Capitolo 1 (PARTE III)
Bastasse la luna per averti,
bastasse il cielo per averti,
una vita per amarti...
e la morte per dimenticarti
[O. Wilde]
Boccheggio, ma sono tornata in me; lo sento, senza bisogno di vederlo.
Stringo solo per un secondo le palpebre, per poi lentamente riaprire gli occhi.
Sono in ginocchio piegata in avanti, con un pugno poggiato a terra per sorreggermi.
Mi sento svuotata, ancora una volta, come quando ho rivissuto la tortura di Draco.
Alla fine non ho dovuto percepire la stessa terribile sensazione della morte che mi afferrava per le viscere, ma per ciò che invece ho avvertito, forse sarebbe stata migliore la prima opzione.
Risollevo la testa, cercando il suo sguardo, e quando lo trovo, i suoi occhi sono tranquilli.
Sembra davvero che ormai abbia trovato pace.
Non dico nulla però; ogni frase che mi passa per la mente, per la prima volta, mi sembra superflua.
Cosa potrei dirle?
Mi dispiace?
Scontato.
Mi limito quindi a guardarla, fin quando è lei a riprendere la parola: -Adesso sai com'era prima. Non ti chiedo di giustificarlo, né di perdonarlo. Ho voluto mostrartelo solo per farti capire che Einar era molto di più di ciò che tu hai conosciuto-
Non rispondo, cercando di riordinare tutto ciò che mi ha mostrato.
Mi ha detto che non lo ritiene responsabile per la sua morte, eppure... quando si sono smaterializzati nella stanza, gli disse una frase ben precisa...
E' questo il primo dubbio che mi travolge: -Mi hai detto che non lo ritieni responsabile, ma quella notte gli hai urlato che saresti morta perché non aveva saputo tacere...- inizio quindi a dire.
-Non sai quanto mi penta di quelle parole. Le ho dette in un momento di rabbia. Non lo pensavo veramente. L'ho fatto solo per ferirlo, perché non era riuscito a vedere come stavano realmente le cose.
Era stato Lucius a farlo retrocedere di rango sin dall'inizio, ma non l'aveva mai capito. Dopo la mia morte, quando sono tornata da lui, ho provato a spiegargli che ciò che avevo detto non era vero, ma come puoi immaginare, quella frase ormai aveva attecchito nel suo cuore e non ho potuto fare molto per fargli cambiare idea. L'unico modo sarebbe stato dirgli cosa stesse succedendo in realtà, ma come ti ho già spiegato non potevo permetterglielo. Doveva andare avanti con la sua vita-
Non replico, combattuta.
Una parte di me è d'accordo con lei, ma l'altra, la più egoista, pensa che forse sì, se gli avesse detto la verità, Nott Senior avrebbe rovinato la sua intera esistenza inseguendo un'effimera e utopica possibilità, ma perlomeno non avrebbe meditato vendetta; avrebbe rovinato solo la sua vita, senza intaccare quella degli altri.
E Draco sarebbe ancora vivo.
Stringo i pugni: non è da me pensarla così.
Non posso davvero pensarla così, ma la rabbia che provo in questo momento è talmente forte da farmi arrivare a ponderare certi pensieri che normalmente non mi sfiorerebbero neanche.
Esattamente come lei.
-Quindi il motivo per cui ti sei opposta a quel rituale di Magia Nera era che volevi proteggerlo da sé stesso, non è così?- chiedo, cambiando leggermente argomento.
Non me la sento di replicare ad altro.
-Esatto. Sapevo che sarebbe finita male. Dovevo proteggerlo in qualche modo, ma non mi ha dato ascolto-
Annuisco, rimettendomi in piedi e avvicinandomi di un passo alla sua figura: -Cos'è successo poi?-
Adesso non mi resta che conoscere il resto.
Non potrò mai essere imparziale su un argomento che mi tocca così da vicino.
