Capitolo 38 - Non sei poi così malvagio.
La lieve luce del mattino illuminava la camera da letto, carezzando il viso disteso di Sophie. I suoi occhi restarono chiusi mentre si beava del calore delle coperte, le quali sembravano avvolgerla come in un abbraccio, rassicurandola da ogni incertezza. Aveva dormito serenamente quella notte, come non faceva da settimane, in un sonno senza sogni, ma soprattutto senza incubi. Sentiva ancora il proprio respiro pesante, dovuto al naso chiuso e al dolore alla gola, ma riusciva a percepire un'immensa energia irradiarsi nel suo corpo; la febbre era decisamente passata.
Distese gambe e braccia per eliminare ogni traccia dell'indolenzimento, aprendo finalmente gli occhi, estendendo le labbra in un raggiante sorriso.
Non ricordava come aveva fatto ad arrivare fino al suo giaciglio, il suo ultimo ricordo della sera precedente la vedeva tra le braccia del suo bel bruno, entrambi impegnati a gustarsi gli episodi della serie tv. Aveva lasciato il telefono nel soggiorno, così pensò di scendere a recuperarlo, con l'intenzione poi di prepararsi un abbondante colazione; non si aspettava certamente di restare incantata da quello spettacolo, mentre scendeva le scale. Francesco stava dormendo sul divano, avvolto nella coperta che ieri avevano condiviso, rannicchiato nella parte della penisola; sotto il suo volto rilassato, il piccolo cuscino di pelle bianca lo sosteneva.
Gli si avvicinò con cautela, cercando di non svegliarlo, volendo ammirare più da vicino i lineamenti di quel viso bellissimo; scrutò con minuzia quelle piccole rughette sulla fronte a forma di gabbiano, le quali rafforzavano il suo già innato fascino, desiderando di sfiorarle con la punta dell'indice per tracciarne ogni dettaglio percepibile solo al tatto. Si soffermò poi sulla barba bruna incolta che delineava la parte inferiore del volto, incorniciano quella bocca a cuore maledettamente invitante, così rosea e leggermente dischiusa.
Strinse il bracciolo tra le dita, accorciando maggiormente le distanze, finché la punta dei loro nasi non si sfiorò come era già successo negli ultimi giorni. Forse fu proprio quel contatto, o probabilmente il caldo e corto respiro di lei così vicino al suo volto da sembrare lava incandescente, ma in quel momento Francesco si ridestò, ritrovandosi a sorridere.
«Se vuoi baciarmi non devi aspettare che io stia dormendo, sai?» Le sue palpebre restarono sigillate, ma riuscì ugualmente a percepire l'imbarazzo di lei per essere stata colta in flagrante.
Sophie sussultò nell'udire quella voce profonda ancora assonnata, cadendo col sedere sul pavimento, mentre il cuore le tamburellava impazzito nel petto.
«N-non ti volevo baciare... I-io volevo farti spaventare!» Sentì il viso andarle in fiamme, grata di aver avuto la prontezza di riflessi almeno per rispondergli a tono, anche se la voce le si era leggermente incrinata. Si alzò velocemente da terra, scappando verso il bagno e appoggiandosi con la schiena alla porta in legno, cercando di calmare il suo respiro irregolare. Non si era accorta nemmeno lei di essersi avvicinata così tanto a lui mentre dormiva. Il suo corpo era attratto da quello di lui come se fosse fatto di magnetite e lei fosse l'acciaio, come se entrambi fossero poli di diverso tipo, il nord e il sud; era impossibile separarli quando entrambi si trovavano vicino.
Dopo aver fatto le sue cose ed essersi data una rinfrescata al viso, lo raggiunse nel soggiorno, trovandolo ancora con quel solito sorrisetto sghembo disegnato sulla faccia da schiaffi.
«Smettila di sogghignare, idiota!» lo ammonì, alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto.
«Buongiorno anche a te, Khaleesi. Sei sempre così dolce appena sveglia?» la canzonò stiracchiandosi, stendendo le braccia verso l'alto. La sua felpa e la maglietta si sollevarono leggermente, lasciando alla vista della borbottona lembi di pelle di quell'addome marmoreo, il quale lei anelava tastare e baciare.
«Santa Vergine, aiutami tu!» bofonchiò, rivolgendo nuovamente lo sguardo verso l'alto, in una celata richiesta di autocontrollo, quello che le veniva sempre a mancare quando gli era vicina.
«Facciamo colazione? O vuoi restare ferma come un baccalà ancora per molto?» la domanda del bruno la ridestò dai suoi pensieri, dopodiché fu il suo stomaco a rispondere a quella richiesta, emettendo un brontolio che non lasciava spazio a equivoci, facendoli ridere di gusto.
«Come mai sei rimasto a dormire sul divano?» gli chiese sedendosi al suo fianco, puntando i propri smeraldi negli occhi di lui.
