Capitolo 39 - Non sei pazza.

Un'altra pesante settimana lavorativa era finalmente giunta al termine; per fortuna il mese di aprile era agli sgoccioli e con l'inizio di maggio Sophie e Giorgia sarebbero tornate a respirare il solito clima aziendale, senza nervosismi per le scadenze dei CUD e le ultime note dei vari bilanci.
Francesco l'aveva invitata a bere qualcosa con lui in quei giorni, ma la stanchezza e l'agitazione l'avevano portata a declinare ogni volta il suo invito. Era tentata di restare a casa anche quella sera, ma il messaggio della sua collega, mandato appositamente nel gruppo di Pasquetta dove tutti i loro amici erano presenti, la obbligava a presenziare allo Starlight.

- Stasera tutti allo Starlight, ho una grandissima notizia da darvi! –

Aveva aspettato di essere giunta a casa per scriverlo, evitando di far trapelare la notizia in ufficio, lasciando la mora senza parole. Non era da Giorgia tenersi le grandi notizie per sé, solitamente lei era la sua prima confidente. Non perse alcun secondo per risponderle, mostrandole il suo fastidio.

- Ma sei stronza? Non potevi dirmelo prima a lavoro? –

Passarono alcuni minuti, nei quali la bionda non diede nessun segno di risposta, provocandole ulteriore nervosismo. Decise di lasciare il telefonino in carica, mentre lei si sarebbe fatta una rapida doccia calda, la quale avrebbe lavato via tutta la tensione accumulata negli ultimi giorni.
L'idea di rivederlo fece accelerare i battiti del suo cuore, rimembrando le parole che gli aveva accennato quella domenica mattina. Iniziò a galoppare con la fantasia, immaginandosi l'area del locale addobbata con piccole luci che percorrevano tutta la parete, lui nel suo completo blu elettrico che la stringeva a sé sussurrandole parole d'amore, suggellando il tutto con un meraviglioso bacio. Aveva sempre avuto un lato romantico molto spiccato, nonostante le sue continue delusioni; sognava di vivere un amore travolgente, che la facesse sentire viva e in continuo scombussolamento, una passione che avrebbe arso ogni cosa.

Si avvolse nel suo caldo accappatoio di cotone, iniziando poi a far bollire l'acqua per la pasta, estraendo una scatoletta di sugo al ragù già pronto. Se nonna Carla l'avesse vista comprare un prodotto del genere, le avrebbe vietato di mettere piede in casa sua e probabilmente l'avrebbe diseredata. Scoppiò a ridere immaginando il volto rabbuiato di quella simpatica vecchietta, mentre le elencava le molteplici schifezze chimiche che si celavano all'interno di quel condimento.

Dopo aver buttato tre pugni di penne nel pentolino, tornò in camera sua per indossare la biancheria pulita e una tuta per stare in casa; si sarebbe occupata dell'outfit per la serata dopo aver cenato, sicura che ci avrebbe messo più di mezz'ora per decidere l'abbigliamento che avrebbe sfoggiato.

Al di là di ogni sua aspettativa, riuscì a vestirsi velocemente, optando per i jeggings appena comprati, una canotta attillata bianca e un cardigan perla, indossando i tronchetti col tacco grosso color pietra. Lasciò libera la sua folta e scura chioma, lisciando leggermente le punte che tendevano a fare qualche piega a causa della perenne umidità della sua città: Brescia.
Aspettò l'arrivo delle amiche nel parcheggio del locale insieme a Fabian, il quale si era offerto di darle un passaggio.
Ne aveva approfittato per raccontargli nel dettaglio i motivi che l'avevano portata a concludere la sua relazione con Daniele e dei sentimenti mai sopiti che la legavano all'attraente Francesco, lasciando esterrefatto l'amico.

«Avevo captato qualcosa al Silent Party, ma non credevo che ci fosse tutta questa storia sotto. Sono passati sette anni, Soph, lui potrebbe davvero essere cambiato.» Il bel moro puntò lo sguardo sul tettuccio della sua vettura, riflettendo su quel racconto.

