Capitolo 12: Pareti

24/08/2018 - Jimin

Jungkook ha avuto un incubo bruttissimo, ma non me ne ha voluto parlare; e io mentre faccio colazione aspettando che lui si svegli penso a cosa gli abbia tormentato i pensieri questa notte. Penso che ne discuterà oggi col suo psicologo, mentre io con Sonnie voglio parlare soprattutto del bacio che c'è stato tra me e Jungkook: a dir poco magnifico.

I miei pensieri vengono interrotti dal diretto interessato che entra in cucina stropicciandosi gli occhi in maniera adorabile. Adesso sembra essere più tranquillo, lo si capisce dalla serenità sul suo volto.

«Buongiorno,» dico sorridendo «come stai?» chiedo, riferendomi a questa notte.

«Buongiorno» risponde. «Sto meglio, grazie. Tu invece hai dormito bene?» domanda sedendosi.

«Sì, grazie» rispondo, sperando faccia qualche allusione al bacio di ieri sera. Non voglio essere io a parlarne... io penso di avergli ho fatto capire i miei sentimenti, adesso non mi resta che aspettare la sua mossa.

«Come mai non mi hai svegliato? Lo sai che non mi piace lasciarti da solo...» dice dopo, rabbuiandosi.

Avevo un disperato bisogno di uscire da quel letto, penso, ma le parole che pronuncio sono altre: «Non volevo che il tuo sonno venisse disturbato una seconda volta.»

«Tranquillo, ho dormito benissimo accanto a te» dice allora, ma senza accennare a quello che è successo prima che ci addormentassimo.

Sorrido comunque e poso davanti a lui una tazza di caffè, in modo che si svegli completamente e che si prepari per la giornata di oggi.

***

Entro nello studio della dottoressa Lee e mi siedo comodamente sulla poltrona del paziente. Oggi per me è un giorno stupendo, infatti non faccio altro che sorridere e Sonnie lo nota all'istante.

«Ma buongiorno! Presumo dal tuo sorriso che oggi sia una bella giornata!»

«Oh, sì, tantissimo!» rispondo, entusiasta e impaziente di raccontarle quello che è successo questa notte. «Ho baciato Jungkook» dico velocemente - quasi da non farmi capire - prima ancora che Sonnie riesca a sedersi sulla sua poltrona davanti a me.

«Cosa? Davvero?» dice contenta. Mi piace il rapporto che ho instaurato con lei, molto amichevole e professionale allo stesso tempo.

«Sì! Ieri notte... le circostante erano un po' tristi, ma egoisticamente devo ammettere che baciarlo di nuovo è stato fantastico.»

«Sono davvero felice per te,» mi dice con un ampio sorriso «ma quali sono queste circostanze di cui parli?»

«Beh, lui...» inizio a raccontarle tutta la storia e lei si rabbuia leggermente quando le parlo dell'incubo, del quale ancora non conosco niente. «E quindi sono rimasto a dormire insieme a lui e... gli ho detto che è bellissimo e poi l'ho baciato. Però lui stamattina non ha accennato minimamente alla cosa. Potrebbe essere che il suo cervello pensa di averla sognata?»

«Potrebbe, sì, ma credo che sia solo confuso e abbia bisogno di tempo per pensare. D'altronde non è bene prendere le cose alla leggera in una situazione del genere...» commenta e la mia testa inizia a riempirsi di dubbi.

«Secondo te quindi ho fatto male a baciarlo così alla svelta? Sono stato impulsivo?» domando preoccupato di poter aver rovinato tutto.

«No, non dico questo. Tu hai fatto bene a lanciare la miccia, diciamo così. Però penso anche che adesso lui abbia tutto il diritto di prendersi un attimo di tempo. Lascialo pensare e poi verrà da te con le sue gambe.»

«D'accordo, ma... se invece pensasse che sia stato solo un sogno? Cosa dovrei fare?»

«Tu aspetta qualche giorno, se vedi che non accenna alla cosa prova, cautamente, ad avvicinarti ancora un po' a lui. Non sempre i messaggi che mandiamo risultano chiari ai destinatari.»

«Purtroppo...» dico incurvando leggermente le labbra verso il basso.

«Hey, hai sorriso fino ad ora, non abbatterti per un dubbio che hai. I dubbi van lasciati da parte, non contano niente; sono le certezze a darci problemi e gioie.»

«Sì, lo so, hai ragione, ma è difficile lasciare da parte un dubbio così grande.»

