39. Sempre e per sempre
Martina
Prego le mie amiche di non dire niente a nessuno. Voglio essere io a parlare con Sebastian. Ancora non so bene di preciso come, ma ci riuscirò.
Il giorno dopo, quando faccio ritorno a casa, la tentazione di prendere la macchina e andare da lui è troppa. Ma non posso, allora mi tengo occupata con gli ultimi preparativi per il matrimonio. Voglio che domani sia tutto perfetto, e lo sarà.
Arrivata a ora di cena, mi siedo esausta sul divano. Tra poco arriverà la mia parrucchiera per sistemarmi i capelli, farmi le unghie e tutto il resto. Vorrei prepararmi qualcosa da mangiare; in tutto oggi non ho toccato cibo e comincio ad avere fame, ma sono troppo stanca per fare qualsiasi cosa.
Mi addormento e mi sveglio quando la parrucchiera e l'estetista suonano il campanello di casa mia. Vado ad aprire la porta ancora tutta assonnata, ma almeno sono felice di potermi rilassare un po'. Nel tardo pomeriggio sono passata a prendere il vestito, ero preoccupata che non mi calzasse a pennello, ma per fortuna era perfetto.
Non si direbbe nemmeno che io sia incinta, ma forse è meglio così. Non vorrei apparire nelle nostre foto di nozze con una mini pancia. A proposito di questo; ieri sera ero talmente in panico che alla fine mi sono fatta accompagnare in ospedale da Minttu e da tre altre mie amiche. Era tardi, e la maggior parte di loro stava già dormendo.
I dottori non mi hanno detto nulla di nuovo; mi hanno confermato che sono incinta da poco meno di un mese e si sono raccomandati di andare dalla mia ginecologa il prima possibile. Certo, appena avrò tempo ci andrò, ma ora ho altre cose a cui pensare.
Così, mentre la parrucchiera mi lava i capelli, resto ad ascoltare i suoi racconti riguardanti la sua vita privata. Si chiama Sarah ed è davvero molto simpatica. Mi racconta del suo amico canadese e della sua casa popolata di gatti; intanto l'estetista lavora sulle mie unghie, mantenendole il più possibile naturali.
Mi sento molto meglio quando mi guardo allo specchio e vedo i miei capelli puliti e sistemati alla perfezione, e le mie unghie lunghe e luccicanti. Nelle ultime ore ho trascurato un po' me stessa, lo ammetto. Non è da me, ma ho la sensazione che in questi giorni la mia vita si stia stravolgendo un po' troppo. Il matrimonio era programmato, ma questa ultima cosa no.
Adesso come non mai, avverto il bisogno del mio punto fisso per incominciare di nuovo a capirci qualcosa. Sì, ho bisogno di Sebastian. Devi aspettare ancora poco, mi dico dentro di me. E mi viene quasi da piangere, pensando a quanto in questo momento io abbia bisogno di un suo abbraccio. Vorrei che fosse qui, accanto a me; vorrei potergli parlare del pensiero che mi tormenta: come farò a terminare il mondiale?
Arriverà un punto in cui dovrò dire basta, perché sarò forzata dal mio stesso corpo. Ma abbandonare tutto, proprio adesso che ho la vittoria in pugno? E' come se Sebastian si trovasse in cima alla classifica del campionato e per un qualche motivo decidesse di ritirarsi.
Tutte fatiche sprecate, direbbe la maggior parte delle persone. Ed è così che mi sento; come se all'improvviso tutto quello per cui ho lottato fino ad ora si sia dissolto nel nulla. Non vedo l'ora di parlare con Sebastian; spero che mi aiuti a mettere in ordine i pensieri che ho nella testa.
Scossa più da una forza esterna che da altro, per cena mi preparo un po' di minestra in brodo; giusto per alimentare anche quel piccolo principio di vita che c'è in me. Sarà poco più un ammasso di cellule, ma mi sento in colpa, perché se non sto bene io, non sta bene neanche lui. Ora che so della sua esistenza, almeno sono sicura di non avere qualche altra malattia rara; per il resto il senso di nausea è del tutto sparito.
Quando vado a letto e guardo di sfuggita il telefono, sono quasi tentata di dare la buonanotte a Sebastian. Sto impazzendo, qui a casa da sola; non vedo l'ora che arrivi domani per potermi sposare e riavere di nuovo il mio uomo al mio fianco. Infatti, subito dopo, mi ricordo che sono stata una settimana intera senza sentirlo, e adesso non mi sembra proprio il caso di cadere in tentazione.
Nonostante tutto, mi addormento molto prima del previsto.
Il giorno dopo, la mia sveglia suona all'alba; deve ritornare la parrucchiera per sistemarmi i capelli e da un certo momento in poi, iniziano a venire le prime amiche. Tra queste c'è ovviamente anche Minttu che oggi sarà la mia testimone. Quello di Sebastian invece sarà Kimi.
Mi preparo con calma, cercando di superare l'orario prefissato per l'inizio del matrimonio: doveva iniziare alle 11:00, ora sono le 11:15, immagino che così possa bastare. A dire il vero, in questo ultimo quarto d'ora non ho fatto altro che guardare l'orologio. Detesto essere in ritardo, e quella di oggi la vedo un po' come una penitenza. Nonostante questo però, ho continuato a dire a Minttu che non era ancora il momento giusto per andare.
Ho bisogno che Sebastian mi meriti e che non dubiti di me. Io di certo non lo farò mai, perciò non vedo perché non lo dovrei mettere alla prova.