Soprattutto non adesso che tutto è irrimediabilmente finito.
-Puoi immaginare come siano stati i mesi successivi per Einar. Si ridusse ad essere il fantasma di sé stesso, bloccato in mezzo al nulla, incapace di fare o dire qualsiasi cosa. Non lo sfiorò neanche il pensiero di vendicarsi di Lucius. Niente. Divenne quasi incapace di intendere e volere. Lucius dal canto suo, dopo aver ottenuto in maniera completa ciò che voleva, perse interesse nei suoi confronti. Era stato lui a parlare a Voldemort di me e di ciò che stava succedendo con Einar, ma dopo la mia morte, per fortuna, il signore Oscuro smise di infierire su di lui. Diceva che il suo ex braccio destro era stato punito abbastanza e che avrebbe avuto bisogno di tempo per riprendersi da qualsiasi sortilegio io gli avessi inflitto. Un atto di clemenza, come lo definì lui stesso-
Assottiglio le labbra: quel maledetto...
-Da quel momento, almeno sul fronte Mangiamorte, fu al sicuro. Passarono un paio d'anni prima che incontrasse colei che prese il mio posto, ed un altro anno prima che nascesse Theodore. Dopodiché, arrivò Harry Potter e Voldemort, almeno per un po', sparì. Lui ebbe finalmente un po' di tregua e riuscì a vivere qualche anno di serenità. Per un attimo mi sembrò che il vecchio Einar, quello delle torte di melassa, stesse riemergendo, ma come ti ho già detto, sua moglie morì quando Theodore era molto piccolo e fu in quel momento che il passato che tanto a lungo aveva cercato di relegare nell'angolo più lontano della sua anima, lo travolse come un fiume in piena. Non si limitò a bussare di nuovo alle porte del suo cuore, ma le scardinò completamente. Vidi la sua rovina arrivare come un uragano e non potei far nulla- continua, amareggiata –Ripensò a me e a tutto ciò che gli avevo detto. Ripensò alla sua retrocessione e si convinse, per come avevo cercato di fargli capire quand'ero ancora in vita, che quell'avvenimento era davvero stato causato da Lucius e dalla sua sete di potere. Quello, unito alla mia morte, per la quale si sentiva in colpa, ma che in parte attribuiva proprio al tradimento di colui che aveva erroneamente creduto amico, lo fecero impazzire. La sua sete di vendetta, mai esistita fino a quel giorno, esplose nel modo più violento che potesse esistere. E fu così che iniziò ad elaborare ogni cosa. Giorno dopo giorno, anno dopo anno. La sua personalità si sdoppiò: da un lato divenne un padre amorevole e attento verso il suo unico figlio, dall'altro, un uomo accecato dal rancore e dall'odio che stava preparando la sua più grande vendetta-
-Nessuno però, tranne me, riuscì ad accorgersene: nonostante per certi versi avesse perduto la ragione, per altri mantenne una fredda e cinica lucidità. Sapeva cosa voleva e col passare del tempo riuscì anche a capire come ottenerlo. E quando il signore Oscuro tornò e lui e Lucius Malfoy furono convocati al suo cospetto in quel labirinto, per Einar fu come se Voldemort gli avesse servito su un vassoio d'argento la più squisita delle pietanze. Non agì subito, non avrebbe potuto. Rischiava di mettere in pericolo Theodore, ma per lui, il fatto di ritrovarsi di nuovo accanto al suo peggior nemico, fu abbastanza. Doveva solo aspettare il momento più propizio. Lucius probabilmente intuì qualcosa, ed ecco perché, come Einar stesso ti ha raccontato, cercò di liberarsi di lui in ogni modo possibile, facendolo passare per un incidente. Resistette e dopo la caduta definitiva del Signore Oscuro, trovò finalmente la sua occasione. La sua intenzione sin dall'inizio era quella di torturarlo ed ucciderlo, ma Lucius Malfoy si era già assicurato la protezione di cui aveva bisogno. Fu per questo motivo che provò ad ingannarlo, fingendo di essere stato catturato e morire dopo il suo ingresso ad Azkaban. E ci riuscì. Il resto della storia la conosci già-
Annuisco.
