Capitolo 2 - Nuove amicizie
La nostra stanza era come l'avevo sempre immaginata: piccola ed accogliente. I nostri letti si trovavano alle pareti confinanti e avevamo due scrivanie con una piccola libreria a testa. L'ambiente, poi, era così arioso, illuminato dalle grandi vetrate che davano sul giardino rigoglioso della scuola. Adesso non restava che sistemare le nostre cose nell'armadio e decorare le pareti con le nostre foto per rendere il tutto più personale. Bethany finì di disfare i bagagli in fretta, nonostante avesse portato il triplo di cose in più di me e si mise a guardare alcune informazioni sul campus. Voleva sempre essere aggiornata su tutto e nulla doveva sfuggirle.
"Hai intenzione di iscriverti a qualche attività? Penso che le cheerleader sarebbero entusiaste di averti in squadra" disse B.
"Non voglio farne parte. Eri anche tu una cheerleader e potresti unirti al team".
"Sì, ma non sono mai stata brava quanto te".
"Vorrei ricordati che eri il capitano e che hai vinto un sacco di premi e medaglie"
'Tutte cose che servivano solo per far vantare i miei con i loro amici' pensai.
Mentre continuavo a sistemare le mie cose nell'armadio, pensai alla mia esperienza da cheerleader e mi sentivo sempre più convinta del fatto che non avrei continuato. Volevo solo vivere l'esperienza del college come una semplice studentessa che insegue i suoi sogni e non come la celebrità che ero al liceo e che tutti volevano come amica solo per la notorietà.
"In questo momento non sono molto dell'idea...Ci penserò" affermai, anche se B conoscendomi molto bene, sapeva che non avrei più pensato alla questione.
"Tu, invece?" le chiesi.
"Non lo so, senza di te non sarebbe la stessa cosa. A proposito, sei pronta? Ti va un giro per il campus? Voglio esplorare ogni zona, anche perché il mio senso dell'orientamento fa abbastanza pena... quindi prima memorizzo tutto, prima eviterai di ricevere 10000 chiamate mie di aiuto perché mi sono persa"
"Ho appena fini..." non riuscii nemmeno a finire la frase che il mio telefono iniziò a squillare: era mio padre... finalmente si era ricordato di me. Dissi a Bethany di avviarsi nel giardino centrale e risposi.
"Hailey, sei arrivata?" mi domandò.
"Sì, abbiamo appena finito di rimettere tutto apposto e adesso facciamo un giro per il campus".
"Perfetto tesoro, divertitevi. Mi raccomando ricorda quello che abbiamo detto..."
Come dimenticare le parole dei miei: "Per favore cerca di non finire sui giornali e se ti va potresti anche guardare delle università per persone come te". Questa loro divisione verso le altre persone non mi piaceva affatto. Per questo avevo bisogno di staccare un po', stare lontano da tutti quelli che pensano di essere superiori agli altri e i più importanti del mondo. Speravo che questo almeno i miei l'avrebbero compreso, anche avevo dei dubbi vista l'affermazione appena fatta da mio padre.
"Papà, non darò nessun problema, mi conosci, e poi questo è il college dei miei sogni. Non ho alcuna intenzione di frequentare un posto snob. Io...".
"Certo tesoro, ma valuta comunque il nostro pensiero. Vogliamo il meglio per te. Scusami mi stanno chiamando, devo andare", disse senza nemmeno farmi finire la frase.
"Papà aspetta! Ti..." non riuscii nemmeno questa volta a terminare che riattaccò il telefono. Mi prese subito una forte agitazione che placai con un respiro profondo. In questi momenti mi sembrava proprio che non ci fossi, perché i miei genitori non riescono a capire come ci si sente a essere trattati cosi. Avrei voluto urlare, fargli capire che non ero invisibile e che non esistevo solo quando dovevamo apparire felici in prima pagina sul giornale. Era così difficile avere un po' più di tempo per me? Ero appena arrivata al college e non avevo alcuna intenzione di farmi rovinare questa giornata, così feci un altro respiro e mi incamminai fuori dalla stanza dove trovai subito Bethany impegnata a parlare con una ragazza alta con i capelli color ramato, lisci raccolti in una coda alta e gli occhi di un verde bellissimo, quasi smeraldo, inoltre, sul suo naso appariva qualche lentiggine. Dall'aspetto a prima vista appariva una ragazza acqua e sapone e da come era intenta a parlare con B sembrava molto socievole.
"Hailey, vieni qui, ti presento una persona" disse B non appena mi vide.
"Ti presento Kayla. E' la nostra vicina di stanza".
"Molto piacere" le dissi accennando un sorriso. Se B riusciva a fare amicizia con chiunque io ero l'opposto: parlavo pochissimo e mi vergognavo di qualsiasi cosa. Molti per questo motivo si chiedevano come due persone così diverse riuscissero ad essere così amiche, ma era proprio questa diversità ad unirci e ci faceva essere così vicine. In tutti questi anni abbiamo avuto qualche litigio, come capita a tutti, ma la nostra amicizia è sempre stata salda e ci siamo sempre state nei momenti difficili.
