Nu matrimonio mandolyniano....accummence oggi e fernesce dimane!
Erano passati un po' di mesi da quando Ben e Rey avevano inaugurato il loro amore in una oleosa pizzeria denominata "Primo Ordine", che fu fonte di fortunati fraintendimenti che portarono alla loro unione, nonché alla tanto agognata pace tra il Primo Ordine (quello vero) e la Resistenza. I due giovani avevano deciso di fare finalmente il grande passo, e rendere sacro il loro vincolo davanti a tutto l'universo. Mancavano ormai pochi giorni al loro matrimonio, che avevano desiderato con tutto il cuore celebrare su Mandolyn, dove avevano conosciuto i loro folkloristici e nuovi amici.
I due promessi sposi erano seduti a sorseggiare un caffè: altro non era che un momento di pausa in mezzo agli ultimi preparativi.
"Ben, questo caffè è divino" sussurrò Rey dopo aver assaporato con gusto il caffè di Gambrinus.
"Mia adorata, il caffè mandolyniano è unico al mondo. Gambrinus poi, sembra essere il migliore" ribatté Ben Solo.
La giornata di sole e il passaggio dei viandanti fuori la vetrina della celebre caffetteria si prestavano bene alle loro chiacchierate: "Beh, anche il Caffè del Professore non è male. Che dici se dopo passiamo da Scaturchio a prenderci una sfogliatella?"
"Ci sto, a patto che tu non cominci a sentirti in colpa e a temere di non entrare più nel vestito da sposa!"
Rey abbassa gli occhi: "Hai ragione, forse dovrei rinunciare..."
"Tesoro, mancano solo pochi giorni, non credo che ingrasserai nel giro di così poco tempo... A proposito di pochi giorni, hai scoperto qualcosa sull'organizzazione del nostro giorno speciale?"
Rey scosse la testa: "Nulla. Datt e Giuvann sono molto scaltri, non hanno fatto proprio capire niente."
Ben sospirò pieno di preoccupazione: "Non so se sia stata una buona idea lasciare che si occupassero dell'organizzazione del nostro matrimonio".
"Sta' tranquillo, Ben" Rey gli prese la mano "Ci tenevano tanto a organizzarlo, inoltre mi hanno garantito che sarà una cerimonia chic, sobria e indimenticabile"
Ben rabbrividì: "Lo spero tanto..."
La settimana che trascorse fu meno veloce di quanto immaginassero: i due giovani non vedevano l'ora di coronare il loro sogno d'amore. La dolce Rey, avvolta in un bellissimo abito bianco a sirena, si accinse ad entrare in chiesa, quando i suoi occhi sbarrarono increduli alla vista dei fiori che adornavano le panche. Accompagnata sottobraccio da Han Solo verso l'altare, fece buon viso a cattivo gioco, guardando negli occhi un Ben Solo felice ma al tempo stesso sconvolto quanto lei.
"Ben, amore, non voglio sembrare ingrata ma... Sai per caso il motivo per cui hanno messo salami e caciotte nelle composizioni dei fiori?" Comcinciò Rey guardando dritto davanti a sé e riducendo al minimo il movimento delle labbra, con un sorriso che sembrava una paresi.
L'avvilito Ben le rispose con la stessa modalità: "Un amico di Datt, tale Gennaro o' salumiere, ha voluto omaggiarci delle composizioni floreali"
Un solo pensiero corse nella mente dei due ragazzi: chiudi gli occhi e fingi di essere cieco!
Finita la funzione e ricevuti gli abbracci di amici e parenti (soprattutto di una commossa Leia Organa, speranzosa di avere un esercito di nipotini), i due cercarono lo speeder o il trasporto che li avrebbe portati al ristorante, ma furono accolti da un furgone che recava su di sé la riproduzione di una mozzarella gigante, adornata da un fiocco bianco.
"E questo è il regalo di una nostra carissima amica, donna Nives! Produce delle burrate pugliesi che sono buone assai!" Esordì Giuvann pieno di orgoglio.
"Ma non dovevi..." disse Ben. E lo intendeva veramente: non doveva.
Ben salì sul furgone, dando la mano a Rey per aiutarla a raggiungerlo, e tra una scivolata e l'altra in cui finirono entrambi col culo a terra, finalmente giunsero a destinazione. Dopo una marea di foto con dei fotografi che realizzarono il servizio a Mergellina, una nota zona molto bella di Mandolyn che affaccia sul mare, i due finalmente si accinsero a raggiungere il ristorante.
