Bad Romance


Lo spunto per questo articolo è nato da recenti trascorsi che hanno coinvolto un genere letterario tradizionalmente un po' bistrattato o ritenuto di serie B, ovvero il romance. Il romance, per chi non fosse avvezzo al termine, è una categoria letteraria che fa riferimento ai romanzi d'amore, che possono contenere scene erotiche più o meno esplicite.


Lo scorso giugno, a Roma, si è svolta una grande convention internazionale, il RARE (Romance Author and Reader Event) che riunisce tradizionalmente diversi lettori e autori di romance, oltre a blogger e giornalisti, e dà loro la possibilità di incontrarsi, di scambiare idee e opinioni, nonché promuovere le proprie opere. Il fattore di scandalo è nato qualche giorno dopo la fine dell'evento, quando Paola Zanuttini, giornalista discretamente nota e inviata del Venerdì di Repubblica, ha pubblicato un articolo alquanto denigratorio e dissacrante sulla convention, in cui non lesinava insulti velati e ridicolizzazioni nei confronti degli entusiasti partecipanti, paragonandoli a fanatici religioni di dubbia istruzione e intelligenza. La pubblicazione di tale articolo ha suscitato, come ci si sarebbe dovuto aspettare, un grado di indignazione non indifferente da parte dei soggetti presi in causa, tanto che il post di riferimento sulla pagina Facebook de La Repubblica è stato preso d'assalto da diversi commenti esplicatori e di denuncia.

Una premessa doverosa che sento di dover fare è che tentare paragoni tra il romance e un altro genere letterario, così come mettere a confronto due generi nettamente diversi tra loro, è alquanto irrisorio. Non sono dell'idea che l'assolutismo artistico, ovvero preferire una corrente, un genere, uno stile al di sopra degli altri e dedicare la propria attenzione esclusivamente a quello, rifiutandosi di esplorare qualcosa di differente sia un atteggiamento positivo; tuttavia, non condanno chi lo pratica, in quanto non danneggia o lede gli altri lettori. Capita, ci piace qualcosa e ci piace in modo di gran lunga superiore rispetto a un'altra categoria di interesse e c'è poco da fare, è quello che ci appassiona di più, è quello che leggiamo. Tra i tanti lettori di romance che conosco, però, non mi sono mai, o quasi mai, imbattuto in qualcuno che si imponesse di leggere solo ed esclusivamente romanzi d'amore ed erotici; la maggior parte di questi lettori, al contrario, appartiene a un gruppo vasto ed eterogeneo e, tra loro, si annoverano individui provenienti da diversi strati e dimensioni sociali e culturali; per questo, al di là dell'intento denigratorio della giornalista autrice dell'articolo, mi sembra riduttivo dar per scontato che gli appassionati di romance facciano parte di una fetta di popolazione di basso ceto o culturalmente abietta. Non vi sarebbe nulla di male, anche fosse questo il caso, ma perché assumere una tale posizione di giudizio preliminarmente, senza alcuna prova certa?

Pertanto, al fine di arrivare al punto centrale della questione, a chi sono destinati, allora, i romance? Hanno davvero un target di lettori? Non si può negare, ovviamente, che molte sottovarietà letterarie siano destinate a un gruppo di persone ben definito, come gli young adult o alcuni saggi di divulgazione scientifica, tuttavia ciò non proibisce ad altri individui non facenti parte delle categorie sopracitate di poterne usufruire. Storicamente, il "romanzo", termine al quale faremo sottintendere i diversi tipi e sfumature dello stesso, affonda le radici già nelle prime società greche: ne abbiamo un chiaro esempio con gli unici cinque romanzi della Grecia antica sopravvissuti fino ai giorni nostri, facendoci presupporre che siano gli ultimi superstiti di una categoria ben più vasta e popolare già all'epoca. In seguito, le novelle romantiche hanno preso piede e si sono stabilite come un genere di punta tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, in cui produzioni contemporanee del tempo si sono poi trasformate in veri e propri classici della letteratura: vi basti pensare alle opere della Austen, delle sorelle Brontë e, più recentemente, al boom dei romanzi moderni del ventesimo secolo.

Con il passare del tempo e forte della sua crescente popolarità, gli autori e le case editrici hanno esplorato con una maggiore attenzione il filone, sviluppando diverse sottocategorie, come il romanzo fantasy, il romanzo storico o il romanzo giallo; insomma, già in luce di questa analisi diventa palese che ridurre il genere del romanzo come connesso a un'unica, definita, fetta di lettori sia alquanto dozzinale. Benché è chiaro che il romanzo sia ormai diventando un termine ombrello che sta, praticamente, arrivando a essere un sinonimo di "narrativa" in contrapposizione a "saggistica", in questo articolo e nella critica che vuole smuovere si vuole specificatamente parlare di romanzo d'amore erotico: forse, direte voi, allora in questo caso diviene lecito ritenere che i fruitori e gli amanti di questa determinata varietà letteraria vengano tacciati di ignoranza? Non direi; per romanzo erotico non si intendono solamente, e per fortuna, le recenti produzioni di scarsa qualità che mimano una relazione BDSM condendola di amore spicciolo (ogni riferimento a fatti e persone non è casuale, ma credo che far nomi non sia nemmeno necessario), ma anche capolavori dell'erotismo classico, come Histoire d'O, Lolita, Le Età di Lulù o Il Delta di Venere. Non so voi, ma in tutta schiettezza, se dovessi incappare in qualcuno che ha entusiasticamente letto e adorato i titoli sopracitati, stringerei loro la mano e avvierei un'accorata e felice discussione, esprimendo la mia più sincera stima per il loro gusto in fatto di libri.

