Capitolo 10: Amici!
03/08/2020 - Jungkook
Esco dallo studio del mio psicologo e Jimin viene da me con una notizia che mi lascia con emozioni contrastanti.
«Jungkook, indovina? Ho un'altra buona notizia!» dice sorridendo.
«Dimmi!» lo incito con entusiasmo, contento che abbia tutte queste buone notizie da darmi.
«La dottoressa ha detto che, siccome secondo lei sto facendo davvero tanti progressi, posso andare anche solo una volta a settimana; a partire dalla prossima continuerò solo con la seduta del venerdì, insieme a te!» dice sempre più contento.
E lo sono anche io, indubbiamente. Il fatto che adesso debba fare una sola seduta alla settimana significa che sta andando tutto bene e che ha sempre meno bisogno di aiuto. Ma cavolo, doveva dirglielo proprio adesso che avevo programmato di vedere il mio migliore amico per sistemare le cose con lui? Adesso l'unico momento che ho per lasciare Jimin da solo, ma al sicuro, è il venerdì nell'orario delle nostre sedute, alle quali io non mi dovrò presentare. Non voglio dire a Jimin di Taehyung finché non sarà tutto a posto tra di noi, ma se poi dovesse scoprire che ho saltato una o più sedute per quel motivo? Penserebbe, di nuovo, che io lo reputi debole e non voglio che si abbatta. Dio, ho bisogno di uno psicologo!
«È magnifico, Jimin, sono super contento per te» dico sincero, perché nonostante quella "piccolezza" sono contento che l'amore della mia vita inizi a sentirsi meglio.
«Anche io lo sono, tantissimo!»
«Dobbiamo assolutamente andare a festeggiare!»
«Cosa?» domanda colto alla sprovvista.
«Ti porto fuori. L'ultima volta è andata bene, no?» affermo ammiccando, ricordandomi di quella magnifica giornata.
«Oh, sì, sì...» risponde un po' confuso e ridacchiando nervoso, forse anche arrossendo. «Dove mi porti questa volta?» chiede poi col sorriso, riprendendosi dall'iniziale fase di confusione dovuta a non so che cosa.
«Dove ti piacerebbe andare?»
Jimin abbassa un attimo lo sguardo, pensando a cosa rispondermi. Poi lo rialza, puntando i suoi occhi magnifici nei miei e dice: «Qualsiasi posto in cui mi porterai mi andrà bene, perché l'importante è che stiamo insieme. Quindi sorprendimi.»
In questo momento vorrei davvero tanto baciarlo, sentire di nuovo il suo sapore, sentire il suo cuore battere contro il mio. Ma decido di trattenermi, di sorridergli e intanto cerco di pensare a un posto che potrebbe sorprenderlo. E posso dire con felicità che so dove andare. Ma prima devo fare una cosa.
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BabyMan<3
ciao. scusa se ti "do buca"
all'ultimo, ma per un imprevisto
lunedì non posso più... ti andrebbe
bene però venerdì alla stessa ora?
per favore, ho davvero bisogno
di parlarti... mi manchi.
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«Vuoi che chiuda gli occhi prima di scendere?» chiede Jimin quando parcheggio la macchina.
«No, voglio che tu veda subito quello che voglio mostrarti» rispondo e nonostante in parte sia vero, non voglio che chiuda gli occhi. So cosa succede quando lo fa e sinceramente non voglio che si rovini questa bellissima giornata.
«Okay» risponde sorridendo e, dopo essersi slacciato la cintura, scende dalla macchina e si avvicina a me, prendendomi per mano. Io rabbrividisco al contatto, bloccandomi per un istante, ma subito dopo torno in me e stringo la presa attorno a lui per fargli capire che sono presente a me stesso e alla situazione. Anche se ogni suo piccolo movimento mi distrae da tutto, facendomi volare dritto in... Paradiso, sì.
10/08/2018 - Jungkook
Avvio il motore della in macchina e mi dirigo, con Jimin sul sedile del passeggero, verso l'edificio in cui ormai siamo soliti andare: il Centro di Psicologia.
Una volta arrivati lì, tuttavia, saluto Jimin e poi dico al mio psicologo che per oggi vorrei saltare la seduta. Devo incontrare Taehyung e non rinuncerei a vederlo per niente al mondo: niente tranne Jimin, intendo, ma a questo punto penso sia chiaro.
«Jungkook... sei sicuro? Se Jimin lo scoprisse, cosa pensi che direb-» inizia il dottore, ma io lo interrompo subito: «Non ho intenzione di mentire a Jimin... ho solo bisogno di un po' di tempo per capire cosa fare. Voglio vedere Taehyung, ho bisogno di vederlo e devo capire come sta prima di dire qualcosa a Jimin. Da quello che so, adesso non è in condizioni stabili e Jimin necessita di stabilità.»
