Capitolo 12 - Non lo faccio per te

«Questo è quanto; ora sai ogni cosa di quella sera.»
Tra un'interruzione e un'altra da parte dei clienti o dalle richieste del loro capo, Sophie riuscì a raccontare gli avvenimenti vissuti con Francesco all'amica, che l'ascoltò attentamente e stranamente in silenzio.

La bionda sbattè più volte le palpebre, incredula alle parole della collega.
«Tu sei scema forte! Ti trovi davanti un figo del genere e quello a cui pensi è fare la grande donna per farlo innamorare?» 

Giorgia si portò una mano alla fronte e, con il gomito puntato sulla scrivania, smosse il capo in segno di dissenso. Quando si fermò, restò per qualche secondo con lo sguardo puntato sul tavolo di legno plastificato, prima di rialzarlo e tornare a rivolgerlo verso l'altra.
«Non siamo in una commedia romantica, dove gli stronzi si innamorano della brava ragazza acqua e sapone, non sei nemmeno la protagonista di Cinquanta Sfumature. I ragazzi come lui vanno presi per quello che sono, una bella e sana scopata. Quelli non si innamorano, al massimo si fidanzano a caso e riempiono la donna di corna» sentenziò infine, portandosi le braccia al petto e distendendosi comodamente sulla sedia girevole.

Sophie si sentì una perfetta idiota dopo le parole dell'amica. Un forte calore si diffuse nel suo corpo, un misto di tristezza e imbarazzo. Con le unghie andò a togliersi lo smalto semipermanente dei pollici, rimembrando ancora una volta quella serata e le sue azioni.
Abbassò lo sguardo verso le dita rovinate, fissandole per un tempo che le sembrò infinito. Fu la mano della bionda, che si era posata sulla sua spalla, a farla destare da quello stato, riportandola alla realtà.

«Mi dispiace se ti sono sembrata troppo cruda, Soph... questa storia mi ha colta di sorpresa. Sei sempre stata tu a farmi aprire gli occhi sui ragazzi che spesso idealizzavo e scoprire che sei caduta vittima di un tale stronzo in passato mi ha fatta adirare!»

Le due si sorrisero, complici come sempre. Non servivano troppe parole, a loro bastava uno sguardo per capirsi. Il legame che le univa era così forte che niente al mondo lo avrebbe mai spezzato. L'una era il diamante dell'altra; prezioso e indistruttibile. Fu per quel motivo che decisero di tatuarselo sul polso sinistro tempo addietro, inserendo all'interno del cristallo l'iniziale dell'altra, così da rimarcare questa loro unione, enfatizzando il tutto col simbolo dell'infinito posizionato appena sotto la punta..

«Cancella subito quello sguardo triste dal tuo viso, perché chi ci ha perso è stato mister smutandatore! Lui continuerà a passarsi una ragazza diversa a settimana, insieme a molte malattie veneree, mentre tu hai trovato l'oro con Daniele.»

Sophie deglutì a quelle parole. Non riuscì a confidare a Giorgia che l'incontro del giorno prima aveva innescato una serie di dubbi nella sua mente, con i quali però non era ancora pronta a fare i conti.
Voleva dimenticare quelle sensazioni e smettere di parlare di lui sarebbe stato un buon inizio.

Il campanello dello studio suonò in quell'istante, portando entrambe a girarsi verso il portone.
Il sorriso della bionda si allargò inaspettatamente, quando vide il volto del bellissimo ragazzo dall'altra parte.
Allungò il dito verso il pulsante di sblocco e lasciò entrare Matteo, che socchiuse la porta alle sue spalle.
«Buongiorno, ragazze, spero di non disturbare.»

La bocca di Giorgia si allungò ancora di più, non riuscendo a mascherare il suo entusiasmo.
«Nessun disturbo! Stavamo giusto andando in pausa, vuoi unirti a noi?» domandò senza troppi preamboli la bionda, facendo imbarazzare la mora al suo fianco, che anche quel giorno avrebbe assistito al corteggiamento tra i due.

«Ho preparato dei panini e, vista la bella giornata, pensavo di invitarvi a fare un picnic al parco qui di fronte.»
Il ragazzo alzò il sacchetto e lo portò vicino al viso, scuotendolo davanti alle ragazze, le quali non riuscirono a trattenere un risolino.

«Scusate, ma io il terzo in comodo anche oggi non lo faccio. Anche volendo, il pane non lo posso mangiare perché sono celiaca. È stato un bel pensiero, comunque» rispose Sophie, alzandosi e avvicinandosi all'appendiabiti per prendere la sua giacca di pelle.

«Non ci sono problemi, Sophie. Ho preparato un panino senza glutine e non sono venuto da solo...»
A quelle parole la ragazza si bloccò con le braccia sollevate, mentre un brivido freddo le attraversò la spina dorsale.

