Capitolo 6 - Segreti

La sveglia suonò come sempre in largo anticipo per permettermi di prepararmi in assoluta tranquillità. B era già uscita perché voleva assistere alla lezione di yoga prima che iniziassero le sue lezioni. Questo riportava la mia mente a New York, perché lei non si perdeva mai una lezione di questa attività e cercava in tutti i modi di trascinare anche me. Come abbigliamento scelsi come sempre la semplicità: una polo bianca a strisce blu e bianche con abbinato un paio di jeans attillati. Mi raccolsi i capelli in una treccia laterale ordinata, perché faceva veramente caldo e tenerli sciolti era quasi impossibile. Mentre cercavo il mio mascara, il mio telefono iniziò a squillare: era mio fratello che mi stava videochiamando. Un sorriso si presentò sul mio volto e avendo una voglia matta di sentirlo, risposi alla chiamata senza perdere altro tempo.

"Ecco la mia studentessa preferita. Come stai?" disse mio fratello. Notai subito che si trovava nel suo ufficio e era elegantissimo come sempre. indossava una camicia bianca, contornata da una giacca blu mare, il colore che preferiva di più e che riprendeva la tonalità dei nostri occhi.

"Tutto bene, mi stavo finendo di preparare per la lezione di oggi. Voi come state?"

"Benissimo. Ci manchi un sacco"

"Davvero?" mi lasciai sfuggire senza nemmeno pensare. Non volevo ferire nessuno, ma da quello che era successo nei giorni precedenti non pensavo certo di mancare ai miei. Inoltre, se pensavo alla chiamata di papà il mio stato d'animo cambiava, ma se l'avessi detto a mio fratello, l'avrei fatto sicuramente preoccupare.

"Hailey, certo che manchi a tutti. Anche se babbo e mamma sono freddi ogni tanto, non dimenticare ti vogliono bene. Sei la loro principessa".

"Sì...lascia stare" provai a tagliare corto.

"Non essere triste, guarda chi c'è qui con me!"

Ecco che la sua fidanzata Melanie spuntò sullo schermo accanto a lui. Era davvero bellissima, aveva un tailleur nero elegantissimo ed era sempre impeccabile. I capelli ricci le contornavano il viso dai lineamenti dolci. 

"Come sta la nostra studentessa?" domandò con un sorriso che avrebbe illuminato una città intera.

"Melanie, le passeggiate insieme a te mi mancano un sacco".

"Mi manchi anche te e quando torni andiamo a prendere un caffè perché dovrai dirmi tutti i gossip. Dato che non ho moltissimo tempo vado al sodo...Ci sono ragazzi carini?" affermò, mentre mio fratello le rivolse un'occhiata storta.

"Melanie, non ho avuto tempo per fare conoscenze..." sapevo che stavo mentendo, perché proprio quel pomeriggio mi sarei incontrata con Travis, un ragazzo conosciuto mentre medicava le mie ferite, per imparare a giocare a football; insomma capivo anche io che tutto questo sarebbe sembrato strano a chiunque. Inoltre, non volevo che la notizia arrivasse alle orecchie dei miei genitori e quindi per il momento era meglio tacere.

"Va bene, diciamo che ci credo!" disse facendomi l'occhiolino. Avrei voluto raccontarle di quello che provavo quando stavo vicino a Travis. perché sicuramente mi avrebbe dato un ottimo consiglio, ma non era il momento adatto.

"Vi devo salutare o sarò in ritardo per le lezioni". Ci salutammo e mi incamminai verso la mia aula, dove mi stava attendendo Eloise.

A vederla sembrava super euforica e faceva capire che doveva assolutamente dirmi qualcosa. Infatti, appena mi avvicinai mi urlò: " Sono entrata nella cheerleader!".

"Grande, sono contenta per te!"