«Lo so, Fa, ma chi può darmene la certezza? Se volesse solo aggiungermi alla sua lunghissima lista di conquiste? Magari ha cambiato tattica ora. Io non so niente di lui, ma allo stesso tempo mi ci sento legata... secondo te sto diventando pazza?»
Le puntò i suoi dolci e scuri occhi addosso, appoggiando la mano sopra quella dell'amica cercando di rassicurarla, mostrandole un sorriso comprensivo.

«Non sei pazza, sei solo inna-» Sophie lo bloccò, prima che potesse terminare quella parola, dalla quale era terrorizzata.

«Shh, non dirlo! Non lo conosco abbastanza per poter provare un sentimento simile.»
Fabian scoppiò a ridere, sbigottendola, portandola ad alzare un sopracciglio mentre lo osservava in preda all'ilarità.

«Guarda che non sarà pronunciare la parola amore ad alta voce che renderà reali le tue paure; puoi dirti di no quanto vuoi, ma i tuoi sentimenti sono chiari e a quelle emozioni non potrai sfuggire!»

Sophie sospirò amareggiata, inclinando la testa sullo schienale per poterlo osservare meglio.
«Quando sei diventato così saggio, tu? Una volta ero io a darti consigli da posta del cuore...»
L'amico tornò a ridere di gusto, portando la sua interlocutrice a incurvare le labbra verso l'alto.

«Ho avuto una buona maestra, che mi ha ascoltato e consigliato quando non sapevo dove sbattere la testa; è grazie a lei se ora sono così!»
Dopo quelle parole, fu lei a poggiare le sue esili dita su quelle di lui, grata della sua presenza costante e del forte legame di amicizia che li legava. Poteva contare su poche cose nella vita e i suoi migliori amici erano uno di quelle.

Il picchiettare sul lunotto li portò a voltarsi entrambi, trovando il Pai intento a muovere la mano a mo' di saluto, accanto alla sua bellissima fidanzata.
«Andiamo, è ora di far serata e scoprire la grande notizia di Giorgia!»
Scesero lesti dalla Renault Clio bianca del moro, raggiungendo i due che li stavano aspettando.

Sophie salutò Eliana con un caloroso abbraccio, mentre i due uomini si diedero una spallata amichevole.
Vennero raggiunti dopo alcuni minuti da Jessica, in compagnia di una ragazza bruna dai grandi e stupendi occhi color del cielo.
Fabian non restò indifferente al fascino della nuova arrivata, soprattutto alle forme prosperose del seno ben evidenti, messe in risalto dal vestito bianco a maniche lunghe e dal collo francese.

«Ciao, ragazzi, lei è Katy, la mia coinquilina barra compagna universitaria.»
JJ frequentava il quarto anno all'università degli studi di Brescia, indirizzo economia e management; si era trasferita da Mantova per non fare continuamente la pendolare, anche se la sua famiglia le mancava molto, in particolare la sorellina.

L'attraente bruna fece un veloce e impacciato cenno di riverenza con la mano, salutando quel gruppetto simpatico che le stava attorno.
Anche lei, come l'amica, aveva traslocato in quella città per seguire il corso di studi, lasciando l'adorata Varese e la sua dolcissima madre, un' ex modella russa trasferitasi in Italia per amore, ma che purtroppo non ebbe molta fortuna. Il padre di Katy, una volta scoperta la gravidanza della compagna, l'abbandonò al suo destino, perdendosi l'immenso dono di vivere la sua bellissima figlia e di vederla diventare la giovane donna affascinante, caparbia e determinata che era diventata.

«Mattia arriverà a momenti; ha detto che stasera il privè al secondo piano sarà tutto nostro. I ragazzi ci raggiungeranno quando il locale avrà chiuso al pubblico!» annunciò su di giri Jessica, contagiando tutti gli altri con la sua felicità.
Sophie era curiosa di scoprire quella sala inaccessibile a tutti gli altri, custodita addirittura da un buttafuori che ne vietava l'ingresso ai non autorizzati.

Mia e Alessandro si unirono alla allegra comitiva che si era persa nei soliti convenevoli con la nuova arrivata, cercando di metterla subito a suo agio, raccontandole alcuni aneddoti divertenti per farsi conoscere meglio, condividendo con lei la loro follia. Quando anche Mattia li raggiunse, poterono finalmente entrare nel locale, dando finalmente inizio al divertimento.