Mi limito soltanto ad annuire e abbassare lo sguardo... Non posso replicare.
Nella sua follia cieca, Einar Nott è riuscito comunque nel suo intento.
"L'ho ucciso in un altro modo. Gli ho tolto tutto. Ogni cosa. Come lui aveva fatto con me. Ho distrutto la sua vita. E lascerò che lui vaghi su questa Terra, per fargli ricordare ogni giorno ciò che ha fatto. Per fargli ricordare il traditore bugiardo che è e per fargli capire cosa significa vedere la propria vita andare in pezzi"
Non lo perdonerò mai per ciò che ha fatto a Draco. Mai.
Ma almeno, adesso so che la sua vendetta non si è attuata solo per un semplice gioco di potere.
C'era davvero molto di più sotto.
Molto. Troppo.
-Adesso che sai tutta la verità su Einar, è giusto che io ti spiega tutto ciò che so a proposito del Lux Tenebrarum-
Mi riscuoto dai miei pensieri nell'arco di un secondo, come se la mia mente fosse stata immersa per diverse ore in una strana foschia e torno a guardarla ad occhi sgranati.
Lei divertita dalla mia reazione, mi sorride leggermente: -Vorrei, se me lo permetti, spiegarti tutto ciò che ancora non conosci a tal proposito-
Annuisco, mettendo da parte per un momento il pensiero di Nott Senior: -Si!- rispondo decisa.
Voglio conoscere tutta la verità.
-Bene... Dunque... Devi sapere che i libri godono di una sorta di "propria volontà". Compaiono e scompaiono a proprio piacimento, attirati o respinti dall'instaurarsi del legame stesso e da come questo proceda poi nel tempo-
Compaiono e scompaiono a proprio piacimento?
Ma certo! Ora capisco perché dopo averlo visto la prima volta ad Hogwarts, il libro Lumen scomparve dopo pochi minuti. E poi...
-Quindi nella bara di Draco... E' comparso da solo?- chiedo incuriosita.
-Esatto. Nessuno è in grado di controllarli. Possono rimanere a lungo in un posto, per molti anni o addirittura secoli, oppure sparire nell'arco di un secondo dopo essere comparsi. Le loro pagine sono incantate, impossibili da distruggere anche col fuoco-
Quest'ultima frase inizia a solleticarmi la memoria e lei sembra intuirlo, perché aggiunge: -Ricordi l'ultima lettera minatoria inviata a Draco?-
Ed ecco che di nuovo il mio subconscio porta alla luce il ricordo che aveva iniziato a premere per uscire: la lettera minatoria che non si è distrutta nonostante Draco avesse tentato di bruciarla. La prima visione che ho avuto quando tutto è iniziato.
-Sì, certo- inizio a dire, ricollegando improvvisamente tutto.
-Sì, voglio dire proprio quello che hai immaginato. La pergamena su cui è stata scritta quella lettera, è in realtà una delle pagine che Einar aveva strappato dal libro Lumen molti anni prima. E' stato proprio lui ad ordinare a Theodore di prendere quel preciso foglio dalla sua scrivania al Manor. Carta apparentemente innocua, ma che in realtà nascondeva molto di più-
-Ma non è sparita come il libro! Perché?- chiedo quindi stranita.
-Perché strappare quelle pagine ha significato recidere il cordone ombelicale che le teneva ancorate alla magia che impregna il libro stesso. Hanno mantenuto la capacità di non essere distrutte, ma nient'altro-
Rimango a bocca aperta.
E'... Era tutto... tutto collegato.
Sin dall'inizio.
Anche il particolare più insignificante... alla fine faceva parte di un quadro molto più ampio, che solo adesso mi è permesso vedere.
