Capitolo 18 - Nuova ossessione
Il venerdì era finalmente arrivato e, se da una parte Sophie ne era felice, dall'altra l'ansia, dovuta alla serata che la stava aspettando, la stava devastando.
Non aveva più visto né sentito Francesco dal giorno del picnic, e di questo ne fu grata perché così fu più semplice evitarne il costante pensiero; quella sera l'avrebbe rincontrato e la paura che le emozioni che lui le suscitava potessero ripresentarsi le provocò una leggera nausea.
Succedeva spesso che il suo corpo sfogasse in quella maniera le preoccupazioni, quindi non fu una sorpresa per lei quella reazione.
Si trovava davanti all'armadio da una buona mezz'ora, indecisa su quello che avrebbe dovuto indossare, incerta se infilarsi in un vestito che l'avrebbe valorizzata o mettersi qualcosa di comodo ma elegante.
Un messaggio interruppe il suo tormento interiore, permettendole una distrazione.
- Come ti vesti per lo Starlight? Ti vieto assolutamente le converse, perché non ti farebbero entrare. Stasera tacchi e non voglio lamentele. –
La ragazza scoppiò a ridere, divertita dall'eccentricità di Giorgia.
- Sono davanti all'armadio da mezz'ora e non ho ancora deciso. Urge un tuo consiglio che mi permetta di uscire da questo impiccio. –
Chiedere aiuto al guru della moda l'avrebbe sicuramente aiutata a velocizzare la scelta, ma non era certa che il risultato sarebbe stato di suo gradimento.
L'amica aveva imparato a memoria tutti i capi dell'armadio di Sophie, così da poterle consigliare sempre l'outfit per le serate importanti.
La conseguenza tragica di ciò era che, il più delle volte, si trovava in una situazione d'imbarazzo, con magliette a farle da vestito o con pantaloncini da spiaggia utilizzati per uscire il weekend.
La mora era sempre stata meno appariscente rispetto alla bionda; preferiva la comodità alla sensualità, cosa che la differenziava molto dall'altra, la quale sembrava essere nata con addosso un tacco dodici.
Si pentì della sua richiesta di soccorso, ma fu troppo tardi per rimangiarsela. La vibrazione del suo telefonino diede infatti conferma a quell'ultimo pensiero.
- Hai ancora il corpetto di pizzo nero? –
Capì subito dove l'amica volesse andare a parare con quella insolita domanda. Aveva conservato quel bustino, ma non era più riuscita a indossarlo. Troppi ricordi la legavano a quel pezzo di stoffa e non li avrebbe mai voluti estrarre da quel cassetto.
- Sì, ma ti dico subito che non uscirò in pubblico con quell'indumento! –
Si affrettò a risponderle, mettendo subito in chiaro la sua presa di posizione.
- Metti sopra la camicia di Zara in pizzo trasparente e sotto i leggings neri di pelle. Ricordiamo al cretino cosa si è perso quando ha scelto di volare di fiore in fiore, invece di godersi il tuo squisito nettare! -
Avrebbe pensato a Francesco ogni qualvolta avesse visto un'ape.
Il clima del locale era decisamente cambiato rispetto a quel lunedì. Le luci soffuse davano risalto alle immagini rappresentate sui maxi schermi ai lati delle mura e molti dei tavolini con le rispettive sedute erano spariti, per dare spazio alla massa di persone di muoversi liberamente.
Non credeva che potesse esserci una calca simile; non osava immaginare come potesse essere affollato il secondo piano, dove la musica faceva da padrona e la gente poteva lasciarsi andare al ritmo.
Le note di Martin Garrix si diffusero anche in quella sala, dove una miriade di corpi ballava a stretto contatto, con i bicchieri bianchi stretti tra le dita.
«Figo, vero? E aspetta di vedere la sala da ballo!» affermò Giorgia, urlando sopra alla musica per farsi sentire.
«Io e i ragazzi andiamo a portare le giacche al guardaroba, vi mettete in coda per prendere da bere?»
La domanda di Daniele la fece sobbalzare. Avrebbe rischiato di vedere i suoi occhi da vicino, con un misero pezzo di granito a separarli.
Non riuscì a rispondergli, perché lui e gli altri si erano già allontanati, lasciando le tre ragazze sole vicino all'entrata.
«Cerchiamo di farci servire da Matteo, così posso farti vedere il mio futuro marito, Mia.»
