EXTRA III

  Sopra ogni dolore d'ogni sventura si può riposare, fuorché sopra il pentimento. Nel pentimento non c'è riposo né pace, e perciò è la maggiore o la più acerba di tutte le disgrazie

[Giacomo Leopardi]  



-Che ci facciamo qui?-

Non rispondo, ignorando ogni tipo di protesta. Lo afferro per un polso, nell'inconscia paura di sentire il pop della Smaterializzazione prima del tempo e con la mano destra inizio ad agitare la bacchetta per creare un varco nella barriera.

Merito di sua madre.

Lo trascino oltre a forza, ma dopo solo pochi passi, con uno strattone più forte riesce a liberarsi costringendomi ad interrompere la mia avanzata.

Alzo gli occhi al cielo, affrettandomi a tornare impassibile quando mi giro verso di lui mostrando solo un pizzico di "sincera" confusione: -Perché ti sei fermato?-

-Non mi muoverò fin quando non mi dirai perché mi hai portato qui-

Cercando di non perdere la pazienza come farei di solito, mantengo la stessa espressione, limitandomi a sollevare solo un sopracciglio: -Hai forse dimenticato che tua madre voleva vederci?- chiedo , aggrappandomi all'unica scusa plausibile.

Se c'è una cosa che mi è rimasta dopo la fine del Lux Tenebrarum, è una delle sue specialità: ho imparato, finalmente, a mentire.

Esattamente come mi aveva detto Nott.

-Ha detto di mandarle un Patronus quando fossimo stati disponibili. E poi non capisco perché voglia vedere anche te, dato che nessuno a parte i tuoi amici Grifond... Grifoni, Blaise e Astoria, sa qualcosa-

Per tutta risposta lo guardo storto, ma lui ignora il rimprovero silenzioso, sollevando un pugno intimidatorio: -Se Potter o la Weasley femmina hanno osato dire una sola parola a mia madre...- inizia in tono minaccioso.

Alzo di nuovo gli occhi al cielo, stavolta non preoccupandomi di nasconderlo: -I miei amici sanno mantenere i segreti- dico, tentando ancora di rimanere calma –Non so perché voglia vedere anche me, ma dato che oggi entrambi abbiamo finito di lavorare prima, ho pensato di avvisarla io stessa- rispondo ferma, addolcendomi subito dopo e facendo un passo verso di lui.

Gli afferro entrambe le mani, annullando la distanza che ci separa: -Scusa se non ti ho avvisato- continuo, sollevandomi sulle punte per lasciargli un bacio veloce all'angolo delle labbra.

Le mie scuse sono state sincere stavolta, ma il motivo per cui gliele ho poste è ben diverso. E quando lo scoprirà...

Reprimo un brivido, continuando a ripetermi che andrà tutto bene.

Ho organizzato tutto nei minimi particolari: deve andare bene.

Il mio tentativo di frenare la reazione del corpo, però, fallisce miseramente.

Non appena riabbasso i piedi infatti, mi sento riafferrare per la vita e in un attimo mi ritrovo stretta in un abbraccio, con le sue labbra poggiate sulle mie.

Mi abbandono totalmente al suo bacio, ma dopo neanche un paio di secondi la mente mi ricorda dove ci troviamo e di cosa stavamo parlando.

-D... Draco!- tento di dire, poggiando le mani sul suo petto, nell'inutile tentativo di allontanarlo.

Tutto ciò che ottengo è un morso al labbro inferiore, piuttosto doloroso.

Stringo le palpebre, mentre gli occhi diventano lucidi.

Il dolore si fa ben presto pulsante, ma quantomeno riesco ad ottenere l'effetto desiderato.

-Ti ho fatto male- dice immediato, come una semplice constatazione, allontanando il viso dal mio, non lasciando la presa sul corpo.

-Non... è niente- dico a fatica, massaggiandomi la parte offesa.

Risollevo lo sguardo. I suoi occhi ancora sulle labbra, e capisco che il motivo non è la preoccupazione per la ferita.

Sospiro, approfittando della distrazione, e stavolta sono io a liberarmi con gentilezza dalla sua presa: -Rischiamo di farci vedere e non è quello che vogliamo, giusto? Andiamo!- dico fingendomi spazientita.