«Non potevo andarmene e lasciare la serratura della porta aperta tutta la notte, né volevo svegliarti per farti chiudere a chiave, visto che dormivi beatamente, così ho pensato che l'unica soluzione fosse dormire qui.» Dopo quelle parole, le scostò la solita ciocca dietro l'orecchio, accarezzandole il viso arrossato. Sophie restò piacevolmente sorpresa dalla sua premura, non immaginava che quell'insolente avesse anche un lato così tenero e protettivo, soprattutto nei suoi riguardi.
«Grazie! Posso prepararti dei Waffel per sdebitarmi? Ho preso lo stampo qualche settimana fa, ma non ho ancora avuto occasione di usarlo.»
Francesco si limitò a un cenno positivo col capo, rimembrando la sera di Pasqua e loro due impegnati a cucinare il tiramisù; era certo che avrebbero trovato il modo di battibeccare anche quella mattina, ma a lui piaceva anche quello di lei. Si alzarono simultaneamente, sorridendosi, dirigendosi poi verso la cucina, pronti a costruire un altro pezzo della loro storia.
La mattinata passò in un lampo, tra le risate e qualche solito bisticcio dovuto sempre alla passione di Sophie per il fruttosio, anziché lo zucchero. A Francesco in realtà non cambiava molto, si divertiva a punzecchiarla per godersi la reazione della mora impertinente, la quale non riusciva proprio tenere a freno la lingua con lui. Anche a lei piaceva quel loro modo di provocarsi, perché la faceva sentire viva, un incendio pronto a innescarsi che solo lui era in grado di domare, dirottando la sua forza distruttiva in passione e lussuria.
«Sarà il caso che vada; stasera tocca a me aprire lo Starlight e devo proprio darmi una rinfrescata.»
Sophie cercò di celare la propria tristezza, mentre lo accompagnava all'ingresso: avrebbe passato volentieri altro tempo con lui. Si guardarono in silenzio per alcuni secondi, lei tenendosi saldamente alla porta, lui con le mani in tasca sull'uscio di casa.
«Grazie di essere passato a trovarmi e di essere restato con me. Non sei poi così malvagio come pensavo.» Gli sorrise col cuore, quel sorriso che si irradiava anche dagli occhi, al quale era impossibile non contraccambiare.
«Sono contento di averti fatta ricredere, piccola Khaleesi saccente. Riposati e cerca di tornare in forma per venerdì, c'è un'ala del locale che voglio mostrarti!» La sua affermazione venne seguita da un occhiolino che la fece imbarazzare non poco. Non immaginava lontanamente quello che il bruno aveva ingegnato quella notte, non riuscendo a prendere sonno con il pensiero che la sua stupenda ossessione gli stesse dormendo così vicino, senza però poterla stringere a sé.
«Vuoi uccidermi e nascondere il mio corpo in un posto dove nessuno potrà mai trovarmi? Sappi che il mio fantasma non ti darà tregua durante la notte; ti verrò a tirare i piedi ogni qualvolta ti addormenterai, facendoti impazzire.» Con le mani mimò il gesto fluttuante dei fantasmi, assottigliando gli occhi in uno sguardo che avrebbe dovuto incutere timore al bel bruno, ma che invece gli provocò una forte ilarità.
«Preferirei che tu non mi dessi tregua la notte mentre sei viva, sinceramente.» La sua battuta portò Sophie ad alzare nuovamente gli occhi al cielo, anche se percepì una scarica nel basso ventre, sintomo che le sue parole non le davano poi così fastidio come voleva fargli credere.
«Sei il solito ingrifato! Non ci vengo a letto con te, Motolese insolente!» lo sfidò puntando i suoi smeraldi nei pozzi chiaroscuri di lui, sostenendo il suo sguardo. Francesco si avvicinò al viso di lei, facendo in modo che i loro nasi si potessero sfiorare ancora una volta.
«Io non ho mai detto il contrario; sei tu che pensi sempre a quello!» Il suo respiro caldo le solleticò le labbra, facendo sì che il suo cuore saltasse un battito in quell'esatto momento.
Francesco le stampò un veloce bacio all'angolo della bocca, lasciandola interdetta per alcuni secondi.
«Fatti sentire, mia bella Khaleesi!» Se ne andò con un sorriso soddisfatto disegnato sul volto; il sorriso di chi era riuscito ad avere ancora una volta l'ultima parola con quella ragazza impertinente.
*Spazio Autrice*
Buongiorno ragazze/i, un'altra settimana è giunta al termine per i nostri protagonisti e il mese di aprile sta quasi giungendo al termine (mese molto intenso, non c'è che dire XD).
Vi aspettavate che Francesco fosse rimasto a dormire buono buono sul divano? 'Sto ragazzo è una sorpresa continua, non c'è che dire.
Sophie sta pian piano calando le sue difese, iniziando a fidarsi un po' di più del bel Motolese, speriamo che non compia un passo falso...
L'appuntamento è per giovedì, con un salto temporale di qualche giorno, che li porterà direttamente al lunghissimo venerdì sera.
Baci, Sara.
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