0.5
x questo capitolo contiene insulti omofobi e menzioni di un passato tentativo di suicidio. non ci sono descrizioni grafiche, ma se vi fa stare male, vi prego di passare avanti x
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Louis
I giorni successivi alla festa, Louis è un casino. Venerdì, si è dovuto fermare in diversi bagni durante le tappe per calmare il suo respiro veloce e tremante, cullandosi per calmarsi, e ieri si è quasi arreso completamente e ha ordinato una bottiglia di vino dal bar. Oggi, Louis è ancora a letto.
Niall e Liam sapevano fosse successo qualcosa dopo che Harry se n'era andato e avevano trovato Louis che mormorava scuse, al freddo e addormentato con le lacrime sul viso, sul balcone dove Harry lo aveva lasciato. Non avevano detto niente, almeno a Louis. Non sa cos'avrebbe detto se lo avessero fatto.
Ora è lunedì, sono ad Austin, Texas, e Louis ci ha messo due giorni e mezzo per trovare il coraggio di parlare a Harry di quello che era successo sul balcone. Scusarsi è qualcosa che Louis di solito evita ad ogni costo, rifiutare le chiamate e declinare gli inviti per uscire sono tentativi per sentirsi meglio per qualunque cosa abbia sbagliato. Ora, comunque, c'è un peso scomodo e pesante fermo sul suo petto che sente male al minimo ricordo di quello che è successo.
C'è anche il fatto che stanno esaurendo il tempo del viaggio e Louis potrebbe potenzialmente perdere la cosa migliore che gli sia successa.
Il lato più drammatico di lui gli dice che sta rendendo la cosa più grande di com'è e che non dovrebbe scusarsi. Ma quando Louis ci pensa, non c'è mai stato un momento in cui Harry sia stato deliberatamente maleducato, cattivo o in generale spiacevole nei confronti di Louis, e il motivo per cui Louis ce l'avesse con lui si era scoperto fosse qualcosa che aveva sentito dire a qualcuno che non lo conosceva. Allora, nel complesso, immagina che non ci sia altra opzione.
Louis ha sempre pensato che al contrario di Harry e dei suoi amici che mettono sempre del significato dietro le parole, Louis parli soltanto. Apre la bocca e fa uscire del suono, ma non ha senso. Niente di quello che dice ha sostanza. Per la maggior parte del tempo ha voluto cambiarlo, ma non sa come.
Il problema non sono necessariamente le scuse, ma cercare di trovare un modo per farsi ascoltare da Harry. La parte peggiore di tutto questo è che non sta neanche evitando Louis, sta continuando le sue giornate come sempre senza le parti che lo includono. Continuano ad andare in macchina insieme, a mangiare insieme, a fare giri turistici insieme. Louis ha anche dovuto chiedergli dove fosse il bagno a un certo punto perché era stato l'unico ad usarlo e sapeva già dove fosse e Harry gli aveva risposto in maniera diretta, indicando a destra e poi continuando a scrivere sul telefono.
Louis ha capito che nelle ultime due settimane sono stati codipendenti. Sicuramente non può essere salutare.
Prima di andarsene, Niall era andato a svegliare Louis.
"Tutto a posto?"
Louis si strofina gli occhi e si rifiuta di guardare Niall, ma fa un breve cenno.
"Guarda, non voglio ficcare il naso o altro," esita Niall quando Louis si irrigidisce, "Ma qualunque cosa sia successa, solo, parlagli, sì? Ha una mente abbastanza aperta."
Liam torna prima che Louis possa rispondere e insieme vanno a esplorare la città.
L'intera cosa sembra solo una grande sfida. Come se Harry volesse vedere se Louis andrà a scusarsi, pensando che non lo farà. Quando lo guarda in quel modo, si sente meno scoraggiato perché gli sembra di star dimostrando qualcosa e Louis è fantastico a dimostrare alle persone che si sbagliano.
Ma poi ancora, neanche questo è giusto perché Louis vuole che Harry sappia che dice sul serio. Che non si sta solo scusando perché è strano essere attorno a lui ora o perché non vuole affrontare la cosa.
