EXTRA II

L'uomo non è libero nella misura in cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare

[G. Thibon]



-Ok. Finito. Questa era l'ultima cosa da fare-

-Cosa dice?-

-In breve che la signorina Daphne Greengrass è arrivata al pronto soccorso del san Mungo la notte tra il 18 e 19 Settembre in preda a dolori lancinanti allo stomaco, accompagnata dalla signorina Pansy Parkinson-

Una smorfia involontaria si forma all'angolo della sua bocca: –Già solo da questa frase avremmo dovuto intuire che qualcosa non quadrava. Quelle due si odiano!-

-Harry, non potevamo sapere che fosse stata ricoverata- intervengo comprensiva.

Siamo dentro il nostro ufficio al Ministero.

Sono passate due settimane da quando Draco ed io ci siamo risvegliati e in questo momento desidererei tanto non averlo fatto.

Mi sento esplodere!

Anzi, no.

Non io.

L'ufficio.

Sembra che qui dentro, sia esplosa una bomba!

Ci sono pergamene e fascicoli ovunque!

Un vero macello.

Sospiro mesta, lasciando scorrere lo sguardo sulle quattro pile di fogli che ricoprono la mia scrivania e piego la testa in avanti: non finiremo mai.

Perché adesso che il caso è risolto, e i Nott e la Parkinson sono stati arrestati, abbiamo un rapporto finale da stilare, in cui dobbiamo descrivere "accuratamente" tutto ciò che è successo.

Oltre a questo, abbiamo anche ripreso in mano le carte del vecchio processo a Nott Senior. Dato che le colpe del vero Einar Nott erano state espiate da un povero elfo, la procedura a suo carico era decaduta e andava ripetuta.

Ecco quindi spiegato il motivo di tutto questo baccano.

Poggio la fronte sulle mani: se solo fosse possibile ricorrere alla magia anche per queste cose.

Ma non posso farlo.

Dobbiamo occuparcene Harry, Blaise ed io.

O meglio... io ed Harry, considerando che Blaise è ancora ricoverato.

La sua guarigione è lenta, ma per fortuna procede bene.

Anche Tabit ormai si è stabilizzato.

Tutto è finito per il meglio.

-Resta solo da aggiungere la dichiarazione della Parkinson, Herm, potresti occupartene?-

Risollevo la testa, passandomi le mani sul volto, annuendo: -Lo faccio immediatamente- rispondo mesta, mentre lo sguardo si allunga oltre la mia postazione.

La scrivania di Draco è stata riaggiunta proprio questa mattina e lunedì riprenderà servizio.

Sorrido involontariamente: sarà un po' strano ricominciare a lavorare insieme ora che le cose tra noi sono decisamente diverse.

Butto un occhio ad Harry, intento a leggere una delle tante pergamene: sia lui che Ginny ci hanno messo un po' ad accettare la verità.

Dopo un'iniziale arrabbiatura, non solo per la persona, ma anche e soprattutto per essere stati tenuti all'oscuro di ciò che stava succedendo in realtà, hanno provato a capire e sto lasciando loro tutto il tempo di cui hanno bisogno per abituarsi all'idea. In cambio ho promesso di non scambiare, come le ha definite Ginny, "effusioni" con Draco davanti a loro. Almeno non adesso.

Sono scoppiata a ridere subito dopo quella richiesta: non so che idea si siano fatti, ma è ovvio che "in pubblico", almeno per il momento, non ci faremo vedere insieme.

Tutto ciò che è successo è ancora troppo recente. I giornalisti scalpitano per avere maggiori informazioni su come si siano svolti i fatti, cercando anche di beccare lo "scoop" giusto.

Non c'è sicuramente bisogno di aggiungere altra legna ad un fuoco già abbastanza alimentato e ardente.

Draco è talmente al centro dell'attenzione che stiamo addirittura pensando di ricorrere, con tutte le attenuanti del caso e sotto autorizzazione di Shacklebolt, all'uso della Polisucco, in modo tale da permettergli di poter riprendere almeno il suo lavoro in tutta tranquillità.

No.

Le effusioni tra noi saranno decisamente ridotte al minimo.

-Che c'è? Perché sorridi?-

Mi riscuoto, mentre Harry mi guarda stranito: mi ero incantata a guardarlo senza vederlo veramente.

-Niente, scusa. Stavo pensando a cosa...- "scrivere nel rapporto"? E' questo che dovrei dire? Sospiro tra me e me –Niente! Lascia stare!- concludo in fretta, scrollando una mano tornando a concentrarmi sulle scartoffie che ho davanti.

C'è un rapporto da concludere.

Pansy è stata l'unica dei tre a confessare, come immaginavo.

Ha confermato tutto ciò che Einar Nott ci ha raccontato, ma con dovizia di particolari, come ad esempio che quella notte, dopo il calcio ricevuto da Draco, si è recata d'urgenza al San Mungo per un'emorragia interna con le sembianze di Daphne, dove poi è stata ricoverata, facendosi accompagnare da un elfo dei Nott trasformato in lei.