"Piacere mio, stavo parlando con Bethany e mi ha detto che siete appena arrivate. Anche io come voi sono al primo anno. Mi ha fatto piacere conoscervi, spero che potremo essere amiche".
"Ovvio che lo saremo. Hailey devi sapere che anche Kayla ama Friends e How I met your mother, quindi saremo di sicuro amiche".
"Di quante cose avete parlato in pochi minuti" provai a chiedere timidamente.
"Diciamo che B parla molto" rispose Kayla ridendo, deve aver già compreso quanto fosse spontanea la mia migliore amica.
"Lo dicono tutti! A proposito, Kayla mi stava chiedendo di andare a prendere un caffè" aggiunse B.
"Sì, tra poco ho appuntamento con il mio ragazzo. E' al penultimo anno e in questo momento ha una riunione con la squadra di football, dato che è uno dei membri. Mentre lo aspetto possiamo prendere un caffè al bar e approfittarne per conoscerci meglio".
"Molto volentieri" Risposi provando a non sembrare molto timida.
Durante il tragitto verso la caffetteria, B si avvicinò a me dicendo: "Hai sentito? Il suo ragazzo è nella squadra di football".
"Ho ascoltato, pure io ero presente alla conversazione se ricordi. Non capisco dove tu voglia arrivare...".
"Perché avrà degli amici e poi conosce altri atleti" disse B facendomi l'occhiolino. Avevo già compreso il suo piano.
"Non ci pensare nemmeno, sto bene così".
"Hailey, non tutti i ragazzi sono come Shane. Magari ci sarà qualcuno che ti piacerà e cambierai idea. L'amore arriva quando meno te lo aspetti".
In effetti Bethany aveva ragione, se un ragazzo mi aveva spezzato il cuore non voleva dire che altri avrebbero fatto lo stesso. Però, ancora non mi sentivo dell'idea di cercare un altro ragazzo, avevo sempre paura di soffrire ancora e molte volte avevo quell'incubo...l'episodio della mia vita che mi aveva reso così insicura oggi e che forse mi aveva segnato per sempre.
Appena arrivate in caffetteria, Kayla e Bethany presero un frullato, rispettivamente alla fragola ed al cioccolato, mentre io come al solito ero sempre indecisa e per questo mi misi ad osservare il menù, dimenticandomi che il cameriere stava aspettando me per prepararli. La mia migliore amica iniziò quindi a ridere spiegando a Kayla ed al cameriere, ormai entrato nella conversazione, quanto ci mettessi per scegliere qualcosa. Diventai subito rossa e quindi senza pensarci ordinai anche io il frullato alla fragola. Dopo aver trovato un tavolo, iniziammo a parlare di noi: Kayla ci raccontò che abitava a Los Angeles con la sua famiglia e che durante la scuola superiore aveva incontrato Lucas, il suo attuale ragazzo. Lui era già un giocatore di football e grazie al suo talento era riuscito ad ottenere una borsa di studio per questo college. Poi ci aveva raccontato della sua felicità il giorno che aveva scoperto di essere stata accettata anche lei a Stanford. I suoi occhi erano pieni di gioia mentre parlava e si capiva subito che doveva essere molto legata a Lucas. Io e Bethany, invece, le abbiamo raccontato che venivamo da New York, ma per il momento non abbiamo detto nulla riguardo alla nostra popolarità, non abbiamo omesso, ma sorvolato, avevamo fatto la promessa di mantenere il segreto e l'avremo portata avanti, anche se Kayla aveva l'aria di essere una persona fidata.
"Ciao, tesoro, finalmente ti ho trovata" disse un ragazzo con i capelli castano chiaro, alto e con gli occhi scuri. Vista la reazione di Kayla, che si alzò a baciarlo, pensai subito che fosse Lucas. "Ho provato a chiamarti ma non mi hai risposto" aggiunse lui.
"Scusami non ho visto il telefono, stavo parlando con le mie nuove amiche".
"Ti stai trovando bene?"
"Sì, il campus mi piace tantissimo. Te invece la riunione?"
"Niente di particolare. L'allenatore ha solo presentato i nuovi giocatori e parlato della stagione che sta per cominciare. Vuole il massimo impegno da tutti e spera di vincere il campionato".
"Non vedo l'ora di vedere la prossima partita, prenderò i posti migliori e ovviamente farò il tifo per il mio giocatore preferito. Comunque, queste sono Bethany e Hailey".
"Piacere ragazze" disse Lucas.
"Piacere nostro" risposi.
"Vedo che state bevendo dei frullati e non voglio disturbarvi. Hai detto loro della festa delle matricole?".
"Festa delle matricole?" rispose subito Bethany con gli occhi illuminati. Sapevo che ci sarebbe voluta andare, la conoscevo molto bene.
"Volevo prima vedere se mi stavano simpatiche" disse Kayla strizzando un occhio, mentre io e B iniziammo a ridere.