Il sorriso sul volto della bionda si allargò in una risata, dopodiché prese le amiche e, facendosi spazio tra la ressa, arrivò in fondo alla fila del bar.
Il loro spostamento non fu passato di certo inosservato agli occhi di molti ragazzi, che squadrarono le tre donne con ammirazione e appetito.
Giorgia indossava un vestitino nero con uno scollo a V molto profondo, i capelli le svolazzavano sull'esile busto, nascondendo il seno procace. Una fascia all'altezza dell'addome ne evidenziava la vita sottile; con una mano si scostava i capelli dal volto, l'altra invece era posizionata sulla gonna aderente; le sue lunghe unghie dallo smalto rosso giocavano coi brillantini luminosi disposti sul tessuto, i quali sembravano prendere vita al buio, illuminandone la figura.
Mia invece aveva scelto un classico vestito nero monospalla, che riscendeva morbido sul suo sinuoso corpo, ma che non metteva di certo in risalto il suo seno prosperoso, nonostante fosse impossibile da celare.
Si era lisciata i capelli, lasciando la sua folta chioma libera di ricaderle dietro alle spalle, coprendole il pezzo di schiena scoperto.
Sophie cercò di nascondersi dietro alle altre due, evitando di spiare lei per prima verso il bancone, sperando di passare inosservata agli occhi di Francesco.
Era riuscita a intravedere tutti e cinque i proprietari, vestiti in elegantissimi completi blu elettrici.
Uno di loro si trovava proprio davanti a lei, in tutta la sua assoluta bellezza e sensualità. Sotto alla giacchetta allacciata a dovere, indossava una camicia bianca chiusa da un papillon nero.
La capigliatura ribelle era stata acconciata con qualche spruzzata di lacca per impedire la caduta del ciuffo castano chiaro.
«Ecco Matteo!» Sentì urlare dall'amica, prima che si sbracciasse per farsi notare dal biondo, il quale le sorrise gaio appena la vide.
Il ragazzo teneva la giacca aperta, mostrando la camicia color panna e una cravatta larga blu notte a pois bianchi.
La mora venne trascinata dall'amica, che le aveva stretto il polso, in direzione del ragazzo, costringendola ad avanzare controvoglia.
«Ciao, splendore, questa sera sei magnifica. Cosa posso offrire da bere alla più bella del locale e alle sue amiche?» domandò con un sorriso, il quale provocò in Giorgia un notevole aumento della temperatura, che portò a farle sudare la mano.
Sophie alzò gli occhi al cielo, incredula di fronte alle moine alla Tre metri sopra il cielo che Matteo le stava rifilando.
«Per me un Mojito, per Mia una Capiroska alla fragola e poi...» si voltò verso Sophie, dando momentaneamente le spalle al ragazzo «per te un Coca Malibù, vero?»
Prima che riuscisse a rispondere, intravide l'oggetto del suo tormento flirtare con una bellissima bionda dai capelli mossi e lunghi, sollevati in un raccolto laterale. Il suo vestito a bretelline scollato, dai colori contrastanti del nero e dell'argento, metteva in bella mostra il seno formoso, mentre dei ritagli sulla parte sinistra dell'addome lasciavano intravedere degli spicchi di pelle chiara.
Entrambi ridevano, rallegrati da chissà quale informazione si stessero scambiando, ma che provocò l'effetto opposto a un'attenta osservatrice dagli occhi simili a due smeraldi, che osservò attentamente la scena con sdegno, rabbuiandosi vistosamente.
Francesco probabilmente percepì il suo sguardo furente addosso, perché in quel momento si girò, trovandosi incatenato ancora una volta, occhi negli occhi, con quella che per il bruno era diventata un'assidua, ma piacevole, nuova ossessione.
*Spazio Autrice*
Ed eccoci allo Starlight, di venerdì sera, con i cinque proprietari vestiti eleganti e molto sexy. Vi presento l'ultimo ragazzo che mancava all'appello, ovvero Cristian Colombo:
Si va finalmente a completare il banner dei magici cinque:
Voglio farvi vedere anche Mia e Giorgia, bellissime nei loro abiti eleganti.
E infine la misteriosa ragazza che filtrava con Francesco. Saprete di più su di lei nel prossimo capitolo.
Preparatevi alle risate, perché Sophie darà il meglio di sé. XD
L'appuntamento è per questo sabato (o forse prima?).
Baci, Sara
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