Un altro elemento, per l'appunto, che va ad avallare la mia tesi secondo la quale il romance sia un sottogenere che abbraccia variegati gruppi di persone e che, talvolta, richiede anche un grado semi-alto di abilità e conoscenza letteraria per poter venir compreso a pieno. Ci si chiede, pertanto, quali siano i fattori che abbiano portato l'agguerrita giornalista ad attaccare lettori e autori in modo così assoluto. Inoltre, nel suo articolo di critica è presente un chiaro atteggiamento volto a denigrare, nello specifico, le donne autrici, ma soprattutto lettrici, di questo filone: stando a quanto scritto, è chiaro che gli unici fruitori del romance altro non siano che "signore e signorine spensierate, ma così devote da affannarsi e sventolarsi quando manca il fiato davanti all'autrice di culto," le quali, prosegue, "ricordano in modo commovente le pellegrine, che, con la scusa del patrono, del santuario o chissà quale altra scadenza di fede, mollavano casa, famiglia e quotidianità sfiancante per starsene qualche ora per i fatti loro, consumando frivolezze o preghiere con le vicine, le amiche o delle perfette sconosciute." Non si risparmiano altri appellativi diffamanti sull'aspetto fisico, sull'abbigliamento e persino sulla presunta classe sociale delle partecipanti, ignorando bellamente, fra le altre cose, il gruppo di lettori e autori uomini presenti alla convention; forse, a questi ultimi, si concede il beneficio del dubbio? Insomma, non posso negare di essere rimasto piuttosto sorpreso quando, cercando notizie sulla Zanuttini in rete, ho potuto constatare che si tratti di una giornalista con un'ampia esperienza alle spalle, costruita in anni di lavoro per diverse testate, che le hanno anche permesso di incontrare personalità note nel campo dell'arte e della letteratura; mi chiedo se non sia proprio un velato senso di superiorità che abbia infuso in lei la sicurezza di poter disprezzare e criticare così aspramente un insieme di persone, sfociando in quel che si può soltanto definire come cattivo giornalismo.

Ultimo punto, ma non per ordine di importanza, è la spinosa questione della letteratura erotica, che attrae, nella stragrande maggioranza dei casi, molto pubblico femminile. C'è chi potrebbe spiegare il fenomeno con la classica distinzione tra uomini e donne, laddove i primi preferiscono un tipo di erotismo che punta sul visivo, sulle immagini già esistenti, mentre le seconde prediligono un'eroticità fatta di parole e di descrizioni che possano stimolare la loro immaginazione. Non mi addentrerò nell'argomento, in quanto non amo affatto generalizzare e tendo più a operare un'analisi del singolo caso prima di sviluppare un giudizio: mi limito a dire che sia innegabile che il romance sia molto popolare tra le lettrici e che ci siano innumerevoli motivi che hanno portato a ciò. È necessario, però, condannare o tacciare come depravato, quasi con l'intento di generare vergogna, chi manifesti un'aperta passione per il genere erotico? Perché si dà a questo filone una valenza minore rispetto al romanzo thriller o a quello d'amore? Io credo che eventi come il RARE siano essenziali al fine di cambiare una mentalità ormai vecchia e obsoleta, che connette automaticamente il sesso e le opere volte a generare un certo grado di eccitazione sessuale in chi ne usufruisce, incluso il porno, come disdicevoli o infime e coloro che li criticano non ci fanno di certo la figura di una persona di ampie vedute. Per piacere, abbandoniamo l'idea che il porno sia malvagio, suvvia.

L'intenzione di questo articolo non è quella di voler innalzare tutti i romance o i romanzi erotici a innegabili capolavori: sarebbe sciocco, in quanto prodotti di bassa qualità sono presenti anche in questa sottocategoria, come in tutte le altre. Al contrario, vorrei dar loro la dignità letteraria che meritano: il romance piace, viene letto e, soprattutto, è ben inserito, ormai da anni, in una raltà editoriale fiorente, della quale lettori e autori sono ben consci. Al di là dell'indiscutibile passione e amore per i libri erotici, i fruitori del genere hanno piena comprensione del marketing e del successo della sopracitata categoria, tanto che sono loro stessi a saper consigliare titoli, a raccomandare quali serie seguire e quali autori lodare, operando, di fatto, una distinzione qualitativa delle produzioni letterarie come nei più classici casi editoriali. Sminuire e, ancor peggio, ignorare un business così presente e vivido, nonché importante anche nell'ottica sociale e culturale dei nostri tempi sono azioni che, per quel che mi riguarda, indicano una chiusura mentale e una testardaggine bigotta nient'affatto differente.

Meditate, lettori. Meditate.


Kendra_cat























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