Capitolo 50 - Scacco matto (Parte 3)

La mattinata in spiaggia era trascorsa tranquillamente. Giorgia e Sophie si erano sdraiate al sole come lucertole, mentre le altre avevano organizzato una partitina a beach volley. Anais aveva adocchiato un gruppetto di ragazzi del luogo, molto affascinanti, coi quali aveva conversato amabilmente, ottenendo un appuntamento per quella sera stessa in discoteca. Contattò diversi pr per ottenere le prevendite per tutte loro e, dopo un veloce spuntino al bar del lido, si ritirarono tutte quante nelle loro stanze, per prepararsi al pomeriggio dedicato al più totale relax nella spa.

Ovviamente, le prime a godersi il rilassante trattamento alla calendula furono le due cugine, dove una speciale candela, che sciogliendosi regalava una profumata miscela di burri vegetali, unita a un delicato massaggio, donò loro un magico momento distensivo e una profonda idratazione. Mia aveva optato, insieme a Eliana, per uno scrub del viso esfoliante e levigante, mentre le altre attesero il loro turno nella sauna finlandese, per poi spostarsi nel bagno turco, così da depurare i tessuti e fortificare il sistema respiratorio. Sophie non fu entusiasta di quel cambio, perché l'odore che aleggiava in quella stanza piastrellata le ricordava l'olezzo dell'umidità.

Trascorsa l'ora, Anais e Veronica si diedero il cambio con Jessica e Katy; quest'ultime avevano optato per un massaggio al cioccolato, una piacevole tecnica che univa le virtù rilassanti delle sapienti manualità alle proprietà del cioccolato, il quale donò loro serenità e buon'umore, con un delicato e gustoso profumo della pelle.

Giorgia e Sophie lasciarono le cugine a rilassarsi nel bagno turco, godendosi una rinfrescante doccia fredda sotto la Cascata del Ghiaccio, utilizzando il ghiaccio tritato per abbassare la temperatura corporea, prima di trasferirsi nel salottino della zona relax, sdraiandosi sui comodi lettini per sorseggiare delle tisane drenanti. La bionda smangiucchiò diversi biscottini, chiacchierando con l'amica della splendida organizzazione di Anais per quel weekend.
«Ieri sera mi ha detto una cosa strana riguardo a Francesco...» Il biscotto di Giorgia rimase fermo a mezz'aria, bloccato tra le sue dita che avevano interrotto ogni movimento per la sorpresa di quella affermazione.

«Che intendi, Soph?» le domandò seria, voltandosi verso di lei dopo aver posato il dolce e la tazzina sul tavolino laccato, a fianco all'incenso.

«Che ero riuscita a far battere, di nuovo, il suo cuore, come se prima di me avesse avuto una forte delusione... non mi ha mai parlato di nessuna ragazza importante nella sua vita.»
Lo sguardo della mora era concentrato sul movimento orario del liquido caldo della tisana, dovuto al suo continuo mescolare con il cucchiaino.

«Beh, in questi sette anni potrebbe aver avuto qualche relazione finita male.» Cercò di rassicurarla, con scarsi risultati.

Sophie fece un cenno di diniego con la testa, alzando finalmente il viso verso l'amica.
«Lui mi ha sempre detto il contrario, che io sono l'unica con cui ha voluto costruire qualcosa di più, perché avrebbe dovuto mentirmi?»

Giorgia restò spiazzata per alcuni secondi, non sapendo cosa rispondere all'amica per poterla aiutare. Si grattò il mento, com'era solita fare quando rifletteva, cercando un nesso tra le parole di Anais e quelle di Francesco.
«Prova a chiederle qualche informazione in più al riguardo. Guarda, stanno arrivando.» Osservarono l'arrivo delle splendide cugine, perse nelle loro conversazioni, mentre ridevano serenamente.
«Porterò Veronica a fare una nuotata insieme a me, così tu avrai tutto il tempo di chiedere spiegazioni ad Any!» bisbigliò prima di alzarsi per raggiungere la futura sposa, senza dare il tempo a Sophie di controbattere. Prese sottobraccio Veve e le due bionde si allontanarono dal salottino, dirigendosi verso la vasca per un tonificante idromassaggio.

Anais non vedeva l'ora di restare sola con la sua nemesi, così da poterle sferrare un altro meschino colpo; si accomodò vicino a lei, fingendo un sorriso.
«Ti stai divertendo, cara?» le chiese, prendendole la mano. Sophie restò interdetta per quel gesto, percependo nuovamente quella strana sensazione di negatività, accompagnata dai brividi freddi lungo la schiena.