"Non vedevo l'ora di dirtelo, non riesco a smettere di pensare ad altro"

"Hey" disse una voce alle mie spalle che interruppe il nostro momento di felicità. Era Noah, arrivato anche lui per la lezione.  Mi sorrise e risposi al suo saluto con un cenno.

"Noi stiamo entrando, ti teniamo un posto?" gli domandai. Per il momento era sempre stato gentile con me, quindi volevo cercare di esserlo anche io nei suoi confronti.

L'aula era piena di studenti che avevano già occupato una sedia, ma Eloise trovò dei posti centrali circa a metà stanza, Noah venne con noi e occupò il banca accanto ad un suo amico che in ritardo. Ero abbastanza imbarazzata ad avere Noah vicino, mi dispiaceva averlo trattato male la lezione precedente e volevo rimediare, quindi provai a fare conversazione per rompere il ghiaccio. 

"Ti stai trovando bene?" chiesi.

"Sì, a parte che il mio amico è perennemente in ritardo quindi mi trovo quasi sempre ad attenderlo e il mio compagno di stanza studia fisica ed è fisso a fare esperimenti in camera direi tutto bene".

"Davvero fa test in stanza? che figo" disse Eloise voltandosi verso di noi.

"Sì e non ho la minima idea di cosa fa, spero nulla di pericoloso"

"Non ho mai capito nulla in fisica" rispose Eloise e aggiunsi che pure io avevo difficoltà nella materie scientifiche, infatti passavo molte ore a studiarle per ottenere buoni voti.

"Scusate il ritardo. Almeno la lezione non è iniziata, odio arrivare quando il professore spiega, anche perché tutti ti guardano e sono molto a disagio" disse un ragazzo dai capelli castano chiaro arruffati. Ad osservare il suo volto, i suoi occhi scuri facevano capire subito che si era svegliato da poco. Si sistemò gli occhiali neri sul naso e posò lo zaino per prendere i libri.

"Jake, queste sono Hailey e Eloise" disse Noah presentandoci.

"Piacere mio. Hailey la conosco già"

"Come mai?" chiesi con aria interrogativa.

Noah provò a non farlo parlare tirandogli una pacca sulla spalla ma senza riuscirci: "Perché mi ha detto che sei molto carina e che ami i libri, però sei anche scorbutica".

"Purtroppo non sono stata molto gentile con Noah e mi spiace un sacco perché non aveva fatto nulla di male", il mio sguardo si spostò sul mio vicino di posto e non potevo non notare quanto fosse rosso in volto. Sicuramente udite quelle parole avrebbe voluto sprofondare. 

Non appena finita la lezione, Noah ci salutò e trascinò fuori il suo amico, come se dovesse fargli una ramanzina. Io e Eloise avevamo un altro insegnamento in quell'aula, quindi decidemmo di prendere un caffè per fare una pausa. Il corridoio era sommerso di studenti che si stavano dirigendo in ogni parte del campus. Era bello vedere quante persone ci fossero e in quel momento mi sentivo finalmente parte di qualcosa. Mentre Eloise stava continuando a raccontarmi di quanto fosse agitata al provino delle cheerleader, una ragazza bionda con i capelli ricci raccolti in una coda alta, che sembrava uscita da una copertina di Vogue, interruppe la nostra conversazione. Indossava un abito molto attillato che evidenziava le sue curve perfette e a giudicare dal suo atteggiamento, sapeva di essere bella e cercava di apparire come la miss del campus. Mi sembrava di averla già vista e stavo cercando di ricordare dove...

"Eloise, ricordati che alle 16 ci alleniamo" le disse.

"Certo Tracy. Sarò puntuale. Non vedo l'ora di iniziare"

Mentre la osservavo meglio capii subito chi fosse: era la ragazza che mi scrutava in mensa e che stava abbracciando Travis prima dell'allenamento. Il caffè mi andò di traverso e iniziai a starnutire, ovviamente tutte e due si voltarono verso di me.