Udì il rumore della porta che si apriva e dei passi fare il loro ingresso. Girò lentamente il volto, terrorizzata all'idea che quel rumore fosse associato proprio a lui, ma prima ancora di vederne il volto riconobbe il suo profumo. Quando i loro occhi si incrociarono, il cuore di lei saltò un battito e sentì ancora una volta quel tumulto di emozioni; lo stesso che aveva provato il giorno prima.

Chiuse gli occhi per darsi la forza di non tentennare nuovamente davanti a lui, imprecando mentalmente più volte contro il karma, il destino o qualsiasi entità che aveva voluto rimetterlo sulla sua strada.
Prese un profondo respiro, dopodiché tornò a puntare le sue iridi verdi in quelle chiaroscuro di lui, che le sembrarono più luminose.

«Non ci vediamo per sette anni per incontrarci due volte in meno di ventiquattrore. Questa è proprio -» non riuscì a terminare la frase, perché venne interrotta dalla calda e profonda risata di lui.

«Io direi fortuna, anche se credo che tu non sia del mio stesso avviso.» La voce di Francesco le provocò un sussulto, seguito da una scarica nel basso ventre.
Gli diede le spalle per prendere la sua giacchetta e per riportare la sua mente sul binario giusto, prima che le sue emozioni prendessero il sopravvento.

«Grazie per l'offerta, ma non credo sia il caso di pranzare tutti e quattro insieme, come se fossimo vecchi amici. Matteo, apprezzo molto il tuo gesto, credimi, ma dovresti scegliere degli amici diversi per questo genere di appuntamenti.»
La voce di Giorgia le risuonò nelle orecchie, sorprendendola. Era entusiasta di passare del tempo con quel ragazzo dagli occhi color del cielo, ma a causa sua si sarebbe sacrificata per evitarle di farle trascorrere il pranzo con lo smutandatore seriale. 

Sophie si sentì tremendamente in colpa per quella scelta; non voleva impedire all'amica di essere felice, anche se ciò comportava sopportare la presenza del bruno.
La mora si girò, notando gli occhi dei tre fissi su di lei. Si avvicinò alla collega, poggiandole la mano sulla spalla nello stesso modo che aveva fatto l'altra qualche minuto prima.

«Sarebbe un peccato non approfittare di un pranzo offerto anche quest'oggi, soprattutto dopo che Matteo si è scomodato a preparare un panino per celiaci, ricordandosi del mio problema.»
La ragazza sorrise prima alla bionda, poi al ragazzo dai profondi occhi azzurri.

«Veramente-» fece per dire qualcosa, ma Francesco fu più rapido di lui.
«Veramente non è stato un problema preparare il pranzo al sacco, quindi sbrighiamoci, prima che la vostra pausa finisca e il mio turno cominci.»
Il bruno fulminò l'altro che lo guardò confuso. 

Fisicamente, i due ragazzi, erano completamente diversi.
Uno era di qualche centimetro più alto, con le spalle larghe, un fisico più lavorato e lo sguardo da furbo, che si accentuava quando i suoi occhi marroni puntavano la propria preda e un sorriso sghembo faceva capolino sul volto.
L'altro invece aveva un fisico più asciutto, anche se si potevano notare i pettorali ben definiti sotto alla maglia grigia, e il viso da bravo ragazzo; quello che si augurava per l'amica.

Sophie spalancò gli occhi guardando Giorgia, indicandole con lo sguardo di raggiungere il biondo, che indossava una cuffietta di cotone color topo, la quale metteva in risalto ancor di più il colore delle sue iridi.
Giorgia accolse piacevolmente l'invito, mettendosi al fianco di Matteo e prendendolo a braccetto, prima di uscire in sua compagnia.

Francesco guardò i due con un sorriso, rivolgendo lo stesso alla ragazza rimasta nello studio, ma che lo fissò con sguardo truce.
«Ho accettato l'invito solo per rendere felice la mia amica, non di certo per te. Gentilmente, potresti uscire così che io possa chiudere l'ufficio?»

*Spazio Autrice*

Matteo e Francesco hanno preparato un bel pic nic per queste donne, rallegrando una e facendo disperare l'altra. XD
Chissà come andrà... Per scoprirlo non vi resta che aspettare il prossimo capitolo.

Nel frattempo, vi lascio l'immagine della nostra Sophie in versione piccola fiammiferaia, come l'ha soprannominata la mia cara amica Paola. 
Abbiate pietà, perché Photoshop non lo so usare, voleva solo essere una cosa simpatica.

L'appuntamento è per sabato, sempre che non decida di aggiornare prima come ho fatto settimana scorsa.
Baci, Sara

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top