«Sì, moltissimo; questo weekend rasserenante ci voleva proprio!» Allontanò la sua mano con la scusa di prendere la sua tazza, bevendo un po' di quel liquido dorato al sapore di cannella.
«Any, perdona la mia curiosità, ma riflettevo sulla tua frase di ieri sera e vorrei capire a cosa ti riferivi.»

La francese sorrise vittoriosa; aveva giocato sulla curiosità della sua avversaria, che le stava rendendo il lavoro molto più semplice. Doveva giocarsi bene quella carta, perché da essa sarebbe dipeso buona parte del piano.
«Non imparerò mai a tenere a freno la lingua!» Sospirò mesta, fingendo una tristezza che certamente non le apparteneva.
«Va bene, ora ti spiego, ma ricordati che è successo anni fa e il passato è passato!»

Sophie iniziò a sudare, sentendo il suo cuore palpitare a un ritmo incessante.
«Devi sapere che io e Francesco siamo andati a letto insieme in questi anni. Quando tornavo a Brescia per qualche giorno, ci incontravamo sempre; per me non è mai stato nulla di più di piacevoli incontri e credevo che lo stesso valesse per lui, ma...» Si morse il labbro per evitare di ridere di fronte a quella messinscena. Poteva capirlo dallo sguardo spento di Sophie, quanto le facessero male quelle parole, alle quali credeva senza il minimo dubbio.

«Ma?» Le tremò la voce nel porle quel veloce quesito. Aveva pronunciato solo una parola, due lettere che le sembravano un enorme macigno, per il peso che sentiva sul pretto, pronto a trafiggerla.

«Ma lui mi confessò di essersi innamorato e che voleva costruire qualcosa di serio e duraturo con me! Si sarebbe trasferito a Dreux se glielo avessi chiesto, avrebbe lasciato tutto per me, perché mi amava.»

Sophie sentì chiaramente il rumore del suo cuore che si spezzava in piccolissimi e diversi frammenti, come scaglie di vetro che cadevano al suolo, districandosi ovunque, impossibili ormai da recuperare e riattaccare. Tutte le sue paure sull'essere abbandonata, dovute all'assenza del padre, vennero a galla solo per risucchiarla in un vortice cupo e spento, mentre una nuova certezza prese piede nella sua testa: Francesco non era terrorizzato dall'essere amato, ma non poteva contraccambiarla, perché il suo cuore apparteneva a un'altra che l'aveva rifiutato, costringendolo ad accontentarsi di un proprio scarto passato. Le aveva mentito, nascondendole il suo sentimento nei confronti della seducente mora seduta davanti a lei, domandandosi il perché.

«Mi dispiace, Sophie, pensavo te ne avesse parlato, ma evidentemente non è così.» Si portò la mano sulla fronte in un fintissimo gesto di rammarico, quando in realtà gongolava malignamente per la semplicità con cui la stava circuendo. Si preparò a darle l'ultimo colpo della giornata, estraendo dall'accappatoio il proprio cellulare.
«Ora ti faccio vedere la mia buona fede, ho ancora i messaggi che ci scambiavamo su WhatsApp.»

La fortuna volle che un farmacista italiano di nome Francesco si fosse veramente infatuato di lei, dopo l'incontro di una notte a un convegno. Si erano rivisti alcune volte per diverse notti, ma per quanto sexy e affascinante fosse, lui non era l'uomo che segretamente bramava.
Le aveva dichiarato il suo amore via messaggio, promettendole mari e monti, assillandola per giorni, finché non si trovò costretta a bloccarlo, cosa che fece in seguito anche lui; in quel modo era impossibile vedere l'immagine profilo. Infine, qualche giorno prima di quel week end, le era bastato rinominare il contatto Francesco Motolese per mostrare a Sophie quelle conversazioni. Le mise tra le mani il suo cellulare, godendosi il viso sconcertato della ragazza, mentre scorreva la chat.

«L'ultimo messaggio è di inizio aprile, qualche giorno prima che ci rincontrassimo...»
Sophie non poteva credere ai suoi occhi, ormai annebbiati dalle lacrime. Credeva veramente che lui fosse cambiato e che la volesse davvero, invece era soltanto un misero ripiego.