"Ho una fame da rancor!" Esordì Ben Solo, che in quanto a fame aveva ben poco da invidiare alla sua novella mogliettina.
"A chi lo dici, marito?" Dimenticati momentaneamente i salami e le caciotte in chiesa (i quali avrebbero abitato gli incubi degli sposi in eterno), si prepararono al banchetto dedicato alla loro unione.
Dopo altri capitomboli nel furgone delle mozzarelle, raggiunsero finalmente il ristorante.
Ben parlò per primo: "Dicono che sia una struttura molto elegante e raffinata".
"Assolutamente" confermò Rey. "Datt e Giuvann hanno puntato sulla semplicità, come li avevo pregato di fare...".
Ahimè, i due ragazzi parlarono troppo presto, perché l'enorme struttura di fronte alla quale si trovarono era tutt'altro che semplice: Stile superbarocco al quadrato e completamente colorata d'oro, il palazzo si ergeva in mezzo a una specie di foresta dove c'era di tutto: dalle piante tropicali ai T-Rex, con unicorni e dodo. Animali estinti o di fantasia erano stati creati in laboratorio, attraverso sofisticate tecniche scientifiche, che clonazione o poteri del Lato Oscuro scansateve. Ogni animale aveva un collare di cristalli Swarovski e orecchini, oltre a dei tacchi 12 per ogni zampa.
"Ma che cazz..." esclamò Ben nel bel mezzo di questa specie di giardino dell'Eden in versione trash.
"Oh, Forza, aiutaci tu" gli fece eco Rey mentre riuscì a scansarsi una pianta carnivora color arcobaleno che cantava.
Giunsero finalmente a questa dimora di dimensioni mastodontiche, dove ad attenderli c'erano gli invitati. Oltre alla famiglia di Ben, alcuni membri della Resistenza e lo stesso Snoke, vestiti in abiti sobri ed eleganti, vi erano una marea di persone mandolyniane che avevano vestiti molto più appariscenti.
Si avvicinò un uomo con una carnagione scurissima dovuta alle lampade (a testimoniarlo il contorno degli occhi, praticamente color neve), vestito di una giacca rossa, una camicia gialla e un pantalone verde: tale veniva chiamato "Pepp o' semaforo" a causa di questo stile molto trendy, molto in voga tra le casate Mandolyniane.
"Angurie! Le mie esequie alla sposa! Io sono Peppiniello, il capocameriere. Al vostro servizio!"
Ben era sconvolto: "Grazie...". Poi cercò un pretesto per allontanarsi da lui, ma costui lo fermò: "Sposo! Addò jate! Dobbiamo liberare i tartafalli!"
"I tartache?"
"I tartafalli" ribadì Peppe con orgoglio: "Un'invenzione geniale che don Pasquale ha creato dalla sua mente fervida! Non avete idea, don Benigno, di quello che sa fare!"
"Ben!" il ragazzo cominciò ad irritarsi... Possibile che anche gli estranei cominciavano a conoscerlo come Benigno? Qua c'era lo zampino di Totonno Acqualonga, detto Datt Water.
"Come avete detto?" domandò l'altro
"Il mio nome è Ben!"
"Non vi sentite ben? Uh mamma d'o' Carmine! Presto, portate un poco d'acqua, lo sposo non si sente bene!"
Prima che il ragazzo potesse replicare, un elicottero si librò in volo e lanciò secchiate d'acqua su di lui.
"Va meglio?" Chiese Pepp o' semaforo.
"Ma siete matti?!" Urlò Ben.
"Ehm...amore, amore! Vieni qui, calmati." Rey lo tirò gentilmente da parte.
"Giuro che lo ammazzo!"
"Lascia perdere, Ben. Piuttosto, cerchiamo di liberare questi tartafalli. Vedi laggiù? Dovrebbe essere quella la cassa da aprire per liberarli".
Dopo essersi appropinquati davanti alla cassa, la bellissima Rey e l'inzuppatissimo marito aspettarono un cenno del fotografo per liberare i leggendari tartafalli, dietro gli sguardi rapiti dei mandolyniani (e sconcertati degli altri ospiti). Si librarono così in volo decine di tartarughe giganti, con ali di farfalla che avevano i colori della bandiera della squadra di calcio di Mandolyn.
"Che roba è questa?" chiese ancora più sconvolto Ben
"Non ci badare e continua a sorridere!" esclamò Rey, cercando di sembrare radiosa, nonostante condividesse il suo disappunto.