Louis esce dal letto con un sospiro drammatico.
Scopre che Harry è andato con Niall e Liam perciò non può parlargli neanche se lo volesse. Vorrebbe che qualcuno fosse lì ora, ma vuole Harry e non può averlo finché non smetterà di essere un bambino perciò decide di smettere di fare il muso.
La sua valigia è aperta sul pavimento quando va a prendere un cambio di vestiti, tutti i souvenir che ha scelto nelle varie tappe sono in un sacchetto a lato. Louis scivola sul pavimento e li tira fuori uno ad uno.
La maglietta è la prima, piegata ordinatamente sul fondo. Louis la prende per guardarla di nuovo. È brutta e gli ricorda un po' Harry e sente un certo dolore al petto quando pensa al perché l'abbia comprata. La alza per nasconderci il viso dentro.
Louis realizza che tutti i suoi souvenir e ricordi di viaggio sono in qualche modo collegati a Harry. La maglietta che ha preso a San Francisco, i magneti e il portachiavi che hanno preso a Vegas, tutto è collegato a lui. Desidera averlo fatto di proposito così farebbe meno male ma pensa che inconsciamente forse l'abbia fatto di proposito. Forse aveva deciso che quei ricordi felici fossero abbastanza da tenere perché riguardavano Harry.
E poi, ovviamente, c'erano tutte le foto che Harry aveva fatto, polaroid più piccole della sua mano. Louis guarda tra gli scatti sfuocati a causa dei tremori delle sue braccia. L'ultimo è il più recente, è uno scatto di lui di fronte al canyon con la schiena rivolta verso la fotocamera, è della scorsa settimana.
Le lacrime arrivano da sole e Louis non si accorge neanche di star piangendo finché la foto che sta tenendo inizia a bagnarsi. Tira su con il naso e si asciuga il viso, ma le testarde continuano a cadere nonostante i suoi sforzi. Con le mani tremanti e con respiri lenti, Louis cerca di calmarsi.
Ha passato così tanto tempo della sua vita adulta a odiare Harry che non sa più cosa fare quando non c'è traccia dell'odio. È bravo a essere cattivo, è fantastico a ferire i sentimenti degli altri e dir loro quello che non vogliono sentirsi dire ed è perfetto a deludere le loro aspettative nei suoi confronti. Harry non ha mai ceduto alla facciata. Lo ha trattato con rispetto quando Louis era terribile con lui e ha visto attraverso i modi che ha perfezionato per anni.
Se si fosse reso indesiderabile dall'inizio, non sarebbe stato abbastanza vicino da ferirlo. Questo non scusa le sue azioni e continua a sentirsi terribile per aver ferito la persona che era disposta ad avvicinarsi abbastanza da dargli una possibilità per dimostrare chi fosse senza avere dei pregiudizi.
Louis rimette la foto nella valigia e si strofina gli occhi con i pugni. Prima o poi si deve alzare dal pavimento, ma ora non è certamente il momento.
Pregare non è qualcosa che Louis fa spesso. Insieme all'ammettere di aver bisogno di aiuto. La maggior parte del tempo, si sente di poter gestire le cose da solo. Però occasionalmente si trova ad aver bisogno di aiuto e di una guida senza aver idea di dove possa trovarli.
Mette via le sue cose e apre la porta del balcone.
Sua madre era sempre stata brava in questo: ad aiutarlo a capire cosa fare senza dirglielo esplicitamente, lasciando che prendesse le sue decisioni ma facendogli sapere che avesse qualcuno vicino se ne avesse avuto bisogno. Proprio come Harry.
Solleva lo sguardo sulle nuvole. Ha piovuto tutto il giorno e il sole non è uscito neanche una volta.
"Mamma," inizia a parlare con gli occhi già lucidi, "Ho bisogno del tuo aiuto."
Louis soffoca un singhiozzo, le sue spalle si chiudono mentre trema. Solleva le gambe e avvolge le braccia attorno a loro mentre è seduto sulla sedia, cercando di calmarsi abbastanza per parlarle.