«Jimin... tu e Jungkook siete una cosa sola. Se non accennerà al bacio, farà altro, non ti preoccupare» mi rassicura con un sorriso che va da orecchio a orecchio. «Devi rimanere positivo come lo sei stato in questi giorni.»

«Non lo avevo ancora baciato però...»

«Appunto, e stavi già tornando ad essere felice. Chissà adesso che invece lo hai baciato come ti sentirai...»

«Al settimo cielo.»

«Vedi?! E devi rimanere così, fai di tutto, te ne prego.»

«Va bene.»

24/08/2018 - Jungkook

Il giorno dopo mi sveglio pensando ancora al bacio di Jimin. Quando mi sono addormentato per la seconda volta ho sognato soltanto quello, io e lui che ci baciavamo per un tempo interminabile, quasi straziante. Tuttavia, quando lo incontro già in cucina, non voglio accennare alla cosa: devo prima pensare bene a cosa significasse quel bacio. Se me l'abbia dato soltanto per tranquillizzarmi oppure se volesse lanciarmi qualche segnale che io faccio fatica a cogliere. Egoisticamente, spero che sia la seconda opzione quella giusta.

«Buongiorno,» dice lui sorridendo «come stai?» mi chiede, riferendosi probabilmente al fatto che io lo abbia svegliato nel cuore della notte solo perché stavo facendo un sogno orribile.

«Buongiorno» rispondo. «Sto meglio, grazie. Tu invece hai dormito bene?» chiedo sedendomi.

«Sì, grazie»

«Come mai non mi hai svegliato? Lo sai che non mi piace lasciarti da solo...» dico poi, abbassando lo sguardo a causa del senso di colpa.

«Non volevo che il tuo sonno venisse disturbato una seconda volta.» risponde. Dovrebbe smetterla di pensare a me; dovrebbe pensare di più a se stesso.

«Tranquillo, ho dormito benissimo accanto a te» dico in ogni caso, non voglio che pensi che non gli sia grato del gesto, perché io gli sono grato per ogni cosa che fa. Anche per quando respira.

Lui sorride e mi posa di fronte una tazza di caffè e io vorrei davvero tanto accennare al bacio, a dirgli che mi è piaciuto e che gliene darei altri mille, ma ho davvero bisogno di pensare. Ma il fatto di star saltando troppe sedute non me lo permette.

***

Io e Jimin ci salutiamo prima di entrare nelle rispettive stanze al Centro e, appena la porta della mia si chiude, il dottore parte all'attacco: «Allora, oggi resti?»

«Oggi no. Non posso...» cerco di giustificarmi vedendo la sua espressione tranquilla trasformarsi in una severa e di rimprovero. «Stanotte ho avuto un incubo, Taehyung era morto e io devo andare a controllare come sta. Perché potrebbe essere morto davvero di overdose e io non me lo perdonerei mai. Sarà l'ultima volta, per favore!» provo a convincerlo mettendo le mani giunte a mo' di preghiera davanti a me.

«Va bene, ma deve essere l'ultima. Per davvero. Non ti coprirò più se dovesse ricapitare.»

«La capisco e la ringrazio. Davvero grazie.»

«Vai da lui...» mi dice poi, rassegnato al fatto che ormai ho preso la mia decisione.

«Sì!» rispondo e corro fuori dal suo studio e, subito dopo, dall'edificio per raggiungere il mio migliore amico a casa sua. Lo sento che ha bisogno di me, spero solo non sia troppo tardi.

***

«Ciao, Jungkook» mi saluta Taehyung dopo aver la porta d'ingresso di casa sua.

«Ciao!» rispondo entusiasta di vederlo "bene" e cerco di trattenermi dal saltargli al collo per abbracciarlo.

«Come mai così contento? Novità per Jimin?»

«Oh, emh... sì, si sta riprendendo alla grande» dico, fiero dell'amore della mia vita che è riuscito, in poco tempo, a fare passi da gigante.

«Sono contento» risponde sorridendo.

«Anche io, ma sono così euforico anche perché ti vedo. Ti vedo vivo, intendo» dico entrando in casa, dato che si è spostato di lato per permettermi il passaggio.

«Che vuoi dire? Mi credevi morto?»

«No, ma stanotte ho avuto un incubo in cui morivi per overdose e tu non sai che gioia sapere che fosse solo un sogno!»

«Già...» replica triste, ma non mi soffermo troppo sul perché. Voglio solo passare questa giornata al meglio con lui, per poi passare a prendere Jimin e godermi la persona più importante della mia vita. Voglio essere felice.

