Fantastico no? Mi sarei beccato un bel raffreddore.

Non sapevo esattamente da quanto tempo stessi tenendo gli occhi chiusi e Sehun non proferiva più parola. Forse ormai mi ero addormentato. Forse...

《Hey, svegliati. Credo sia arrivato qualcuno a salvarci.》Sentì un leggero tocco sulla guancia. Era la voce di Sehun? 《Hmmm...》

Cercai di aprire un occhio ma venni subito abbagliato dalla luce. Aspetta, quando era tornata la corrente? Sgranai gli occhi, e appena mi resi conto di dove ero appoggiato con la testa scattai subito imbarazzato. Merda, spero solo di non avergli sbavato sulla spalla. Mi poteva anche spostare no? Cavolo, ma come ci ero finito in quella posizione?

Sentì dei rumori provenire dall'altra parte delle porte dell'ascensore. Era una voce maschile. Sehun sì alzò immediatamente in piedi aiutandomi poi a fare lo stesso. Dopo qualche minuto le porte si aprirono ma eravamo incastrati tra un piano e l'altro. Sehun scese per primo, poi lo segui anch'io.

Ci ritrovammo davanti a due uomini. Sembravano dei tecnici o chi sa cos'altro. Non ero esattamente in vena di farmi le seghe mentali su che lavoro facessero. Ci fecero qualche domanda di routine​ per poi lasciarci andare. Aveva risposto a tutto Sehun, io ero praticamente mezzo andato, e non ci capivo più niente.

Per tornare ai nostri appartamenti abbiamo usato le scale. I nove piani più odiati di sempre, sembravano non finire più.

Arrivati al diciottesimo eravamo belli che morti. Avevamo il fiatone ed ero anche sudato come non so cosa. Solo dio sa come avessi fatto ad arrivare fino a lì.

《È stata veramente una giornata di merda.》Riuscì a dire tra una boccata d'aria e l'altra. Ero appoggiato con le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere aria. Erano circa le sei del mattino, o così almeno avevano detto. Non me lo ricordavo già più. A quanto pareva aveva chiamato i soccorsi una signora del tredicesimo piano che doveva andare al lavoro o roba del genere e l'ascensore non andava. Poveretta, si sarà fatta tutte quelle scale?

《Lo puoi dire forte.》Lo sentì ridacchiare piano. Alzai lo sguardo verso di lui. Aveva i capelli sudati e appiccicati alla fronte per il sudore, con il caldo che faceva e le scale i miei non saranno messi meglio. La maglietta scura che aveva sotto alla giacca era aderente alla sua pelle e... Oh mio dio, ma che stavo guardando?

《Ah già, me ne stavo per dimenticare. La tua giacca.》Dissi togliendomela. Mi stava esageratamente grande, sembravo un bambino coi vestiti di un adulto. Credo che avrebbe fatto meglio a lavarla. Ci ho sudato lì dentro, e non poco.

《Hm, sì. Grazie.》Disse prendendola sotto mano. Mi avvicinai al mio appartamento. E con il mio tocco elegante cercai la chiave in tutte le tasche tastando goffamente un po' ovunque finché non le trovai.

Aprì la porta e vidi che aveva fatto lo stesso, e prima di entrare dissi sarcastico《Buona notte.》Lo sentì ridere piano, per poi aggiungere《Sì, anche a te.》Poi si chiuse la porta alle spalle, non sbattendo però. Stava migliorando.

Entrai finalmente nella mia dolce casa profumata, lanciai da qualche parte a caso le scarpe e mi buttai sul divano. Mi sentivo esausto ed avevo ancora sonno, nonostante avessi usato Sehun come cuscino umano.

Ahhh, non volevo proprio sapere cosa avesse pensato di me in quel momento. Ma dio, solo io facevo certe figure di merda?

Afferrai un cuscino a caso dal divano e me lo strinsi al petto imbarazzato, dovevo cercare di addormentarmi. E naturalmente non ci misi molto. Te pareva.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top