«Cara, mi dispiace, ma sono sicura che la nostra somiglianza sia solo un caso fortuito e che lui abbia davvero voltato pagina.» Le prese la mano, stringendola tra le sue con finta preoccupazione.

«Cosa intendi?» Distolse lo sguardo dal telefonino per puntare i suoi smeraldi in quelle gelide ametiste, percependo nuovamente quella sensazione agghiacciante e negativa.

«Beh, cara, entrambe siamo more dai lunghi capelli, abbiamo questi splendi occhi verdi dal taglio felino, questa forma del viso piuttosto simile... potrebbero scambiarci tranquillamente per sorelle!»
Ovviamente, non aggiunse il suo vero pensiero, ritenendosi esteticamente diverse spanne sopra l'altra, doveva portarla a fidarsi di lei e mostrarsi egocentrica non avrebbe giovato.
«Ma sono certa che queste cose non abbiano influito sulla nascita della vostra relazione.» Le sorrise dolcemente, sbattendo le lunghe e incurvate ciglia.

«Non sono più sicura di nulla al momento.» Scostò nuovamente la mano da quella fastidiosa stretta, alzandosi per scappare sulla terrazzina che dava sul mare. Aveva bisogno di respirare aria nuova, poco importava se fosse cocente e quasi asfissiante, non riusciva a riflettere lucidamente in quella stanzetta ristretta, si sentì improvvisamente claustrofobica.

Anais la raggiunse, mantenendo le distanze, osservandone la schiena tesa che si defletteva per recuperare il fiato, mentre le sue mani erano chiuse in una salda presa alla ringhiera in pietra bianca del balcone.
«Ti prego, non dire a Francesco che te ne ho parlato. Non era mia intenzione rovinare il vostro splendido rapporto, devi credermi!»

Sophie strinse le palpebre, stringendo con più forza quella arroventata e piccola asse rettangolare, ispirando a pieni polmoni.
«Non preoccuparti, Any. Non gli dirò nulla!» Restò ferma nella medesima posizione per diversi minuti, finché l'altra non le fu accanto.

«Veronica mi ammazzerà quando le dirò che ti ho raccontato la verità, ma credimi quando ti dico che non l'ho fatto con cattiveria. Voglio bene a Francesco come a un fratello, non vorrei che soffrisse perdendo anche te!»
Sophie si voltò per guardarla, restando sorpresa ancora una volta da quelle confessioni.

«Ve-Veronica sapeva di voi?» chiese balbettando. Non poteva credere che la sua amica non le avesse raccontato nulla. La verità era che nessuno sapeva di quella tresca clandestina tra i due, perché non volevano subire pressioni da parte dei loro amici, anche perché per Francesco non significavano nulla quegli incontri.

«Certo, tutti lo sapevano e ci appoggiavano, ma come ti ho detto, io non volevo una relazione con lui.» Anais si domandò come l'uomo che amava potesse aver scelto quell'insicura ragazza al suo posto; era stato così facile farla crollare con delle piccole bugie. Non vedeva in lei una compagna degna del fiero Motolese, colui che non si piegava davanti a nessuna.

«Non c'è bisogno di dirglielo, Any, non voglio che litighiate per la mia stupida curiosità. Faremo finta che questa conversazione non ci sia mai stata, che ne dici?» Cercò di abbozzare un sorriso, ma le si leggeva in faccia che soffriva dinnanzi a quelle nuove convinzioni che le avevano spezzato il cuore.

«Oh, Soph, sei una vera amica! Grazie di cuore.» L'abbracciò forte, sogghignando per la buona riuscita di quella parte del piano. Mancava solo un unico, ma importantissimo, pezzo, l'ultimo tassello rimasto libero per fare scacco matto e prendersi il suo Re.

*Spazio Autrice*

Comunicazione di servizio: L'autrice è scappata su Giove, non sarà facile rintracciarla e soprattutto non potrete ucciderla!
So che alcuni di voi mi vorranno morta al momento, ma questo è soltanto l'inizio... quindi tenete le minacce per quando ci dovranno davvero essere! XD

Dedico questo capitolo alla mia amica Giorgia, murphythepeach che mi ha aiutata a scoprire se l'immagine di WhatsApp sparisse davvero, una volta bloccati. XD
Se non l'avete ancora fatto, vi consiglio la lettura della sua fan fiction su Enrico Stilli, piena di sarcasmo e originalità!

L'appuntamento è per mercoledì.
Buon weekend, baci!

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