Creepypasta - Quando l'horror diventa virale
Ma se vi cito Jeff the Killer, Slender Man, Laughing Jack e il Seed Eater, cosa vi viene in mente?
Se siete amanti dei racconti del terrore e delle leggende metropolitane, probabilmente conoscerete già questi personaggi, altrimenti mettetevi comodi, stiamo per immergerci nel mondo dei creepypasta.
Il termine creepypasta deriva da copy and paste, ossia caro vecchio copia e incolla, ed è comparso per la prima volta nel 2006 sul sito 4chan. Il nome si rifaceva inizialmente al modo in cui i racconti di questo genere si diffondono, ossia tramite il copia e incolla in giro per il web; "copy" è poi stato sostituito con "creepy" per il contenuto dark e spaventoso di queste leggende che, ricordiamolo, o sono inventate di sana pianta o si rifanno a vecchie leggende metropolitane. Proprio in virtù del loro metodo di diffusione, è spesso difficile risalire agli autori dei vari creepypasta, che per lo più circolano in forma anonima.
A differenza dei racconti del terrore, che per spaventare il lettore sfruttano spesso la suspense, il vedo-non-vedo, la creazione di uno stato di ansia e di trepidante curiosità e preoccupazione per le sorti del protagonista, i creepypasta sono racconti generalmente brevi, dal ritmo rapido e incalzante, che puntano a intimorire o ad affascinare il lettore nel più breve tempo possibile. Accanto alla creazione di racconti scritti c'è stata, negli ultimi anni, una grande diffusione di fotografie modificate ad arte, create con l'intento di rendere i personaggi delle storie quanto più reali possibile.
Slenderman, Momo e The Smiling Dog, tre celebri personaggi dei creepypasta
La pagina Wikia dedicata ai creepypasta (http://it.creepypasta.wikia.com/wiki/Cos%27%C3%A8_una_Creepypasta%3F) riporta una possibile classificazione di questi racconti, a riprova di quanto ricco e variegato sia il genere:
· Aneddoti: il narratore racconta una leggenda spaventosa, una storia o un evento del suo passato;
· Rituali: una lista di istruzioni per il lettore che affermano che, se si va in un certo posto in un certo momento e si compiono delle azioni specifiche, succederà qualcosa di notevole e/o spaventoso (tra i più famosi ricordiamo l'evocazione di Bloody Mary e il rituale dei tre re);
· Episodi Perduti: il narratore racconta la storia di un episodio o una scena inedita di un famoso programma TV, solitamente una commedia o un cartone per bambini, dove l'audio e il video sono gravemente distorti e i personaggi si comportano in modo strano o violento, uccidendo se stessi e/o gli altri. Questo tipo di Creepypasta è caduto in disuso, ultimamente, e viene visto come un cliché.
· GamePasta: particolari Creepypasta basati su videogames demoniaci in cui si presentano situazioni e/o personaggi inquietanti e surreali.
Alcuni creepypasta sono diventati così famosi da meritare anche una trasposizione cinematografica: è il caso di Slender Man, uscito al cinema lo scorso 6 settembre.
Il personaggio di Slender Man è stato creato nel 2009 da Erik Knudsen e pubblicato sul sito Something Awful, in seguito a un concorso fotografico che richiedeva di ritoccare delle foto rendendole macabre e misteriose. Nell'immagine che vinse il concorso Slender Man appariva in un parco giochi insieme a dei bambini; è una figura alta più di due metri, dalla carnagione pallida e con il viso privo di occhi, naso, bocca e orecchie. Ha le braccia inquietantemente lunghe e le dita provviste di artigli e dalla sua schiena fuoriescono tentacoli neri. Caratteristico è anche l' abbigliamento di Slender Man: completo nero, camicia bianca e cravatta che può essere nera, grigia o rossa.
Slander Man che, sullo sfondo, osserva i bambini.
Pare che Slender Man abbia come unica missione quella di terrorizzare le sue vittime, di solito comprese tra i 5 e i 17 anni, e di torturarle psicologicamente prima di rapirle e ucciderle. Una volta che ha scelto la sua preda Slender Man dà inizio alla persecuzione, seguendo la vittima a casa e rendendosi visibile solo a lei e alle persone che le stanno accanto. L'unica via di fuga sembra essere il suicidio.
