Capitolo 7 - Messaggi
Era ormai quasi l'alba quando William Drake levò gli occhi dall'ultima lettera dopo avervi apposto la propria firma.
L'uomo inserì il foglio in una busta che posò in cima alle altre identiche prima di raccoglierle tutte e uscire all'aperto.
Il parco della villa era deserto e silenzioso ad eccezione della grande fontana al centro il cui chiacchiericcio sommesso si fondeva al debole soffio della brezza.
William aggirò il piccolo edificio della dependance, poco più che un capanno, per dirigersi sul retro.
Appena girato l'angolo un frastuono di metallo sbatacchiato e richiami di volatili lo salutò.
Lo sportello venne aperto e William inserì un braccio all'interno dell'imponente voliera.
Annuì soddisfatto quando, nel ritrarre l'arto, notò un uccello appollaiato sul suo polso.
Il vampiro porse una delle lettere che aveva con sè al volatile che la strinse nel becco scarlatto.
Una lieve pressione sul polso del padrone e la bestiola simile a un piccolo corvo si librò in volo, le striature rossastre del piumaggio altrimenti nero che sfavillavano tenui nella luce lattiginosa dell'alba.
La stessa scena si ripetè decine di volte finchè la voliera ormai deserta venne richiusa e l'uomo se ne allontanò in direzione della strada per la sua passeggiata mattutina.
Sapeva che ci sarebbero voluti diversi giorni per essere certo che i messaggi fossero giunti effettivamente ai rispettivi destinatari.
Tutto stava nel sapere quanti sarebbero stati recapitati.
Aveva scelto quello stratagemma proprio per poter conoscere con certezza l'esito di quella fase del suo piano.
Essendo stati creati dal suo sangue vampirico quei volatili sarebbero certamente giunti senza alcun problema a destinazione.
Inoltre le creature sarebbero risultate irresistibili alla sua gente, che avrebbe preferito cibarsi di loro piuttosto che di altri animali o umani.
E questo gli avrebbe fornito ulteriori riscontri utili...
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