Lui ghigna di rimando divertito: -Quando torneremo curerò quella ferita- la voce improvvisamente roca, ma per fortuna sono già di spalle e non può accorgersi della smorfia di dispiacere che mi ha appena attraversato il volto.

Chissà se dopo quello che sto per fare vorrà ancora aver a che fare con me.

Camminiamo uno di fianco all'altro diretti all'ingresso; vorrei prenderlo per mano, ma devo ricordarmi che non possiamo.

Così mi ritrovo a pensare a come reagiranno i suoi genitori quando scopriranno di noi... e anch'io mi chiedo perché mai Narcissa Malfoy voglia vedere anche me.

Che abbia intuito qualcosa?

Ci rifletto un attimo: una parte di me ne sarebbe sollevata. Sarebbe troppo imbarazzante doverglielo dire, ma l'altra è spaventata.

Ed è questa a prevalere, perché so già che non solo sarebbe imbarazzante, ma che lei non lo accetterà mai.

Né lei, né tantomeno... Lucius Malfoy.

Il vero motivo per cui siamo qui oggi.

Il campanello mi risveglia dai miei pensieri, facendomi sussultare.

E' Draco a suonare.

-Suoni?- chiedo un po' stranita. Del resto è casa sua.

-Non sono da solo e non so chi ci sia in casa- risponde senza guardarmi.

La postura è più rigida, l'espressione seria.

"Non so chi ci sia in casa"

Si riferisce proprio a suo padre.

Il senso di colpa inizia ad invadermi, ma lo scaccio subito.

Lo sto facendo per il suo bene.

Me lo ripeto ancora una volta.

Solo per lui.

Sì. E' giusto così.

Allungo una mano in cerca della sua per un breve contatto, ma giunta a meno di dieci centimetri di distanza, la porta d'ingresso viene aperta.

Impreco mentalmente, ritirandola lungo il fianco, sfoggiando una delle espressioni più serene che riesco a mostrare verso l'ingresso.

Davanti a noi, Triny, che non mi degna, com'è giusto, neanche di uno sguardo, tenendolo fisso invece su Draco.

La sua piccola bocca si spalanca e ben presto inizia a boccheggiare, mentre grossi lacrimoni emergono agli angoli dei grandi occhi, spalancati come fanali.

-Il pad... Il padrone... Il padrone...- inizia a dire, muovendosi con lentezza e con un'apparente confusione.

La guardo preoccupata: effettivamente questa è la prima volta da quando Draco è tornato un mese fa, che lei lo vede.

Forse sta per svenire! Oddio no!

-Tr...- ho giusto il tempo di dire, perché non appena cerco di fare un passo nella sua direzione, lei salta come una molla, lanciando un piccolo gridolino emozionato e scattando in avanti verso la gamba di Draco, abbracciandolo a modo suo: -E' TORNATO! IL PADRONE E' TORNATO! TRINY E' COSI' FELICE!-

Mi blocco, totalmente stupita da ciò che sto vedendo e i miei occhi si spostano su di lui.

Posso solo immaginare quale sarà la sua reazione; con molta probabilità lo immagina anche Triny, perché all'improvviso si blocca, spalancando gli occhi terrorizzata, allontanandosi dalla gamba come se si fosse appena bruciata.

Draco invece, ghigna divertito rimanendo ad osservarla, ma potrei giurare di aver visto un sorriso sincero fino a qualche secondo fa.

Leggermente scioccata, guardo di nuovo Triny che dopo avergli "spazzolato" con le mani il pantalone, in un gesto timoroso, ha preso ad allontanarsi, avvicinandosi alla porta d'ingresso con lo sguardo basso: -Non doveva! Triny non doveva!- inizia a dire sottovoce, prima di girarsi verso lo stipite e iniziare a sbattervi contro la testa con una certa dose di forza.

Draco scoppia a ridere: una risata che però risulta sinceramente divertita.

Lo guardo ancor più sotto shock, prima tornare in me e riscuotermi d'improvviso: -Triny no! Fermati!- grido avvicinandomi all'elfa, tentando di bloccarla.

E' tutto inutile.

-Non la smetterà tanto presto- interviene lui, ancora in preda alle risa.