Sussurra a sua madre tutto su Harry. Anche se sa che non è qui, Louis si sente meglio a dirlo ad alta voce.
Lo rende reale, come se l'intera cosa non fosse frutto della sua immaginazione.
"Non so cosa fare," sussurra, abbastanza piano da far sembrare che le parole si siano perse tra la forte pioggia e il vento freddo che soffia attorno a lui.
Questa cosa che hanno iniziato era costretta a finire dall'inizio, Louis lo sapeva già. Ma nella sua testa si era immaginato di finire il viaggio nel modo in cui erano, con le mani strette mentre si baciavano quando potevano e si rubavano piccoli momenti insieme. Si era immaginato un addio pieno di lacrime all'aeroporto prima di andarsene per tornare alla loro vita vera con la promessa di, almeno, essere amici nel futuro e di continuare a sentirsi.
"Penso," balbetta, "Penso -"
Tutto questo sembra impossibile dopo gli ultimi giorni. Immagina che non sia più necessario mentire ora. Con le labbra tremanti, si gira per guardare il cielo un'altra volta.
"Penso di amarlo, mamma."
——
Si sente ispirato quella notte, quando Harry va a fare la doccia e Liam e Niall gli dicono che se ne andranno per un po'. Louis annuisce solenne, ma più rimane seduto sul bordo del letto e pensa, più spera che Harry lo ascolti. Sono stati via tutto il giorno perciò forse c'è una possibilità che i loro amici abbiano convinto Harry a dargli una possibilità prima di abbandonarlo completamente.
Solo dopo dieci minuti, la doccia si chiude e Louis sente la porta del bagno aprirsi. Si prepara, le sue mani si rigirano nelle lenzuola vicino a lui.
Harry semplicemente solleva lo sguardo prima di sorpassarlo per prendere le sue cose, non esita neanche un secondo e torna a fingere che non sia lì. Louis pensa che faccia più male di quello che dovrebbe.
"Harry?" Prova.
Il silenzio che segue è lungo e scomodo. Harry prende una maglietta, chiude la valigia e va verso la porta.
"Aspetta, Harry." Louis mette i piedi sul pavimento, pronto a seguirlo.
Non sembra necessario quando Harry si gira ed entra nello spazio personale di Louis, usando un tono simile a quando gli ha urlato la scorsa notte.
"Cosa, Louis? Cos'hai da dirmi ora? Vuoi insultarmi ancora?"
"No, Harry," dice Louis, il suo tono si incrina sull'ultima sillaba. "Voglio scusarmi."
Harry incrocia le braccia e si avvicina, come se aspettasse che Louis rimedi.
"Scusa. E so che non è abbastanza dirlo, ma non so cos'altro fare per dimostrartelo."
"Non puoi dimostrarmelo, Louis. Mi hai ferito, mi hai ferito per quattro anni. Questo non va via all'istante."
Boccheggia.
"Lo so," Louis incespica pensando a un modo per rimediare. "Potrebbe servire se spiegassi perché - perché pensavo in quel modo?"
Harry lo deride come se fosse la cosa più stupida che avesse mai sentito, ma fa un gesto con la mano per dirgli di continuare con un'espressione disinteressata.
Se vuole sentire la storia, Louis gliela dirà. Spera che Niall e Liam siano via davvero per tutta la notte perché Louis ha intenzione di iniziare dall'inizio.
***
Il vero motivo per cui Louis odiava così tanto Harry non era interamente a causa della sua amica. Quella sembrava una motivazione perfetta al momento e lo aveva fatto arrabbiare, ma la vera storia va più in profondità.
Era il suo primo anno di università, gli piaceva andare alle feste e bere ed era stato invitato a casa di un suo amico per il compleanno di qualcuno. Louis non sapeva di chi fosse il compleanno, ma una delle sue amiche gli aveva detto che stava uscendo con uno degli amici del ragazzo. Non che gli importasse al momento, Louis era solo preoccupato se ci fosse o meno l'alcol. In quel periodo della sua vita, non rimaneva sobrio per molto tempo.
