Capitolo 34 - Pasqua con i tuoi (Parte 3)

*Si consiglia la lettura del capitolo, con la canzone in sottofondo*

Non avendo ancora digerito le infinite leccornie cucinate sapientemente dalla nonna, Sophie non ebbe nessuna voglia di prepararsi la cena, quindi optò per una tisana al finocchio. Erano quasi le nove di sera e non era affatto intenzionata a uscire, bensì si sarebbe sparata una maratona delle puntate di Grey's Anatomy sul divano, indossando la sua immancabile felpa bordeaux con cappuccio, sul quale erano state cucite orecchie e corno, con la scritta I'm a Unicorn e i pantaloncini bianchi con disegnati arcobaleni, nuvolette e unicorni; non era della stessa idea della nonna sul mantenersi impeccabile anche nella tenuta casalinga, perché sapeva che gli unici a presentarsi a casa sua senza essere annunciati erano i corrieri di Bartolini, ma non sarebbero certo capitati la sera di Pasqua.

Dopo essersi legata i capelli in uno chignon morbido, con alcuni ciuffi che le ricadevano ai lati del viso ancora truccato, estrasse dal microonde la sua tazza mug, decorata con i fenicotteri dorati, e gettò due cucchiaini dell'infuso granulato, mescolandolo e chiudendo il tutto con il suo apposito tappo in gomma col foro, creato per far uscire il liquido caldo.
Sì andò a sistemare sul divano, dalla parte della penisola, con il telecomando nella mano destra e la tazza e il cellulare appoggiati al bracciolo alla sua sinistra; cercò la puntata nell'on demand e dopo averla trovata cliccò su play, sorseggiando un po' della sua tisana.

Un sms su Whatsapp la distolse dalla visione, portandola a gettare un occhio distratto sul display illuminato, per poi perdere un battito nel vedere il mittente: Motolese Scortese.
"Sei a casa?"

L'anteprima del messaggio l'aveva gettata in una profonda crisi mistica, mandandole il cervello in standby per diversi secondi. Iniziò a galoppare con la fantasia, immaginandosi uno scambio di messaggi che l'avrebbe portata a un appuntamento romantico improvvisato, dove si sarebbero scambiati un bacio passionale e lui le avrebbe dichiarato il suo amore, finendo poi con l'uscire da una chiesa con l'abito bianco, tenendosi per mano accompagnati dal loro miglior sorriso, sotto il lancio impazzito dei chicchi di riso.

Fu il trillo del citofono a ridestarla, portandola a chiedersi chi potesse essere a quell'ora e augurandosi che non fosse il povero Daniele, il quale non aveva ancora compreso la loro rottura. Si alzò dalla sua postazione, avvicinandosi all'apparecchio bianco appeso al muro, all'angolo sinistro della cucina.
«Sì?» domandò incerta, leggermente intimorita.

«Corriere di biscotti senza glutine! Mi fai entrare?» La voce calda di Francesco portò il cuore di lei a rianimarsi in quella abitudinaria maratona, lasciandola interdetta con il dito sospeso vicino al pulsante. Non poteva credere che lui fosse lì, pronto per entrare in casa sua, e che le avesse portato addirittura del cibo.

"Ma dove cavolo li aveva trovati dei biscotti senza glutine la domenica di Pasqua?" si ritrovò a pensare, dimenticandosi della persona dall'altro capo della cornetta che stava attendendo una risposta.

«Sophie; ci sei ancora?» quella domanda la fece tornare alla realtà, portandola ad aprirgli e a maledirsi per non aver ascoltato il consiglio saggio della sua adorata nonnina.

Lo aspettò sull'uscio della porta d'ingresso, restando senza fiato nel vederlo salire le scale dell'atrio con quella sua innata eleganza, vestito con dei jeans neri con alcuni strappi sulle ginocchia, una felpa con cappuccio dello stesso colore della sua, ovviamente senza la scritta, e ai piedi le Silver argento; tra le mani teneva un sacchetto di plastica bianca e un uovo di cioccolata della Kinder.

Il bruno deglutì profondamente nel notare le gambe nude della mora, avvolte in quei pantaloncini troppo corti che non le nascondevano affatto le forme sinuose e seducenti. Si costrinse ad alzare lo sguardo per evitare che dei pensieri impuri si impadronissero della propria mente, i quali lo avrebbero costretto a inchiodare la sua ossessione alla porta e a baciarla con irruenza, accarezzando ogni centimetro di quella pelle morbida e invitante. Notò la scritta bianca sulla felpa della ragazza, trovandosi ad alzare un sopracciglio e a mordersi il labbro per trattenere un risolino divertito.

Quando puntò i suoi occhi in quelli di Sophie si trovò trasportato in un mondo lontano, perdendosi nella profondità delle sue iridi verdi, così espressive e brillanti, come se fossero due stelle; le sue stelle personali che gli avrebbero indicato la strada di casa anche in una giornata uggiosa, perché il suo cuore ormai apparteneva a quella sfrontata e la sua anima l'avrebbe ricondotto sempre da lei.

Se solo lei avesse potuto vedersi con i suoi occhi, avrebbe capito le emozioni che gli scaturiva nel petto, le quali lo portavano a volerla accanto ogni secondo, perché, quando non c'era, sentiva mancare una parte importante di sé stesso che mai avrebbe creduto potesse esistere e che solo lei era in grado di fargli provare.