«Allora, raccontami cosa hai fatto questa settimana» propongo al mio migliore amico che, sedendosi sul divano impregnato di umidità, inizia a parlarmi di quello che ha fatto. E alla fine della conversazione non posso far altro che dargli un altro appuntamento per il 31 di Agosto. Sono consapevole che rischierò tantissimo, ma ne varrà la pena. O almeno spero.

***

Per fortuna anche questa volta torno al Centro in tempo, entro prima che la seduta di Jimin sia finita e busso alla porta dello studio del mio psicologo.

«Sì?» risponde lui dall'altro lato. «Entri pure.»

«Da quando mi dà del lei?» scherzo io entrando nello studio.

«Com'è andata?» mi chiede ignorando la mia battuta.

«Molto bene, abbiamo parlato e sento che piano piano ci stiamo riavvicinando.»

«Sono contento per voi» dice con un tono non troppo convincente. «Però devo ripeterti che non ti puoi più permettere di saltare anche una sola seduta se vuoi stare meglio. È da ormai un mese che io e te non parliamo per bene e temo per il tuo stato.»

«Io sto perfettamente» affermo convinto sbuffando una risata.

«Non è vero, stai provando un sacco di emozioni e te le stai tenendo tutte dentro. Io pretendo che tu la prossima volta ci sia.»

«Io...»

«Non sto scherzando.»

«Okay...» mi rassegno e, appena prima di uscire, mando un messaggio a Taehyung in cui rimando il nostro incontro al primo settembre, giorno del mio compleanno.

24/08/2018 - Jimin

«Com'è andata oggi?» chiedo a Jungkook una volta arrivati a casa. «Gli hai parlato del tuo incubo?»

«Cosa? Oh, emh, sì, sì» replica distratto.

«Potrei sapere cosa hai sognato?» azzardo.

«Io preferisco, sai, non par-»

«Okay, sì, ti capisco...» rispondo. Spero che lo stia facendo perché davvero non ne vuole parlare e non perché mi ritenga ancora debole. «Io vado a farmi una doccia» aggiungo poi dirigendomi verso il bagno.

«Aspetta!» mi chiama e io mi blocco sul posto, voltandomi lentamente verso di lui. «A te com'è andata?» mi domanda dolcemente e io mi sciolgo.

«Bene, molto bene» rispondo con un sorriso sincero e, dopo aver ricevuto il suo stupendo sorriso in risposta al mio, mi volto di nuovo, chiudendo la porta della camera di Jungkook dietro di me. Sì, è andata davvero bene...

***

Esco dalla doccia e mi infilo, sopra l'intimo, un paio di pantaloncini da basket neri e una maglietta grigia. Ho i capelli ancora bagnati, ma per quelli devo andare nel mio bagno perché ho dimenticato l'asciuga capelli lì, siccome Jungkook non lo usa.

Entrando in camera mia, però, trovo proprio quest'ultimo in piedi davanti alla parete viola, quella parete viola.

«Jimin, io... scusa» dice subito facendo per andarsene, ma io lo fermo afferrandolo per il polso e posando la mia mano libera sul suo petto, per spingerlo delicatamente contro la parete.

«Te la ricordi?» chiedo con un filo di voce alludendo alla stessa.

«Certo che me la ricordo.»

«Provavo già qualcosa per te quel giorno... tu invece?» domando, costantemente bisognoso di certezze.

«Sì...»

E a quella risposta avvicino il mio volto al suo azzerando inaspettatamente le distanze tra le nostre bocche. Premo le mie labbra contro le sue, iniziando poi a mordergli il labbro inferiore per approfondire il bacio. Cazzo, mi era mancato così fottutamente tanto. Continuo a muovere la mia lingua esplorando la sua cavità orale che fino a qualche tempo fa conoscevo a memoria e della quale conservo uno stupendo ricordo; poi il mio muscolo trova la gemella e iniziando a muoversi insieme, l'una contro l'altra. Per fortuna Jungkook sta ricambiando il bacio, ho così bisogno di lui in questo momento.

24/08/2018 - Jungkook

Con Jimin in doccia nel mio bagno, mi viene la malsana idea di andare in camera sua, camera piena di ricordi, soprattutto contro quelle pareti viola con degli schizzi di giallo sopra per ricreare un cielo stellato in piena notte. Mi accorgo solo adesso che quella specifica zona del muro non ha alcun puntino giallo sopra, è stata lasciata esattamente come quel giorno: di un viola sbiadito perché parte del colore se l'era rubato il retro della mia felpa nera.