-Ordinale di smetterla! Draco! Si farà del male!- lo rimprovero.

-Beh è proprio quello il suo scopo- mi sento rispondere.

-Draco!-

Lui sghignazza ancora una volta, non staccando lo sguardo dal mio, per poi aprirsi in un vero e proprio ghigno: -Ti ho mai detto quanto mi intrighi quando mi guardi così?-

Mi sento avvampare: i miei occhi si spalancano; lo stomaco si annoda e mi affretto a guardare Triny e l'interno della casa, sperando sia che l'elfa non l'abbia sentito, né che qualcun altro sia arrivato nel frattempo, attirato dal trambusto.

-DRACO!- grido indignata, tornando a guardarlo.

Il ghigno sulle labbra si allarga: -Potrei prenderti per mano e Smaterializzarci in questo istante. Porgerei io le scuse dovute a mia madre. Una chiamata improvvisa... dal Ministero-

Credo che le mie guance siano ormai scarlatte mentre abbasso lo sguardo ed il mio corpo viene attraversato da un tremito.

Brutto... Brutto...

Vorrei gridare!

-Triny ti ordino di fermarti-

Sussulto, cercando di recuperare il controllo e concentrarmi sulla scena.

Draco ha fatto un passo avanti, poggiando una mano sulla testa dell'elfa, un gesto che mi lascia di nuovo senza parole. Il vecchio lui non sarebbe mai entrato in contatto con una creatura magica.

Anche lei si blocca, guardandolo completamente stravolta. Poi si inchina fino a toccare il pavimento con la fronte: -Triny non voleva! Triny chiede scusa!-

Draco non le risponde. La guarda un'ultima volta divertito, prima di superarci entrambe e avviarsi a passo elegante verso la libreria. Dopo poco lo sento fermarsi: -Andiamo?- si limita a chiedere con ancora una nota di divertimento nella voce.

Ma non gli presto ascolto, preferendo la salute di Triny al suo illogico divertimento: -Stai bene?- le chiedo preoccupata.

-Signorina non deve preoccuparsi. Triny sta bene- mi risponde, tenendo lo sguardo ancora fisso su Draco, in evidente adorazione.

Sospiro rassegnata, rimettendomi in piedi per seguire quest'ultimo.

E' strano rientrare qui dentro dopo tutto questo tempo, soprattutto considerando che l'ultima volta, da qui, sono letteralmente fuggita... e se penso al motivo per cui adesso siamo tornati...

Cerco di prendere un respiro profondo senza che lui lo noti, fallendo miseramente: -Se senti di non farcela, ce ne andremo- mi dice serio, travisando il mio nervosismo, tenendo gli occhi fissi sulle mensole alla ricerca del libro giusto.

Sento lo stomaco contorcersi in preda ai sensi di colpa, ma allo stesso tempo il cuore riscaldarsi: è preoccupato per me.

Ignoro quindi il buon senso e faccio un passo di lato, afferrandogli la mano e poggiandomi per pochi secondi al suo braccio: -Lo stesso vale per te, ok?- rispondo, senza sollevare lo sguardo.

Lo sento irrigidirsi ancor di più, ma dopo qualche secondo sembra rilassarsi e annuisce.

Mi allontano nuovamente, direzionandomi verso la libreria e abbassando il libro che aprirà il passaggio.

Lui mi guarda con un sopracciglio alzato e le labbra assottigliate, ma non dice nulla.

So già a cosa sta pensando, ma mi limito a sorridergli e a tornare al suo fianco.

Il passaggio si apre subito dopo, così iniziamo a scendere e ad ogni passo compiuto sento la mia ansia crescere.

Devo mantenere la calma.

"Andrà tutto bene"

"Andrà tutto bene"

"Non c'è nulla da temere"

Ed eccola qui. La porta d'ingresso del sotterraneo.

Ingoio ancora una volta, il cuore ormai impazzito.

"Calma. Deve andare bene. DEVE ANDARE BENE"

Draco bussa delicatamente.

-Vieni Triny- sento rispondere dall'interno.

Narcissa.

Ci siamo.

Adesso... Non resta che entrare.

