Capitolo 10

Flashback

8 anni prima
Eravamo in casa, io mio padre e mia madre.
Stavo apparecchiando la tavola, quando a un certo punto feci cadere un piatto e lui reagì in malomodo.
Si alzò e mi tirò uno schiaffo in piena guancia.
«Svegliati quando hai qualcosa in mano. Non restare nel tuo cazzo di mondo.» Mi disse.

Rimasi in silenzio, non piansi. Oramai erano anni che si comportava cosi, da quando avevo 5 anni. Ma non era sempre stato così, prima era un uomo solare. Poi perse il lavoro, e iniziò a bere.
Con questo suo bere, iniziarono i problemi in casa. La mamma iniziava ad allontanarsi da lui e lui se la prendeva con me per ogni minima cosa, anche la più stupida.
Probabilmente gli mancava la mamma. Gli mancava essere un uomo vero.
Ma non capì mai il motivo per cui mi trattasse in quel modo.

6 anni prima
Ero in camera mia, stavo guardando la tv, quando lui entrò in camera urlando cose senza senso.
La mamma non era in casa e lui iniziò ad accusarmi di cose che non stavano né in cielo né in terra. Mi accusò di aver buttato la via la sua carta d'identità, quella che aveva da sempre nel portafoglio.
«Dove l'hai messa? L'hai buttata? Cazzo, non sei proprio buona a far nulla.» Disse assestandomi uno schiaffo sulla guancia destra.
Mi chiusi in me stessa in una angolo del letto e debolmente dissi: «Io non l'ho toccata.»
«Non l'hai toccata? Ma se c'eri solo tu in casa! Tua madre non c'è e, quindi, non ha toccato nulla. Sei stata tu.» Disse dandomi un altro schiaffo sull'altra guancia.

Non mi venne da piangere. Oramai erano anni che mi picchiava. Ma quella volta fece una cosa inaspettata: mi tirò un pugno facendomi cadere dall'altro lato del letto. Sentii dei passi avvicinarsi e mi iniziò a dare dei calci, fino a quando non sentii più niente.
Fine Flashback

Rivedo negli occhi di Jack la stessa rabbia, così familiare e difficile da dimenticare. Ma lui non è così, lui è diverso, lui mi ama.

Inizio a piangere delusa e lui ne rimane colpito. E dopo qualche minuto mette la sua mano dietro la mia testa, nella nuca e mi avvicina bruscamente alle sue labbra, baciandomi con possessività
Mi prende per i fianchi e li stringe. Sapevo che non l'avrebbe mai fatto, sapevo che lui era diverso.

«Scusami piccola, non volevo spaventarti.» Dice riavviandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e asciugandomi le lacrime che continuano a bagnare il mio viso.
«Tu hai avuto tante ragazze.. io solo Mike e Jennifer.. ma con Jennifer da quando siamo stati a letto noi due, non c'è mai stato niente.» Dico singhiozzando.
«Hai ragione.» Sospira distrutto. «Perché non me l'hai detto? Non voglio che ci siano segreti tra di noi. Siamo una coppia o no?» Mi guarda tristemente.
«Mi vergogno.. non ne vado fiera.. non sono lesbica o bisex.. solo che Mike mi teneva lontano da tutti i ragazzi.. e quindi..» Abbasso lo sguardo. «Si siamo una coppia e d'ora in poi ti dirò tutto.» Mi lascio andare tra le sue braccia.
«Non tradirmi, sto iniziando a fidarmi ciecamente di te e non voglio starci male.» Mi sussurra all'orecchio mentre mi accarezza la guancia.
«Non ti tradirei mai.» Sussurro stringendolo di più a me. «Vieni a letto con me?» Chiedo dolcemente.
«Certo amore.» Sorride e, insieme, andiamo a letto.

Giorno -272
Pov's Jack
Mi sveglio tra le braccia delle donna più bella della mia vita.
Le accarezzo i capelli con dolcezza, finché sento il telefono suonare, e mi alzo velocemente in modo da non farla svegliare.