Spinta dalle suppliche di mia madre, finalmente decido di partire. La mamma di Sebastian era piuttosto tranquilla, ma la mia temeva che, se avessi aspettato ancora un po', non mi sarei più sposata.
Quando arrivo davanti alla chiesa, vedo una splendida Ferrari 288GTO rossa, quasi davanti all'entrata.
E' una sorpresa di Sebastian; non mi ha detto che macchina avrebbe usato per questa giornata, e ora che ce l'ho davanti, non posso fare a meno di approvare la sua scelta. Ne esistono pochissime al Mondo, e una è proprio qui.
Dio, sposerò davvero l'uomo dei miei sogni, penso dentro di me, mentre, accompagnata da mio padre, mi avvicino all'altare. Non sono più così agitata; tutto quello che voglio fare ora, è finire la cerimonia per poter parlare a Sebastian. Pazzesco quanto le priorità possano cambiare in fretta.
Quando i miei occhi incontrano quelli di Sebastian, vedo che il suo viso si distende; sembra quasi sollevato. Poverino, l'avrò fatto preoccupare a morte, penso. Non volevo spaventarlo così tanto, non volevo dargli dei motivi per i quali dubitare di me.
Lui sa che su di me potrà contare sempre. Sempre e per sempre.
E anche io mi sento molto sollevata quando gli stringo la mano. Non so se questo sia previsto nella cerimonia del matrimonio o meno, ma a me non interessa. Tutto quello che importa è sentire il calore della sua mano nella mia.
Gli invitati sono tutti in piedi e, prima che il prete inizi la cerimonia, Sebastian si volta verso di me e mi sussurra «Sei bellissima, amore mio.»
Vorrei piangere per queste parole. Mi sento così emozionata, che potrei farlo per davvero. Stringo ancora di più la mano di Sebastian nella mia, rivolgendo l'attenzione al prete. Non ho assistito a molti matrimoni in vita mia, forse sono stati meno di cinque, ma sono sicura che, se anche ne avessi visti di più, non avrei imparato a memoria tutta la cerimonia.
E così, quando apro la bocca per pronunciare la prima frase della mia promessa, mi ritrovo ad avere la voce tremante. Mi viene d'istinto cercare lo sguardo di Sebastian, dato che è di fianco a me, e lui mi dà la sicurezza necessaria ad alzare il tono di voce; a renderlo più chiaro e determinato.
Ancora una volta sento le mani calde di Sebastian sulle mie, poi l'anello freddo e alla vista lucentissimo, circondarmi l'anulare. Ripeto le stesse azioni con inaspettata sicurezza, mantenendo lo sguardo incollato a quello di Sebastian.
E ben presto la fede che porto al dito si scalda; ora è della stessa temperatura delle mani di Sebastian, le mani di mio marito.
Io e Sebastian siamo marito e moglie.
Per davvero.
A cerimonia finita, lo bacio. Sono così contenta, che mi lascio sfuggire un paio di lacrime, ma nessuno lo nota, perché veniamo investiti da una pioggia di riso e coriandoli. Però Sebastian sì; si avvicina al mio viso e mi asciuga le lacrime «Ti amo Martina, finalmente posso chiamarti mia moglie, mi sembra un sogno. Sono così felice che-» Non lo lascio finire, perché premo la mia bocca sulla sua. E io lo conosco molto bene; lui non si tira indietro di fronte ad un bacio.
Il fotografo ci avvisa che ha già fatto abbastanza foto, ma io e Sebastian continuiamo a baciarci.
Siamo nel nostro mondo, forse tornati a quel giorno in Svizzera, la prima volta in cui l'ho chiamato Vettel; o a quella sera a casa di Kimi, sulla pista, quando gli ho dato un passaggio, benché fosse senza protezioni; o davanti all'entrata della mia casa, quando ho urlato e gli ho chiuso la porta in faccia.
In tutto questo sono grata che lui non abbia perso le speranze. Gli ho dato tutti i motivi per andarsene, per lasciarmi in pace, invece non l'ha fatto. Ha intuito che non era quello che volevo realmente. Ed è rimasto insieme a me.
«Vieni, ti devo fare fare un giro sulla macchina, è stupenda.» Mi dice lui, tirando fuori le chiavi dalle tasche. Sono follemente innamorata del mio pilota; non riesco a credere che si sia fatto tutto il matrimonio con il pensiero di farmi fare un giro su quell'auto.
Io sorrido e dico «Va bene, ma ad una condizione: solo se la potrò guidare io.»
Lui non dice niente, facendomi intuire che in realtà non ha nessun voglia di cedermi il volante. Apre la portiera del guidatore, ma mi accorgo che l'ha fatto per me, perché indica il sedile. «Come desidera, signorina Vettel.» Pronuncia il suo cognome facendomi l'occhiolino, poi mi consegna la chiavi e dice «Mi sembra giusto che tu debba guidare la tua macchina. Questo è il mio regalo per te, spero che ti piaccia.»
—
Piango, piango, piango troppo 😭
Quanto sono carini i Marstian?
Troppo.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, io non dovrei essere di parte, ma lo amo 😍
Volevo pubblicare questo capitolo a inizio luglio, ma voglio festeggiare con voi le 8K letture e i 900 voti, perciò non ho potuto aspettare.
Non credete che la storia sia già finita, ci saranno ancora dei capitoli molto interessanti, a partire dal prossimo 😌
A presto e buona gara, oggi ne vedremo delle belle ❤️
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