-Il libro Lumen ha continuato a comparire e sparire perché Draco non era più in vita, ma la sua anima restava comunque attaccata alla tua, per cui veniva attratto da lui e allo stesso tempo respinto da te. Il Lumen è il libro del mago Purosangue in un certo senso; ecco perché tu lo vedevi bianco. Il libro Noctem invece è comparso per la prima volta a Draco e non è mai sparito, perché esso è legato al mago Mezzosangue e tu sei sempre rimasta in vita. L'unica cosa successa è che hai eliminato il loro ricordo-
Annuisco immediata, anche se ancora non riesco a capirne il perché.
-Il motivo è proprio questo: le vostre anime che coabitavano nello stesso corpo. Come i poli opposti di due calamite, i libri venivano attratti da una delle due anime presenti in te, ma contemporaneamente respinti dall'altra che esercitava una forza magnetica della stessa polarità. Per cui, non potendo continuare a comparire e sparire in continuazione, col rischio di farti impazzire, la perdita di memoria è stata l'unica soluzione. Solo quando le vostre anime si sono fuse insieme, dopo aver superato i pregiudizi che ancora vi dividevano, hai potuto ritrovarli, perché insieme avete dato vita ad una forza ancora più potente del semplice magnetismo-
Rimango a bocca aperta, totalmente senza parole.
-Il Lux Tenebrarum non prevede che uno dei due maghi debba morire. Esso si instaura a delle particolari condizioni e così continua fino alla fine della vita dei due maghi. Se uno dei due muore prima dell'altro, egli non morirà del tutto fin quando anche il secondo non morirà. C'è però solo una condizione affinché l'anima del mago che ha perso la vita prima rimanga nel limbo e non passi oltre-
Mi acciglio leggermente.
-Nessuno dei due deve dimenticare l'altro-
Sgrano gli occhi: -Cosa?!-
Lei annuisce: -E' così. Ed è per questo che tu non puoi aiutarmi. Io ormai sono...- sposta lo sguardo alle sue spalle, sollevando un braccio per indicare lo spazio dorato che la circonda –Passata dall'altra parte-
I miei occhi rimangono spalancati: -Sahar non può essere! Einar non può averti dimenticata! Si è vendicato di Lucius per ciò che ti aveva fatto!-
Lei riabbassa le braccia, sorridendomi: -La sua mente non mi ha di certo dimenticata. Ma il suo cuore sì. Innamorandosi della madre di Theodore, il sottile filo che ci legava si è spezzato. Il legame si è affievolito sempre più fino a scomparire-
-Ma...-
-E' così. Quando lui si dichiarò a lei, io abbandonai il limbo. Ma bada bene: era proprio quello che volevo. Come ti ho detto, non ho mai desiderato che lui inseguisse una vana ed effimera possibilità e rovinasse la sua vita. Era giusto che ricominciasse da zero e che io potessi trovare pace. Le cose dovevano andare in questo modo Hermione-
Richiudo la bocca, per poi riaprirla e richiuderla ancora una volta.
Quindi... Se lei è nell'aldilà... e io sono ancora da questa parte...
Allora...
Una scarica di adrenalina mi pervade, mentre lei piega la testa da un lato, sollevando di un poco gli angoli della bocca: -Immagino la tua domanda-
-Dov'è Draco?!- chiedo, ma la mia voce viene meno proprio alla fine del suo nome, in preda all'emozione.
Se io sono qui... Vuol dire che...
-Hermione... Se lui ti avesse risposto allo stesso modo, sarebbe rimasto con te-
-Quindi significa che...- inizio a rispondere... ma non riesco a finire la frase.
Fa troppo male pensarci.
Sposto lo sguardo di nuovo sul passaggio che ho di fronte: se lui è... è... passato oltre in maniera definitiva, allora... Ed io mi trovo qui davanti... Allora forse... Vuol dire che... Posso ancora raggiungerlo?
