Capitolo 3 - Il ragazzo misterioso




Non appena udii i misteriosi passi mi bloccai, il mio cuore cominciò a battere sempre più velocemente e l'ansia iniziò ad aumentare. Ero bloccata, completamente sola e non sapevo chi stesse arrivando dietro di me. Temevo il peggio, anche perché le altre persone erano lontane e sicuramente quasi nessuno avrebbe potuto udirmi. Di certo non potevo starmene con le mani in mano e dovevo fare qualcosa, ma non feci in tempo a voltarmi che una voce sconosciuta pronunciò: "Che ci fa una bella ragazza fuori da sola?"

Ci mancava questo, stavo cercando di riprendermi e questo pensa di flirtare? Poi come faceva a sapere se fossi bella se ero girata di spalle rispetto a lui in quel momento...dovevo andarmene perché la situazione in cui mi stavo cacciando non mi piaceva per niente. Mi voltai e vidi un ragazzo alto, biondo con capelli lunghi quasi fino alle spalle che mi fissava con gli occhi marrone scuro. Appena incrociai il suo sguardo mi lanciò un occhiolino mentre io risposi con un'occhiataccia per cercare di fargli capire che non ero interessata. In aggiunta era vicino alla porta per rientrare dentro e dovevo per forza passargli vicino per rientrare dentro, ma dovevo farcela perché avevo assolutamente bisogno di tornare da B.

"Scusa ma non sono dell'umore e le mie amiche mi stanno aspettando" risposi con tono deciso.

"Dai, resta cinque minuti".

"NO. Ho detto NO", pronunciai con voce alta e mi diressi con decisione verso la porta a vetri che riportava alla sala. Appena gli passai accanto cercò di prendermi il braccio, ma prontamente mi spostai prima che potesse afferrarlo e gli diedi una spinta con tutta la forza che avevo per allontanarlo. Non appena mi girai per tornare verso la sala mi scontrai con un altro ragazzo apparso dal nulla, persi l'equilibrio ma lui mi prese al volo evitandomi così la caduta sul pavimento. Fu in quel momento che i miei occhi incontrarono i suoi: erano di un celeste, quasi color ghiaccio. Ero così persa in quello sguardo magnetico che diventai tutta rossa. Mi fece alzare e mi voltai dalla parte opposta per nascondere l'imbarazzo...

"Bill, nessuna ragazza ti considera alla festa e per questo sei venuto a cercarne una nel pergolato?"

"Zitto Travis, che vuoi da me? Torna pure dal tuo gruppetto! E poi quella manco è carina".

Cosa?? Mi salì una tale rabbia che non riuscii fare a meno di pronunciare: "Davvero? E ti ho dato una spinta per quale motivo? Per farti vedere che ero presente?".

Il ragazzo, che a questo punto compresi si chiamasse Travis, scoppio a ridere ed affermò: "Ha ragione lei Bill, ho visto la scena da dietro la porta e devo dire che nonostante tu sia un atleta hai preso una bella spinta. Chissà cosa ne penserebbe il mister della tua squadra di Baseball".

"Perché è strano che le donne siano forti?" dissi io scocciata rivolgendomi al tipo con gli occhi celesti. Non potevo più sopportare questi due e dato che erano troppo impegnati a guardarsi male per ricordarsi di me, approfittai per tornarmene dentro. Mi avviai verso la porta a vetri con una tale rabbia che nemmeno mi ricordai che fosse chiusa. La mia testa ci sbatté contro così forte che caddi subito all'indietro. Non solo questi due tipi, ma anche la seconda caduta. Mi faceva malissimo la testa e non riuscivo ad alzarmi, intanto dei passi si stavano avvicinando a me.

"Vieni ti porto in bagno perché i ragazzi della confraternita lì hanno qualcosa per medicarti", era la voce di Travis, ero tutta stordita e non riuscivo a vederlo bene, ma capivo che ero lì accanto a me. Mi sollevò da terra e io diventai di nuovo rossa...In che situazione mi ero cacciata?

"Riesco...riesco a camminare" pronunciai timidamente.

"Hai preso una bella botta, meglio che ti porto io".

A differenza dell'altro, Travis sembrava molto gentile. Mentre mi trovavo tra le sue braccia riuscii a vedere meglio e misi a fuoco la sua figura. I suoi occhi celesti erano grandi e non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel colore molto profondo. I capelli, invece, erano neri come il manto scuro del cielo, molto folti e anche un po' arruffati, non sembrava un ragazzo molto vanitoso. Devo dire che fisicamente sembrava messo molto bene, motivo per il quale pensai che fosse molto sportivo, infatti dalla maglia aderente che stava indossando si poteva notare molto bene il suo fisico così robusto da sembrare una statua. In aggiunta, la maglia a maniche corte faceva vedere le braccia definite e scolpite. Forse era anche lui come quel Bill un atleta? Arrivati in bagno, dopo avermi fatto sedere su una sedia trovata nella stanza accanto, cercò il kit di pronto soccorso per potermi medicare.