Aveva bevuto un po' di shot e drink prima che arrivassero perciò Louis era già alticcio nel momento in cui il suo gruppo andò alla festa. Aveva le braccia attorno alle ragazze vicino a lui per non inciampare mentre camminavano verso la casa. La musica stava facendo vibrare il pavimento su cui stava camminando e le sue amiche gli stavano parlando, ma non riusciva a capire cosa stessero dicendo. Louis si sentiva incredibilmente stordito e incespicò per la casa finché non arrivò in cucina, sperando di trovare dell'acqua o qualcos'altro da ingurgitare, rendendo la situazione peggiore per se stesso. Louis pensa che allora gli piacesse auto-sabotarsi.
La sua vista era offuscata mentre cercava a tentoni un piano contro cui appoggiarsi. Si guardò attorno: lattine vuote e sacchetti di patatine aperti erano abbandonati sul tavolo. Si massaggiò le tempie in modo da togliere quella sensazione alla testa. Una volta che sentì di essere abbastanza stabile, aprì gli armadietti dietro di sé e cercò un bicchiere, lo mise sotto al getto del rubinetto per versarci l'acqua. Louis pensa di averne bevuti tre, ma potevano essere dieci nel momento in cui ebbero effetto su di lui. Ancora sbilanciato, strisciò dall'altra parte della cucina e cercò di tirarsi sopra il bancone. Dopo alcuni tentativi falliti, riuscì a sedersi sopra. Incrociando le caviglie, Louis ondeggiò i piedi avanti e indietro, era seduto sulle sue mani e aspettò che le stelle smettessero di ballare dietro ai suoi occhi.
Un minuto dopo, la porta della cucina si spalancò e Louis saltò, fissando con occhi spalancati la persona che aveva appena sbattuto la porta contro il bancone, facendo cadere i bicchieri che erano sopra.
"Oh, merda." Lo sconosciuto rise senza fiato abbassando lo sguardo sul casino che aveva appena causato e scosse la testa, muovendosi nella cucina.
Louis guardò le sue gambe lunghe e dinoccolate andare verso il rubinetto e piegarsi per bere l'acqua direttamente dalla fonte. Facendo una smorfia per la sua noncuranza, Louis sollevò le gambe sul bancone e si sedette con le gambe incrociate, aspettando di vedere cosa avrebbe fatto. Il ragazzo alto chiuse l'acqua, appoggiandosi al bancone opposto a Louis mentre la sua schiena si alzava e abbassava con dei respiri profondi e pesanti. Louis si spostò, cercando di fare un po' di rumore ma non pensava che l'uomo lo avesse notato.
"Un bicchiere," sussurrò l'uomo tra sé, sollevando la testa per guardarsi attorno. "Ho bisogno di un bicchiere."
Guardò in ogni angolo, la sua testa si abbassava sempre più giù, al punto che stava semplicemente aprendo degli armadietti mentre guardava per terra, non cercando neanche i bicchieri. Louis rise leggermente. È così che era quindici minuti fa? Continuò a muoversi sempre più vicino a lui, ma Louis non andò nel panico, lo lasciò andare in giro e lo guardò calmo mentre si avvicinava.
Abbastanza presto, Louis vide il capo del ragazzo davanti a lui da sopra il bancone, allungò la mano verso il suo viso e gli afferrò il naso. Occhi grandi e verdi incontrarono i suoi nella luce fioca della cucina e Louis si morse il labbro quando l'uomo gli urlò, tirandogli uno schiaffo.
In una situazione normale, Louis probabilmente gli avrebbe tirato uno schiaffo o almeno gli avrebbe urlato contro. Però l'alcol scorreva ancora nelle sue vene come melassa e anche se quegli occhi luminosi lo avevano reso un po' più sobrio, non era ancora totalmente se stesso. Allora Louis rise. Forte e incurante, con le lacrime raccolte agli angoli degli occhi e la bocca spalancata in un sorriso.
Questa era stata la prima volta che aveva riso davvero da quando sua madre era morta un anno prima.
