Capitolo 15 - Abbi pietà di me

Durante il tragitto dall'ufficio allo Starlight, Sophie si ritrovò a imprecare diverse volte contro il destino scellerato che le si era scagliato contro.
Inveì anche verso l'amica che, dopo aver approvato il locale per l'aperitivo, le aveva lanciato uno sguardo di sfida; era sicura che le avesse mentito quando le aveva risposto che non provava nulla verso Francesco, così volle metterla alla prova.

Parcheggiò l'auto e, dopo esserne scesa, cercò la Lancia Y argento di Mia, trovandola qualche fila dopo la sua.
La bruna si avvicinò con un enorme sorriso disegnato sul volto. Nonostante la stanchezza, la gioia che le dava lavorare con le piccole creature del nido la ripagava di ogni suo sforzo.
Lo si poteva notare dalla luminosità dei suoi grandi occhi color del cioccolato, che sorridevano in simultanea con le sue labbra.

I suoi lunghi capelli castani erano stati raccolti in un'elegante treccia a lisca di pesce; alcune ciocce ribelli erano fuggite da quella acconciatura poco pratica, ricadendole morbide ai lati e rendendo il suo viso ancora più dolce.
I jeans chiari che indossava le stavano alla perfezione, fasciando le sue lunghe e seducenti gambe, seguendone ogni curva.

«Mi sembra un secolo che non ti vedo! Come stai, amica?» Mia avvolse la ragazza in un caldo abbraccio, stringendola a sé.

Avevano vissuto per anni l'una di fronte all'altra ed erano state grandi amiche fino all'inizio delle superiori. Un po' per il trasferimento di Sophie da un'altra parte della città e un po' per le nuove amicizie create tra i banchi di scuola, le due ragazze si persero di vista per parecchi anni, finché, circa sette anni prima, non si ritrovarono per puro caso nel locale dove ora erano solite riunirsi in compagnia. Tornarono a frequentarsi e riallacciarono quel rapporto ritenuto perso, consolidandolo e rendendolo più profondo.

Si slegarono per guardarsi e sorridersi a vicenda, in attesa dell'arrivo della terza.
«Infatti è un secolo che non ci vediamo. Ti pare il caso di far passare dieci giorni dal nostro ultimo incontro?» La redarguì la mora, fingendo un broncio che non le apparteneva, ma facendo così ridere l'altra di gusto.

Anche Giorgia si unì a loro, completando quel magico terzetto.
La bruna avvolse in una calorosa stretta anche la bionda, felice di poter finalmente passare un po' di tempo con le sue amiche.
«Allora, ci sono novità?» chiese Mia guardando le due ragazze, sempre con il suo immancabile sorriso stampato sul volto.

«Oh sì, moltissime novità! Una si trova proprio all'interno del locale.» rispose Giorgia, canzonando volutamente la mora sotto lo sguardo leggermente confuso dell'altra.

«Smettila!» esclamò in tono alterato Sophie, rivolgendosi all'amica e puntando le sue iridi verdi in quelle di lei, con sguardo intimidatorio.
«Non farci caso, oggi Gio ha solo voglia di litigare con la sottoscritta» aggiunse poi, questa volta rivolgendosi alla bruna con uno sguardo e un tono di voce decisamente benevole.

«Okay... deduco che oggi non sia stata una gran giornata per voi. Che ne dite se entriamo a bere qualcosa e discutiamo di Pasquetta? In fondo ci siamo trovate per questo.»
Gli occhi color cioccolato di Mia si posarono sulle due ragazze che prese a braccetto e con cui si diresse all'interno del locale.

Il cuore di Sophie aveva intrapreso la sua marcia veloce e irregolare; a ogni passo in direzione dell'ingresso sembrava accelerasse, pronto a scoppiarle nel petto.
"Ti prego, fa che non lavori in questo momento! Almeno una volta abbi pietà di me."
Si ritrovò a pregare la ragazza, giunta dinnanzi alla porta scorrevole dello Starlight.

Quando si aprì, puntò subito lo sguardo verso il bancone, allietata di scorgere il volto di un affascinante ragazzo bruno, felice di scoprire che non si trattava di Francesco.
Un sospirò di sollievo uscì dalle sue labbra, mentre continuò la marcia insieme alle altre due.

