Capitolo 8 - Cuore di Ghiaccio
Camminò con una finta sicurezza verso la sua macchina. Nonostante gli desse la schiena, sentiva gli occhi di lui addosso e non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederla vacillare nuovamente a causa sua.
"Proprio oggi dovevo venire a lavoro struccata e pettinata a caso? Nemmeno la soddisfazione di mostrarmi al meglio!" pensò la ragazza, continuando la sua marcia elegante.
Premette il pulsantino per sbloccare la portiera e si mise al posto di guida, cercando nel bagagliaio il sacchetto degli Ugg per salvare almeno i suoi piedi da quella tortura.
Una volta girata la chiave e acceso il motore, inserì la retro, pronta a uscire dal posteggio e immettersi in strada, ma non fece tempo a spostare la leva del cambio, che qualcuno le bussò al finestrino.
"Nella mia vita precedente devo essere stata una grandissima stronza, altrimenti non mi spiego questa sfiga!" fu il pensiero che le passò per la testa quando vide chi aveva picchiettato al vetro.
Restarono a guardarsi per qualche secondo, finché il ragazzo non le fece segno col dito di abbassare il finestrino e lei lo maledì mentalmente.
«Che cosa vuoi?» Gli domandò in modo truce, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quei pozzi, resi ancora più scuri dal buio della sera. Quegli occhi, così espressivi e caldi, erano sempre stati il motivo del suo imbarazzo, come se potesse perdersi nella loro profondità. La verità è che sotto il suo sguardo, lei si sentiva nuda, come se lui riuscisse a entrare nel profondo della sua anima, lì dove a nessuno aveva più dato libero accesso.
«Ho dimenticato l'accendino al bar, tu fumi ancora?» le chiese con un sorriso tirato, cercando di sembrare anche lui calmo e impassibile.
«Guarda che hai l'accendisigaro in macchina, non hai certo bisogno di me per accenderti una sigaretta.»
Sophie guardò il ragazzo con un sopracciglio alzato, incredula della scusa banale che aveva usato per bloccarla.
«Giusto... però la macchina è fuori da questo parcheggio e tu sei sicuramente più vicina.»
La guardò con la sua espressione furba, inumidendosi le labbra e regalandole quel sorriso sghembo che tempo addietro le fece palpitare il cuore a un ritmo stranamente irregolare.
Anche in quel momento l'effetto fu il medesimo!
La mora deglutì a fatica, spostando gli occhi su quelle labbra, memore di quanto fossero morbide e gustose.
Strinse il volante con forza, cercando di recuperare un barlume di lucidità.
«Mi dispiace, ma ho smesso di fumare. Puoi chiedere alla mia amica lì dietro che sta chiudendo l'ufficio. Lei sicuramente potrà aiutarti.»
Così dicendo, alzò il vetro come se fosse una barriera invalicabile, quella che avrebbe potuto proteggerla dall'attacco nemico e innescando nuovamente la retro, partì, riuscendo questa volta nel suo intento di allontanarsi.
Guidò quasi meccanicamente fino a casa; la testa era da tutt'altra parte, persa in quelle iridi marroni e in quella bocca carnose che avrebbe riassaporato volentieri.
Si vergognò di quei pensieri irrispettosi, dando colpa allo sbigottimento di esserselo ritrovato davanti dopo tutti quegli anni.
«Ora mi calmo, devo solo prendere un bel respiro e abituarmi all'idea che potrei vederlo due o tre volte l'anno.» disse tra sé e sé, in attesa che il semaforo tornasse verde e le permettesse di entrare nella via di casa.
«Bene, ora parlo pure da sola. Per colpa di quello stronzo mi rinchiuderanno in manicomio, così almeno non correrò il rischio di vederlo.»
Spinse sul pedale dell'acceleratore e si ritrovò di fronte al suo appartamento, posteggiando proprio sotto la finestra della camera, da dove riusciva a intravedere una sottile luce calda e dorata.
