Capitolo 8

Tre ore dopo
Sono seduta sul divano da circa mezz'ora a pensare alla risposta a tutte le mie domande.

Osservo il salotto, non avevo mai visto delle cose di così tanto valore.
La casa non è tanto grande, c'è una cucina, una camera da letto e l'entrata che faceva da salotto.
Appena entri in casa, c'è un televisore a plasma che occupa metà parete, e di fronte ad esso c'è divano nero in pelle in cui sono seduta.

Penso alla proposta degli Haynes e alla risposta di mia madre. Sembra tutto illogico. Non mi trovo a mio agio in questa situazione, sembra quella di un film. Assurda.

La mia mente vaga dappertutto e mi fa fermare ad una persona: Mike. Chissà cosa starà facendo ora, cosa penserà.
Non riesco a credere che sta così è solo colpa mia. Mi si presenta un gruppo in gola pensando a tutto ciò che abbiamo passato.

Cerco di distrarmi e osservo le pareti della stanza, sono bianche con delle decorazioni nere..qualcuno mi interrompe dai miei pensieri. «Mia..»
«Hey.» Dico e lui si siede sulla poltrona vicino alla mia.
«Mi dispiace per la proposta di mio padre..io..» Prende un respiro profondo e poi continua. «Io non ne sapevo nulla.»
«Immaginavo.. sembra strano, ma forse ha ragione.. ma tuo padre aveva già organizzato tutto, pensa se mia madre avesse detto di no.» Abbasso la testa.
«Beh, sarebbe stato meglio forse e meno imbarazzante..» Dice giocando nervosamente con le mani.

La penso anche io così e sinceramente non ho mai visto Jack parlare in modo così sincero.

Cerco di cambiare argomento. «Hai sentito Mike?»
«No..da quel giorno in ospedale non l'ho più sentito, o meglio ho provato a chiamarlo..ma non mi risponde e fa male tantissimo..» Dice abbassando la testa e puntando il suo sguardo verso il pavimento.
«Mi dispiace.. non avremo dovuto farlo... credo di amarlo.. e ho rovinato tutto.
«Capisco..Dice ed io lo guardo: ha la mascella serrata e i pugni chiusi.
Prende un respiro rilassandosi e mi guarda negli occhi. «Spero che si risolverà tutto.» Dice per poi prendere una sigaretta e portarsela alle labbra.
Prendo il telefono e dico «Provo a chiamarlo.»
«Ok.» Dice freddamente prendendo l'accendino dalla tasca e accendendo la sigaretta.
Mi alzo e mi avvicino a lui. «Cos'hai Jack?»
«Nulla, cosa dovrei avere?» Dice ridendo amaramente e buttando il fumo dal naso.
«Niente.»

Cerco il numero di Mike sul telefono, e dopo che lo trovo lo chiamo.
Sento squillare incessantemente e prima che scatti la segreteria risponde. «Pronto?»
Mi si ferma il cuore per un secondo. «Mike!» Dico dopo aver ripreso fiato.
«Che vuoi Mia?» Sbuffa.
«Puoi venire?» Chiedo dolcemente.
«No.» Sbotta. Si schiarisce la voce. «Credo che sia meglio non vederti.»
«Mike devo parlarti.» Insisto.
«Dimmi.» Dice continuando a sostenere di non volermi vedere.
«Dal vivo..» Dico sperando che dica di si.
E cosi effettivamente fa; acconsente e gli do l'indirizzo, dopodiché chiudo.

«Jack..tra poco arriverà Mike.» Sussurro.
Lui guarda un punto fisso nel vuoto, non riesco a capire cosa gli stia passando per la testa.
Penso a una cosa, e anche se impossibile chiedo. Tentar non nuoce. «Sei geloso?»
«Ho qualche motivo per esserlo secondo te?» Mi chiede senza guardarmi, come se lui avesse qualche diritto su di me, e mi avesse chiesto se c'era qualcosa per cui sarebbe dovuto esserlo.
«No la domanda è: perché dovresti essere geloso di me?»
«Appunto perché dovrei?» Fa finta di nulla e mi guarda negli occhi e sembra che mi sia serrata la gola.
«Già.» E nello stesso momento suonano alla porta.