«Buona sera ragazze. Un tavolo per tre?» domandò il barista, regalando loro un sorriso che avrebbe fatto sciogliere qualsiasi ghiacciaio e mettendo in bella mostra la sua dentatura perfetta.
I suoi occhi scuri sembravano due pozzi profondi, da dove sarebbe stato impossibile riemergere. Cozzavano con il viso dai tratti morbidi, che lo rendevano simile a un cucciolo.

Sophie si ritrovò a osservare il ragazzo più del necessario, perché ebbe la sensazione di averlo già visto prima, la stessa provata con Matteo.
Assottigliò gli occhi per scrutare con più minuzia i dettagli del suo viso, con la speranza che il suo cervello potesse risalire al suo nome.
Il ragazzo restò sorpreso e leggermente in imbarazzo per il modo in cui la mora lo scrutava, non sapendo come reagire.

«Giacomo?» domandò infine, sillabando leggermente il suo nome come se non fosse sicura dell'esattezza.
«S-sì, sono io» rispose alzando un sopracciglio, sentendosi maggiormente a disagio per non aver riconosciuto la ragazza, che alla conferma del suo quesito sorrise vittoriosa.

«Lo sapevo che il tuo viso non mi era nuovo! Sono Sophie, ma probabilmente non ti ricordi di me. Ci siamo conosciuti al ceralacca* quasi otto anni fa e siamo usciti qualche volta insieme. Ti ho ancora tra gli amici di Facebook.»

Ascoltò lo sproloquio della ragazza, portandosi una mano sul mento e grattandoselo tra il pollice e l'indice. Cercò di immagazzinare quelle informazioni per collegarle fra loro e cercare di ricordarsi quell'avvenimento.
«Ma certo!» affermò, schioccando le dita e avvicinandosi maggiormente al bancone. «La ragazza che non è andata al letto con Moto. Come ho fatto a non riconoscerti?»

La mora arrossì a quelle parole, sentendo gli occhi delle amiche puntati su di sé.
«S-sì sono io. Possiamo sederci a questo tavolo?» domandò, indicando un tavolino libero proprio dietro sé, eludendo così quel discorso spinoso.

«Certo. Quando siete pronte a ordinare fatemi un cenno.»
Dopo averle fatto l'occhiolino, prese una pezza e diede una pulita al bancone, sogghignando.

Le ragazze presero posto a sedere, osservando la lista dei cocktail ed evitando volontariamente il discorso aperto da Giacomo.
Mia scrutò attentamente l'amica, accorgendosi della piega innaturale delle labbra e del digrignamento dei denti, gesto che faceva inconsciamente quando era nervosa.
La bruna mise una mano sopra quella della amica, stringendola con energia ma dosando la forza, solo per rincuorarla e farle sentire la sua presenza.
Sophie esaminò quel gesto semplice, ma significativo, sorridendo grata all'amica.

«Se non fossi certo che mi detesti, penserei che tu mi stia seguendo.»
Quella voce calda, alle spalle della mora, le risuonò nelle orecchie, giungendole fino al cuore.
Non le servì girarsi per riconoscerne il proprietario, le bastò la reazione del suo corpo traditore.

Francesco era proprio dietro di lei.

*Ceralacca: è un gioco che si svolgeva ogni giovedì in un locale del bresciano. Ogni tavolo era numerato e si potevano mandare messaggi tramite dei bigliettini, dove bisognava inserire in alto il numero del tavolo del mittente e del ricevente, poi sotto il messaggio che si voleva far recapitare.
La cameriera avrebbe fatto da tramite, consegnando i vari biglietti.

*Spazio Autrice*

Pensava Sophie di averla scampata... e invece no, Francesco era di turno. XD
Come reagirà la nostra ragazza? Preparatevi con le cuffie per il prossimo capitolo, perché ci sarà una canzone che farà da sottofondo a questo nuovo incontro.

E ora passiamo alla presentazione dei nuovi personaggi (so che stavate aspettando questo momento).
Ecco a voi Mia:

Ed ecco Giacomo:

L'appuntamento è per questo mercoledì.

Baci, Sara

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