L'importanza dei commenti

Ma quanto è bello aprire Wattpad e trovare delle notifiche che non siano solo aggiornamenti di altre storie o spam?

Vedere il proprio lavoro apprezzato è sempre un piacere, ti fa sentire bravo. Poi, se al fianco delle stellinature matte e furiose compaiono pure dei commenti, il tutto diventa anche utile; l'interazione con i lettori, infatti, può anche diventar fonte di migliorie, permettendo una crescita della storia e dell'autore.

Per esempio, iniziando a scrivere su efp, come autrice ho sempre amato ricevere dei bei commenti, di quelli lunghi e pieni di osservazioni utili, anche se certe volte mi sarebbe piaciuto ritrovarmi davanti a qualche sano sclero di mezza riga (permesso dal sito solo sottoforma di messaggio privato), giusto per riuscire a capire se chi stava leggendo era realmente coinvolto o meno. Quando mi sono spostata su Wattpad e ho scoperto l'esistenza del commento a riga, sotto un certo punto di vista si è come avverato un sogno: le sfilze di emoji, nonostante certe volte mi lascino perplessa, il più delle volte mi fanno ridere e mostrano quanto il lettore si sia appassionato alla storia.

L'interazione in sé è bella, anche senza che si creino conversazioni sui massimi sistemi filosofici.

In ogni caso, mi tocca ammettere di appartenere alla schiera dei cosiddetti lettori silenti.

Non ho particolari motivi per cui non mi ritrovo a commentare, cosa che penso valga anche tutti gli altri utenti presenti in questo gruppo, però mi rendo conto che il commento, anche se stupido, è importante.

Basta pensare al perché gli scambi di letture, con "recensione" finale richiesta, funzionino così bene. Certo, da una parte c'è il fatto che si ha un aumento di letture e, se va bene, anche di stelline, ma dall'altra c'è la possibilità di interagire con lettori diversi dalla solita cerchia, magari anche persone che normalmente non leggono storie del tuo genere. La soddisfazione di trovare qualcuno che dice "Guarda, di solito non apro nemmeno le storie del genere x, ma la tua mi ha proprio colpito" è sempre grande.

Oltretutto, soprattutto nel caso in cui si scriva in diretta, il commento assume un'importanza ancora maggiore: basterebbe un "ma..." per creare infiniti dubbi difficili da risolversi, come invece un "adoro" porterebbe l'autore a procedere sicuro di sé, dritto per la strada che si era prefissato. In più, sapere che c'è qualcuno che tiene alla tua storia, che vuole vederla procedere, è un grande sprono, che aiuta ad andare avanti anche nei momenti in cui regna l'insoddisfazione.

Però, purtroppo, esistono anche utenti che nel commentare sfogano più che altro le loro manie di grandezza. Sto parlando di quel gruppo di persone capaci di lasciarti venti commenti relativi a cinque righe, contestando ogni virgola e ogni vocabolo utilizzato, senza soffermarsi a pensare che potrebbero solo essere delle precise scelte stilistiche.

Ecco, questo non va bene.

C'è un limite, spesso molto sottile e difficile da individuare, in cui le critiche passano da utili a sterili. Perdonatemi il gioco di parole, ma non è l'essere pedanti il problema (perché, comunque, isolato il momento di fastidio iniziale, una persona che si sofferma a indicare ogni singolo errore di battitura et simili è solo una manna dal cielo), bensì l'essere pesanti.

Dietro la fase di stesura, a meno di casi particolari, si ha sempre un lavoro lungo, complesso, e decidere di lasciare un commento per il solo gusto di sentirsi migliori, i nuovi adepti dell'Accademia della Crusca, gli unici portatori della vera verità, è sputare sul lavoro altrui. Denigrare il lavoro di un'altra persona non serve a nulla, né rende migliore chi l'ha fatto.

Oltretutto, se dall'altro lato dello schermo c'è una persona un po' fragile, a cui le critiche pesano, un comportamento del genere diventa distruttivo.

Attenzione: non sto suggerendo di censurare i propri pensieri per timore di fare danni, bensì di comportarsi nel mondo in cui si vorrebbe essere trattati dagli altri. Un commento critico, per essere tale, deve portare delle tesi a suo sostegno, sostanzialmente oggettive, capaci di aiutare l'autore.

Scrivere una cosa del tipo "La tua storia mi fa schifo" senza spiegare quali siano i motivi (magari anche legittimi, anche se l'espressione è un po' penosa), è solo un giro di cattiveria gratuita.

Alla fine, basterebbe approcciarsi agli altri nello stesso modo in cui vorremmo essere approcciati, no?

E voi?

Siete più dei lettori silenziosi o amate commentare ogni riga?

E che ne pensate dei nuovi adepti dell'Accademia della Crusca?


RebyBnn

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