«Buona sera, Khaleesi, disturbo?» chiese con il suo solito sorriso sghembo, il quale provocava in lei un turbinio di emozioni che partivano dal basso ventre. La mano di lei era ancora appoggiata allo stipite della porta, stringendolo con energia per trovare la forza di rispondergli e non cedere sotto al suo sguardo di fuoco.

«Che ci fai qui?» Si maledì subito dopo per quel suo stupido quesito, domandandosi perché non avesse trovato niente di più intelligente da dirgli. Fortunatamente il ragazzo le sorrise e le fece sventolare davanti al volto il sacchetto di plastica bianca.

«Ti ho portato due regali; vuoi lasciarmi fuori o mi fai entrare?»
La mora aprì maggiormente la porta, invitandolo tacitamente ad accomodarsi, chiudendosela poi alle spalle e seguendo ogni suo passo con sguardo attento.
Francesco appoggiò la busta e l'uovo sul tavolo, osservando l'arredamento del soggiorno, soffermandosi sullo schermo del televisore che trasmetteva una donna bionda con i capelli legati in una morbida coda e un camice bianco sopra alla divisa blu da chirurgo.

«Cosa mi hai portato?» gli domandò, avvicinandosi a lui per cercare di intravedere il contenuto all'interno del sacchettino.

«Curiosona! Allora...» Francesco iniziò a estrarre dalla borsa delle uova, seguite dal cacao, il mascarpone, del caffè e infine i savoiardi senza glutine; gli ingredienti per preparare il tiramisù.
«Visto che ci tenevi così tanto a fare il dolce per domani, ho pensato di portarti il materiale per cucinarlo.»

Si voltò verso di lei, per osservare le espressioni del suo viso e scoprire se quel gesto così semplice le avesse fatto piacere. Nel vederla sorridere il suo cuore saltò un battito e il mondo intorno a lui si fermò nuovamente, per osservare quella meravigliosa perfezione; quelle labbra incurvate così piene e morbide che avrebbe baciato per tutto il giorno, soffermandosi sul ricordo di quella sera lontana, l'unica in cui era riuscito ad assaggiarle e a sentirne il calore.
La risata della mora riempì quelle quattro mura e alle sue orecchie nessun suono sembrò mai così melodioso e sensuale; l'avrebbe ascoltata ridere ogni giorno della sua vita ed era sicuro che non si sarebbe mai stufato.

«Non hai più paura che io ti avveleni o che ci metta del lassativo?»

«Ecco perché sono venuto a supervisionare il tuo operato! Una volta terminato lo porterò direttamente allo Starlight, in modo tale che tu non possa fare qualche scherzetto, perché sono sicuro che ne saresti capace!» affermò facendole l'occhiolino, provocando una nuova risata nella ragazza.

«E l'uovo? Guarda che contiene glutine, quindi quello che sta attentando alla mia vita sei tu»

Francesco si portò una mano al mento, fingendo di riflettere sulle parole di lei.
«Cavolo, mi hai scoperto... e io che pensavo di essere stato furbo!»

Sophie lo guardò scettica, alzando un sopracciglio per nulla divertita dalla battuta del bruno.
«Per di più si vede che è stato richiuso, sai? La carta è tutta stropicciata! Mi hai portato i tuoi avanzi?»

Fu il turno del bruno di ridere dopo quell'affermazione, portandosi una mano alla fronte, esasperato dalla continua scarsa fiducia della ragazza.
«Perché non lo apri e vedi cosa c'è dentro?»

Ancora dubbiosa, slegò il nodo che teneva chiusa la carta intorno all'oggetto, scartandolo e restando sorpresa del suo contenuto.
«Tu sei pazzo!» affermò estraendo l'uovo di drago dalle scaglie rosse che andavano a schiarirsi verso il fondo; gadget ufficiale della serie di GOT, appartenente al suo personaggio preferito da cui aveva preso spunto il ragazzo per darle quel soprannome che a lei tanto piaceva.
Lo portò vicino al volto e ne osservò ogni dettaglio, accarezzando le squame ruvide in resina, che andavano a interrompersi pochi centimetri sopra il piedistallo.

«Che Khaleesi saresti senza il tuo drago?» domandò lui in un sussurro, felice per l'emozione che poteva intravedere negli smeraldi di lei, luminosi come non mai.
Sophie appoggiò l'oggetto sul tavolo bianco e si lanciò in un abbraccio che lo sorprese non poco, ma che fu felice di ricambiare, potendola stringere finalmente a sé e inalare il profumo di agrumi dei suoi capelli raccolti.

«Grazie, grazie, grazie! Non avresti dovuto farmi un regalo così costoso!»
Si beò del calore irradiato dal corpo di Francesco, sentendosi in Paradiso stretta tra le sue forti braccia; chiuse gli occhi e si godette quel momento così perfetto, augurandosi che non fosse l'ultimo che avrebbe vissuto insieme a lui.

Con riluttanza si staccò da lui, sicura che se si fosse trattenuta ancora avrebbe potuto commettere azioni azzardate, le quali l'avrebbero portata a soffrire.
«Allora, prepariamo questo tiramisù?»

*Spazio Autrice*

Quanto è stato dolce il nostro Motolese in questo capitolo? Ditemi  se non vi siete sciolte quando le ha portato l'uovo di Drago, coraggio! (Trisha, tu non fai testo XD)
Nel prossimo capitolo li vedremo alle prese con la preparazione del tiramisù e secondo me ne vedremo delle belle...

Intanto vi mostro la felpa indossata da Sophie, che vorrei acquistare anche io :P

A sabato, con l'ultima parte inerente alla Pasqua!
Baci, Sara

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