Ecco perché la cartella del pronto soccorso le nomina entrambe.

Ed ecco perché quella notte, dopo essersene andata, "Daphne" tornò in perfetta salute: semplicemente non era lei, ma Nott Senior.

E' stato lui a continuare la tortura di Draco, per poi passare la mano a Theodore, come già sapevamo, poi, è stato Einar Nott a Smaterializzarsi sul Big Ben, lanciare l'Avada Kedavra e sparargli probabilmente nel tentativo di depistare le indagini.

Sospiro, trascrivendo ogni informazione sul fascicolo.

Ci impiego un po', ma va bene così.

Questa storia è durata anche troppo: adesso è il momento che tutti e tre paghino per ciò che hanno fatto.

Stringo la piuma, rischiando quasi di spezzarla, ma non devo deconcentrarmi.

Devo sbrigarmi a finire: c'è un'ultima cosa che devo fare quest'oggi, prima di tornare a casa da lui.

-Harry, lo avete trovato?- chiedo quindi, chiudendo il fascicolo, alzandomi per raccogliere le mie cose.

-Uhm? Ah sì! Era nella sua scrivania, nascosto nel doppio fondo di un cassetto, insieme a dei fogli di pergamena- mi risponde il mio migliore amico.

Come immaginavo: sapevo che non se ne sarebbe disfatto.

-L'hai preso?- dico quindi, sperando che abbia dato retta alla mia richiesta.

-Si, certo, ma Herm, che devi farci?- mi risponde lui sospettoso, iniziando ad armeggiare tra i cassetti della propria postazione.

-Sta tranquillo. Niente di preoccupante- gli sorrido, cercando di risultare convincente.

Lui mi guarda ancor più dubbioso, ma non me ne curo: la mia attenzione si è già spostata sullo scatolino che tiene tra le mani.

Me lo allunga e non appena lo afferro, mi affretto a metterlo in borsa: -Grazie-

-Di niente. Abbiamo prelevato anche i fogli di pergamena e dalle analisi risulta che le fibre sono identiche a quelle dell'ultima lettera minatoria.

Annuisco.

I fogli del libro Lumen strappati.

-Devo andare- annuncio subito dopo, recuperando il mantello e la bacchetta –Ci vediamo domani-

-A domani e... Herm...-

Mi fermo arrivata davanti la porta e mi giro a guardarlo.

-Sta attenta-

Mi irrigidisco: che abbia capito le mie intenzioni?

Probabile.

Abbasso la testa in un cenno di assenso: -Buona serata Harry- rispondo.

Esco in corridoio, tirando un sospiro di sollievo.

E' arrivato il momento di agire.

***

-Signorina Granger, ne è sicura?-

-Sì. Per favore. Le chiedo solo questo. Verrà trasferito stanotte, giusto?-

Il Ministro rialza gli occhi: -Sì, ma perché darglielo?- mi chiede lasciandolo penzolare dalla propria mano.

-Si fidi di me Ministro. Non nuocerà a nessuno tranne che a lui-

-Hermione non potrebbe portare nulla con sé all'interno di Azkaban...-

-Lo so perfettamente. Ma ha controllato lei stesso ed una squadra intera di Indicibili. E' del tutto innocuo. Gli servirà solo da monito-

Non mi risponde, passando lo sguardo da me all'oggetto, indeciso sul da farsi.

Alla fine alza gli occhi al cielo: -Ooh! Per tutti i fondatori! Va bene! Tieni!-

Sorrido vittoriosa, affrettandomi a rimetterlo nella sua scatola: -Grazie Kingsley!-

-Ministro- mi ammonisce prontamente lui, ma non perdo l'espressione divertita: -Certo, Ministro!- rispondo, imitando il suo tono.

Mi sorride di rimando: -E' al decimo livello, stanza adiacente all'aula numero otto. Ci sono due squadre di Auror di guardia-

Annuisco: -Ok, d'accordo. Grazie-

-Sta attenta. L'aula è piena di Dissennatori-

Annuisco: dovevo aspettarmelo.

-Non si preoccupi-

Lascio l'ufficio di Shacklebolt e mi dirigo agli ascensori.

Da questo momento, non si torna più indietro.

Ho promesso a me stessa che ce l'avrei fatta e lo farò: nessuno, a parte il Ministro, lo sa. Neanche Draco.

Se glielo avessi detto mi avrebbe come minimo rinchiusa in casa.

E' pericoloso?

Molto probabile.

Ma non mi importa.

Voglio farlo.

"Nono livello. Ufficio Misteri"

La voce dell'ascensore mi riporta alla realtà, mentre l'inferriata si apre, non senza un brivido.

Scendere qui sotto a quest'ora tarda e per di più da sola, mi riporta alla mente ricordi che preferirei cancellare.