Rimango ferma, ma il problema è un altro: neanche Draco accenna ad alcun movimento.

Ha semplicemente riabbassato la mano e sembra essersi congelato sul posto.

Non vuole entrare. Non vuole rischiare di incontrarlo.

Devo intervenire.

Mi riscuoto, afferrandogli la mano e lui sussulta, spostando quindi lo sguardo su di me.

E ciò che vedo conferma i miei pensieri.

Stringo la presa, sostituendo quindi tutte le parole che potrei dirgli: in questo momento parlare sarebbe inutile.

Dopodichè faccio un passo avanti e non lasciando la sua mano, sono io ad aprire la porta di uno spiraglio.

-E' permesso?- chiedo.

Dall'altro lato segue un attimo di silenzio, poi è Narcissa a rispondermi: -Signorina Granger?- mi chiede incuriosita e da queste due semplici parole capisco subito che Lucius Malfoy è qui, altrimenti mi avrebbe chiamata per nome.

La porta viene aperta e davanti a me compare la figura di Narcissa. Non la vedevo da un mese oramai e con grande sollievo noto che si sta riprendendo.

La sua pelle ha riassunto un colorito sano, le guance tendono ad una leggera sfumatura di rosa. Le occhiaie scure sono sparite e i capelli hanno recuperato lucentezza. Sembra tornata ad essere la solita Narcissa Malfoy.

I suoi occhi si soffermano solo per un attimo su di me, prima di spostarsi sul figlio: -Draco, ci sei anche tu?- chiede sorpresa, e nel suo tono di voce posso riconoscere una piccola punta d'ansia.

Ma Draco non le risponde: sento solo il suo sguardo trapassarmi da parte a parte: ha già capito la verità.

-Buonasera signora Malfoy, mi scusi per il disturbo...- inizio a dire quindi, ma lei interviene immediata: -Nessun disturbo! Forse il Patronus che mi avete mandato non mi ha raggiunta- risponde con un leggero dispiacere –Chiederò a Trin...-

Devo dirle come stanno le cose.

Scuoto la testa, interrompendola con gentilezza: -No. Nessun Patronus. Siamo venuti senza preavviso- dico mesta, ricevendo un'espressione sorpresa in risposta.

Lo sguardo di Draco invece è come fuoco su di me, ma non oso ancora girarmi a guardarlo. So che le buone maniere impartitegli faranno il lavoro sporco al posto mio: per il momento non se ne andrà.

Narcissa resta in silenzio ancora, girandosi poi a guardarsi le spalle.

Da ciò che posso vedere da questo punto, la grande stanza è vuota, ma sono sicura che Lucius Malfoy si trovi nell'altra ala del sotterraneo.

E quando arriverà...

-Possiamo entrare?- chiedo quindi in uno slancio di coraggio, reprimendo un brivido per il guaio in cui mi sto cacciando.

-Certo... Certo! Venite!- mi risponde lei, visibilmente combattuta.

Non può lasciarci fuori, ma allo stesso tempo non vorrebbe farci entrare perché sa cosa succederà da un momento all'altro.

E lo so benissimo anch'io.

Ecco perché siamo qui; contavo proprio su questo: l'effetto sorpresa.

E' arrivato il momento che questa spiacevole situazione si chiarisca: Draco deve far pace con suo padre.

Le sorrido nervosamente, facendo un passo avanti e avvertendo la temperatura scendere di qualche grado entrando nel sotterraneo, o forse sono solo io che mi lascio suggestionare.

Mi riscuoto: forza.

Mi giro verso Narcissa, che però non mi ha seguita, è rimasta ferma sulla porta, intenta a guardare l'ingresso, dove... c'è ancora Draco.

Non mi ha seguita neanche lui.

E' rimasto fermo dov'era, con lo sguardo fisso davanti a sé.

Giro di scatto la testa, per capire se per caso nel frattempo sia arrivato suo padre senza che me ne accorgessi, ma il corridoio è vuoto. Non c'è nessuno.

Quindi il motivo del suo sguardo può essere solo uno...

Sta facendo due più due.

Torno a guardarlo preoccupata: so che è difficile, ma spero capirà che lo sto facendo per...

-Draco?- lo richiama Narcissa sottovoce e improvvisamente sembra riprendersi.