Jack si alza e si chiude nella stanza da letto sbattendo la porta. Non capirò mai cosa frulla nella testa di questo ragazzo lunatico.

Vado ad aprire.
«Mike.» Dico sorridendo come non avevo mai fatto negli ultimi giorni
«Ciao.» Dice freddamente.
«Hai ragione ad essere arrabbiato con me..però mi sembrava giusto dirti delle cose.»
Incrocia le braccia sotto al petto e mi sposto per farlo passare.
Chiudo la porta alle sue spalle e gli dico «Accomodati.» Si siede e mi guarda aspettando che parli.
«Capisco che tu sia arrabbiato ancora con me.. ma vorrei che tu non fossi arrabbiato con il tuo migliore amico.»
«Non credo che quello che succeda tra me e Jack debba interessarti.»
Faccio finta di non aver sentito. «Jack vieni qua!» Urlo per farmi sentire.
«Bene, ci mancava solo questa.» Dice accasciandosi sulla poltrona.

Jack esce dalla stanza da letto e guarda Mike.
«Dimmi.» Dice confuso. Immagino come si senta confuso, lo sarei anche io!
«Suo padre ci ha obbligati a vivere insieme, e vorrei che voi faceste pace.»
«Perché dovremmo? Mica devo vivere io con lui.» Dice Mike ridendo amaramente.
Vedo Jack abbassare la testa e mi si attorciglia lo stomaco.
«Perché siete amici coglione.» Dico ovvia.
«Non credo..che tu sia nella posizione di chiamarmi in questo modo.» Dice deglutendo diventando nervoso.
«Mike, ha ragione..» Dice Jack ponendosi davanti al suo amico. «Lo sai che se mi avessi detto che ti piaceva non mi sarei nemmeno avvicinato.»
«Gne gne, dovete far pace.» Affermo per poi andare nella camera da letto che è la parte più bella della casa: c'è un unico letto enorme e un armadio gigante con tutti i vestiti, e le pareti erano brillantinate in oro.

Mi siedo sul letto con il copriletto dello stesso colore delle paretin con i cuscini intonati.

Dopo qualche secondo inizio a pensare a cosa si stiano dicendo. So che non dovrei, ma decido di origliare dalla porta della stanza mia e di Jack. Già. fa uno strano effetto dirlo e a pensare che dormiremo insieme stanotte le gote mi si dipingono di rosso.
«Nella nostra stanza.» Sussurro a bassa voce.
Mi appoggio alla porta marrone della stanza e sento Mike che dice: «Ti piace?»
«Mike sai che non posso mentirti e non ti mentirò: credo di provare un'attrazione forte per lei, ma se hai intenzione di tornare di nuovo insieme a lei mi metterò da parte.»
«Aspetta un bambino da te.. voglio che cresca con suo padre..anche se la amo da morire.. e lo faccio per lei. Per vederla felice.»
«Mi dispiace così tanto Mike, credimi. Se l'avessi saputo io..» Mike lo interrompe.
«Ma non lo sapevi, forse se l'avessi saputo ora non staremmo qui a parlarne.»

Non sento più niente a parte dei bisbigli. Decido, quindi, di cambiarmi E mettermi un pantaloncino e una maglietta a maniche corte del pigiama per poi mettermi a letto.