Passo le dita sottili su quel pezzo di muro, rievocando tutti i ricordi che ho di quel giorno. Rievocando tutti i bellissimi ricordi che ho di quel giorno. Mi perdo nei miei pensieri quando, con i polpastrelli che ancora sfiorano il muro, sento la porta aprirsi e un Jimin - con i pantaloncini a mostrare le gambe in tutta la loro perfezione e i capelli bagnati dalla doccia appena fatta, Dio, aiutami a non saltargli addosso adesso! - entrare nella stanza.

Subito mi ritraggo. «Jimin, io... scusa» dico e faccio per andarmene, ma lui mi ferma e, non so neanche come, io mi ritrovo di nuovo con la schiena sullo stesso punto del muro, una sua mano delicatamente posata sul mio petto, l'altra ancora avvolta attorno al mio polso.

«Te la ricordi?» domanda con voce sottile e io sono ipnotizzato dal muoversi delle sue labbra, così fin troppo vicine alle mie. Perso in quello stato di ipnosi mistica, non posso far altro che rispondere: «Certo che me la ricordo.»

«Provavo già qualcosa per te quel giorno... tu invece?» aggiunge e io mi chiedo come, ancora, non abbia capito che io provo qualcosa per lui dal giorno in cui ho fatto quella coglionata di comprare una casa per conigli ad un'asta.

«Sì...» rispondo soltanto e le labbra di Jimin si posano sulle mie, facendomi sentire le farfalle nello stomaco, se non un intero insettario. Senza neanche lasciarmi il tempo di fare qualcosa, mi morde il labbro per chiedermi l'accesso e inizia subito a esplorare ogni singolo millimetro quadrato dell'area. Cristo, Jimin..., ringhio mentalmente, smettila di farmi uscire di testa.

Continua a baciarmi e ad un certo punto sento delle gocce bagnate scivolare lungo le mie guance e inumidirmi la pelle ai lati del naso. All'inizio penso siano quelle provenienti dai suoi capelli ancora bagnati, ma sono troppo calde per venire da lì e quando sento un sapore salato mischiarsi a quello delle nostre salive capisco che sono lacrime. Porca troia. Mi allontano di scatto da lui, afferrandolo per le spalle, e lo sento singhiozzare.

«Ji-»

Ma senza lasciarmi finire mi abbraccia, premendo il suo corpicino contro il mio e nascondendo la testa nell'incavo del mio collo. Rimaniamo così in silenzio per un po', ad abbracciarci, fino a che non singhiozza un "Grazie" rompendo così la quiete. A queste parole gli poso un bacio sulla testa, tra i capelli ancora bagnati e profumati e stringo maggiormente la presa delle mie braccia attorno a lui, mentre mentalmente gli rispondo: grazie a te, che mi dai la forza di andare avanti.

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Spazio Autrice:

Ciao a tutte! Per prima cosa mi scuso con tutte per l'attesa di dieci giorni (e anche per eventuali errori, non ho riletto)... e adesso avrei un po' di cosette da dirvi, se vorrete leggermi!

-1: non sono quasi per niente soddisfatta dello stile con cui ho scritto questo capitolo e neanche molto del contenuto, la parte che mi piace di più è la fine in cui i due si danno un bacio un po' più profondo. Il resto mi annoia leggermente, ma magari è solo una cosa mia...

-2: il 16/09 ho iniziato la scuola e farò una settimana online e una in presenza, e così via, quindi ovviamente nelle settimane in presenza avrò anche meno tempo per scrivere. Inoltre ho anche già due verifiche programmate per la settimana prossima, una di cui non mi preoccupo assolutamente e una di Chimica, materia che io personalmente odio con tutto il cuore (inoltre la profe metterà la sufficienza al 75% o all'80%, ILLEGALE!) Quindi in questi giorni dovrò cercare di imparare più cose possibili da sola.

-3: ho scoperto due giorni fa, grazie a Instagram, il cantante WONHO. È bravissimo, apparteneva alla band "Monsta x", ma ho scoperto che per degli scandali è voluto uscire... non voglio discutere della cosa, volevo solo consigliarvi di ascoltarlo perché lo ritengo davvero bravo. La mia canzone preferita è Losing You, sia la versione originale sia quella coreana. STREAM LOSING YOU!

| in questo spazio autrice vi sto lasciando degli indizi sulla storia... guardate bene. se non capite e volete questo piccolo "spoiler" - che non c'entra assolutamente con il contenuto della storia - chiedete nei commenti qui sotto. se no aspettate ;). vi voglio bene <3 |

Published: 19092020
Edited:

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