-Me ne vado- annuncia serio senza degnarmi di un solo sguardo, prima di girarsi e allontanarsi

NO!

Scatto in avanti, mentre Narcissa si limita a fare solo un passo e ad alzare un braccio: -Draco aspetta!- lo richiama.

La raggiungo subito: -Mi dia un minuto- le dico con urgenza.

Annuisce, ma io non mi fermo, seguendo la direzione presa da lui che, in meno di un secondo, ha già risalito la scala e superato la libreria.

Mi affretto a risalire e quando anch'io esco fuori nell'atrio, sono costretta a fermarmi per recuperare fiato.

Lo vedo davanti a me: ha quasi raggiunto il portone d'ingresso e dalla sua postura e modo di camminare capisco che è furioso.

Lo avevo previsto e non mi importa.

Devo fermarlo.

-DRACO!- grido, raggiungendolo per fortuna nello stesso istante in cui lui apre la porta.

Lo blocco per un braccio appena in tempo, ma si strattona con violenza, facendomi quasi perdere l'equilibrio.

-CHE DIAVOLO HAI IN TESTA? MI PRENDI FORSE IN GIRO?!- mi urla contro.

-Per favore...- inizio a dire, recuperando il controllo.

-PER FAVORE UN CORNO! Questo non ti riguarda! Stanne fuori Granger!-

E' tornato al cognome.

So cosa sta facendo: sta mettendo un muro tra me e lui.

O per meglio dire, ci sta provando, ma non gli lascerò campo libero.

Faccio un passo avanti: -LO SO! Ma è ora di finirla! Devi far pace con lui!- ribatto, infervorandomi subito.

Non gli permetterò di rinchiudersi in sé stesso e allontanarmi.

-FAR PACE CON LUI?! TU NON HAI LA MINIMA IDEA...-

-LO SO INVECE! HO VISTO TUTTO! O L'HAI DIMENTICATO?!- lo interrompo.

-TU NON SAI NIENTE!-

-So abbastanza! Lui è tuo padre!- ribatto, abbassando un po' la voce.

Voglio farlo ragionare, non arrabbiare ancora di più, ma lui si avvicina a me ancor più furioso.

-Mio padre?! MIO PADRE?! SAI COS'HA FATTO MIO PADRE?!- ribatte urlando –MIO PADRE MI HA BANDITO DA QUESTA CASA! MI HA RINNEGATO COME FIGLIO! DIMMI GRANGER, SAI ANCHE QUESTO?!-

Devo trattenere lo stupore: no, non lo sapevo.

Come avrei potuto?!

Volevo fare solo qualcosa per lui.

Volevo solo aiutarlo.

Anzi aiutarli.

Per quanto possa non esattamente stimare Lucius Malfoy, anche per ciò che ho scoperto recentemente, resta il fatto che siano padre e figlio ed è giusto che recuperino il loro rapporto.

Vorrei dirglielo, ma le parole non escono.

Non escono!

Il silenzio è ovviamente una chiara risposta.

Rimango ferma, abbassando lo sguardo.

Lui mi guarda sprezzante ancora per un secondo per poi fare un passo indietro: -Per me, mio padre, non esiste più da quasi un anno. E' meglio per te se lo accetti Granger. Non tollererò più un'altra imboscata del genere!- mi sibila velenoso, per poi girarsi e riprendere a camminare.

Ripenso a ciò che mi ha detto quando siamo arrivati qui, che avrebbe curato la mia ferita quando fossimo tornati a casa.

Quello che avevo previsto si sta avverando sotto i miei occhi: ho fatto uno sbaglio e ora ne pagherò le conseguenze.

Ma... Ciò che volevo fare era soltanto... provare a curare le sue ferite.

Nient'altro.

Ed è solo quando raggiunge di nuovo la porta e la apre, che le parole sembrano finalmente riaffiorare ed abbandonare le mie labbra una dopo l'altra. So cosa devo dire.

Lo so perfettamente.

-Sai perché è ancora vivo?- gli chiedo in un soffio.

Per fortuna si ferma, la mano ancora poggiata sulla maniglia, ma prima che possa chiedermi di che cosa stia parlando, mi affretto ad aggiungere: -Sai perché tuo padre è ancora vivo?-

Risollevo lo sguardo, fissandolo sulle sue spalle.

