Capitolo 46 - Non sei felice?

«Questo è l'ultimo scatolone!» La voce affannosa di Sophie riecheggiò in quelle quattro mura, momentaneamente spoglie. Francesco e Matteo stavano riverniciando il soggiorno, mentre i fratelli Colombo stavano dando loro una mano con le stanze al piano superiore, ovviamente con l'aiuto di Jessica e Katy, le quali, per l'occasione, avevano indossato delle vecchie salopette di quando erano ragazzine. JJ aveva preparato per tutti loro dei capellini a forma di barchetta con la carta di giornale che indossarono divertiti, nonostante in realtà non servissero a nulla.

Erano passate tre settimane da quando il bel Motolese e il suo coinquilino avevano dato l'annuncio del loro trasferimento alle fidanzate, lasciandole piacevolmente sorprese, data l'ubicazione dell'appartamento.
Giorgia, per l'euforia, era letteralmente saltata in braccio a Matteo, stritolandolo in un abbraccio colmo di gioia, mentre Sophie rimase interdetta per alcuni secondi, facendo preoccupare Francesco di un suo probabile disagio a quella novità. Non immaginava certo che la ragazza fosse emozionata nell'apprendere quel cambiamento, non credendo possibile che il suo fidanzato la volesse così vicino da affittare l'appartamento proprio di fronte al suo. All'interno del suo corpo passarono svariate emozioni, tutte decisamente positive, ma sul suo viso era disegnata solo una maschera di stupore, incapace di mostrare tutti quei sentimenti agli altri.
Francesco le si era avvicinato lentamente, con una morsa nel petto che gli rendeva difficoltoso il semplice atto di respirare, sfiorandole la spalla con le dita tremolanti, ridestandola così dai suoi pensieri.

«Non sei felice?» La voce gli si era spezzata, mentre gli poneva quel quesito, maledicendosi per non averle chiesto prima un parere; era ormai certo di aver fatto un passo falso, il quale avrebbe potuto rovinare la loro relazione. Sophie gli fece invece un enorme sorriso, con gli occhi più luminosi che mai, gettandogli le braccia al collo, per poi lasciarsi andare in un acceso bacio, gesto piuttosto inusuale visto che solitamente si scambiavano poche effusioni in pubblico, assai più riservati della coppia al loro fianco.

«Come potrei non esserlo, amore mio!» Gli rubò un altro bacio, premendo le sue esili mani sul viso del bruno. Aveva bisogno di toccarlo per essere certa che non si trattasse di un bellissimo sogno, ma che lui fosse lì, in carne e ossa, pronto a renderla la ragazza più felice del mondo.
Percependo quella lieve ruvidezza dovuta alla sua incolta barba, capì che era reale, che tutto quello che aveva sempre sognato lui, inconsapevolmente, glielo stava donando, dimostrando ogni giorno quanto ci tenesse alla loro relazione.

«Mi auguro che sia davvero l'ultimo. Nemmeno il tempo di godermi un po' di riposo, dopo aver traslocato, che ho dovuto subito aiutare voi a sistemarvi!» sbuffò Giorgia, stappando la sua bottiglietta d'acqua e attaccandocisi morbosamente, assettata per la stanchezza, a causa dello sforzo, oltre alla calura di quella domenica di metà giugno.

«Tesoro, non lamentarti! Il mio chiederti aiuto è stato per vederti in tenuta sportiva: sei terribilmente sexy!» Matteo le fece l'occhiolino, scendendo lentamente dalla scala così da posare il pennello nel barattolo vuoto e avvicinandosi poi alla sua compagna per abbracciarla.

«Prendetevi una stanza!» Urlò in una risata Francesco, fintamente scocciato da quelle effusioni, continuando a verniciare la sua parte di muro.

«Domani, appena ci avranno portato tutto l'arredo per la casa» ribattè il biondo all'amico, provocando una risata generale.
A quel quartetto si aggiunsero presto le altre due coppie, le quali scesero lentamente dalla scala a chiocciola in fila indiana.

«Come minimo ci dovete una cena a tutti quanti e non ve la caverete con un giro pizza!»
Mattia guardò i due colleghi, indicandoli entrambi con l'indice, mentre stringeva con l'altro braccio la sua fidanzata.

«Agli ordini, capitano!» lo canzonò Francesco; ormai era risaputo, da ognuno di loro, il soprannome che gli aveva affibbiato Jessica e si divertivano a utilizzarlo per prenderlo in giro.