E se penso a chi sto per rivedere tra meno di un minuto...

No. Non è il momento di farsi prendere dal panico.

Accelero il passo, raggiungendo la scala laterale che mi condurrà al decimo livello. La luminosità diminuisce sempre di più,accendo la bacchetta e percorro le scale quasi di corsa, senza mai voltarmi indietro.

Solo quando raggiungo il corridoio sottostante, dove alcune torce finalmente non lasciano spazio ad ombre e spazi bui, mi fermo, recuperando fiato.

La temperatura si è notevolmente abbassata, segno della presenza dei Dissennatori e stavolta non riesco a non tremare a causa del gelo.

Già da questa distanza inizio a sentirmi a disagio, per cui chiudo gli occhi un attimo cercando di focalizzarmi sul ricordo più bello che ho.

E non mi è difficile trovarlo.

Sorrido, risollevando le palpebre e mi avvio.

Supero la numero cinque, la sei, la sette...

Ed eccola qui.

Mi stringo nel mantello: la temperatura ha ormai raggiunto livelli bassissimi.

Poco più in là un'intera squadra di Auror se ne sta ferma vicino ad una porta, i loro volti hanno espressioni serie e tirate.

Mi avvicino, lasciando che mi intercettino: -Buonasera- saluto genericamente, senza soffermarmi su alcun viso in particolare.

Ottengo solo dei cenni del capo in risposta, e il caposquadra fa un passo verso di me. Ci conosciamo solo di vista, ma lui sa benissimo chi sono: -Auror Granger- mi saluta infatti –Cosa la porta qui a quest'ora?-

-Autorizzazione speciale da parte del Ministro. Devo vedere il prigioniero- gli spiego.

Lui storce la bocca: -Non credo sia possibile, non senza...-

Ma io non lo sto già più ascoltando, intenta a ricercare il foglio giusto nella mia borsa. La tiro fuori: -Un'autorizzazione scritta- completo per lui -Ecco tenga- aggiungo, porgendogli la pergamena arrotolata, sigillata con il timbro di Shacklebolt.

Il mio interlocutore la guarda meravigliato per meno di un secondo per poi affrettarsi a prenderla e aprirla.

La scorre con lo sguardo: -Benissimo. Se è così, può passare-

Sorrido.

-La accompagnerò io per avvisare Kein-

Kein? L'altro caposquadra con molta probabilità.

Annuisco, seguendolo.

La porta si apre su un lungo corridoio illuminato da torce sulla destra, mentre sulla sinistra, ad una distanza ben precisa l'uno dall'altro ci sono altri Auror che si girano a guardarci.

Mi salutano con rispetto e ricambio senza prestar loro molta attenzione.

Ad ogni passo sento la tensione aumentare: ci siamo quasi.

Ci siamo quasi.

Ci siamo quasi.

Ci fermiamo.

Un'altra porta davanti a noi.

-Aspetti qui un momento, per favore-

Annuisco, guardandolo entrare nella stanza e socchiudere la porta: dovrò aspettare.

Batto un piede sul pavimento cercando di scaricare il nervosismo.

Devo stare calma.

Sbuffo, spostando il peso da una gamba all'altra e giochicchiando con le dita.

Calma Hermione.

Cerco di concentrarmi sul ricordo felice.

Draco.

Il nostro incontro in quella stanza d'ospedale due settimane fa.

Il mio cuore si riscalda.

Sorrido.

Ok... Ce la posso fare.

Non appena butto fuori l'aria, la porta si riapre: -Venga-

Ingoio.

Riprendo a camminare recuperando il controllo, impedendo ad ogni espressione corporea di tradirmi.Entro in una stanza quadrangolare di pietra: alla mia sinistra un portoncino conduce all'aula di tribunale, alla mia destra invece, una cella.

Al centro, un tavolo con una sola sedia identica a quella delle aule.

L'illuminazione proviene anche qui da delle torce, ma a differenza di prima, le ombre si allungano sui muri in maniera inquietante, creando dei punti di completa oscurità.

Uno di questi si trova proprio oltre quelle sbarre.

Non vi poso lo sguardo però, lasciando che gli occhi si concentrino sul resto dei presenti: l'altra squadra di Auror insieme al capo Kein, che mi guarda un po' dubbioso.

Ricambio lo sguardo, abbassando la testa in un gesto di saluto: -Ha letto la mia autorizzazione?- chiedo senza giri di parole.

-Sì, Auror Granger. Mi chiedo però il motivo di questa visita. Il prigioniero verrà trasferito a breve-

-Il Ministro non è potuto venire personalmente, per cui ha mandato me in sua vece-

-Per?-

-Devo dare alcune informazioni al prigioniero- mento -Confidenziali- aggiungo, lasciando intendere il resto.

Sia Kein che l'altro caposquadra strabuzzano gli occhi: -Questo non è possibile- esclama subito il secondo.

