Capitolo 49 - Dove potrei tornare, se non a casa da te? (Parte 2)

Il lavoro, purtroppo, non riuscì a distrarlo dai suoi pensieri. Si domandò se fosse stato giusto comportarsi in quel modo nei confronti di Sophie, celandole i propri timori e i propri sentimenti, facendola preoccupare per quella momentanea freddezza.
Diverse ragazze, quella mattina, gli avevano rivolto sguardi ammiccanti, ma Francesco non diede loro adito; non gli importava dei sorrisi sfacciati delle altre, i quali non vedevano al di là del suo bell'aspetto, perché l'unico sorriso che non si sarebbe mai stancato di osservare era quello della sua Khaleesi.

Venne ridestato malamente dai suoi pensieri, con un pizzicotto sulla schiena che lo fece sussultare. Si voltò verso il bancone, ritrovandosi davanti Veronica con un vestitino bianco di cotone leggero, con sopra stampati diversi fiori dai svariati colori.
«Stai ancora dormendo, Moto?» gli domandò sghignazzando, sistemandosi in maniera composta sullo sgabello.

«Tu sei in cerca della tua liana, Veve?» la canzonò rivelando l'aneddoto confidatogli da Sophie, facendo arrossire l'amica.

«Spiritoso... mi prepari due cappuccini, uno normale e l'altro al ginseng? Che brioches sono rimaste?» chiese più a sé stessa che a lui, alzandosi verso il piccolo espositore in vetro rettangolare, nel quale erano riposti i cornetti.
«Una al cioccolato e una vegana, grazie!» disse infine, tornando soddisfatta a sedersi.

Francesco alzò il sopracciglio incredulo alla sua richiesta, squadrando la bionda intenta a sorridergli.
«Non dirmi che ti sei data al vegano per restare in forma prima del matrimonio, Veve; lo sai che sono tutte stronz-» Si interruppe di colpo, restando con la bocca leggermente dischiusa non appena la vide entrare dalle porte automatiche.
Camminava decisa, con il suo solito fare disinvolto e la sicurezza di chi sapeva attirare l'attenzione su di sé. Anais gli sorrise provocante, lanciandogli sguardi eloquenti, approfittando della distrazione della cugina che al momento le dava le spalle.

«Non sono per me, idiota, ma per Any. Sai che è in città, vero?» Veronica non lo guardava, era troppo impegnata a creare un piccolo aeroplanino con un tovagliolino di carta. La ragazza prese posto accanto a lei, posandole una mano sulla spalla, attirando così la sua attenzione, per poi voltarsi verso Francesco.
«Ciao, dolcezza, è un piacere rivederti!» Gli schioccò l'occhio velocemente, iniziando poi a giocare col piercing sulla lingua, cercando di provocarlo.

«Ciao, Anais» rispose con freddezza, dando loro le spalle per poter preparare i loro cappuccini, facendo adirare non poco la procace mora, già incollerita per non aver ricevuto alcuna risposta al messaggio della notte precedente.

«Tesoro, vado un attimo in bagno. Arrivo subito!» le sussurrò Veronica, inconsapevole di averle appena fatto un favore, permettendole di restare sola con lui. Si limitò a risponderle con un sorriso, osservandola, passo dopo passo, sparire dietro la porta alla loro sinistra.

«Pensavo fossi felice di rivedermi, dolcezza!» carezzò l'ultima parola in modo volutamente soave, allungandosi sul bancone per avvicinarsi maggiormente a Francesco.
Il bruno, scocciato per quelle sue avance, si voltò con uno scuro cipiglio sul viso, avvicinandosi al volto della mora, per rispondergli con un sussurro.

«Evidentemente pensavi male, dolcezza!» Mise maggior enfasi su quel vezzeggiativo che lo stava infastidendo, canzonandola.
«Non sono più interessato a divertirmi con te, quindi evita di scrivermi da ora in poi!» Rigettò quelle parole al veleno come se fossero delle stalattiti appuntite, colpendola in pieno petto.

Il suo orgoglio ricevette un duro colpo, ma quello maggiore lo subì il suo cuore. Da anni ormai era segretamente innamorata del bel Motolese, ma lo lasciava libero di avere le sue esperienze, come del resto faceva lei, certa che i loro incontri segreti, prima o poi, sarebbero sfociati in qualcosa di serio. Erano ormai sei anni che avevano incontri fugaci, o a casa del padre di lei o in alcune zone isolate del paesino di campagna di lui. Fin dal loro primo incontro, Anais rimase colpita dalla prestanza del ragazzo, immaginandolo perfetto al suo fianco; Francesco, dal canto suo, vedeva l'affascinante mora come le altre donne, ovvero un passatempo consenziente. Se i loro incontri, a differenza delle altre, erano stati molteplici fu solo perché lei viveva all'estero ed era d'accordo a voler solo rapporti occasionali. Aveva messo in chiaro con tutte che lui non voleva relazioni, perché non era in grado di amare, almeno finché non era arrivata lei: Sophie.