Sento dei rumori e mi risveglio dalle braccia di morfeo. Sento degli struscii di vestiti e dopo qualche secondo sento un corpo caldo accanto a me, automaticamente mi accoccolo a lui.
«Ho parlato con Mike.» Dice lui  abbracciandomi.
Chiudo gli occhi al suo contatto e sentendo il calore del suo petto.
«Avete fatto pace?» Chiedo mentre sento la sua mano appoggiarsi sulla mia pancia.
«Più o meno..si è più addolcito dopo che sei andata via..Ha detto che si sarebbe fatto sentire domani per parlarne meglio, ora doveva andare.»
«Capisco..mi manca.» Dico ad alta voce esprimendo ciò che pensavo senza pensarci.
Si stacca da me bruscamente e si gira sul fianco destro, a differenza mia che sono sul fianco sinistro.

«Jack.» Lo chiamo ma non risponde, e riprovo. «Jack.»
Dopo qualche secondo mi metto a cavalcioni su di lui. «Mi caghi o vuoi un invito speciale?»
«Smettila Mia, sono stanco ho bisogno di dormire.» Dice rifiutando di sentirmi. Mi abbasso alla sua faccia e lo abbraccio.
«Mi rifiuto di staccarmi, finché non mi dai spiegazioni sul tuo atteggiamento.»
«Non devo darti spiegazioni su nulla, Mia..Ora scendi e buonanotte.» Dice cercando di farmi scendere ma mantengo la presa salda.

Mi attacco al suo collo mettendo la mia faccia nell'incavo di quest ultimo aspirando il suo profumo incantata dico «Jack...» Mi viene in mente una cosa e gli bacio il collo.
«Mi dai spiegazioni o no?» Dico con voce calda.
«Cosi non vale, smettila.» Dice e sono sicura che stia sorridendo.
Mi lascio sfuggire un sorriso. «Tutto vale, non ci sono regole.» Continuo a baciarlo arrivando alla sua mascella. «Quindi mi dai spiegazioni giusto?»
«No.» Continua a dire ridacchiando.
Continuo a baciarlo arrivando all'angolo della bocca, ma poi indugiando arrivo di nuovo al suo collo e inizio a mordere e a succhiare un punto.

«Mia..» Stringe i miei fianchi con le mani e mi accorgo che ha dei brividi lungo il collo.
Mi stacco dal suo collo per guardarlo negli occhi, erano lucidi, dilatati.
Mi lecco il labbro soddisfatta per il mio lavoro. «Mmh, ora sanno che sei mio.» Dico quasi scherzando. Sottolineo quasi, perché ero seria. E per seria intendo che quando l'ho detto non stavo sorridendo.

«Sono tuo?» Dice mordendosi il labbro.
Faccio la stessa cosa involontariamente.
Resistendo all'impulso di fiondarmi sulle sue di labbra.
«Mio.» Affermo e poi mi ricordo del mio obbiettivo. «Le mie spiegazioni?»
Dico sentendo qualcosa in mezzo alla sue gambe e mi sposto un po, visto che ero praticamente su di lui, sul suo amico.
A questo pensiero arrossisco e ringrazio che eravamo in penombra.
«Perché sono tuo? E soprattutto..Da quando?» Dice fissando le mie labbra.
«Da quando aspetto questa piccola creatura.» Mi tocco la mia pancia praticamente piatta.
«Dammi le spiegazioni suuu, altrimenti ti faccio tanti succhiotti, pure sulla fronte.» Ridacchio.
«Siamo sicuri che tu sia incinta?» Dice cambiando discorso.
«Jack..» Lo rimprovero con tono di rabbia.
«Uff, ok.» Dice sbuffando.
«Dai dimmi..» Dico facendomi stranamente seria.
«Beh,potrebbe darsi..che mi dia un po' di fastidio..cioè comunque ci sei andata a letto per tanto tempo..» Dice guardandomi negli occhi.
«Si.. ma perché dovrebbe darti fastidio?» Dico mantenendo il suo sguardo
«Perché hai in grembo mio figlio e mi dà fastidio che tu ti veda col tuo ex.»
Si fa anche lui stranamente serio. «Perché ora tu sei mia.»

Spazio a meee
Cosa ne pensate?
I capitoli secondo voi sono troppo lunghi o vanno bene?
Fatemi sapere♡

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