Capitolo 23 - Ottimo lavoro soldato
Quel mattino Francesco aprì il locale insieme a Giacomo, raccontandogli dell'incontro avvenuto il giorno precedente con la sua ossessione dagli occhi color smeraldo.
Era euforico di essere riuscito a scherzare e farla ridere, perché adorava come la sua bocca rosea si incurvava quando lo faceva, rendendo il suo viso più rilassato e luminoso, ma allo stesso tempo cercò di restare con i piedi ben ancorati a terra, ricordandosi che lei era fidanzata e una battuta non poteva cancellare la delusione provocatole sette anni prima.
Fu distratto per tutta la mattinata, non accorgendosi di dare il resto sbagliato ai clienti o di portare cappuccini e brioches a chi gli aveva semplicemente chiesto un caffè liscio; si sentì come uno scolaro alla sua prima cotta, quando si desiderava uscire con la ragazzina più bella del liceo, quella corteggiata e ambita da tutti. Per lui non fu certo un problema, visto che fin da infante le bambine lo circondavano. Francesco ha sempre posseduto un fascino innato, che gli aveva permesso di portarsi a letto molte donne, tranne una.
Solo quella mora impertinente era riuscita a resistergli, primeggiando là dove molte avevano fallito.
«L'amore ti fa male. Oggi è meglio se finisci prima, perché stai facendo solo disastri!» lo canzonò l'amico, che non aveva mai visto il bruno in quelle condizioni per una ragazza.
Le loro risate vennero spezzate dall'arrivo di un'altra persona decisamente raggiante, il quale superò le porte scorrevoli e si avvicinò al bancone fischiettando e con un'andatura quasi danzante.
Ogni suo passo era accompagnato da un ancheggiamento, movimento che risultò esilarante agli occhi dei due baristi. Matteo si accomodò sullo sgabello davanti ai propri amici, guardandoli con un sorriso che arrivava fino agli occhi e scostandosi alcune ciocche dello stesso colore dell'oro liquido.
«Come mai tutta questa felicità, Teo? Ti sei innamorato anche tu?» gli domandò Giacomo, appoggiandosi al mobile alle sue spalle e incrociando le braccia al petto. Francesco posò le mani strette a pugno sul bancone, piegandosi leggermente con la schiena per ascoltare la risposta dell'amico, nonostante immaginasse già la risposta.
«Quel "anche tu" è sospetto; mi sono perso qualcosa?» Il biondo guardò entrambi, facendo passare i suoi topazi prima su Giacomo poi su Francesco, soffermandosi incuriosito sul bruno e alzando un sopracciglio.
«Non si risponde a una domanda con un'altra domanda, lo sai? Comunque, Costa* si diverte a fare allusioni sui nostri sentimenti, sentendosi il nuovo Dottor Stranamore, solo perché tra qualche mese si sposerà.» Questa volta fu Francesco a canzonare l'amico, il quale rispose facendogli una smorfia che gli sollevò le labbra, avvicinandole al naso, e assottigliando gli occhi in una fessura.
«Va bene, ve lo dico... oggi ho appuntamento con Giorgia! Andremo a pranzo insieme, solo noi due.»
Matteo tornò a sorridere raggiante dopo aver dato loro questa notizia, girando su sé stesso con lo sgabello, per poi tornare a fissare gli amici che lo guardavano a loro volta divertiti.
Nella mente di Francesco si formò una ragnatela di pensieri, intrecciando diverse ipotesi e varie possibilità, decidendo infine di attuare quel piano che l'avrebbe portato a passare un po' di tempo con il suo chiodo fisso.
Si sollevò dal bancone, diretto verso la cucina, dalla quale risbucò dopo alcuni minuti, tenendo un sacchetto tra le mani.
«Approfitto della tua offerta di finire prima di lavorare, Costa. Amico, più tardi mi racconterai del tuo appuntamento, ora auguratemi entrambi buona fortuna.»
Con un sorriso radioso, pari a quello sfoderato dal biondo poc'anzi, Francesco si allontanò dal locale, dirigendosi al suo suv bianco, pronto ad attenersi al suo progetto "Riconquistare Sophie".
*Costa: Cognome di Giacomo
Quella mattina fu ancora peggio della precedente. Non le bastava l'immensità di scartoffie a cui doveva prestare un'intensa concentrazione e l'aver dormito poco e niente quella notte; si doveva aggiungere il pensiero di quel troglodita a distrarla, rallentandole ulteriormente il lavoro.
Il ricordo di quelle dita infuocate sulla sua pelle era ancora vivido in lei. Poteva sentirne nuovamente quella leggera ruvidezza simile alle foglie verdi primaverili, ma allo stesso tempo roventi come il calore emanato dal sole estivo; le sembrava che quella mano fosse ancora lì, tatuata sul proprio viso, indelebile nel suo cuore.