«Eppure, sembravano piacerti molto i nostri incontri clandestini...» ribattè prontamente, fingendo che le parole dettele poc'anzi non avessero sorbito alcun effetto.

«Ci divertivamo entrambi, ma le cose ora sono cambiate: ho una fidanzata!»
Quell'affermazione le fece crollare la terra sotto i piedi; Anais sbiancò per la sorpresa e iniziò a tremare. Cercò di farsi forza per non dargli alcuna soddisfazione, aggrappandosi al bancone e deglutendo diverse volte. Fortunatamente, dopo averle dato quella notizia, Francesco le diede le spalle, continuando la preparazione delle loro bevande calde.

«Tu hai una fidanzata? E chi sarebbe la povera ingenua?» Non poteva sopportare che una donna qualunque le avesse rubato l'uomo a cui lei ambiva ed era pronta a riprenderselo con ogni mezzo.
Era certa che la sua compagna non sapesse del passato da Don Giovanni di Francesco; le sarebbe bastato informarla e giostrarla un po' a suo piacere, per farla scappare a gambe levate.

La risposta di Francesco fu frenata dal ritorno di Veronica, tornata a sedere al suo posto, pronta per addentare la sua brioche al cioccolato.
Il barista lasciò correre l'affermazione di Anais, consegnando alle due cugine le loro bevande, per poi allontanarsi con la scusa di dover pulire alcuni tavolini, ormai vuoti.
Odiava sentire la sua Sophie additata in quella maniera, il sangue gli stava ribollendo nelle vene tanto che iniziò a sudare sulla schiena. Strizzò lo straccio con forza, cercando di prendere dei lunghi respiri per smorzare quella rabbia ormai dilagata dentro di sé.

Anais non gli levò gli occhi di dosso, approfittando della sua lontananza per tampinare di domande la cugina, fingendo che la sua curiosità fosse smania di pettegolezzi.
«Moto mi ha detto che si è fidanzato...» Morse la sua brioche, cercando di rimuovere la rabbia pronta a eruttare dalla sua bocca.
«Chi è la pazza, inconsapevole della sua fama?»

Quella domanda provocò una forte ilarità in Veronica, alla quale andò di traverso il cappuccino che si stava gustando. Tossì diverse volte, battendosi sul petto con la propria mano, ritrovando, dopo pochi secondi, il respiro perduto.
«Quella pazza, come l'hai appena chiamata tu, l'hai conosciuta ieri sera: è Sophie e lei è consapevole della fama di Francesco, perché lo conosce da sette anni! L'unica ragazza che ha saputo dirgli di no senza finirci a letto assieme» ridacchiò mentre le enunciava parte della loro storia, rimembrando la sera in cui Giacomo gliel'aveva raccontata.

Anais rimase esterrefatta nel comprendere che la sua nemica era una ragazza nella norma, senza alcun tratto distintivo e dalla bellezza assai comune.
«Francesco non lo dice apertamente, ma secondo me è molto innamorato di lei! Se tu li vedessi insieme... sono il ritratto dell'amore e della perfezione!»

La mora si morse il labbro per evitare di far fuoriuscire tutta la sua ira. Il sapore rugginoso del ferro le inondò il palato e mandò giù diverse gocce del suo stesso sangue. Si impose di calmarsi e di lasciarsi scivolare addosso questa notizia; una volta tornata in Francia, avrebbe escogitato un piano per separare i due piccioncini e riprendersi quello che era suo di diritto.

*Spazio Autrice*

Tutte voi lo avevate capito che il messaggio di Anais era per Francesco, ma alcune erano state sviate dal capitolo di settimana scorsa. La "simpatica" cugina è pronta a sferrare le sue mosse per creare scompiglio nella coppia, secondo voi ce la farà?

Nel prossimo capitolo ci sarà un nuovo salto temporale di alcune settimane, per arrivare al giorno dell'addio al nubilato. Vedremo i nostri piccioncini ancora insieme, prima del weekend tra sole donne che li vedrà separati.

Dedico questo capitolo a cordadichitarra ♥️

Baci, Sara

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