L'uomo si alzò e si ricompose sorridendo a Louis prima di avvicinarsi.
"Oops," disse.
Louis ci mise un po' di minuti prima di calmarsi e riprendere fiato, ma abbassò lo sguardo dopo essersi asciugato gli occhi.
"Ciao," sussurrò.
"Mi dispiace averti colpito. Non sapevo ci fosse qualcuno." Lo sconosciuto singhiozzò e gli sorrise un'altra volta e Louis si ritrovò a fissargli le labbra che si stiravano tra le sue fossette. Era chiaramente ancora ubriaco, ma Louis era sorpreso che potesse formulare una vera frase, in più si era scusato con lui.
"Va bene." Louis si fermò e si morse il labbro. "Sono Louis."
"Sono Harry." Harry allungò la mano per darla a Louis e Louis abbassò lo sguardo. Si misero a ridere di nuovo.
Harry fece un po' di passi indietro quando Louis iniziò a scendere dal bancone poi si girò per prendere un altro bicchiere per darlo a Harry per l'acqua.
"Oh, grazie." Harry gli sorrise di nuovo e lo riempì, appoggiandosi per guardarlo di nuovo. Louis fece un cenno.
La festa stava ancora continuando fuori dalla porta e Louis stava iniziando a sentirsi più stabile mentre si alzava e parlava, ma i bassi della musica continuavano a fargli venire la nausea. Louis incrociò le braccia e abbassò lo sguardo sui piedi, sperando di continuare la conversazione con quel bel ragazzo che aveva appena conosciuto, aspettò pazientemente che Harry finisse il bicchiere d'acqua e lo mettesse dentro al lavabo.
"Bella festa, uh?" Louis rabbrividì al suo tentativo di fare conversazione, ma Harry gli sorrise soltanto e aprì la bocca per rispondergli. I suoi capelli erano lunghi e ci passava la mano ad ogni minuto.
"Credo di sì." Annuì.
"Davvero?"
"No, per niente." Harry rise. "In realtà fa schifo."
Louis sorrise e abbassò lo sguardo, strofinandosi gli occhi con il pugno e annuendo.
"Ti piacerebbe forse tipo uscire da qui? Andare a prendere del cibo o altro?" Harry era nervoso. Louis sollevò lo sguardo con la bocca leggermente aperta, non credendo a quello che aveva appena sentito.
"Io - sì. Certo."
Il ragazzo alto si alzò, andando verso la porta della cucina.
"Figo." La aprì e si girò verso Louis. "Devo prendere le mie cose e salutare un po' di persone. Ci incontriamo fuori tra venti minuti?"
"Sì, sì. Sarò là."
Louis non si mosse da quel punto per ben dieci minuti, ma quando realizzò quello che era appena successo, sorrise e rise incredulo. Saltellò per cercare di mandare via il nervoso e la sbronza. Doveva trovare le ragazze e dirglielo.
Spingendo per tornare a dove le aveva lasciate, trovò Sierra e Brooke sul divano nel salotto. Si accovacciò davanti a loro, tirando la manica di Brooke.
"Non crederai mai a quello che è appena successo," iniziò, "Stavo prendendo da bere e-"
Brooke abbassò lo sguardo su di lui, stringendo gli occhi. "Louis, siamo nel bel mezzo di una cosa ora."
Louis guardò i due ragazzi vicino a lui, sorrise cortesemente per scusarsi e si allontanò per cercare la sua altra amica. Quando si girò, sentì uno degli uomini parlare a Sierra.
"Siete amiche con quella checca?" Louis rabbrividì e ascoltò la loro risposta mentre i ragazzi ridevano.
"No, no!" Brooke scosse la testa. Poi Sierra parlò.
"È solo che non ha molti amici perciò a volte ci sentiamo male per lui e lo lasciamo uscire con noi. In più, a volte fa delle brutte cose quando è ubriaco perciò cerchiamo di tenerlo sott'occhio."
"Aw, siete delle brave amiche."
Louis scosse la testa, tenerlo sott'occhio? Una volta che iniziava una festa non gli parlavano mai finché la mattina dopo non avevano bisogno di un passaggio verso casa da casa di qualcun altro.