Sono davanti a questo passaggio, perchè dovrò attraversarlo anch'io!
E forse lo rivedrò!
Faccio un paio di passi avanti: -Sto per seguirti anch'io, non è così?! So che mi hai già detto di no, ma...-
-No Hermione. Come ti ho detto, non ti porterò da nessuna parte. Tu dovrai continuare a vivere-
Stringo i pugni: -No. Non voglio più tornare indietro. Io devo rivederlo Sahar!-
-Ne sei proprio sicura?-
Apro la bocca per ribattere un secco "Sì", ma proprio quando sto per pronunciare la fatidica parola, la mia mente me lo impedisce, fornendomi delle semplici immagini.
Harry.
Ginny.
Blaise.
I miei genitori.
Quattro semplici immagini che mi fanno bloccare.
Se morissi... Cosa ne sarebbe di loro?!
Ma allo stesso tempo... che ne sarebbe di me se tornassi indietro?
Un altro brivido.
Sono davvero disposta a continuare a vivere senza di lui?
Sono davvero disposta a cercare di ricostruirmi una vita come hanno fatto Harry, Ginny e persino Ron, dopo la perdita di persone a loro così strettamente legate?
Ne ho davvero la forza?
Mi sento una vigliacca.
Tutti... TUTTI, anche Draco, hanno avuto più coraggio di me ed io, che adesso sono qui, davanti la soglia che separa la vita dalla morte, preferisco scegliere la via più breve e più facile?
Che razza di persona sarei?
No...
Non posso.
Non posso scegliere di morire.
Chiudo gli occhi, iniziando a scuotere la testa, per poi lentamente riaprirli e guardarmi intorno, girando, con estrema calma, la testa da un lato all'altro.
Tutto intorno a me continua ad essere bianco...
Il vero aspetto di questo limbo...
Già... il luogo che per così tanti mesi mi ha ospitata...
Ma adesso, che tutto è finito...
-Che fine farà?- concludo il mio pensiero ad alta voce, ma Sahar sembra comprendermi senza bisogno che mi dilunghi in ulteriori spiegazioni.
-Cambierà aspetto, ma non so che forma assumerà-
Che forma assumerà?
E' un attimo, ma improvvisamente ricordo una sua frase di qualche minuto fa:
"In quel momento la sua anima si era aperta a te totalmente, era vulnerabile e non aveva il pieno controllo sul limbo. Per me è stato quindi più semplice insinuarmi tra le fibre di quel dominio e assumerne momentaneamente il comando"
-Cosa intendevi quando hai detto che l'anima di Draco non aveva il pieno controllo sul limbo?-
-Come hai correttamente intuito, questo è il vero aspetto del limbo. Uno spazio completamente bianco ed esteso all'infinito. Quando un'anima giunge qui, essa inizia ad interagire con questo luogo e quest'ultimo cambia. Assume l'aspetto di un particolare posto, che per quella persona ha rappresentato qualcosa di importante, in un senso che può essere sia positivo, che negativo. Nel caso di Draco ha preso le sembianze del salone sotterraneo perché quello è il luogo in cui è stato torturato e quasi ucciso, ma dove è stato anche conservato il suo corpo dopo che Einar e Theodore lo avevano trafugato. L'anima, come puoi immaginare, in qualche modo, resta sempre legata alla carne-
Annuisco, ma ho un dubbio: -L'esterno... E' diventato come Kensal Green. E Draco non ha mai visto il cimitero- dico, lasciando sottintendere la domanda.
-Dopo il tuo arrivo, il limbo si è adattato ad entrambe le anime che ospitava. E' come se si fosse diviso in due parti complementari, ed ognuna rispecchiava uno di voi due. Al loro interno però c'era qualcosa che rappresentava l'altro- mi spiega.
Che vuol dire?