Appunto.

-Non dipende da me. E' un ordine diretto di Shacklebolt. Volete forse trasgredirvi?- chiedo tranquilla.

Si scambiano un'occhiata preoccupata.

-Auror Granger, uno di noi...- inizia Kein.

-Nessuno, Auror Kein. Le assicuro che per me non è affatto un piacere visti i trascorsi e avrei rifiutato volentieri, ma Shacklebolt è stato irremovibile-

Fingersi indispettiti: il trucco più vecchio del mondo.

Si guardano ancora, poi l'altro capo Auror sospira, distogliendo lo sguardo: -Va bene- esclama seccato.

Kein esita ancora per un attimo, poi si gira verso i suoi sottoposti iniziando a gesticolare: -Fuori tutti-

Infine si gira verso di me: -Si sbrighi. Resteremo in corridoio in caso di necessità- annuncia, aprendo la porta.

Annuisco, mostrandomi tranquilla, ma stringendo già la bacchetta nella tasca del mantello: non appena usciti, insonorizzerò la stanza.

Li osservo uscire, uno dopo l'altro, mentre la tensione ricomincia a salire. Quando finalmente rimango "sola" e la porta viene richiusa, sospiro tra me e me.

La sensazione di gelo torna ad impossessarsi del mio corpo, ma la scaccio subito: non devo indugiare.

Non adesso.

Rilasso i muscoli e prendo un respiro profondo, estraendo la bacchetta.

Lancio l'incantesimo: avvertire la magia fluire attraverso il braccio ha per fortuna un effetto distensivo e mi sento decisamente meglio.

Mi giro di nuovo verso le sbarre, avvicinandomi di un passo tenendo gli occhi fissi sull'oscurità.

A parte il crepitio delle fiamme, non sento nient'altro.

Mi sembra quasi di essere davvero rimasta sola.

Poi però, qualcosa si aggiunge d'improvviso allo scoppiettio del fuoco: la riconosco subito.

Una risata bassa e divertita e allo stesso tempo priva di una qualsiasi emozione reale.

La sua risata.

-Esca di lì- gli ordino freddamente.

-Sa signorina Granger, lo ammetto. La sua arte della menzogna è migliorata notevolmente. I miei complimenti-

Quella voce.

Quella voce che non sentivo da quattro mesi.

No... Non devo perdere lucidità.

Non posso lasciare che i ricordi mi sommergano.

Adesso io sono qui. Lui è lì. E soprattutto... Draco è vivo.

Draco è vivo.

E se io sono qui è anche per questo.

-Ho detto, esca di lì

-Non credo che questo sia possibile. Mi avete rinchiuso voi qui dentro, no?- fa una pausa –Anzi... lei- conclude; il suo tono ha perso improvvisamente ogni forma di finto divertimento e la sua voce si è fatta molto più cupa.

I miei occhi intercettano un movimento e dopo pochi secondi, da quelle stesse tenebre, ne emerge una sagoma.

Una lunga tunica grigio scuro lo ricopre interamente, arrivando fino ai piedi nudi, due macchie bianche poggiate sulla pietra.

I polsi sono legati insieme da corde incantate, impossibili da rimuovere.

Risalgo ancora con lo sguardo e alla fine incrocio i suoi occhi, coperti parzialmente dai capelli grigi, e il suo viso, coperto di graffi

E' un attimo, ma è inevitabile: rivedo tutto ciò che mi ha mostrato Sahar.

Rivedo questi stessi occhi, non ancora annebbiati dalla follia, guardarmi con disperazione e preoccupazione.

E solo adesso che me lo ritrovo davvero faccia a faccia, mi rendo conto di quello che anche lui ha attraversato nella sua vita.

Non lo giustifico, ma questo incontro rende tutto terribilmente più reale.

La storia di Einar Athos Nott è reale.

E la sua vendetta aveva davvero una ragione precisa per esistere.

Una volta, tanto tempo fa, è stato un uomo.

Era un Mangiamorte, questo è vero, ma forse, se non fosse successo quello che è successo, Sahar sarebbe riuscita a cambiarlo.

Forse l'amore lo avrebbe salvato.

Sarebbe diventato come Piton?

Forse sì... Anzi... Ne sono certa.

-A cosa devo il non piacere della sua visita?-

Le sue parole mi riportano bruscamente alla realtà, impedendomi di continuare a fantasticare su impossibili scenari.

Ingoio, battendo le palpebre: sono qui per una ragione precisa, no?

Adesso devo solo trovare il modo per dirglielo.

-Suvvia, non mi dica che il Ministro ha davvero un messaggio per me. Dai pugni stretti e postura rigida di poco fa, potrei dire con una certa dose di certezza che stava mentendo. E' migliorata, ma non è ancora del tutto...-

-Basta- lo interrompo.

La voce esce ferma e decisa.

Lui mi da retta e il suo ghigno si allarga.