«Simpatici come sempre; porto il mio ammiraglio a fare un giro al lago. Ci vediamo domani!» Il moro salutò i ragazzi con una spallata, mentre alle donne posò i classici bacini sulle guance; Jessica invece le strinse in un caloroso abbraccio una a una, prima di scomparire al di là della soglia.

«Sarà ora che andiamo anche noi. Accompagno Katy a casa e poi vado ad aprire il locale; ci vediamo dopo, Moto.» Christian, più introverso rispetto al fratello, li salutò da lontano, attendo che la fidanzata compiesse lo stesso giro di saluti come aveva fatto JJ poc'anzi.

Rimasti soli, i ragazzi si spostarono nell'appartamento adiacente, per allontanarsi da quella cappa di afa che li stava facendo sudare, traendo un profondo sollievo da quella piacevole frescura; Sophie, previdente, aveva azionato il condizionatore prima di andare a dar loro una mano.
«Ho preparato un po' di tè freddo proprio stamattina; ne volete un po'?» La mora aveva già il frigo aperto, quando gli altri tre sospirarono un assertivo «Sì!», facendola sorridere.
Estrasse i quattro bicchieri dal mobiletto sopra il lavandino e li riempì, aggiungendo due cubetti di ghiaccio, per poi tagliare delle sottili fettine di limone.

«Che servizio!» Matteo bevve un profondo sorso di quel liquido dorato e gelido, godendosi la piacevole sensazione che quel fluido gli stava donando; sentiva l'incendio, che ardeva nella sua gola, spegnersi e trasse un sospiro di sollievo.
«Dovremmo assumerti allo Starlight, Soph; aumenterebbe sicuramente la clientela maschile!» Le sorrise poi, senza accorgersi dell'occhiataccia di Francesco nell'udire la provocazione del biondo.

«Perché non lo proponi alla tua di fidanzata, Teo?» domandò tagliente il bruno, mordendosi la pelle all'interno della bocca, cercando di stemperare il proprio nervosismo.

«Nessuno chiederà niente a nessuno, ok? Abbiamo già un bel lavoro, io e la mia Soph; non ci metteremo di certo a preparare cocktail a qualche gallinella o, peggio ancora, a dei tizi con scarso senso dell'umorismo che cercherebbero di conquistarci con battutine dal dubbio gusto!» affermò pensierosa e seria Giorgia, provocando una nuova risata in tutti i presenti.
Restarono insieme per una mezz'ora abbondante, ma poi dovettero separarsi: Matteo si sarebbe fatto una doccia a casa della sua fidanzata, dopodiché l'avrebbe portata a mangiare il Sushi.

«Ci facciamo una doccia insieme?» Francesco strinse Sophie e iniziò a baciarle il collo, facendola fremere. Si limitò a rispondere con un cenno affermativo del capo, mordendosi il labbro inferiore.
Salirono le scale ridendo, tenendosi per mano, dirigendosi prima nella camera da letto per levarsi gli indumenti sporchi e scambiarsi qualche intimo bacio.

Le note di Perfect, provenienti dal cellulare di Sophie, risuonarono nella stanza, interrompendo quella loro unione; vedendo il nome di Veronica sullo schermo si apprestò a rispondere.
«Ehi, Veve, tutto bene?» chiese all'amica, stringendo saldamente il telefono tra le mani, girandosi per spiare il suo uomo che si stava spogliando.

«Ehi, bellezza, certo che va tutto bene; tu come te la passi?» La sua voce squillante e cristallina le risuonò nell'orecchio, costringendola ad abbassare il volume dell'apparecchio.

«Me la passo piuttosto bene in questo momento!» sorrise maliziosa, nonostante l'altra non potesse vederla, senza distogliere lo sguardo dal fisico possente di Francesco, rimasto solo con i boxer addosso.

«Oh cavolo, devo aver interrotto qualcosa» disse preoccupata, portandosi il palmo della mano sulla fronte, non riuscendo però a trattenere un risolino.
«Cercherò di fare alla svelta! Venerdì sera ho bisogno di parlare solo con voi donne, quindi avevo pensato di vederci per una cena qui a casa mia. Devo presentarvi una persona!»

Sophie rimase interdetta a quella notizia, incerta su come interpretarla.
«Una persona?» chiese in un sussurro quasi impercettibile, ma che fortunatamente fu udito chiaramente dalla persona dall'altra parte della cornetta.

«Sì, mia cugina viene in città per organizzare il mio addio annubilato! Non vedo l'ora di presentarvela.»

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