«Hai ragione.»
«Cosa?» chiedo incredulo, stupito dal fatto che il dottore stia concordando con me.
«Hai ragione.» ripete con compostezza. «Jimin ha bisogno di stabilità e se non hai intenzione di mentirgli... io ti coprirò. Ma Jungkook... sta' attento. Neanche tu puoi permetterti chissà quali sbalzi umorali nella tua vita, soprattutto adesso che ti stai riprendendo.»
«Va bene, farò attenzione. Grazie, dottore!» rispondo sorridendogli grato e, dopo essermi assicurato che la porta dello studio della dottoressa Lee sia chiusa, esco veloce dall'edificio.
***
Senza camminare troppo raggiungo il luogo dell'appuntamento, fissato apposta da me abbastanza vicino in modo da non dover fare le corse per tornare e per poter vedere Taehyung e parlare con lui con più calma.
Mi siedo ad un tavolino esterno del bar in cui gli ho detto di incontrarci e attendo col cuore in mano che arrivi. Le sensazioni più emozionanti che ho provato finora riguardavano tutte Jimin; non mi sentivo così per qualcos'altro, per qualcun altro, da più di un mese.
Nel frattempo apro la chat con quest'ultimo e rileggo i nostri messaggi. È da tantissimo che non ci scriviamo, da più di un mese, ma è normale stando ventiquattrore su ventiquattro insieme.
«Hey...» una voce calda e profonda mi colpisce le orecchie, arrivandomi dritta al cuore. I miei pensieri mi vengono tolti improvvisamente dalla mente e io vengo riportato alla realtà; come uno zombie alzo la testa verso la provenienza della voce e blocco il telefono, dimenticandomi di quello che stavo facendo.
Col mio sguardo ancora sconvolto che lo segue, il mio migliore amico si siede sulla sedia metallica posta frontalmente alla mia. «Emh... tutto okay?» domanda vedendo la mia espressione.
No? Non credo? Sto fottutamente per svenire? «C-ciao» rispondo semplicemente.
«Come stai?» chiede pacatamente, ma io sono ancora senza parole. Non sto avendo un attacco di panico, semplicemente non riesco a parlare. «Jungkook...?» mi richiama all'attenzione.
Sì, ci sento, non ti preoccupare. Sono solo confuso, sto provando miliardi di emozioni tutte insieme e non le so ancora gestire.
«D-diciamo che sto m-meglio, grazie» rispondo balbettando e dandomi dell'idiota. È Taehyung, il mio migliore amico, non un completo sconosciuto. Eppure è fottutamente difficile. «E tu?» riesco a chiedere dopo un enorme sforzo per parlare.
«Non sono fatto né ubriaco, quindi diciamo che me la cavo.»
«Hai avuto problemi di alcol e droga?» chiedo senza filtri, mordendomi solo successivamente la lingua. Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro... e anche se potessi davvero farlo, cercherei di evitare errori molto più gravi di questo.
«Li ho ancora...» dice rabbuiandosi e abbassando lo sguardo, come se se ne vergognasse. Tranquillo, amico, qua abbiamo tutti dei problemi, penso in silenzio: non vorrei che fraintendesse.
«Mi dis- mi dispiace, Tae.»
«Non scusarti, è tutta colpa mia...» dice e io cerco di consolarlo, capendo solo così a cosa alludesse.
«Cosa dici?! Tutti noi abbiamo subito un trauma e non dobbiamo per forza gestirlo nello stesso modo.»
«Non intendevo quello... tutto è colpa mia. Ecco perché ho iniziato.»
«Senti, io sono l'ultima persona che può dirlo, ma... dobbiamo seriamente smetterla, entrambi, sia tu che io, di darci la colpa. La causa di tutto risiede in una sola, unica, persona - anche se non so se si possa ancora definire tale - ed entrambi ne conosciamo il nome.»
«È difficile non darsi la colpa... era il mio pub ed è entrata della droga.»
«Smettila. Magari quello stronzo ha corrotto i buttafuori, magari l'ha nascosta... non puoi saperlo. Non puoi incolpare te stesso per qualcosa che non hai fatto. Una cosa che ho imparato in questo periodo - oltre a cucinare» ridacchio e lui accenna a un sorriso divertito, sapendo quanto fossero scarse le mie doti in cucina «è che non puoi sempre avere il controllo su tutto» concludo il mio discorso, sentendomi male nel ricordare quante volte io mi sia dato la colpa davanti a Jimin.