-Sono qui per una ragione-

Silenzio, ma la sua espressione non cambia.

Faccio un passo indietro voltandogli le spalle, raggiungendo la sedia e poggiandovi le mani, per poi tornare a guardarlo: -Abbiamo ripreso tutte le carte del suo vecchio processo. Verrà condannato per tutti i crimini di cui era già stato accusato due anni e mezzo fa, oltre all'accusa di omicidio volontario e rapimento ai danni di Draco Lucius Malfoy-

Non mi risponde, continuando a guardarmi divertito, come se per lui non si trattasse altro che di un gioco.

-Theodore e Pansy sono già ad Azkaban da una settimana, in attesa di essere processati. Le loro accuse sono di concorso in omicidio-

Taccio subito dopo.

La sua testa si piega leggermente da un lato e solleva gli angoli delle labbra in un sorriso inquietante: -Non mi dica che la ragione per cui è venuta fin qui era questa signorina Granger. Non le crederei. So che sa perfettamente che la voce ha raggiunto anche questa cella. Quindi la prego, non prendiamoci ancora in giro- mi dice.

Una parte di me sperava di sentirglielo dire.

Abbasso lo sguardo, aprendomi in un ghigno: -Speravo me lo chiedesse - rispondo, iniziando ad armeggiare con il mantello.

Sento i suoi occhi su di me: sta cercando di capire cosa stia facendo.

-Questo renderà le cose molto più facili- continuo, estraendo la scatolina che ho nascosto in una delle tasche.

La sollevo, in modo che la veda bene, e la osservo anche io per qualche secondo, prima di tornare con lo sguardo su di lui.

Abbasso il braccio, ma i suoi occhi lo seguono.

Il mio ghigno non sparisce: -Immagino la sua reazione alla notizia. Si sarà sicuramente chiesto come abbia fatto, non è così?-

Torna a guardarmi: ogni traccia di divertimento ha oramai lasciato il posto ad un'espressione seria e contrita.

Esattamente ciò che mi aspettavo.

-Oh! E quasi dimenticavo! Ci tenevo a dirle che sono stata io personalmente ad assicurarmi che le accuse nei vostri confronti fossero quelle esatte. Come saprà, Blaise è ancora convalescente, per cui ha lasciato a me le redini della faccenda- continuo, con finto tono pratico.

Non mi risponde, ma non mi aspetto che lo faccia.

-Ma torniamo al motivo della mia visita. Ha ragione, le notizie corrono in fretta, ma come avrà sicuramente sentito, le accuse ufficiali a suo carico sono molto meno gravi. Abbiamo dovuto dire a tutti che Draco in realtà era stato rapito e torturato ed il corpo trovato era in realtà quello di un elfo trasfigurato. Una mezza verità insomma- continuo con lo stesso tono leggero –Questo è uno degli altri motivi per cui sono qui. Per evitare che ci siano dei fraintendimenti-

Stringe i pugni, lo vedo immediatamente, così gli sorrido: -Suvvia signor Nott, non sia suscettibile. Il nostro segreto rimarrà al sicuro. Abbiamo già predisposto tutto. La sua gloria per essere riuscito a fregarci dovrà attendere ancora- continuo con finta voce carezzevole.

La furia nei suoi occhi si riaccende.

-Sa... Quando tutto è iniziato non ci credevo. Non riuscivo a spiegarmelo- inizio a dire con lentezza, lasciando che la sua attenzione si focalizzi sul discorso che sto per fare. Mi giro, poggiando la scatolina sul tavolo, iniziando a camminare avanti e indietro per tutta la larghezza della stanza, in una sorta di remake di quattro mesi fa, quando i nostri ruoli erano invertiti.

-Mi sono detta che forse ero pazza. Che lo stress post-traumatico della guerra fosse tornato e che stavolta sarebbe stato ancora più difficile scacciarlo-

Una pausa.

-Non sapevo ancora quanto mi sbagliassi. Dicono che io sia la Strega più brillante della mia età. Sono stata definita un'insopportabile So-Tutto-Io ma, fino a poco tempo fa, neanche una come me aveva idea di cosa fosse in grado di creare la magia-

I suoi occhi mi seguono attentamente.

-Ho cercato di rifiutarlo. Di allontanarlo da me in ogni modo. Non potevo crederci. Non potevo credere che colui che per così tanto tempo era stato mio nemico, si fosse invece trasformato nella persona che riusciva a capirmi più di tutti. Credevamo di essere opposti, di essere totalmente diversi l'uno dall'altro e invece, per tutti questi anni, siamo sempre stati uguali-

Mi fermo al centro della stanza, restando girata verso la parete: -L'unica cosa che ci ha sempre divisi è stato il pregiudizio-

Abbasso la testa: -Purosangue e Mezzosangue- dico con un filo di voce.

Un movimento ai margini del campo visivo mi fa intuire che forse abbia intuito qualcosa.