Non esigo una risposta.

So che non lo farà.

Voglio solo che mi ascolti e che capisca qual è la verità.

La verità che finora conosciamo solo io e Blaise.

-Nott non l'ha ucciso a causa tua...- continuo quindi –La notte del tuo funerale tuo padre è venuto sulla tua tomba e lui l'ha seguito per attaccarlo alle spalle, ma si è fermato. Mi ha detto di essere riuscito ad ucciderlo comunque, togliendogli la cosa più preziosa che aveva e distruggendogli la vita-

Faccio una pausa.

Non so perché, ma mi risulta difficile raccontargli questo.

Lo trovo qualcosa di estremamente intimo, che non dovrei essere io a raccontare.

Dovrebbe essere lui ad accorgersene, ma dato che la rabbia al momento non sembra volerlo lasciare andare per permettergli di vedere, devo farlo.

Devo farlo io.

-Sai come l'ha capito?- continuo quindi -L'ha solo guardato in volto. Sono state queste le sue esatte parole-

Il suo pugno sinistro si stringe.

-Nott aveva ragione. Tu non c'eri. Io sì. E se non credi a me, puoi chiedere a Blaise. Mi hai detto che per te, tuo padre non esiste più da quasi un anno. Io ti dico che per tutti quanti noi è così, perché Lucius Malfoy è morto con te-

Faccio un passo avanti, notando che lui è rimasto fermo.

-Le parole non cancellano i fatti, ma soprattutto i sentimenti. Possiamo ostinarci a ripetere il contrario, a dire che di quella persona non ci importa più nulla. Convincere tutti, ma la verità è che quelle parole non convinceranno mai noi stessi-

Un altro passo: la distanza da lui diminuisce e so che lo percepisce.

Rimane ancora fermo.

-Lui l'ha già capito e so che si è pentito, ne sono certa. Ma ciò di cui sono ancora più sicura è che per te è lo stesso. In cuor tuo sai come stanno le cose e sai qual è la verità. Lui è tuo padre. Tu sei suo figlio ed entrambi avete bisogno l'uno dell'altro. Nonostante tutto-

Lo raggiungo e incurante del luogo in cui ci troviamo, lo abbraccio, poggiando la testa di lato sulla sua schiena, chiudendo gli occhi.

Lo abbraccio stretto, giungendo le mani alla base del suo petto.

Il suo cuore batte in maniera incontrollata, il respiro è pesante.

Non posso vederlo in volto, ma non voglio farlo.

Mi basta tenerlo stretto a me.

-Mi dispiace. Volevo solo darti una mano-

Non voglio aggiungere altro: la mia speranza adesso è solo una.

Taccio, continuando ad ascoltare il suo stesso battito, unito al respiro, e sperando che le mie parole sortiscano un qualsiasi tipo di effetto. Se dopo ciò che gli ho appena detto, non cambierà idea, non mi azzarderò più a provarci.

Ma dovevo fare un tentativo, solo uno.

Almeno uno.

I secondi passano, e dopo quella che mi sembra un'eternità, la sua mano destra lascia finalmente andare la maniglia della porta per poggiarsi sulle mie.

Lo sento abbassare la testa.

Sorrido: forse...

-Signorina Granger!-

Riapro gli occhi spaventata.

Oddio no!

Faccio un enorme passo indietro, somigliante per lo più ad un salto.

Draco mi lascia andare di scatto ed entrambi, colti in flagrante, ci giriamo verso la libreria di nuovo aperta, davanti la quale se ne sta una Narcissa Malfoy sinceramente meravigliata.

La guardo terrorizzata: e adesso?

Che scusa mi invento?!

Lo stavo... Lo stavo...

"Abbracciando perché lo amo"

NO! NON ESISTE!

Draco alla mia destra sembra aver smesso di respirare e forse è la stessa cosa che ho fatto anch'io.

Non lo so.

Non riesco a capire più niente.

Vedo solo gli occhi di Narcissa fissi su di me.

Come ho potuto essere così stupida?!

Come ho fatto?!