Lei, notando il mio dubbio, continua: -Nel giardino, la parte che rappresentava il tuo luogo particolare, c'era la sua lapide, che rappresentava la sua anima legata alla tua, mentre all'interno del salone c'era il camino col fuoco, cioè la rappresentazione della tua anima legata alla sua-
Sgrano gli occhi: è per questo che nella realtà, in quella sala, il camino non esiste?
-Quei due simboli rappresentavano un appiglio di salvezza per ognuno di voi. Rappresentavano voi stessi. E' per questo che all'inizio, quando eravate preoccupati o pensierosi, tendevate ad avvicinarvici. Tu al camino, lui alla lapide. Ognuno al proprio-
E' vero. Quante volte mi sono ritrovata davanti a quelle fiamme riflettendo sul da farsi o rimuginando su tutto ciò che stava avvenendo?
E lui?
Quante volte, quando mi risvegliavo dentro il salone, cercandolo, lo ritrovavo davanti la sua stessa lapide?
-Poi col tempo, man mano che il vostro rapporto è cresciuto e iniziavate a fidarvi l'uno dell'altra, avete iniziato a spostarvi verso l'appiglio dell'altro-
Lui che piangeva davanti il camino...
E' questa la prima immagine che rievoco.
-Il fuoco aumentava o diminuiva d'intensità a seconda della tua stessa forza vitale. Quando stavi per morire, si era ridotto notevolmente. Ciò che invece cambiava a seconda della forza vitale e soprattutto dei sentimenti di Draco, erano gli eventi atmosferici. Inizialmente, come avrai notato, tutto era coperto di neve e ghiaccio, che lentamente, grazie al tuo stesso fuoco, hanno cominciato a sciogliersi. Poi in ordine sono arrivate la pioggia, le nuvole, la notte, che simboleggiava il vero e proprio cambiamento in lui, ed infine il sole. La sua anima si è via via schiarita grazie a te. Tu l'hai aiutato più di quanto possa immaginare-
La mia espressione non cambia.
Sono troppo stupita per poter dire anche solo una parola.
-Voi due siete stati la rappresentazione vera e propria del Lux Tenebrarum. Le vostre anime si sono legate ogni giorno di più e sono cresciute insieme. Il limbo lo ha percepito ed è per questo che è comparso il mandorlo-
-Cosa?!- chiedo incredula.
Lei mi sorride: -Pensaci. Tu credevi fosse comparso accanto alla lapide dopo che lo avevi evocato nella realtà e lasciato accanto alla sua tomba, ma hai dimenticato un particolare. L'hai fatto per due volte. La prima volta in maniera del tutto involontaria, quasi più per un dovere morale che per un reale interesse. Mentre la seconda volta no. Il rametto era appassito e ti sei affrettata a rievocarlo-
Ci penso su ed il ricordo riemerge senza alcuna difficoltà: è vero. L'ho fatto. Lo stesso giorno in cui incontrai Nott Senior sotto mentite spoglie. Dopo aver litigato con Ron per difendere Draco.
-Quel mandorlo rappresenta in realtà il punto di ancoraggio per entrambi; il punto in cui le vostre anime si legano. La sua collocazione non è casuale. Si trova vicino la lapide, perché tu sei entrata nel suo cuore lentamente, proprio come una pianta che pian piano si trasforma da un semplice seme ad un lbero con radici che affondano profondamente nella terra. Le radici in questo caso sono affondate nel suo cuore e li hanno attecchito, permettendo che il legame si rafforzasse sempre di più. E questo l'hai potuto vedere con i tuoi stessi occhi-
-Come?- chiedo con un filo di voce.
-All'inizio l'anima di Draco era molto debole. Era qualcosa di davvero effimero. Non c'era la certezza che lui si salvasse. Non sanguinava, ricordi? E più di una volta la sua forma corporea si è trasformata in fumo. Quando ti ha protetta dalla tempesta o quando ti ha baciata la prima volta-
Annuisco.
