23. Fine e inizio
Martina
«Sebastian! Potresti andare un po' più piano? Non vedi che la strada è ghiacciata? Così rischierai di ammazzarci!» Invece di ascoltarmi, Sebastian si mette a ridere.
«Lo sai come sono fatto, mi piace divertirmi! Tranquilla Marty, non ci accadrà niente e poi tra poco saremo arrivati!» Risponde lui abbastanza eccitato. Siamo su una strada piena di tornanti in Svizzera; non so cos'abbia in mente Sebastian, però spero davvero che rallenti un po'. Va bene che sono un pilota e sono coraggiosa, ma solo quando guido i miei, di mezzi.
Guardo fuori dal finestrino e vedo il paesaggio tutto innevato. Non vedo l'ora di vedere la nostra destinazione, ma da quello che mi ha detto Seb, non ci metteremo molto.
Quest'anno abbiamo deciso di trascorrere il Natale con le nostre famiglie. E' stata una scelta condivisa, anche perché non avremmo voluto deludere l'una o l'altra. Sebastian ha avuto da fare quasi fino alla Vigilia; il 20 dicembre ha festeggiato insieme a tutti i suoi colleghi in Ferrari la fine dell'anno lavorativo, poi si è fermato a Maranello per controllare lo sviluppo della macchina. Avrebbe potuto tornare a casa qualche giorno prima, ma lui ci teneva davvero tanto a dare la carica ai suoi ragazzi.
Ho sentito un po' la sua mancanza, quando, il 25 dicembre mi sono svegliata nel mio letto vuoto, senza di lui. Ma poi ho pranzato con i miei genitori e i miei parenti, insieme abbiamo aperto i regali e, alla fine della giornata, sono tornata nel mio appartamento e sono stata al telefono tutta la serata con Sebastian. Non potevo immaginare, che, il giorno seguente, me lo sarei ritrovata sotto casa. Questa volta però non si era perso per le vie della città; aveva imparato dai suoi sbagli.
«Sei pronta per aprire il tuo regalo di Natale?» Mi ha detto Sebastian, una volta entrato in casa mia. Io ero rimasta subito sorpresa, perché non me lo aspettavo; poi, quando mi ha dato il pacchetto, la curiosità aveva già preso il sopravvento.
«Mi bastavi tu come regal-» Non avevo fatto in tempo a finire la frase, perché lui mi ha fatto segno di non dire altro. Ormai sapevo com'era fatto, anche se continuava a stupirmi. Mi sono concentrata sull'aprire il regalo; all'apparenza sembrava una scatolina piccola, ma il nastro dorato che la teneva chiusa era difficile da aprire. Quando finalmente sono riuscita a sciogliere il nodo, ho aperto il cofanetto per poi non trovarci niente. Allora con gli occhi ho cercato Sebastian, ma avevo notato che si era abbassato e si trovava inginocchiato, con un piccolo oggetto splendente tra le mani.
«Martina, vorresti farmi il regalo di Natale più bello di sempre e sposarmi? Vorresti essere mia moglie?» Io mi sono abbassata, ripetendo 'sì' all'infinito.
E poi abbiamo passato alcuni giorni insieme, finché, prima dell'ultimo dell'anno, siamo partiti per tornare in Svizzera. Sebastian aveva una sorpresa per me e poi eravamo già rimasti molto tempo in Italia.
«Dì la verità, non te lo aspettavi!» Esclama Sebastian, guardando l'anello che mi ha regalato per Natale.
«No, no, proprio no.» Ammetto io, mentre ripenso che io per Natale gli ho regalato un maglione. Insomma, immaginavo che mi comprasse anche lui qualcosa, ma non una proposta di matrimonio.
«Sarà tutto perfetto Mar, lo sarà perché lo siamo noi.» Io gli sorrido annuendo. Certo che lo sarà, abbiamo già deciso la data! Ma prima dobbiamo contattare ancora alcune ditte per sapere se sarà davvero possibile. E' abbastanza vicino, dato che volevamo scegliere un periodo in cui fossimo liberi entrambi dai nostri impegni sportivi.
«Ti avevo avvertito delle mie capacità. Oh, ecco, siamo arrivati!» Dice lui, indicando un passo di accesso a una casa. Per fortuna, per gli ultimi chilometri, ha rallentato un po'. Forse ha avuto pietà di me; almeno ora siamo sani e salvi. Sebastian parcheggia di fronte a una casa dall'aspetto massiccio. E' costruita prevalentemente da legno, ma la neve che c'è intorno la fa sembrare una casa delle fiabe. Il vialetto d'ingresso non è ghiacciato, così scendo dall'auto di Sebastian e mi dirigo verso la porta principale.