«Buongiorno signor Haynes?» Dice la voce dall'altro capo.
«Si certo.» Dico ancora assonnato.
«Volevamo comunicarle che il contratto è stato consegnato nella residenza assegnata, e per nove mesi lei non potrà abbandonare la casa. Altrimenti rischia una denuncia.»
«Nove mesi? Scusate, non capisco di cosa state parlando.» Dico alzandomi dal letto per non svegliare Mia. Mi reco in cucina sedendomi sul divano.
«Lei è il signor Lucas Haynes?» Dice e ne rimango spiazzato al nome di mio padre.
«Sono il figlio, mi dica.»
«Ah.. mi dispiace non possiamo parlarne con lei.» Afferma la voce dall'altro capo «Mi faccia chiamare da suo padre, arrivederla.» Detto questo la voce dall'altro capo chiude la chiamata.
Chiamo subito mio padre, che risponde dopo circa due squilli.

«Pronto?»
«Pronto? Pronto? Che cazzo sta succedendo? Il contratto, nove mesi, la casa? Eh? Spiegamelo.»
Rimane in silenzio e dopo qualche secondo mi risponde. «Non sono cose che ti riguardano.»
«Cosa? Certo che mi riguardano. Ci sono io in quest'abitazione e c'entro pienamente. Che cazzo hai combinato?»
«Hai nove mesi di tempo, la casa sarà nelle vostre mani per nove mesi, dopo i nove mesi dovrete decidere se sposarvi o no.»
Rimango in silenzio e capisco il motivo per cui la madre di lei aveva accettato. Tutti sapevano tutto, tranne io e lei.
«Che? Siete tutti impazziti? Come cazzo vi è venuto in mente?» Dico strattonandomi i capelli per le cose che ho sentito.

Sento dei passi dietro di me e quando mi giro. Vedo lei, lei che aveva una mano sul grembo
«Ti richiamo.» Sospiro e stacco.
«Buongiorno amore.» Le dico andandole incontro e dandole un bacio, ma lei si sottrae al mio tocco
«Chi era?»
Deglutisco e sospiro rumorosamente. «Papà.»
«Cosa ha detto?» Chiede rilassando i suoi docili lineamenti.
«Siediti.» Le dico dolcemente e lei si siede confusa guardandomi.
«Non è facile.» Dico piano. So che si incazzerà, meglio andare con calma.
Per il bene del bambino.
«Sai perché tua mamma ha accettato facilmente la proposta di mio padre?»
Scuote la testa in silenzio e guardandomi in modo strano. Così continuo.
«Perché si erano messi d'accordo prima.. hanno deciso di darci questa casa per nove mesi, alla fine dei nove mesi decideremo se sposarci o no.»

«Cosa?» Mi guarda ad occhi spalancati. «Non è possibile, Jack.»
«Si amore è così, stamattina mi ha chiamato l'ufficio informazioni, e mi hanno accennato sto fatto pensando che fossi mio padre. E poi ho chiesto a lui.»
«Non ci credo..mia madre non può fare queste cose. No, no, no.» Dice prendendo fiato e fermandosi nel bel mezzo della stanza. «Solo nove mesi.» Sussurra.
«Il contratto si potrà rinnovare.. solo se lo vorremo noi, dopo nove mesi.» Cerco di confortarla
«Cosa vorranno farci dopo?» Dice deglutendo rumorosamente.
«Ci dovremo per forza sposare e vivere insieme, in caso non volessimo sposarci, ognuno a casa sua.»
«Capisco.» Dice solamente e capisco che c'è qualcosa sotto che ancora non so.

Giorno -271
«Si mamma, però me ne dovevi parlare.» Sento dire duramente queste parole da Mia alla madre.
Quando lo abbiamo scoperto, abbiamo deciso di non pensarci e di andare a fare compere per noi e per il bambino, e abbiamo preso appuntamento con la ginecologa.
«Okay mamma allora a domani.»

«Tutto bene?» Domando mentre lei si siede sul letto al mio fianco.
«Si, domani andiamo a cena da mia madre.»