Ed è per questo che giro solo la testa a destra, verso di lui: -Non lo trova ingiusto, signor Nott? Essere discriminati per qualcosa che non abbiamo scelto noi di essere?-

Ma il suo sguardo si è spostato di nuovo sulla scatolina.

Subito dopo torna su di me: i suoi occhi iniziano ad allargarsi, mentre la consapevolezza inizia a prendere possesso di lui.

Sorrido lievemente, avvicinandomi alla scrivania e recuperando il contenitore.

Lo stringo per un attimo, per poi aprirlo, facendo attenzione a non svelarne il contenuto.

-Per fortuna ce ne siamo resi conto appena in tempo. Se così non fosse stato, oggi i titoli di giornale sarebbero stati diversi. Credo che avrebbe davvero raggiunto la gloria tanto agognata, sa? Quindi le chiedo scusa...- dico sarcastica –La colpa del suo fallimento è mia- gli sorrido, risollevando lo sguardo e fissandolo nel suo –Anzi... nostra- aggiungo, imitando esattamente il suo tono di poco fa.

La sua mandibola si serra del tutto e i pugni si fanno ancora più stretti.

Ghigno, sollevando una mano e afferrando l'oggetto per il cordoncino, senza ancora tirarlo fuori.

-Sa... Trovo davvero buffo come le cose a volte facciano dei giri immensi per poi tornare al punto di partenza. Un po' come le persone. Cerchiamo di allontanarcene quanto più possibile per evitare qualsiasi forma di complicazione, per poi renderci semplicemente conto che le complicazioni non sarebbero mai arrivate se avessimo evitato qualsiasi forma di movimento- dico decisa.

-E lei lo sa bene, giusto signor Nott?- gli chiedo dopo qualche secondo di silenzio.

Com'è ovvio non risponde: vedo soltanto il nervosismo aumentare.

-Non avrebbe voluto che le cose finissero in quel modo. L'aveva avvertita, ma lei non le ha dato retta-

Lo vedo sussultare, e le sue mani gettarsi ad afferrare le sbarre.

Le mie dita invece si stringono attorno alla corda, afferrandola saldamente.

-Ha voluto forzare qualcosa che non avrebbe dovuto essere forzato. Persino un Babbano saprebbe che non bisogna scherzare con quel tipo di magia-

Lentamente inizio a spostare la mano verso l'alto.

Il cigolio dell'inferriata mi permette di capire che sono riuscita nel mio intento.

La mia espressione però rimane seria, anche quando, aprendo la mano lascio oscillare l'oggetto legato a quella cordicella tra le dita, e Nott lancia un unico grido: -NO!-

Mi prendo un attimo per osservare quel rubino incastonato nel piccolo cerchio d'oro che alla luce delle torce scintilla più che mai: è davvero un bell'anello.

L'anello di Sahar.

Con lentezza torno a guardare lui: -E' davvero buffo, non trova? Il figlio di colui che le ha rovinato la vita, che alla fine si ritrova coinvolto in qualcosa a cui il suo stesso assassino aveva anelato per così tanto tempo- continuo, ripoggiando l'anello nella scatola.

-Quando lei me l'ha raccontato non potevo crederci. Avevo esattamente la sua stessa espressione-

Tutto ciò che ottengo come risposta è un grido di rabbia.

Chiudo la scatola.

-Ma è così. Che lei ci creda o meno, Draco è tornato su questa terra grazie a quel legame, senza che io facessi qualcosa. Anzi, no. Qualcosa l'ho fatta. Mi sono semplicemente limitata ad amarlo con tutta me stessa, lasciando che la magia facesse il resto-

Le sbarre vengono scosse violentemente.

Nott è ormai fuori di sé, ma non mi lascio intimorire e mi avvicino a lui tenendo la scatola alta davanti a me.

Mi fermo ad un metro di distanza: -Avrebbe dovuto fare lo stesso, ma questo lei lo sa già. Ha avuto molti anni per pensarci, non è vero? Ciò che ancora non sa è il motivo per cui sono venuta qui oggi-

Faccio una pausa, guardandolo impassibile, mentre la sua maschera di compostezza è ormai crollata: il suo sguardo, ormai non più oscurato dai capelli finiti all'indietro in ogni dove, è fisso e spalancato su di me, ma soprattutto furioso.

-Sappiamo entrambi qual è la verità. Può ostinarsi a dare la colpa a Lucius Malfoy per la sua vita finita in pezzi, ma sa perfettamente che le cose non sono andate in quel modo. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, ma si sa: è sempre più facile dare la colpa a qualcun altro piuttosto che assumersi le proprie responsabilità, non è vero?-

Stringo un pugno, facendo un altro passo avanti.

-TACCIA! TACI MALEDETTA MEZZOS...-

-Cosa? Mezzosangue? Non faccia finta di disprezzare quelli come me signor Nott. Conosco la verità. Sahar mi ha detto e soprattutto, mostrato, ogni cosa-

Si immobilizza, completamente sconvolto, guardandomi quasi con gli occhi fuori dalle orbite.