"Tieni, mettilo sulla fronte" mi disse passandomi del ghiaccio.

"Grazie" risposi sempre timidamente. Travis non poteva capire quanto mi stessi vergognando.

"Adesso sentirai un pochino male, devo medicarti la ferita che hai sul braccio".

"Non importa, sto bene".

"Fidati".

"Perché dovrei fidarmi di te? Ti ricordo che il tuo amico non mi ha riservato un'ottima accoglienza".

"Lascialo stare. E poi non siamo amici, è un mio compagno di corso e fidati fa il cascamorto con tutte, è famoso per questo al college".

Era una situazione così strana, insomma non ero mai finita in un bagno con uno sconosciuto che mi stava dando una mano...'perché avevo sbattuto contro quella porta a vetri! se non fossi stata sbadata di certo sarei ancora con B e tutto questo non sarebbe successo'. Mentre ero assorta nei pensieri continuai a guardare Travis...i suoi lineamenti del viso erano dolci e non riuscivo a togliere lo sguardo dai suoi occhi magnetici. Diventai ancora più rossa e per questo motivo disse:

"So che molte mi trovano attraente, ma ti prego di non arrossire".

"Non...no... è che...lascia stare". Ormai ero tutta rossa e non potevo più nascondere l'imbarazzo.

"Puoi parlare tranquillamente, anzi non devi sentirti a disagio".

"E' che è tutto così strano".

"Bene, allora cominciamo con le presentazioni, così mi conoscerai meglio e potrai sentirti meno in imbarazzo. Mi chiamo Travis e sono al secondo anno. Studio medicina, ma sono ad un bivio, perché secondo i giornalisti sono un talento del football, quindi, potrebbe anche diventare una professione".

"Sono contenta per te, non seguo molto il football. Io studio legge e vorrei diventare avvocato, sono appena arrivata in questo campus". In realtà andavo alle partite di football, dato che i genitori di Cole possedevano una squadra, però tirare fuori questo 'segreto' avrebbe potuto scatenare molta curiosità da parte di Travis e non era quello che volevo in questo momento.

"Da dove provieni?" mi domandò.

"Da New York e tu?"

"San Francisco, ho sempre vissuto lì e grazie alla borsa di studio per il football eccomi qua in questo college. Ecco fatto, ho medicato la ferita adesso dovresti stare meglio. Magari stai più attenta alle porte a vetri" disse ridendo.

"E' colpa del tuo amico e non sono sempre sbadata. Comunque, grazie dell'aiuto adesso devo tornare dalle mie amiche che saranno in pensiero".

Presi il telefono e vidi sei chiamate e tantissimi messaggi da Bethany. Sicuramente era preoccupatissima e anche arrabbiata dato che ero sparita nel nulla, così le scrissi di vedersi nel giardino. Anche se iniziava a piacere il tempo trascorso con la mia nuova conoscenza, dovevo subito tranquillizzare le mie amiche. Spiegai a Travis che dovevo scappare, mi diede una mano ad alzarmi e mi aiutò a tornare nel salone, dove lo salutai di fretta ed andai da sola fuori dove ad attendermi c'erano Bethany e Kayla molto preoccupate.

"Sei impazzita? E' da un sacco di tempo che ti stiamo cercando" mi urlò preoccupata Bethany.

"Scusate, non stavo bene e sono andata a prendere una boccata d'aria".

"Potevi avvisarmi!" mi rispose in tono arrabbiato.

"Ma sarei stata poco, è solo che ho incontrato un ragazzo che non mi piaceva molto, così mentre tornavo dentro ho sbattuto contro la porta a vetri e un altro ragazzo, più gentile dell'altro, mi ha portata in bagno per medicarmi".

Gli sguardi di B e Kayla erano interrogativi, anche per loro la situazione che avevo appena vissuto era parecchio strana. B respirò profondamente cercando di tranquillizzarsi, mi prese per mano e mi disse: "Vedi di non farlo più. Poteva essere pericoloso, per fortuna che c'era quest'altro ragazzo".

"Andiamo nelle camere così ci rilassiamo tutte. Domani iniziano le lezioni" disse Kayla.

Non appena mi distesi sul letto ripensai alla serata. Mi dispiaceva aver fatto preoccupare B ma proprio non riuscivo a stare in mezzo a tante persone, lei provava a farmi dimenticare il passato, ma era così difficile scordare eventi che ti hanno segnato. Avrei portato con me queste paure per sempre? Volevo smettere di avere gli incubi la notte, di iniziare a tremare durante le feste nei luoghi affollati, ma questo terrore vinceva sempre e non riuscivo mai a calmarmi. Ormai tutto questo era diventato parte di me. In aggiunta, non ero in grado di togliermi dalla testa Travis, era molto carino e era stato molto gentile, insomma mi aveva dato una mano e non era da tutti, chissà se lo avrei rivisto presto...

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