«I bagagli li prenderemo più tardi.» Mi dice lui, prendendo in mano quelle che suppongo siano le chiavi della casa.
«Già mi piace, è stupenda!» Mi lascio sfuggire io, guardandomi intorno in adorazione. Dall'altra parte della casa si intravede il paesaggio che dà direttamente sull'intera vallata.
Sebastian non fa altro che sorridere; apre la porta e mi fa segno di entrare.
L'interno è caldo e accogliente: nella sala principale c'è un albero di natale con sopra luci dorate; dalle finestre si vede il paesaggio esterno e il pavimento è in legno. Vorrei abitare qui per il resto dei miei giorni!
Sebastian mi lascia esplorare il piano di sotto, poi mi conduce sulle scale e mi mostra la camera da letto e le altre stanze.
«Se mi chiederanno perché ho deciso di sposarti, tu hai già la risposta pronta!» Dico io, prima di voltarmi verso il mio futuro marito e stringerlo in un abbraccio. Ancora mi suona strana questa parola, ma presto mi ci abituerò.
«Diventerai la signora Vettel, così finalmente ti potrò chiamare anche io 'Vettel'!» Scherza lui, facendomi l'occhiolino. Ancora non gli è andata giù questa cosa, suppongo che gli desse davvero molto fastidio sentirmi mentre mi rivolgevo a lui usando il suo cognome.
«Già, ma sai, a me non darà fastidio, perché solo tu sei particolare. Nome o cognome che differenza fa? Sono uguali, no?» Lui scuote la testa poco convinto.
«Ho capito Rossi, ho capito.» Io scoppio a ridere invece di prendermela. Io e Sebastian siamo davvero fatti l'una per l'altro.
«Ehi Marty, non ti chiamerò più così, perché poi mi sembrerebbe di dover chiamare un altro Rossi, Valentino.» Decido di mettere fine a questa conversazione diventata ormai un po' troppo insostenibile per i miei gusti. Aiuto Sebastian a scaricare i bagagli; abbiamo ancora le nostre giacche addosso e se ci mettessimo a fare altro, poi ci passerebbe la voglia.
Per il resto della giornata rimaniamo in casa ad esplorare ogni singolo metro-quadro.
«Domani andiamo sulla neve.» Mi sussurra Sebastian, dandomi dei baci sul collo. Dopo cena guardiamo un film sul divano.
Poi saliamo in camera da letto; rimane solo quella stanza da conoscere per bene.
«Ma non a sciare, altrimenti mi romperò una gamba.» Dico io, lasciandomi coccolare dalle sue carezze. Sebastian conosce il mio corpo, già da un po' di tempo ormai.
«Che fifona che sei. Piuttosto dovresti preoccuparti di avere effettivamente l'uso delle gambe domani! Io fossi in te, non ne sarei così sicuro.» Lo zittisco con un bacio, poi dico a fior di voce, vicino alle sue labbra «Perché vuoi sempre sembrare un maniaco, quando in realtà sei dolce e delicato come lo zucchero a velo su un pandoro?»
Sebastian scoppia a ridere «Come lo zucchero a velo su un pandoro? Ora utilizzi similitudini natalizie? Mi piace!» Poi mi afferra le gambe e si appoggia su di me «La dolcezza prima di tutto, amore mio.»
-
Il mattino seguente, ovvero l'ultimo giorno dell'anno, io e Sebastian facciamo colazione a letto, mentre guardiamo la neve scendere dalle finestre che danno sulla valle.
«Se smetterà, potremmo andare fuori!» Esclama Sebastian, osservando i fiocchi di neve posarsi un po' ovunque. C'è del vento e si stanno distribuendo in maniera non uniforme.
«Io avrei una proposta: potremmo dormire finché non ci sarà il tempo adatto per uscire!»
«Ma come faremo a capirlo, se staremo a dormire?»
«Dormire, sonnecchiare, stare nel letto a non fare niente... Quello che vuoi Sebastian.» Il suo viso si illumina con un sorriso, poi mi risponde che a lui va bene quello che voglio fare anche io.
«Fuori fa freddo dai, restiamo sotto le coperte ancora un po'.» Sebastian va a portare il vassoio della colazione in cucina, poi torna a letto con me.