"C'è qualche problema?" mi domandò Tracy con aria altezzosa. Ero sicura che non mi avesse riconosciuto, ma era meglio evitare di ricordarglielo, anche perché era nello stesso gruppo di cheerleader di Eloise e non volevo di certo creare problemi alla mia amica.

"No assolutamente"

Tracy continuò ad osservarmi ed infine chiese: " Ci siamo già incontrate?"

"No, non penso proprio".

Provai a mentire, ma lei mi guardò male come se capisse che stavo mentendo.

"Strano, tutti si ricordano di me. Non c'è una sola persona in questo campus che non mi conosca, praticamente sono la più famosa".

'Non ditemi che l'ha detto davvero' pensai, ci mancava questa. Sicuramente si sarebbe trovata  in sintonia con molta gente dell'Upper East Side, ma ero andata via da quel mondo e di certo non volevo incontrare persone che me l'avrebbero ricordato.

"Dobbiamo andare che sennò inizia la lezione" disse Eloise prendendomi per mano e dirigendoci il più veloce possibile in aula.

"Come ti fa a stare simpatica quella?" le chiesi.

"E' arrogante, ma è anche il capitano della squadra e devo cercare di non farla arrabbiare. È al penultimo anno quindi devo solo resistere".

"Sarà dura visto il carattere. Nessuno si mette contro di lei?"


"Sono nuova in squadra, ma a vedere le sue amiche non direi, sembrano i suoi cloni. Fanno tutto quello che fa lei solo per un po' di popolarità o per attirare l'attenzione".

Quello che diceva Eloise non mi scandalizzava, anzi moltissime ragazze del mio mondo si sentivano migliori di altre e molte volte, a causa delle loro insicurezze, che cercavano di nascondere, screditavano sempre le altre per tentare di sentirsi meglio. 

Arrivate in classe presi posto dove ero seduta prima e sentii il mio telefono vibrare, lessi il messaggio: "Hailey, sono Travis non ti arrabbiare ma ho chiesto il tuo numero a Kayla. Volevo ricordarti che sarei onorato di farti da coach nello straordinario mondo del football, quindi il nostro appuntamento è confermato?"

Mi misi a ridere e mentre rispondevo in modo affermativo al messaggio, Noah si girò con aria interrogativa: "tutto bene?" chiese.

"Sì, stavo guardando un video divertente"

Non mi andava di mentire, ma non avevo scelta. Eloise era accanto a me e dato avrebbe passato molto tempo con Tracy, non volevo che sapesse del mio appuntamento con Travis. Il resto delle lezioni cercai di ascoltare e prendere appunti, ma la mia mente era completamente da un'altra parte. Non vedevo l'ora di rivederlo, di passare del tempo con quel ragazzo occhi ghiaccio che ormai mi era entrato nella testa. Una parte di me provava un sentimento verso lui, ma l'altra diceva di continuare con il muro costruito contro qualsiasi ragazzo per paura di avere il cuore spezzato una seconda volta. Forse Travis era ciò che avrebbe potuto abbattere la mia corazza? Non dovevo fare pensieri, perché se fosse andata male sarei stata ancora più giù.

Finita la lezione corsi in camera per cambiarmi per l'appuntamento e non volevo essere in ritardo. Bethany non era in camera, meglio così sennò avrebbe tentato di rendermi il più presentabile possibile, dato che per lei questo era un appuntamento vero e proprio. Inoltre, B non sapeva nulla, ma dato che non riuscivo a tenerle le cose nascoste sicuramente le avrei detto tutto al mio ritorno in camera. Scelsi una maglia celeste che riprendeva il colore dei miei occhi e un paio di pantaloncini neri aderenti da ginnastica. Guardai l'ora e dato che avevo poco tempo legai velocemente i miei capelli in coda alta ordinata e mi diressi alla velocità della luce al giardino dietro il campo da football.