Come ogni venerdì, lo Starlight era gremito di gente ammassata tra il bancone e i divanetti. Molte donne cercavano di farsi notare dai quattro bellissimi proprietari, pavoneggiandosi nei loro vestiti succinti, ponendosi a essi con fare civettuolo. Il più ricercato, senza ombra di dubbio, era il bel Francesco, il quale si limitava a sorridere loro senza nemmeno guardarle; da quando Sophie era rientrata nella sua vita, le altre donne le intravedeva soltanto, senza soffermarsi sui loro dettagli. I suoi occhi erano solo per lei, per quegli smeraldi verdi e quel sorriso unico e speciale.

Nonostante l'ammasso di persone che faceva loro da scudo, i due innamorati riuscirono a scorgersi, ritrovandosi a sorridere, cancellando tutto quello che gli stava intorno. La musica era improvvisamente cessata, i presenti si erano dissolti nel nulla e la stanza diventò all'improvviso più chiara; erano rimasti soli, persi nella magia dei loro sguardi, con il ritmo incessante dei loro cuori che palpitavano per potersi raggiungere e sembravano rimbombare all'interno della loro bolla personale.

Restarono immobili a osservarsi per diversi secondi, finché entrambi non furono riportati alla realtà da terze persone. Fabian aveva richiamato l'attenzione di lei strattonandola delicatamente dalla spalla, poiché vani erano stati i tentativi di ridestarla, pronunciando più volte il suo nome; Giacomo aveva fatto lo stesso con l'amico, però in maniera meno gentile.
«Dicevi qualcosa?» domandò lei rivolgendosi al suo orso buono, il quale sogghignò divertito appena l'altra tornò a focalizzarsi sul barista a diversi metri da loro.

«Vuoi andargli a dare il bacino come sta facendo Giorgia con il suo fidanzato?» Le indicò la bionda che, infischiandosene della coda formata da diverse ragazze speranzose delle attenzioni del bel Matteo, si allungò sul bancone per baciarlo, marcando bene il proprio territorio.
Sophie osservò la scena con divertimento, ma con un pizzico di gelosia; avrebbe voluto scambiarsi anche lei delle effusioni simili con l'affascinante Motolese, ma soprattutto avrebbe voluto un vero rapporto a trecentosessanta gradi.

Una volta che i due piccioncini si staccarono, Giorgia fece a loro segno di raggiungerla, in modo da salire insieme al secondo piano, ritrovandosi dinnanzi a un omone ben piazzato in completo nero, con le braccia al petto e lo sguardo alto e fiero; sembrava uscito da un film americano.
La musica da discoteca, proveniente dal piano inferiore, giungeva loro leggermente attutita, ma era pur sempre a un volume troppo alto per riuscire a parlare a una certa distanza.
Il corridoio che separava i due livelli era scarsamente rischiarato da applique trasparenti, le quali illuminavano quei pochi metri quadri di una tenue luce blu.
«Sei qui da molto?» domandò, quasi urlando, la mora alle orecchie dell'amica, la quale si limitò a un cenno d'assenso con la testa.

«Ho cenato insieme a Veve, la fidanzata di Giacomo e ai ragazzi, poi noi siamo salite a sistemarci qui dentro, mentre vi aspettavamo!» Indicò la stanza protetta dal buttafuori, il quale guardò Fabian con fare guardingo.

«Cocco Gianese.» La bella Frisi pronunciò quelle parole, senza alcun senso apparente, lentamente. Fabian e Sophie si scambiarono un'occhiata confusa, sperando di trovare nell'altro un senso alle loro silenziose domande, restando però entrambi delusi. L'omone, sempre con il suo cipiglio disegnato sul volto, appoggiò la mano sulla maniglia della porta in vetro opaco, permettendo loro l'accesso.

«Adesso inizia il vero divertimento!»

*Spazio Autrice*

Buongiorno a tutti, e diamo il benvenuto alla nuova entrata nel cast di Nuova Ossessione; la bellissima Katy altri non è che la mia amica, citata più volte, LittleLiar46 .
Intanto vi lascio una foto dove potrete vederla meglio:

Siete pronti a entrare nel privé dello Starlight? Allora vi do appuntamento a sabato con la prima parte (sì, anche questo capitolo sarà diviso in più pezzi) del capitolo 40!

Baci, Sara

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