Non molto dopo, fecero finalmente la conoscenza del famoso don Pasquale the Hutt, cugino del più celebre Jabba, che parlava in lingua strettamente mandolyniana.
"Angurie agli spose!"
"Che lingua è?" Chiese Rey.
Ben si affrettò a rispondere: "Di sicuro non è basic. Limitiamoci a ringraziarlo e amen".
Rey colse immediatamente il suggerimento del consorte: "Grazie, don Pasquale. Siamo felici di essere qua."
Furono immediatamente interrotti da Datt Water e Giuvann Solo, che inorgogliti si presentarono al cospetto degli sposini.
"Buongiorno e auguri, carissimi sposi!" esordì Datt: "Vi è piaciuta la bellissima sorpresa che io e Datt vi abbiamo preparato? Don Pasquale è il più famoso ristoratore di matrimoni di tutto Mandolyn. Pensate che è andato pure in televisione!"
Giuvann diede man forte al suo migliore amico: "Confermo! Don Pasquale è l'invidia di tutto il pianeta. Le spose si prendono a capelli per fare la cerimonia con lui!"
"Che fortuna!" Disse l'ancora bagnato Ben Solo con tutto il sarcasmo di cui era capace.
Don Pasquale ne fu lusingato: "Grazie assai per i complementi."
"E per gli verbi non ringrazi?" continuò il sarcasitco Ben.
Intervenne di nuovo Pepp o' semaforo: "Erbe? Servono erbe? Una tisana? Guagliù: una tisana allo sposo!"
Di nuovo lo stesso elicottero che lanciò una caterva di the (per fortuna freddo) sul povero sposino.
Ben non reagì, si limitò a girarsi verso Rey: "Mio bel topolino di Jakku, che ne dici se torno di nuovo al Lato Oscuro? Solo per oggi..."
Rey scosse la testa: "Non se ne parla, Ben. Mantieni la calma."
"Un'ora!"
"No!"
"Un minutino!" insistette lamentandosi.
"Nemmeno!" esclamò Rey "E adesso dammi la tua spada laser, prima che ammazzi qualcuno!"
"Un nanosecondo! Il tempo di cancellare l'esistenza di questo fesso che ogni dieci secondi mi fa inzuppare con le secchiate di roba! Un altro poco e mi fa rovesciare addosso la merda!"
Ben non avrebbe dovuto pronunciare quelle parole, no. Per niente. Se ne accorse troppo tardi, quando il capocameriere ordinò di gettare sullo sposo il materiale di cui sopra.
"Va bene così, sposo? Siete abbastanza concimato?" chiese innocentemente Peppe.
Rey tirò indietro il suo marrone compagno e lo aiutò a tuffarsi nelle acque della piscina del sontuoso palazzo, che al momento sembrava essere l'elemento più sobrio di tutto il contesto. Dopo averlo aiutato a ripulirsi e asciugarsi (meno male che avevano un abito di ricambio), Rey cercò di distogliere le attenzioni di Ben dal suo ritrovato intento omicida.
"Devo dire che questa piscina è molto carina e sobria, non me lo aspettavo in un posto così".
Furono interrotti da un'ilare donna Caterina, moglie di Datt Water: "E vi credo che è semplice, qua è dove bevono i cani!"
"Cosa?" chiese la giovane ex cercarottami.
"La piscina è l'altra, quella dove ci sta il Duomo di San Gennaro!"
Rey era perplessa: "Oh, una piscina con la riproduzione del Duomo!"
"Nono!" rispose donna Caterina "È proprio il Duomo! Don Pasquale lo ha fatto spostare e installare al centro della piscina apposta per l'occasione, è un gran signore!" la donna concluse sospirando sognante, come se si parlasse del principe Carlo in persona.
"Un duomo intero in una piscina?" Chiese Ben, che tentò con scarso successo di sistemarsi i capelli.
"Eccerto!" Esclamò eccitata donna Caterina. "Adesso però dobbiamo andare, ci aspetta il buffet".