«Forse non te l'ho ancora detto, ma alla cena della Ferrari, finita la presentazione riassuntiva dell'anno, mi sono fermato per fare tantissime foto. Non puoi immaginare quante selfie abbia fatto! Io in genere non amo molto queste cose, ma quella gente lavora per me, non potevo fare finta di niente!» Mi dice Sebastian, appoggiando la testa contro la mia spalla sinistra.
«Glielo dovevi, siete una squadra e dovete rimanere sempre uniti. Hai fatto bene, Seb!» Per riempire il silenzio, gli racconto dei miei ultimi allenamenti sulla neve, sulla pista di Kimi. E' andato tutto piuttosto bene, anche se per me era un po' insolito guidare su un tracciato ghiacciato. Ovviamente a cambiare era soprattutto l'approccio alla guida, ma è stato interessante. Kimi ha sempre qualcosa da insegnare; è davvero un pilota completo.
«Pensavo che, quando abbiamo detto a Kimi e a Minttu del nostro matrimonio, lui ci avrebbe raggiunti a casa per farci le congratulazioni di persona, quel giorno stesso!» Dice Sebastian, visibilmente divertito. Anche io non nascondo di aver avuto lo stesso timore, ma lui e sua moglie erano semplicemente felici per noi, tutto qui.
Appena finisco di parlare, guardo fuori dalle finestre e noto che ha smesso di nevicare. Non sono l'unica a farlo, infatti Sebastian mi obbliga quasi subito a scendere dal letto «Avanti Mar, è l'ultimo dell'anno, dobbiamo rendere questa giornata indimenticabile!» E così ci vestiamo e andiamo fuori. L'atmosfera che si respira è davvero unica: c'è un assoluto silenzio ed è tutto bianco. Sebastian mi porta nel garage, situato dietro alla casa. Non avrebbe mai scelto di andare in un posto, se non ci fosse stato un riparo per la sua macchina!
Entro anche io, nonostante la sua Range Rover Velar occupi quasi tutto il posto; è dannatamente lunga come macchina!
«Spostati Mar, altrimenti non riesco a passare!» Mi dice Sebastian poco dopo. Allora ripercorro la strada che ho fatto e torno indietro. Una volta fuori, Sebastian appoggia per terra un grosso oggetto bianco. «Ecco qui il tuo slittino, così potrai divertirti sulla neve.» Io lo guardo un po' confusa, poi domando «Allora tu vuoi andare a sciare?»
«Certo che no, non ti lascerei da sola!» Poi si siede sullo slittino e mi dice «Mi fai compagnia oppure no? Ora non hai più scuse!»
Così mi avvicino a mi siedo sopra di lui. Spero che lo slittino regga il peso di due persone. Insieme ci diamo la spinta; siamo dietro a casa e c'è una mezza collinetta spoglia, perfetta da utilizzare per scendere senza rischiare di finire contro qualcosa.
«Più tardi andiamo a fare un giro qui intorno?» Domanda Sebastian, mentre entrambi abbiamo il fiatone. Stiamo risalendo a piedi la collina; non sembrava così faticoso finché eravamo in discesa.
«Certo, appena mettiamo giù questo coso. Sarebbe un metodo micidiale per l'allenamento!» Dico io, scherzando. Sebastian mi stringe le braccia attorno al corpo e scendiamo ancora una volta.
«Allora sarà meglio non parlargliene con i nostri fisioterapisti!» Esclama lui, quando ormai siamo arrivati ai piedi della collina. Questa volta, invece di risalire, lasciamo lo slittino sulla neve e iniziamo a camminare.
Ci sono tantissimi alberi innevati, poi, quando passiamo all'interno del bosco, vediamo le orme fresche di alcuni animali. Entrare qui è un po' come iniziare il nuovo anno. Sappiamo che cosa aspettarci, ma non con precisione.
Immagino che, tra i nostri buoni propositi, ci sarà sicuramente quello di vincere il quinto mondiale. Lo stiamo inseguendo entrambi e mi auguro che, dopo questo anno così duro, ci sia finalmente qualcosa che ci faccia dire: 'Ne è valsa davvero la pena'.
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Buongiorno e buon anno nuovo a tutti!
Finalmente ho aggiornato questa storia, spero che il nuovo capitolo vi piaccia, come anche The Forest, alla quale tengo davvero tanto ❤️
Grazie ancora per tutto, a presto 💘
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