«Sei sicura che non ti serva una mano, Soph? Posso annullare con Matteo e dirgli che ci vedremo un'altra volta...»
La mora aveva i gomiti puntati alla scrivania e si teneva la fronte con la punta dell'indice e il medio di entrambe le mani, massaggiandosela con gli occhi chiusi, nella speranza che il suo mal di testa si dissipasse. Le parole di Giorgia la ridestarono dai suoi pensieri, facendole schiudere le palpebre così da poter osservare l'amica.
«Cosa? Non ci pensare neanche! Anche perché ormai è tardi per rimandare, visto che» si girò lateralmente per guardare l'ora sul desktop, «sono le dodici e venticinque. Matteo sarà qui a momenti.»
Come se si fosse sentito chiamare, il ragazzo bussò alla porta vetrata dello studio, regalando alla bionda un sorriso luminoso, a cui lei rispose di rimando.
Sophie premette il pulsante di sblocco che aveva sotto la scrivania, permettendo a Matteo di fare il suo ingresso.
«Ragazze...» salutò entrambe, soffermandosi su Giorgia che arrossì vistosamente.
«Splendore, sei pronta? Ti porto a I Monaci sotto le Stelle; so che lì fanno un ottimo gnocco fritto.»
Il ristorante scelto dal ragazzo era a pochissimi chilometri dal loro ufficio, ricavato da una chiesa e da una galleria d'arte, disponeva di tre sale: una di esse era una vecchia cappella, risistemata dopo essere stata per anni un garage, e dava un'atmosfera magica e romantica; accanto si trovava la sala ristorante, piuttosto spaziosa, allestita in maniera contemporanea e molto sofisticata. Infine, al piano superiore, una terrazza coperta, arredata in stile minimal con travi a vista laccate di bianco.
La mora desiderava cenare in quel locale, con il proprio fidanzato, da anni; soprattutto sperava di poter pregustare le squisitezze cucinate dallo chef Andrea Mainardi nelle serate in cui presenziava, nonostante il costo esorbitante.
Invidiò l'amica, ma senza rabbia o gelosia; era felice che al suo primo appuntamento il bel biondo avesse scelto un posto caratteristico, che avrebbe lasciato a Giorgia un favoloso ricordo.
«Certo, dammi un minuto che prendo le mie cose» rispose la bionda, alzandosi dalla sua postazione con in mano la borsa, avvicinandosi poi all'appendiabiti alle sue spalle per infilarsi la sua giacchetta di pelle marrone.
Mentre si sistemò le ciocche dorate rimaste incastrate sotto l'indumento, il ragazzo sorrise a Sophie, appoggiandosi con le braccia al bancone rialzato sopra la sua scrivania.
«Che dici, ho scelto un bel posto per portare a pranzo la tua amica?» domandò in un sussurro a Sophie, sperando di non farsi sentire dalla diretta interessata; non sapeva che la ragazza aveva un udito migliore di quello di un cane, ovviamente quando voleva ascoltare qualcosa di suo interesse.
La mora gli sorrise rassicurandolo, avvicinandosi all'orecchio di lui come se volesse condividere un segreto.
«Non potevi fare di meglio. Ottimo lavoro soldato!» Entrambi risero a quell'affermazione.
Mentre Sophie tornò seduta al suo posto, Giorgia si avvicinò al suo cavaliere, prendendolo sotto braccio con fare incerto e rivolgendo i suoi splendidi occhi verdi verso l'amica.
«Mi dispiace lasciarti da sola, tesoro. Non esagerare con il lavoro e cerca di riposarti almeno un po', ok?» chiese con un velo di preoccupazione, osservando le profonde occhiaie scure che segnavano il viso dell'amica, non intaccandone però il fascino.
«Va bene, mamma. Ora andate e godetevi il pranzo anche per me!»
Con le mani fece segno ai due di allontanarsi, così che potessero godersi ogni minuto possibile della breve pausa pranzo. Avrebbe aspettato con ansia il suo ritorno, per ascoltare ogni dettaglio che la bionda le avrebbe raccontato.
Prima di mettere i piedi fuori dalla porta però, Matteo si voltò a guardare Sophie con un sorriso malizioso, aggiungendo delle parole che raggelarono la ragazza sul posto.
«Oh, non credo che passerà la pausa da sola!»
*Spazio Autrice*
Ed eccoci all'ultimo aggiornamento della settimana. Chissà chi sarà la persona che è venuta a far compagnia a Sophie nella pausa pranzo ... Io non ne ho proprio idea XD
Vorrei ringraziare la mia amica Jessica JJLane per questa immagine fantastica e vi ricordo di passare nel suo profilo per leggere la storia del topino e della scimmietta!
L'appuntamento è per settimana prossima, per leggere insieme cosa succederà ai nostri eroi nella loro pausa pranzo.
Buon weekend ❤
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