-Mi ha detto di averla perdonata. Adesso...-

Afferro la bacchetta, puntandola sulla scatolina.

-Si faccia un favore-

La faccio levitare, per poi farla passare attraverso le sbarre, dove viene subito afferrata da lui.

-Perdoni sé stesso-

Riabbasso la bacchetta, facendo un passo indietro, e voltandogli le spalle.

Mi riavviò verso l'uscita, annullando l'incantesimo di insonorizzazione, del tutto incurante che lui abbia ricominciato ad urlare e a richiamarmi, fuori di sé.

Non ho più nient'altro da aggiungere.

Riapro la porta, ritrovandomi faccia a faccia con Kein e l'altro caposquadra che mi guardano scioccati, ma li ignoro, superandoli in silenzio.

In me adesso, un'unica consapevolezza: il cerchio si è finalmente chiuso.

E' tutto finito.

***

-Mi dispiace non avervi potuto dire tutta la verità-

Scuoto la testa, abbassandola, sorridendo leggermente: -Ci rivediamo- dico divertita.

Lo sentivo: sapevo che il nostro incontro non sarebbe stato l'ultimo.

La mia mano destra viene stretta, e sposto lo sguardo verso il proprietario dell'iniziativa: Draco è accanto a me.

Ricambia il mio sguardo, guardandomi un po' confuso, ma mi limito a ricambiare la stretta e a sorridergli.

-Siamo davvero di nuovo qui dentro?- chiedo poi, tornando con lo sguardo su di lei.

-No- mi risponde sorridendo Sahar.

Già, è proprio lei.

-Quindi è davvero un sogno questa volta?- chiedo.

-Esatto. Solo un sogno. Non dovrete più tornare qui dentro-

-Sapevo che ci saremmo rivisti- dico quindi.

-Se sono qui è perché c'è qualcosa che vorresti chiedermi, non è così Hermione?-

-Ci siamo davvero scambiati?-

Lei annuisce: -Vi ho detto che se Draco avesse risposto alla tua dichiarazione, sareste rimasti insieme e com'era giusto che fosse, avete travisato le mie parole. Ricordi cos'è successo quando hai lanciato quel Protego, Hermione?-

Annuisco: -L'anima di Draco si è manifestata- rispondo.

-Lo ricordi anche tu Draco, non è così?-

Lui annuisce: -Si-

-Innanzitutto dovete sapere che il fenomeno è stato causato da ciò che stava succedendo. Vi siete convinti entrambi che Blaise fosse stato colpito da quell'Avada Kedavra, e il forte shock ha dato il via al resto. Poi, come vi ho già spiegato, nonostante tutto, esiste sempre un filo conduttore che lega l'anima alla carne. Ed è quello ad aver prevalso in quel momento. La tua anima, Draco, è stata riattirata dal tuo corpo, abbandonando quello di Hermione che in quel momento era troppo debilitato anche solo per ospitare sé stessa. Ed ecco perché tu sei finita dall'altro lato. Saresti dovuta morire per le gravi ferite riportate, ma il legame ha funto da àncora facendoti finire nel limbo e non passare oltre. E' successa la stessa identica cosa di nove mesi fa, ma questa volta in maniera molto più potente, perché i sentimenti vi univano-

Rabbrividisco: stavo per morire?!

I miei pensieri vengono stroncati sul nascere: Draco mi tira a sé, abbracciandomi.

Ha capito a cosa penso e soprattutto cosa sto provando.

-Sei ancora viva- mi dice sottovoce.

Ricambio la stretta: sono ancora viva.

Sono ancora viva.

Grazie a lui.

Siamo ancora vivi.

Ingoio, separandomi dal suo corpo a malincuore.

Mi giro di nuovo verso Sahar: -Ma se lui mi avesse detto che mi amava...- inizio quindi a dire.

-Sarebbe rimasto con te. Sareste morti insieme-

Strabuzzo gli occhi: -Cosa?!-

-Avreste oltrepassato questo confine insieme-

-Saremmo morti entrambi?!-

-Non sempre le parole possono salvare le cose. Nel vostro caso quel filo che teneva legata l'anima al corpo, sarebbe stato reciso. Ma è stata proprio la tua anima, Draco, a reagire e a percepire cosa sarebbe potuto succedere. Si è affidata all'amore che provavi per lei e si è lasciata guidare-

Gli occhi mi diventano lucidi, il mio battito accelera, esattamente come il suo.

Lui... mi ha salvata.

Il suo amore per me mi ha salvata.

L'algido Draco Malfoy, all'apparenza incapace di provare sentimenti, si è... innamorato di me... e mi ha salvata.

Ingoio di nuovo, cercando di tenere a bada il cuore.