"E' una festa per i nuovi arrivati, così tutti hanno l'opportunità di conoscersi. È un evento tranquillo, niente di particolare, però almeno gli studenti iniziano a sentirsi più a casa".
"Adesso vedia..." dissi ma B, senza farmi finire la frase, prese la parola e disse: "Ci saremo sicuramente".
Dopo aver finito i frullati, Kayla tornò in stanza per finire di rimettere le sue cose, mentre io e B andammo nel grande giardino dell'università a fare due passi, ovviamente il nostro argomento di conversazione non poteva che essere la festa.
"Sai vero che forse non è una buona idea" dissi.
"Perché no?"
"Perché ci saranno tutti e forse qualche fotografo".
"Fotografi? Come fanno i paparazzi ad essere qui?"
"Non lo so..."
"Io volevo fare un salto. Non siamo mai state ad una festa, ma solo a quei noiosi eventi dove devi sorridere a tutti. Ovviamente però non posso andare senza la mia migliore amica" disse l'ultima frase con gli occhi dolci.
"Va bene, ma se non mi sento a mio agio torno in camera. Visto che vengo mi devi un frullato".
"Basta che in trenta minuti scegli il gusto" disse mettendosi a ridere.
"Come sei simpatica oggi" dissi scherzando.
"Sai che sono sempre simpatica. Aspetta! Siamo in ritardo, dobbiamo prepararci".
"Ma sono le cinque!".
"Appunto, dobbiamo prepararci per la festa. Ci sono i vestiti da scegliere e sai che per me è una decisione che richiede tempo". Senza farmi rispondere mi prese per mano e mentre mi trascinava verso gli alloggi inciampai ma per fortuna non caddi a terra. Tutti però iniziarono a fissarci...la missione di passare inosservate era ormai fallita.
Dopo una lunga consulenza, Bethany scelse il vestito rosso che le avevo consigliato. Era molto elegante e le stava benissimo. Si raccolse i capelli in uno chignon come faceva solitamente ai ricevimenti, mentre per il trucco scelse un leggero eyeliner, mentre sulle labbra un rossetto che riprendeva il rosso dell'abito. Era sempre bellissima e impeccabile. A me invece non andava di vestirmi troppo raffinata, perché non eravamo più a New York, quindi scelsi un paio di jeans bianchi con una maglia nera con uno scollo a cuore, per quanto riguarda invece i capelli li lasciai lisci e sciolti. Come sempre non mi andava di truccarmi molto, così misi un mascara per risaltare le ciglia e un gloss labbra rosa chiaro.
Ad un certo punto sentimmo bussare alla porta. Era Kayla, pronta per andare con noi alla festa. Era bellissima, aveva i capelli rossi sciolti, una canotta rossa con i jeans attillati.
"Pronte?" disse.
"CERTO" disse B saltellando e urlando.
La festa aveva luogo in una grande sala di una confraternita vicino al campus. Da lontano notai subito tantissime persone che stavano parlando nel giardino davanti alla casa. Appena arrivate all'evento iniziai a sentirmi a disagio per colpa del passato...le feste mi riportavano a quell'evento. B vide il mio sguardo ed afferrò subito la mia mano cercando di farmi forza, sapeva cosa potevo provare. Kayla si allontanò dicendo che avrebbe cercato Lucas, mentre io e Bethany iniziammo ad esplorare la sala centrale dove poi ci avrebbe raggiunto la nostra amica.
"Non è incredibile?" disse B.
"Si...ci sono tanti studenti".
"Mi sembra fantastico".
All'interno della sala principale, mentre stavamo camminando accanto ad un gruppo di ragazze intente a danzare a ritmo di musica, il telefono di B iniziò a squillare e si allontanò per rispondere. Sola senza la mia amica iniziai a guardarmi intorno imbarazzata perché non conoscevo nessuno. C'era davvero tanta gente, molti stavano ballando, in fondo alla sala alcuni sui divani stavano giocando ad obbligo e verità e non facevano altro che ridere. C'erano così tante persone intorno a me che la mia testa iniziò a farmi ricordare vecchie immagini che stavo cercando di dimenticare, avevo bisogno d'aria, dovevo uscire subito di lì. Il mio cuore iniziò a battere velocemente e nella mia mente cominciavano a farsi vive le immagini di quel giorno Di quel giorno. Poteva essere uno dei momenti più belli della mia vita ma si tramutò, nel giro di pochi istanti, in ciò che mi avrebbe segnato, forse, per sempre. Iniziai a correre senza meta e, improvvisamente, mi ritrovai su un pergolato che dava sul giardino; non c'era nessuno per fortuna, così potei tranquillizzarmi. Per cercare di non cadere a terra mi appoggiai alla colonna che sorreggeva la tettoia e iniziai a respirare piano per cercare di riprendermi. "Non posso tornare dentro" pensai, "non ci riesco". Mentre ero assorta tra i miei pensieri sentii dei passi dietro di me.
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