-E' per questo motivo che quando lui si spostava da un punto ad un altro, tu non percepivi i suoi passi. Era vero e proprio fumo. La sua anima non era stabile. Non riusciva a rimanere legato davvero al limbo. Solo quando avete iniziato a stringere un rapporto e il legame ha iniziato a rafforzarsi, la sua anima si è consolidata e fortificata di conseguenza. E' diventato sempre più corporeo, iniziando così a sanguinare. Di contro, tu hai smesso di riportare nella realtà i segni e le ferite di ciò che ti accadeva mentre eri con lui-
-I graffi dei rami degli alberi- la interrompo, colta da un improvviso ricordo.
Lei annuisce, per poi continuare: -Anche il limbo si è stabilizzato sempre di più ed è per questo che avete iniziato a sentire il calore del fuoco o il freddo della neve. Inoltre, il suo cuore, o meglio il tuo, ha iniziato a battere dentro di lui ed è per questo che quando lo ascoltavi, i vostri battiti risuonavano all'unisono. Quando tu sei stata attaccata da Daphne e sei finita nel limbo gravemente ferita, o quando si è frapposto tra te e il muro e il suo cuore si è fermato. Anche il tuo, nella realtà, lo ha fatto-
Stavolta sono io ad annuire.
-Entrambi vi siete toccati, cercando di rianimarvi a vicenda. Ciò che ti ha detto Blaise era in parte vero: quello che sembrava un contatto fisico era in realtà un contatto non tra le vostre menti, ma tra le vostre anime. Avete tratto forza vitale l'uno dall'altro e siete riusciti a salvarvi a vicenda-
Un altro brivido mi attraversa, mentre ricordo il terzo episodio che lei non ha nominato: quando il salone è crollato e Draco è finito sotto le macerie. E' accaduta la stessa identica cosa anche lì.
-Tutto ciò che hai intuito da sola sulla sua coscienza e sul fatto che avesse perso parte dei ricordi perché si erano trasferiti in te, è corretto-
Muovo la testa, ma lo faccio in maniera automatica, spostando lo sguardo sul "pavimento" solo per farle capire che ho recepito l'informazione.
In realtà in questo momento mi sembra tutto così strano.
Non riesco quasi a credere che sia davvero così, ma ha senso.
Tutto ha senso.
-C'è un ultimo particolare che non ti ho ancora detto Hermione-
Torno a guardarla, in ascolto.
-La voce del serpente. All'inizio era quella di Voldemort, perché ciò che ti aveva fatto più paura fino a quel momento era proprio il Signore Oscuro. Poi è cambiata in quella di Draco, perché col tempo, quando hai iniziato ad affezionarti, la tua più grande paura era che lui ti respingesse, ti considerasse solo come una Nata Babbana e nulla di più. Un puro e semplice mezzo per poter tornare indietro. Questa è stata l'unica cosa che si è mantenuta stabile da quel momento fino ad ora. Nonostante sia diminuita notevolmente col tempo, hai portato con te questa paura fino alla fine, ed è per questo che la voce non è più cambiata. Il serpente ha solo smesso di comparire con la stessa frequenza di prima-
Batto le palpebre più e più volte: ricordo perfettamente la mia paura. Anche se all'inizio l'ho trasformata in rabbia: pensare di essere considerata da lui come uno strumento per poter tornare indietro mi faceva diventare furiosa. E il motivo di tale furia non era altro che... l'inizio del mio interesse per lui.
Sorrido lievemente: -Grazie- dico semplicemente, ma so che capirà cosa voglio dire.
-Era mio dovere venire qui e spiegarti tutto. So che probabilmente lo troverai strano. Proprio io, che ero così tanto legata all'assassino di Draco, sono comparsa davanti a te. Ma è proprio per questo che l'ho fatto.