Pare che Slender Man possa teletrasportarsi, che sia in grado di alterare il funzionamento delle apparecchiature elettroniche e che possa provocare vertigini, nausea, disorientamento, perdita di memoria, insonnia, paranoia, panico, ansia, aggressività, sintomi che sono stati riuniti nella cosiddetta Sindrome dello Slender Man.
Ovviamente Slender Man, così come gli altri personaggi citati in apertura, sono frutto della fantasia di qualche internettofilo amante del genere, ma c'è chi ha preso questi racconti un po' troppo sul serio. Stando a Wikipedia (che qui cito testualmente), negli Stati Uniti si sono verificati almeno tre casi di omicidio compiuti in nome di Slender Man:
· Il 31 maggio 2014, nello stato del Wisconsin, nella contea di Milwaukee, si verificò un reato che coinvolse due dodicenni, Morgan E. Geyser e Anissa E. Weier, in un tentato omicidio nei confronti di un'altra coetanea, Payton Isabella Leutner. La faccenda ha causato un enorme shock mediatico, tanto da diventare uno dei casi più seguiti negli Stati Uniti d'America. È stato verificato il motivo del tentato omicidio nei confronti della vittima, che mette in luce una macabra verità: secondo gli interrogatori fatti sulle due omicide risulta che le due ragazzine volevano sacrificare la loro coetanea ad un personaggio dell'orrore, Slender Man appunto, che spopolava sulla rete. Le due dodicenni hanno avuto una condanna di tentato omicidio e sono state condannate come adulte a scontare una pena detentiva.
· Il 6 giugno 2014, nello Stato dello Ohio, nella città di Hamilton, si verificò un'aggressione: una madre di ritorno dal lavoro venne aggredita in cucina da sua figlia tredicenne con indosso una maschera bianca. La figlia è stata arrestata per tentato omicidio e condannata a scontare una pena detentiva in un centro di detenzione giovanile. È stato verificato il motivo dell'aggressione: la figlia era ossessionata dal personaggio immaginario Slender Man; la madre ha dichiarato che la figlia aveva problemi di salute mentale, ma che non aveva mai immaginato che potesse succedere un fatto del genere.
· Il 4 settembre 2014, nello Stato del Florida, nella città di Port Richey, una quattordicenne, Lily Marie Hartwell, ossessionata da Slender Man, avrebbe dato alle fiamme la casa con dentro sua madre e il fratellino di 9 anni. Miracolosamente entrambi riuscirono a scampare al rogo svegliati dall'allarme antincendio della casa, ma rendendosi conto che la figlia non era fuori con loro la madre cercò di rientrare in casa per salvarla, tuttavia le fiamme glielo impedirono. I vigili del fuoco, sopraggiunti, rischiarono la vita per cercare di salvare dall'incendio la quattordicenne che secondo la madre era rimasta intrappolata, ma durante la ricerca i vigili del fuoco conclusero che la ragazza non era all'interno della casa. Più tardi la quattordicenne contattò la madre con un messaggio dichiarando di essere stata lei a causare l'incendio. L'adolescente fu rintracciata e arrestata dalle forze dell'ordine per incendio doloso e duplice tentato omicidio nei confronti della madre e del fratellino.
(https://it.wikipedia.org/wiki/Slender_Man#Reati)
Non c'è dubbio che il creepypasta sia diventato un genere di successo, grazie anche alla diffusione virale dei racconti; purtroppo, anche alla luce dei fatti che si sono verificati, ritengo che sia importante ricordare che anche le storie che sembrano più realistiche e fondate non sono altro che il frutto della fantasia di qualcuno. Da amante dei racconti del terrore non posso nascondere che alcuni creepypasta siano particolarmente ben riusciti e che siano stati in grado di farmi domandare se non nascondessero forse un'ombra di verità; viene spontaneo chiedersi per quale motivo questo tipo di racconti continui ad affascinare il pubblico e a stimolare la fantasia di coloro che li producono. Forse, è un sottile sentimento catartico che incide sulla psicologia dell'amante del genere o, forse, semplicemente un desiderio di emozioni forti e sconvolgenti: sarebbe interessante indagare anche questo aspetto del fenomeno e trarre le dovute conclusioni, magari in un prossimo articolo.
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