1. «È finita!»
Martina
«Basta Jeff, è ora di smetterla con questa storia! Pensi che non me ne sia accorta? Quando usciamo insieme non hai più occhi solo per me. Anzi, a pensarci bene... tu non li hai mai avuti solo per me. Mi sbaglio forse?»
«Mar, ma che cosa stai dicendo?» Domanda lui, fingendo di sembrare incredulo. Grazie a Dio non mi sono mai fidata completamente di lui, se fossimo andati a letto insieme, ora si che avrei dei seri rimorsi.
«Sto dicendo che io non voglio stare con un uomo che non mi sia fedele Jeff, o dovrei chiamarti Jeffrey? Che importanza ha se per tre mesi ho creduto che tu potessi cambiare? Mi sbagliavo, mi sbagliavo, perché ho capito che voi piloti non capite i bisogni di una persona. Quando siete a posto voi, sono a posto tutti. Lo sai? In una relazione ci sono due persone, non solo una!» Grido io, con le lacrime agli occhi. Forse perché ci credevo davvero.
«Martina, io continuo a non capire. Come puoi dire così? Ti posso giurare su quello che vuoi che ho sempre amato solo e sempre te.»
«Primo, Jeffrey, non si giura. Secondo, è inutile che tu mi prenda in giro. E' vero, non mi avrai tradita, ma ripeto, io non ci sto con un uomo che, mentre esce con me, osserva i culi delle altre ragazze. Se io non sono abbastanza, potevi anche farmelo sapere prima. Ma non so neanche perché io te ne stia parlando. Vorrei dirti addio, ma tanto ci rivedremo in pista domani, quindi non avrebbe neanche senso; inoltre sembrerebbe solo una fottuta storia da film d'amore.» Mi fermo e non dico altro, anche se vorrei aggiungere un'ultima frase: Ti farò il culo in pista, Jeffrey.
Non aspetto neanche una sua risposta ed esco dal ristorante. Eravamo usciti insieme per mangiare qualcosa, o almeno è questo che dovevamo fare. Pazienza, ora ritorno a casa e cucino qualcosa. Sono almeno felice che questo sia il mio weekend — quasi — di casa, dato che, da tempo ormai, mi sono trasferita in Svizzera.
Prendo la mia macchina, un'Audi R8, che mi sono felicemente regalata dopo l'ultimo Mondiale vinto in MX2 e inizio a guidare verso casa. Vorrei non pensare a quello che è stato Jeffrey per me, ma faccio fatica, perché comunque abbiamo condiviso più di un paio di mesi della nostra esistenza.
All'inizio era soltanto una specie di flirt tra i box, dopotutto ero l'unica donna ad essermi iscritta al mondiale MX2, categoria riservata ai soli uomini. Ho preso questa decisione perché, dopo tre mondiali vinti nella categoria femminile, ho capito che volevo sfidare i migliori, o almeno era così che venivano considerati, gli uomini.
In realtà era soltanto una tremenda discriminazione. Infatti il mondiale delle donne non veniva e non viene tutt'ora trasmesso neanche in televisione. Mi sono detta che avrei rischiato la mia carriera provando a falsificare i dati dell'iscrizione al Mondiale. Dopotutto anche Schumacher, agli esordi, l'ha fatto. Logicamente non siamo esattamente nella stessa posizione; se lui ha dovuto cambiare la data di nascita per poter correre in categorie superiori, io addirittura ho dovuto cambiare nome: la MX2 è riservata agli uomini.
Così ho scelto Martín come nome, l'avevo letto in un libro e mi era piaciuto fin dall'inizio e, per quanto riguarda il cognome, ero completamente a corto d'idee. Un giorno però stavo guardando il Motomondiale e, dato che il mio cognome è Rossi, ho deciso che da quel momento in poi il mio nome in pista sarebbe stato Martín Redding.
Sorprendentemente, la mia candidatura andò a buon fine e, alla prima tappa del mondiale, mi presentai con i capelli nascosti nel casco. Avevo il supporto del mio team manager, e questa era già una gran cosa.
Purtroppo gli altri piloti si accorsero quasi subito che non ero 'una di loro'. Potevo cambiare nome e apparentemente anche sesso sui documenti, ma le mie forme non le potevo proprio nascondere. Ma ormai era troppo tardi, l'impatto mediatico che avrebbe avuto la mia esclusione dal mondiale sarebbe stato troppo grande e così ho continuato a gareggiare con gli uomini. Quella decisione si rivelò azzeccata: a fine stagione vinsi il campionato; un campionato riservato ai soli uomini!
Dopo la vittoria, il mio team manager decise di provare a portarmi nella categoria regina, ovvero nella MXGP. Fu lì che conobbi Jeffrey Herlings. Cioè, ad essere sincera, lo conoscevo già dal mondiale dell'anno precedente, ma forse lui non ci stava ad uscire con la ragazza che gli aveva soffiato il mondiale. Però, quando siamo passati entrambi in MXGP, abbiamo iniziato a frequentarci.
E adesso? Adesso, che sono passati poco più di tre mesi, è già tutto finito.
Sarei una stupida a non ammettere che non mi sia dispiaciuto. Io amavo veramente Jeff, ma forse lui non la pensava allo stesso modo. Ora non mi resta altro che concentrarmi sul mondiale; se riesco a guadagnare qualche punto su di lui, posso ancora farcela.