Non aveva più risposto al messaggio del suo fidanzato, si era limitata a digitare delle parole sullo schermo, ma prima di poter cliccare su invio, si era ritrovata quel volto perfetto davanti. A essere sinceri, si era pure scordata di avere un compagno quando aveva rivisto Francesco nel suo ufficio.
Si portò la borsa sulle gambe, cercando il pacchettino azzurro al suo interno. Quando lo trovò, estrasse la sigaretta e l'accendino, uscendo dalla Smart e accendendo quel cilindro cartaceo. Aspirò un quantitativo piuttosto significante di nicotina, finché non si sentì la gola bruciare, dopodiché buttò fuori tutto il fumo formatosi in bocca.
Non era mai stata una gran fumatrice, solitamente le veniva voglia di una o due sigarette durante il weekend, quando era in compagnia, oppure dopo una giornata stressante di lavoro, per rilassarsi e cancellare la negatività.
Era rimasta una delle poche a preferire la sigaretta tradizionale a quella elettronica, ormai super gettonata e con liquidi dalle fragranze aromatizzate e con meno sostanze cancerogene; solo lei e Giorgia erano riuscite a non cedere a quella moda che sarebbe sicuramente scomparsa nel giro di qualche anno.
Inalò un'altra boccata di fumo, cercando di distendere i nervi tesi, ma senza ottenere alcun risultato.
Il viso del bruno era ancora impresso nella sua mente; un miscuglio tra il giovane Francesco di sette anni addietro e quello di oggi.
"Chissà se è come allora, oppure è finalmente pronto ad amare."
Quel fugace pensiero spaventò la ragazza, la quale si rispose che non era certamente un suo problema se Cuore di Ghiaccio, così lo aveva soprannominato molto tempo prima, aveva imparato a provare affetto verso il gentil sesso.
Aspirò l'ultimo tiro di sigaretta, buttando poi la cicca ai suoi piedi, ed estrasse un'altra Camel dalla confezione, pregando che una seconda potesse aiutarla laddove la prima aveva fallito.
Sentì la giacca vibrare, un veloce brusio che la avvisò dell'arrivo di un nuovo messaggio.
Estrasse il suo IPhone e vide il nome dell'amica, accompagnato dall'icona di WhatsApp, lampeggiare sullo schermo.
Sbloccò la tastiera con il pollice e aprì l'applicazione per leggere cosa le avesse scritto.
- Da quando hai smesso di fumare, tu? Domani, io e te, dovremo fare un bel discorsetto e non credere di omettere qualche dettaglio, soprattutto quelli HOT! Certi sguardi io li riconosco e se aveste avuto dei super poteri che si attivavano con gli occhi, sicuramente avreste incendiato l'ufficio, carbonizzandomi come niente. -
La mora scoppiò a ridere quando lesse quelle parole, riuscendo a cancellare, solo per qualche secondo, il penetrante sguardo di lui dalla testa.
- Okay, curiosona, ma non c'è chissà che da raccontare, quindi cala le aspettative! Non ho smesso di fumare, mi serviva una scusa educata per liquidarlo e ho preso la palla al balzo. -
La ragazza si diresse verso il cancellino di casa, inserì il codice di sblocco e si avviò verso il suo appartamento, sicura che, una volta trovata tra le braccia del suo amato, i ricordi passati sarebbero tornati in quel cassetto sepolto.
*Spazio Autrice*
Capitolo transitorio, ma che serviva a mostrare il turbamento di Sophie dopo l'incontro con Francesco. Nel prossimo scopriremo qualcosa di più del suo fidanzato e delle passioni di lei per l'arredamento. XD
Dedico questo capitolo alla mia amica JJ, JJLane, una feticista francofona con la passione per le poesie. La sua storia d'amore tra una bella e una bestia ha fatto molto scalpore qui su Wattpad. Vi invito a passare nel suo profilo e ad avventurarvi nel mondo della scimmietta e del topino!
L'appuntamento è per sabato,
Baci, Sara
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