Ho osservato Einar per tutti questi anni e quando la sua attenzione si è inevitabilmente spostata in parte su Draco, anche la mia lo ha fatto. E dopo Draco sei arrivata tu. Ho visto le basi del legame venire gettate da lui in maniera del tutto naturale e involontaria ed è per questo che ho fatto in modo che il libro Noctem arrivasse nelle sue mani. Ho posseduto il vecchio stregone Shafiq giusto il tempo necessario a passare il libro a Draco e a cercare di metterlo in guardia. I libri non si possono controllare, ma vengono attirati, quindi se il Noctem era comparso in quella casa, proprio nello stesso giorno in cui anche Draco si trovava lì, lui doveva trovarlo. Magari lo avrebbe visto anche da solo, ma per non correre rischi, ho voluto intervenire-
Rimango basita: Shafiq... In realtà... Era lei?!
-Ma adesso...-
-E' morto, lo so. Era un mago anziano. La possessione lo avrà sicuramente debilitato, ma non ho potuto fare altrimenti. Dovevo intervenire. Dovevo cercare di riparare in qualche modo agli errori che Einar stava commettendo a causa mia. Draco era innocente. Oltre a me, l'unico altro colpevole era Lucius Malfoy. E le colpe dei padri non dovrebbero mai ricadere sui figli. I figli non dovrebbero mai pagare al posto dei genitori-
Un altro brivido.
E' proprio quello che è successo.
-Il nostro incontro è solo l'ultimo tassello importante che dovevo ancora sistemare per poter andare via-
Sgrano gli occhi: -Quindi non sei morta davvero!-
Lei mi sorride apertamente: -Intendo solo dire che adesso posso andare via dalle vostre vite e limitarmi a continuare ad osservare solo Einar e a proteggerlo da sé stesso per il resto della sua vita-
Recupero il controllo, mentre una strana sensazione mi pervade: scariche di adrenalina mi attraversano, mentre un nodo inizia a formarsi all'altezza dello stomaco: la sensazione di essere arrivati alla fine di una lunga storia. La stessa sensazione che ho avvertito dopo la guerra. Solo che adesso ci sono solo io.
Nessun altro, oltre a me, ne è stato coinvolto e nessun altro, oltre a me, ne farà le spese.
-Hermione, so che sarà difficile d'ora in avanti, ma ce la farai. Tu tornerai a vivere e ad essere felice-
Le lacrime hanno già iniziato a scendere, prima che riesca a trattenerle: non ce la farò.
Non questa volta.
-E devi vivere anche per lui. Perché è ciò che vorrebbe-
Scuoto la testa: solo questo, anche se vorrei parlare.
Vorrei urlare.
Vorrei dire che no, non posso vivere.
Non senza di lui.
-Sarà difficile, ma so che troverai un modo. Ce la farai-
-Posso rivederlo? Un'ultima volta...- dico sottovoce, implorandola.
-Non credo sia possibile-
-Ti prego!- rispondo di scatto, risollevando la testa di scatto, disperata.
-Non posso controllare nulla qui- mi risponde, aprendo leggermente le braccia ed indicando lo spazio che ci circonda.
Assottiglio le labbra, mentre altre lacrime continuano a scendere.
Stringo i pugni.
-Adesso devo andare. Ma, Hermione...-
Mi costringo a guardarla.
-Non dimenticare-
Tutto esplode.
Tutto si spegne.
Tutto finisce.
E' finita.
Finita davvero.
Ma io...
Non devo dimenticare.
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Spazio Autrice:
E niente... Quando l'ispirazione prende c'è poco da fare ;) Adesso sapete tutto! TUTTO TUTTO TUTTO! :D Non ho più nient'altro da tirar fuori ;) Spero di essere stata chiara su ogni punto e se avete chiarimenti da chiedere, non esitate a farlo ;)
Piaciuto? Fatemi sapere :D
Ma... Adesso che succederà?
Pronti per scoprirlo?
Mi raccomando
Stay Tuned :*
Iron9208 (Arlen)
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