Mi riscuoto soltanto quando Draco fa un passo avanti, mettendosi quasi totalmente davanti a me, come a volermi proteggere.

-Madre, io...- inizia, ma lo blocco subito.

Devo essere io a spiegarle.

Gli poggio una mano sul braccio, spostandomi quindi di nuovo al suo fianco.

Lui mi guarda allarmato, come a volermi fermare, ma io tengo lo sguardo fisso su sua madre: -Signora Malfoy, devo...- inizio, ma mi interrompo subito, quando percepisco uno spostamento d'aria alle spalle di Narcissa, all'interno del passaggio e ben presto mi rendo conto che non si tratta di Triny.

No.

Quello è un mantello.

E con orrore, dopo neanche un paio di secondi, dall'apertura nel muro vedo uscire Lucius Malfoy.

La mia mano, ancora sul braccio di Draco, si abbassa immediatamente prima che lui si giri verso di noi e la situazione già di per sé grave, precipiti del tutto.

Stringo io i pugni questa volta.

Sia Narcissa che Draco, notando il mio strano comportamento, seguono il mio sguardo.

Entrambi hanno un leggero sussulto e mentre la prima si affretta a recuperare il controllo e a sussurrare qualcosa al marito, Draco si irrigidisce, stringendo i denti, visibilmente a disagio.

Lucius Malfoy non ci guarda ancora, ma risponde alla moglie e solo dopo aver annuito, rialza la testa verso di noi.

Ma non guarda me. Guarda suo figlio.

Se credevo di poter vedere una qualche sorta di emozione nella sua espressione, mi sbagliavo.

Il suo viso non lascia trasparire nulla.

E' tornato ad essere quello di sempre.

E adesso?

Le dita di Draco iniziano a muoversi in un leggero tic.

E' nervoso.

Vorrei poter fare qualcosa, ma non posso.

Ho fatto di tutto per arrivare a questo momento, quindi ora non mi resta che aspettare.

Spero solo che Draco faccia la scelta giusta.

Lucius Malfoy dal canto suo, se ne sta fermo sul posto, ad osservarlo, nella stessa identica posizione rigida e con i pugni chiusi.

Narcissa passa lo sguardo dall'uno all'altro, visibilmente preoccupata.

"Litigheranno ancora? Si insulteranno di nuovo?"

Sono queste le domande che sia io che lei ci stiamo ponendo, ne sono certa.

Poi però succede qualcosa.

E' Draco a muoversi.

Inizia a camminare verso suo padre in modo sicuro, non staccando mai gli occhi dai suoi.

Si ferma a meno di un metro di distanza da lui.

Che vuole fare?

Sto per mettermi in allarme, ma ciò che succede subito dopo mi lascia senza fiato.

Draco compie un altro passo e lo abbraccia.

E finalmente vedo di nuovo l'espressione di Lucius Malfoy mutare: la sorpresa si dipinge sul volto.

Sorrido leggermente, ma il nervoso non mi abbandona del tutto: come reagirà?

Narcissa si porta una mano alla bocca, visibilmente emozionata, ma tesa.

Lucius rimane fermo ancora per qualche attimo, poi con molta lentezza risolleva le braccia.

Ed io non posso far altro che ripensare alla stessa scena del dopoguerra.

Ma stavolta c'è una differenza: ricambia l'abbraccio in maniera più decisa e dopo meno di un secondo abbassa la testa sulla sua spalla, portando una mano sul capo del figlio tirandolo a sé ancor di più.

Finalmente sento il nervosismo scivolare via.

Solo adesso so con certezza che le cose sono davvero risolte e che tutto andrà per il meglio.

La sofferenza ci ha distrutti.

Il dolore ci ha uccisi.

La realtà ci ha separati.

Ma niente è come sembra e come disse una volta un mago saggio che tutti noi conosciamo bene, a volte la felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi...

...SE SOLO UNO SI RICORDA DI ACCENDERE LA LUCE






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Spazio Autrice: 

Per la prima volta in vita mia, non ho niente da aggiungere :) Se non che...

Ci risentiamo presto per...

L'EPILOGO >.<

MOLTO PRESTO <3

Mi raccomando

Stay Tuned :* 

Iron9208(Arlen)

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