Buffet era il termine più diplomatico per identificare una vera e propria faida tra le varie fazioni, pur di accaparrarsi un arancino in più o quella cozza impanata particolare che faceva gola a un bel po' di gente... Non che mancasse il cibo, per carità, è che l'azzuffarsi durante un buffet era una questione d'onore, un principio indiscutibile, pena un processo per alto tradimento davanti alla corte suprema di Mandolyn. Tra i vari reati che facevano sì che l'imputato fosse accusato di tradimento nei confronti della patria ricordiamo anche:
- Preferire il sushi al ragù di mammà;
- Preferire il sushi alla pizza;
- Preferire il sushi al babà;
- Preferire il sushi alla sfogliatella;
- Dire "hey bro", invece di "guagliò";
- Preferire i climi freddi al "sole, mare e core" che ha da offrire Mandolyn;
- Votare un certo Matteyo Solvoni, un sedicente politico originario di Polentyn, che ce l'aveva con i mandolyiniani e che ora cerca di accaparrarsi i loro voti parlando male di gente venuta da altri pianeti. In quest'ultimo caso, oltre ad essere etichettato come traditore, l'imputato rischiava di ricevere dal giudice un epiteto che ben riassumeva l'identità di chi aveva commesso tale reato: "strunz".
Tornando al buffet di cui sopra, Ben e Rey furono testimoni di un massacro che al confronto le guerre della Resistenza contro il Primo Ordine erano battibecchi tra bimbi dell'asilo. Volavano mazzate, schiaffi, pugni, tacchi a spillo conficcati negli occhi... Tutto ciò finché la rissa non fu sedata dalle pance piene degli ospiti e da un paio di fucilate da parte del personale. Dopo essersi sistemati in sala e aver fatto il conteggio di morti e feriti, finalmente il pranzo vero e proprio stava per cominciare.
Arrivò un antipastino di tutto rispetto, dopo il quale la coppia di sposini si sentì già sazia.
"Resisti un pochino, Rey. Il tempo di far arrivare un primo, un secondo e un contorno, poi tutti a casa dopo il dolce." Disse Ben dolcemente. La presenza di Rey lo aveva già calmato, ma non si aspettava certo quello che sarebbe seguito dopo.
Quello fu il primo dei 14 antipasti che furono serviti da camerieri a bordo di speeder i cui motori, invece di rombare, suonavano una canzone neomelodica.
I piatti venivano serviti con degli intervalli precisi di mezz'ora circa ciascuno. Quando Ben, Rey, gli invitati del Primo Ordine e della Resistenza erano convinti che la tortura fosse finita, arrivò l'annuncio del padrone del palazzo in persona, Pasquale the Hutt:
"Signore, signori e signorine... Faccio le mie angurie agli sposi, con la speranza di campare cento anni e con buona salute, ma soprattutto con tante belle criature!"
Si levò un applauso epico dalla parte degli ospiti mandolyniani, mentre Resistenza e Primo Ordine vollero mantenersi cauti.
L'applauso fu interrotto dall'annuncio del capocameriere Peppe o' semaforo: "E mò putite magnà!"
Rey guardò Ben terrorizzata: "Vuoi dire che...?"
Ben corrucciò la sua fronte, pensieroso: "...Che non abbiamo ancora iniziato!" disse, le sue parole definitive come i fregi di una lapide.
I due sposi, così come la Resistenza e il Primo Ordine, cominciarono seriamente a sospettare che qualcuno volesse attentare alla loro vita, dato il numero considerevole di portate che sembravano non finire mai.
Ben guardò il suo orologio: avevano appena finito di mangiare solo i primi, ma erano già le otto di sera. Temeva di scoppiare, ma quando finalmente era sul punto di crepare per il troppo colesterolo, i loro aguzzini si mossero a pietà, annunciando l'arrivo di un ospite speciale: altri non era che il famoso cantante neomelodico Rancio Fellone, celebre in tutta Mandolyn, ma soprattutto nelle sue fastose province come Casalnuovo, Acerra, Carditello e Afragola. Il celebre artista sfoggiò un vasto repertorio, sia suo che di altri colleghi neomelodici, che avevano dato la luce a brani di elevato spessore esistenziale e filosofico, tra i quali ricordiamo: "Finalmente sì asciuta incinta", "Damme o' cane", "A me m piac a' Nutella", "Nu latitante" e infine "Nu matrimonio napulitane". Fu allora che gli ospiti si alzarono dalle loro sedie e iniziarono a ballare grazie alle travolgenti note di Fellone. Complice il troppo cibo (e il troppo alcol) gli invitati cominciarono a muoversi come scimmie in un frullatore, ma l'importante era avviare il processo digestivo, pena un arresto cardiaco imminente.
Consapevoli di questa ardua battaglia con la morte, anche Rey e Ben si gettarono nella mischia. Nonno Palpatine fece l'errore di evitare tale sforzo, e si accasciò al suolo poco dopo, morto stecchito. Poco male, lo avrebbero clonato di lì a poco, tra la portata di frittura di paranza e la spigola.