«Okay, okay...» replica poco convinto, sicuramente per terminare la conversazione prima che sfoci in un litigio non gradito. Per questo motivo stiamo entrambi in silenzio per un po', prima che io rompa quest'ultimo dicendo: «Tae, mi sei mancato tantissimo. Posso fare qualcosa per... aiutarti?»
«Aiuteresti davvero un alcolista drogato che ti ha ignorato per un mese fregandosene di come stessi?»
Taehyung, ti prenderei a schiaffi per quante stronzate stai dicendo, amico mio.
«No, non lo farei mai. Io aiuterei un amico che ha avuto dei problemi come tutti noi, causati da un brutto deficiente che ci ha solo traditi - lui in particolar modo perché era la prima persona di cui si fosse innamorato, ma quello se n'è fregato -, e lo aiuterei a superare le sue difficoltà cercando di farlo tornare il ragazzo splendido che era prima. Ecco chi aiuterei io.»
Lui rimane fisso a guardarmi, con i suoi grandi occhi socchiusi e via via sempre più lucidi. Dalla sua rigidità e fermezza, posso constatare che abbia smesso di respirare. Distoglie lo sguardo dal mio, sbuffando fuori tutta l'aria che stava trattenendo nei polmoni, e porta una delle sue mani ad asciugarsi gli occhi, che però continuano a versare lacrime.
Tira su col naso; vederlo piangere mi fa venire voglia di fiondarmi su di lui, per dirgli che va tutto bene e che andrà tutto bene, ma mi trattengo quando noto che sta per parlare: «Jung-kook, g-grazie per... tutto il tuo sostegno, sei e s-sarai sempre il-il mio migliore amico, ma io... non ne voglio uscire. Mi farebbe troppo male tornare alla realtà, capisci?»
«No, Tae, non capisco... finirai per stare solo peggio se continuerai in questo modo! Lascia che ti aiuti...»
«Come potresti?»
«Permettimi di essere di nuovo tuo amico.»
«Non ho mai smesso di considerarti un amico. Sono io quello da scartare...»
«Hey, non dirlo mai più! Tu sei il mio migliore amico, se non lo pensassi veramente non ti avrei chiesto di incontrarci, capito? Sei importante e devi permettermi di aiutarti, perché io ti voglio bene. Se mi lascerai, ti farò conoscere il mio psicologo e... non fare quella faccia, ti prego. È bravissimo, mi ha aiutato molto, dovresti vederlo almeno una volta...»
«Jungkook, lascia stare...»
«No.»
«Jungkook, lascia sta-»
«Io ti voglio nella mia vita, chiaro? Quando io e Jimin staremo di nuovo insieme e avremo dei figli, tu dovrai esserci e loro ti chiameranno zio TaeTae. Dovrai amarli come loro ameranno te e sai perché ti ameranno? Perché tu. Sarai. Il loro. Cazzo. Di. Zio. E questo vuol dire che dovrai esserci, lo pretendo!» sbotto con una leggera aggressività nel tono, sfogandomi di tutto quello che mi sto tenendo dentro siccome non potrò vedere lo psicologo per un'altra settimana. «Quando vorremmo fare delle uscite a quattro e Yoongi e Hoseok saranno troppo impegnati tra di loro, dovrai esserci tu con il tuo nuovo fidanzato, colui che ti renderà felice per tutta la vita. Quando vorrò andare a pesca o a fare semplicemente un giro con il mio migliore amico, tu dovrai esserci perché indovina un po'... il mio migliore amico sei tu, Kim Taehyung!»
Appena esaurisco le parole e anche il fiato i suoi singhiozzi si fanno sempre più forti, fino a scoppiare in un pianto disperato. «Io prometto che accadrà tutto questo» aggiungo poi, realizzando che dopo tanto sono finalmente riuscito a "promettere" ancora. Fregandomene di chi mi sta attorno, mi alzo velocemente per fiondarmi tra le sue braccia. Adesso ha solo bisogno di questo: calore e coccole. Peccato che possa dargliene ancora solo per quaranta minuti.
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Spazio Autrice:
Ciao a tutte! Ragazze, spero che questo capitolo, che (mi dispiace davvero) vi ho fatto attendere davvero tanto, vi sia piaciuto. A me è piaciuto scriverlo, spero che a voi abbia fatto piacere leggerlo :)
Ho in mente una cosa... preoccupatevi.
Alla prossima volta :*
vi voglio bene, sempre, ricordatevelo, sempre. Soprattutto quando leggerete certi capitoli.
Con questa frase vi lascio, ciaooo.
Published: 07092020
Edited: 08092020
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