Giorno -270
«Signora Aniston, questo cibo è davvero squisito. I miei migliori complimenti.» Sorride caloroso Jack.
«Oh, troppo gentile Jack.» Dice mia madre arrossendo. Devo tirar fuori l'argomento e così faccio.
«Senti mamma... non mi sembra giusto questo contratto.. io voglio vivere con chi mi pare, e se stavo ancora con Mike?» Dico irritata.
Vedo Jack visibilmente arrabbiato a quella supposizione.
«Sentite, so che abbiamo sbagliato, ma l'abbiamo fatto per voi.» Dice sospirando pesantemente.
«Non mi sta bene. Comunque oramai è tardi. Voglio vivere con Jack, lo accetto. Credo di amarlo.» Dico guardando Jack che mi sorride dolcemente.
«Mia, sei sicura?» Jack mi guarda confuso.
«Penso di si.. ma te lo dirò alla fine dei nove mesi Jack.» Dico abbassando lo sguardo.

Giorno -269
«Dottoressa è tutto apposto?» Chiedo alla dottoressa mentre applica delicatamente il gel sulla pancia quasi evidente di Mia.
«Va tutto molto bene, il bambino è in ottima salute ed è sano.» Ci dice la ginecologa sorridente.
«Avrei solo da darvi una notizia.» Aggiunge e Mia sorridendo dice: «Quale?»
«Il bambino non è uno..ma sono due.» Dice la dottoressa sorridendo.

Giorno -268
Dopo la notizia il nostro legame si unito più di prima. E abbiamo deciso di andare al cinema a guardare "io prima di te".
«Dai sbrigati, siamo in ritardo!» Dice Jack prendendo la sua giacca di pelle nera.
«Sto facendo la pipi! Aspetta.» Ribatto sbuffando e poi alzandomi, e mettendo il parka.
«La stai facendo da mezz'ora, muoviti che già mi sto annoiando.» Dice sbuffando.
«Senti se non vuoi vedere il film, me lo guardo con i bimbi che mi hai infilato, manco uno ma due.» Dico trattenendo una risata. Ovviamente non ero arrabbiata, mi piaceva prenderlo in giro. E nonostante fossimo giovani siamo molto felici di avere due bimbi tra qualche mese che gireranno per casa.
«Io vengo perché voglio vederlo con i bimbi, mica con te?» Ridacchia ed io metto il finto broncio.
«Sei cattivo, anche io sono una bimba.» Faccio la voce tra un mix tra stich e una bimba.
«Ma smettila. Da quanto tempo non facevi pipì?» Dice ridendo.
«5 secondi, e se aspettiamo ancora ci vado di nuovo.» Ribatto ridendo.
«Mia voglio tenerti presente che abbiamo solo mezz'ora per muoverci e per prendere i biglietti. Quindi sbrigati.» Dice prendendo le chiavi di casa e uscendo dalla porta.
Lo seguo a ruota e salgo in macchina.
«Allaccia la cintura.» Dice mettendo in moto. Mi allaccio la cintura.
«Prima di partire dammi un bacio.» E così fa.

Arriviamo al cinema e ci dirigiamo nella sala, dopo aver pagato i biglietti
«Dai, siediti.» Dice posando una mano dietro la mia schiena e spingendomi leggermente verso la sedia rossa.
Appoggio la testa sulla sua spalla.

E come se niente fosse sento il rumore delle persone che parlano e una voce che mi chiama: «Mia.. amore, Svegliati dai.»
Apro gli occhi molto lentamente e assonnata dico: «Era bellissimo il film.»
«Eri più bella tu.» Mi dice sorridente e quasi mi sciolgo. Poi scoppiando a ridere dice: «Mentre dormivi.»

Arrossisco. «Colpa dei tuoi bimbi.» Dico lasciandogli un bacio a stampo e alzandomi andando verso l'uscita, sento dirmi «Stai attenta agli scalini.»

Dopo mezz'oretta torniamo a casa e presa dagli ormoni lo bacio con foga.
«Ma come siamo focose.» Dice ridacchiando staccandosi dal bacio.
«Jack ora facciamo l'amore.» Affermo decisa sensualmente.
«Amore calma.» Dice ridacchiando mentre inizio a togliergli la maglietta.
«Mai stata più calma di così.» Sorrido e lo ribacio con più passione.
Posa le mani sui miei fianchi sfilandomi la maglietta e gettandola a terra.
Tremo al contatto della mia pelle calda con le sue dita fredde.
Mi spinge delicatamente sul letto e si mette sopra di me, levandomi i jeans
«Quanto ti amo..» Dice leccandomi il lobo dell'orecchio.

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