Quando gli stomaci degli invitati sembrarono trovare finalmente il loro equilibrio, la tortura riprese: i secondi!
Ne erano molti di più dei primi, e quello che sembrava l'ultimo piatto era subito dopo seguito da un altro ancora più sostanzioso e rigorosamente fritto.
Dopo circa una miriade di secondi, seguiti da altrettanti cantanti neomelodici che cantavano in una lingua incomprensibile per chi parlava solo il basic, ecco che finalmente arrivò il momento del dolce, così gli invitati e gli sposi furono finalmente lasciati in libertà temporanea.
Ben cominciò a sentirsi male, così chiese a Rey: "Hai per caso un digestivo?". Tali parole furono irrimediabilmente udite da Peppe o' semaforo, che provvide subito a fargli cadere dal cielo una miriade di Bicarbonato di sodio. Sepolto sotto le macerie, il povero sposo cominciò a bestemmiare in huttese. Fu la Forza a farlo uscire da lì, per sperare di farlo smettere di imprecare contro tutti i santi e gli dei di tutte le religioni. Quando uscì da lì, sembrava un narcotrafficante, così due poliziotti che passarono di lì lo arrestarono senza battere ciglio. Trascorse un bel po' di ore in carcere, finché Rey non sopraggiunse a corrompere i poliziotti con un due fette di torta mimosa sfuggite alle grinfie degli invitati mandolyniani.
I due novelli sposi tornarono alla festa, convinti che ormai fosse finito tutto, ma erano ancora nel bel mezzo dei festeggiamenti, e nessuno si accorse della loro scomparsa. Mancava l'ultimo step: il taglio della torta.
Si narrava che molti fossero morti nel tentativo di tagliare quegli strati di pan di spagna e crema chantilly, ma la coppia non si lasciò demordere: insomma, erano o non erano dei potentissimi utenti della Forza?
Ebbene, la torta arrivò.
Con più piani.
E l'ascensore.
I due ragazzi fecero per entrarvi dentro, per raggiungere l'ultimo piano e tagliare.
"Merda!"
"Che succede, Rey?"
La sposina guardò Ben spaventatissima: "Si è rotta. Dobbiamo scalare questa torta a piedi".
"Merda!" fece eco Ben. "Questo posto è anche più grande della Starkiller".
"Forse so come fare" pensò Rey ad alta voce.
Si recarono così fuori, dove il pubblico di invitati era col fiato sospeso. Si presero per mano, usando la Forza e cominciando a levitare, attirando le battutacce dei mandolyniani, i quali dissero: "Guagliù! La Forza usatela dopo, per la prima notte di nozze! Eheh!"
Ignorando le infime volgarità degli invitati, Ben e Rey si adagiarono sull'ultimo piano della torta, dove c'era una loro riproduzione a grandezza naturale. Sguainarono le loro spade laser e cominciarono a tagliare.
Dopo qualche giorno, finalmente la torta fu servita, dopo che furono chiamati i muratori per finire di tagliarla. Don Pasquale the Hutt ricevette pure una salatissima sanzione, perché aveva fatto costruire la torta su un suolo non edificabile.
Dopo che la consumazione della torta nuziale ebbe luogo, finalmente i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, finché non udirono l'accordo di altri strumenti musicali, accompagnati dall'odore di pasta.
"Pasta? Alle quattro del mattino?" Sospirò affranta Rey.
"Eccerto! Che volete fare, il matrimonio senza la pasta in bianco a fine serata?" esclamò Giuvann Solo tra l'indignazione e il divertimento.
Ben non disse niente, si limitò a svenire.
Si risvegliò qualche giorno dopo, giusto in tempo per dare le bomboniere agli invitati e di congedarli.
Le voci sulle porcellane di Capodimandolyn facevano sempre il giro di tutta la galassia, ma nessuno si aspettò di ricevere una sobria bomboniera a forma di alano, riprodotto a grandezza naturale e tempestato di diamanti: un cadeau difficile da dimenticare, ma soprattutto utile, dal momento che lo si poteva tenere fuori in giardino come cane da guardia.
Dopo un po' di lavande gastriche e un utilizzo smodato del cesso del ristorante, finalmente Ben e Rey si ritirarono nella suite matrimoniale riservata a loro.
"Una cerimonia chic, sobria e indimenticabile, vero?" disse sardonico Ben, prima di crollare definitivamente sul letto.
"Sicuramente non la dimenticheremo più!" ribatté Rey.
I due scoppiarono a ridere, prima di addormentarsi con ancora i loro abiti da cerimonia.
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