Non appena arrivai una voce dietro di me pronunciò: "Sei in ritardo. Questo ti costerà 10 giri di corsa".

Mi voltai e vidi Travis che mi stava sorridendo. Era vestito sportivo con una canottiera bianca che lasciava scoperte le braccia muscolose e dei pantaloncini da calcio rossi che arrivavano al ginocchio. Il cuore iniziò subito a battere, ma cercai di fermare le emozioni anche perché più di una volta ero stata in imbarazzo davanti a lui. Volevo sembrare forte e soprattutto non fargli capire che forse provavo qualcosa per lui.

"Cosa? Ma è solo un minuto di ritardo"

"Infatti sto scherzando, per oggi niente corsa. Kayla mi ha detto della tua ignoranza in materia football quindi oggi parleremo di come funziona il gioco e di schemi" pronunciò lanciandomi la palla che io ripresi prontamente.

"Sì, ma ricordati che non devo giocare nella nazionale femminile" risposi ridendo.

Ci sedemmo uno davanti all'altro sul prato e io ascoltavo il mio insegnante raccontare tutto sul football e con quanta passione narrava ogni particolare, si notava subito che ne era proprio innamorato. Erano cose che già sapevo, ma mantenevo il segreto per preservare la mia storia e poi di certo non volevo interromperlo.

"Tutto chiaro come si gioca?"

"Il mio insegnante è eccezionale, quindi come posso avere dei dubbi"

"Adesso mi monto la testa!"

"Hai qualcuno in famiglia con la tua stessa passione?"

"Mio padre. Mi ha insegnato lui a giocare da piccolo e ogni fine settimana eravamo sempre allo stadio. Mi ha trasmesso questa passione e non potrò mai ringraziarlo abbastanza"

"Posso immaginare quanto sia contento di vederti giocare come quarterback"

Il sorriso sparì subito dal suo volto e mi accorsi subito di aver detto qualcosa che era meglio non dire.

"Mio padre non c'è più. Avevo 11 anni quando un ubriaco l'ha investito mentre tornava da lavoro. Era felice di vedermi giocare a football e da quel momento decisi che l'avrei reso ancora più orgoglioso diventando un giocatore professionista"

A causa del mio istinto gli presi subito la mano per cercare di confortarlo e in quel momento una scintilla si accese tra noi. Ci guardammo per un tempo indefinito e nessuno dei due voleva abbassare lo sguardo. La parte di me che voleva stare distante da lui prevalse e presi le distanze portando il mio sguardo verso il basso per interrompere quella connessione.

"MI spiace, non sapevo nulla..."

"Come potevi saperlo".

"Sono sicura che lui è fiero di te in ogni caso"

"Meglio se riprendiamo a giocare, che dici?"

Gli feci cenno di sì e riprendemmo a parlare di schemi, fino a provare a fare due tiri. Non ero mai stata così spensierata e con lui mi sentivo libera da ogni pregiudizio. Mi rendevo conto di poter parlare liberamente e di poter scherzare. Questo lo notai anche da come volò il tempo. 

"Sono le sette devo correre in camera" lo informai guardando l'orologio. Avrei voluto stare con lui ancora, ma avevo fissato con B e Kayla per cenare insieme ed ero in ritardo. 

"Ti lascio libera. Sono stato benissimo, domani nuovo allenamento? Dobbiamo mettere in pratica le azioni che ti ho spiegato".

"Tranquillo coach, ho preso bene gli appunti" dissi scherzando.

"Valuterò domani" rispose facendomi l'occhiolino. 

Lo salutai velocemente e corsi in camera, dove trovai Bethany sul letto con le braccia incrociate. Mi stava sicuramente aspettando e a vedere dal suo sguardo non sembrava troppo contenta di vedermi. 

"Kayla mi ha riferito del tuo appuntamento. Si può sapere perché non me lo hai detto?" pronunciò in tono molto duro. 

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