Per fortuna ho un alleato speciale: il mio amico Antonio Cairoli. Purtroppo Tony ha avuto un po' di sfortuna nelle ultime gare, ma so che posso sempre contare su di lui, dopotutto ha vinto nove mondiali, fino ad ora. In assenza di Tony, dovrò farmi bastare me stessa. Forse l'unica cosa che potrà accompagnarmi sarà il mio numero: il sei. È sempre stato il mio numero fortunato, anche perché è la mia data di nascita: 6 gennaio 1987.
Quando arrivo a casa, mi pento subito di non aver trovato un posto dove mangiare. Pazienza, con Jeffrey non sarei durata un solo secondo di più. Apro la porta della mia villetta e vengo accolta dal calore del mio dolce nido. Ormai la considero casa mia, cosa che poi effettivamente è, anche se in realtà io sono italiana. Certe volte torno nella mia città, Ferrara, dove ho la mia dimora fissa, ma ultimamente con tutti gli allenamenti sono rimasta sempre qui, in Svizzera. Ho perfino imparato a parlare in tedesco, lingua che a scuola non ho mai studiato.
Non mi è dispiaciuto saltare l'università, dopotutto correre in moto è stata la cosa che ho sempre amato. I miei genitori all'inizio non erano molto d'accordo, però, quando hanno capito che potevo ottenere dei risultati, hanno lasciato perdere l'idea di avere una figlia laureata. Meglio così. Io sono terribilmente testarda e se decido di fare una cosa, la faccio ad ogni costo.
Mi infilo il pigiama e apro il frigo. Per fortuna ho degli avanzi di ieri sera: involtini con patate al forno. Mi basterà usare il forno microonde e il gioco sarà fatto. Anche se questo è un weekend di gara, non seguo mai una determinata dieta. Ho il metabolismo veloce e non mi piace privarmi di certi cibi, insomma, la dieta è una cosa che proprio non fa per me.
Accendo la TV solo per sentirmi un po' meno sola e immagino Jeffrey, al ristorante, ancora seduto ad un tavolo per due. Conoscendolo, in questo momento, si starà scolando più di due litri di birra. Neanche lui, come me, ama fare la dieta. Sarà meglio che la smetta di pensare a lui; domani avrò l'occasione di fare una buona gara.
Oggi nelle qualifiche sono arrivata seconda, dietro a Tony, ma davanti a Jeffrey. Ovviamente nel Motocross si parte tutti allineati, ma le posizioni centrali sono quelle più gettonate, o almeno per la maggior parte delle volte. Quindi il mio obbiettivo per le due gare di domani sarà finire davanti a Jeffrey. Se lo farò, avrò la possibilità di continuarmi a giocare il mondiale.
Dopo mangiato, sparecchio e vado in camera da letto. Mi accorgo solo in questo momento di aver ricevuto un messaggio dal mio preparatore, Paolo: Mar, pronta per domani? Ti voglio in super forma, ce la puoi fare a battere Herlings! A proposito, fate i bravi voi due questa sera 🙈
Ovviamente lui non sa quello che è successo, ma glielo spiegherò più avanti. Rispondo dandogli la buonanotte e dandogli appuntamento al circuito di Gachnang, sempre qui in Svizzera. Domani spero che il team sia al completo, dopotutto è la gara di casa della mia squadra.
Non sono troppo stanca, allora prendo un libro dalla pila che ho sopra il comodino. Ne tengo sempre qualcuno; leggere mi aiuta a svuotare la mente e a non pensare. Mi piacciono molto i classici della letteratura italiana e straniera, ma soprattutto amo le poesie. Credo che scegliere le giuste parole per esprimere un concetto sia un dono che hanno veramente in pochi. Leggo le poesie nella mia mente, ma mi piace immaginare il suono che hanno le parole. Non è detto che debba per forza esserci una rima, per creare musicalità.
Mi addormento con questi versi:
C'è una beatitudine in cui credere,
ed è che tutto dimora in
un'estasi eterna, ora e per sempre.
E penso che, attualmente, l'unica cosa in cui io creda fermamente, sia la possibilità di vincere il mondiale. Non vedo che altre speranze dovrei avere, dato che l'altra, ovvero quella di riuscire a cambiare Jeff, si è rivelata vana.
—
Buongiorno!
Come vi sembra il primo capitolo? Sebastian arriverà presto, più presto di quanto crediate 😌 La poesia è di Jack Kerouac ed è contenuta all'interno della raccolta 'La scrittura dell'eternità dorata'.
Ho deciso di parlare di donne e sport, perché è una cosa che mi tocca personalmente. Lasciamo momentaneamente da parte lo sport; frequento una facoltà universitaria a prevalenza maschile ed è una vergogna che al giorno d'oggi ci sia gente che dica ancora cose del tipo: 'Che strano vedere una donna qui, non ci ho mai pensato!' Oppure 'Ah, ma anche alle donne piacciono questo genere di cose?'
Fortunatamente non sono tutti così 🙏🏻
Bene, ora vi farò una breve spiegazione, dato che immagino che molti di voi non seguano il Motocross. Questo è Jeffrey Herlings con il numero 84. E' olandese ⬇️
Questo invece è Antonio Cairoli, con il numero 222. E' italiano ⬇️
Se compariranno altri piloti, metterò altre foto. Per ora vi dò appuntamento al prossimo capitolo.
A presto 💘
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