-Quindi...- inizio a dire, ricacciando indietro le lacrime -Quindi...Sono finita io nel limbo?-

Lei annuisce di nuovo.

-Ma perché non ha preso le sembianze del giardino?-

-Il limbo cambia continuamente, ricordi? A seconda dell'anima che sta ospitando. Nel tuo caso, la tua era così fortemente legata a quella di Draco, che ha iniziato a cambiare a seconda di quello che lui stava vivendo nella realtà. Avrete sicuramente notato delle similitudini in ciò che vi è accaduto, non è così?-

Annuiamo entrambi, ed io riporto alla mente l'episodio di Ron, che poi lui mi ha raccontato.

Sorrido, involontariamente divertita.

-Ed ovviamente anche delle differenze-

Già...

-La morte di Blaise era l'unico timore che avevi Hermione, di conseguenza la tua anima l'ha trasferita al limbo. Il motivo per cui non sei "riuscita" ad andare alla tomba di famiglia dei Zabini non è il poco coraggio, ma perché di fatto, quella tomba non esisteva realmente. Non potevi visitare un luogo inesistente. Il limbo non poteva rielaborare un avvenimento che non era mai accaduto-

La guardo stupita.

Una scarica di adrenalina mi attraversa.

-Quando hai raggiunto Kensal Green, tutto si è spento. Era il limbo che stava cambiando di nuovo perché Draco stava tornando. E' tornato ad essere un giardino con il mausoleo perché in quel momento stava ospitando entrambi ed era il luogo che le vostre anime conoscevano meglio di ogni altro-

Ha senso.

Wow...

-Aspetta- interviene Draco.

Mi giro a guardarlo dubbiosa.

-I libri. Sono rimasti con noi- dice lui.

E' vero! I libri Lumen e Noctem sono ancora a casa di Blaise.

Sahar lo guarda: -Spariranno da soli, non preoccupatevi. Ci saranno due nuovi maghi dopo di voi. La storia si ripeterà-

La guardo un po' confusa: -Che significa?-

-Non siete stati i primi e non sarete gli ultimi Hermione. Il Lux Tenebrarum legherà altri maghi. E' il naturale corso delle cose-

Stringo leggermente le labbra.

-Io...-

-Hermione... Grazie- mi interrompe lei.

Mi blocco, sgranando gli occhi, mentre sento Draco tornare a stringermi le spalle.

Gli ho raccontato tutto sul mio incontro con Nott: non era giusto tenerglielo nascosto e per fortuna, dopo aver fatto un po' di storie com'era prevedibile, mi ha capita.

Ciò che non mi aspettavo però, era questo ringraziamento da parte di Sahar.

Sa tutto?

Certo. Ovvio.

Mi riscuoto, aprendomi quindi in un sorriso: -Non c'è di che. Spero che adesso tu possa trovare pace- dico sincera.

So che se lei è qui, è perché in realtà ancora non l'ha trovata.

Mi sorride di rimando: -Sei davvero la strega più brillante della tua età-




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Spazio Autrice: 

KEEP CALM!

Tranquilli, non avete perso alcuna notifica, c'è solo stato un cambio di programma.

Vi avevo detto che questo sarebbe stato l'epilogo; che gli extra successivi sarebbero venuti dopo, ma ieri, rileggendo il tutto mi sono resa conto che l'epilogo ha un non so che di definitivo. Qualcosa che scrive davvero la parola "FINE", per cui non potevo pubblicarlo prima degli extra. Anche la mia Beta è d'accordo con me. 

Di conseguenza ecco a voi l'EXTRA numero 2 ;) 

Che ne dite? Vi è piaciuto? A me sembrava doveroso inserire un confronto tra Hermione ed Einar e infine spiegarvi anche cosa sia successo al momento del "risveglio" ;) Molti di voi ne sono rimasti alquanto confusi, ma è naturale, me lo aspettavo :) Come mi aspettavo anche il fatto che tutti, MA PROPRIO TUTTI, non credono ancora che il lieto fine sia arrivato AHAHAHAHAHHA XD Non mi credete più ormai xD Ma me lo aspettavo ahahahah xD Avrei così tante cose da aggiungere in questo spazio autrice che se iniziassi a scriverle, penso non riuscirei a fermarmi xD Ma sto cercando di tenere a mente che avrò i ringraziamenti a mia disposizione. DEVO TENERLO A MENTE.

Immaginate il mio stato d'animo al momento, vero? Ecco... Non aggiungo altro ;)

Se non che, ci risentiamo prestissimo per l'EXTRA numero 3 che sono sicura vi piacerà ancor più di questo ;D NE SONO CERTA :D 

(NO, NON PENSATE AL MATRIMONIO U.U")

(NO, NEMMENO ALLA NASCITA DEI FIGLI)

(NOOOOOOOOOOOOOOO!)

Ok... xD  

Mi raccomando

Stay Tuned :*

Iron9208(Arlen)

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