"Sì, ma ti diamo totalmente ragione, è proprio una checca." Brooke rise di nuovo.
"Sì, che frocio," l'altro uomo parlò e Louis non riuscì a sentire nient'altro.
Era abituato agli insulti, ma non dalle sue amiche, o - chi pensava fossero sue amiche. Louis scosse la testa e andò a cercare Beck, l'amica che li aveva portati alla festa e la ragazza che considerava la sua migliore amica. Sicuramente lei sarebbe stata felice per lui quando le avrebbe detto di Harry.
Cercò di non rattristarsi perché erano sempre così. Avevano un'altra personalità quando andavano alle feste ed era per questo che si dividevano una volta che entravano dalla porta e andavano per vie separate finché era ora di andare a casa. Ma loro sapevano quanto Louis desiderasse un incontro romantico e pensava che sarebbero state felici per lui, o almeno avrebbero fatto un'eccezione nella loro cosa a quattro per ascoltarlo. In più, Louis tendeva a essere un ubriaco emotivo.
Sospirò. Stasera non era meglio delle altre sere ad altre feste, ma almeno ora poteva passare del tempo con Harry. Forse poteva sfogarsi con lui mentre mangiavano. Aveva sentito a scuola che a Harry piacessero sia i ragazzi sia le ragazze perciò c'era una piccolissima parte di lui che pensava che forse Harry gli avesse chiesto di uscire per una specie di appuntamento. Forse il coraggio liquido gli era finalmente arrivato al cervello.
Louis controllò di sopra e nel corridoio e poi nel bagno prima di tornare giù per controllare le camere degli ospiti. Si scusava quando interrompeva le coppie e alla fine si arrese e decise di scrivere a Beck, uscendo fuori nella veranda per aspettare Harry mentre scriveva.
Era una serata fredda e Louis stava tremando mentre lo aspettava uscire. Aveva già scritto alla sua amica, ma non aveva ricevuto nessuna risposta e ora stava giocando a un gioco sul telefono seduto sul cemento vicino alla fine del vialetto. Era strano che Beck fosse da qualche parte senza telefono.
Aveva sentito delle coppie uscire dalla porta, superandolo velocemente per andare assolutamente da nessuna parte, ma non gli importava alzare lo sguardo per vedere chi fossero. Il freddo insieme a tutto il resto che era successo quella sera gli avevano fatto smaltire la sbornia ed era pronto a osservare Harry dall'altra parte del tavolo e riempirsi di cibo unto.
Louis si girò quando sentì una voce, rimanendo completamente fermo mentre ascoltava Beck parlare a qualcuno dietro di lui. Non riusciva a distinguere chi fosse a causa del buio, ma riconosceva la voce di lei.
"Dai. Sarà solo per un minuto. Lo prometto. Sarò veloce, la mia auto è giù in strada."
Non sembrava lei, ma era certo che fosse il suo tono. Doveva essere davvero molto, molto ubriaca.
"No, aspetta, ho d-dei piani, non posso-" L'uomo fu interrotto da quelle che Louis poteva supporre fossero le labbra di Beck e Louis si spolverò i pantaloni e si alzò da terra, pronto a salvare la sua amica da un errore da ubriachi e dare all'uomo una scusa per andarsene. Però quando si girò, Louis vide Beck, inciampare sul cemento freddo, stringendo la maglietta nera mentre le sue labbra seguivano quelle di Harry.
Guardò in silenzio mentre Harry la mandava via un po' di volte, ma alla fine si arrese, ricambiando il bacio e seguendola mentre lei lo portava nella sua macchina. Louis calciò una pietra sul marciapiede e si girò, andando via dalla festa, via dalle sue amiche e via dalla delusione. Le sue labbra tremavano, ma si rifiutava di lasciare che le lacrime cadessero. Si ricorda di aver pensato, Vedi? Questo è quello che succede quando sono sobrio. Sapeva fosse troppo bello per essere vero. Il ritorno a casa fu lungo e Louis dovette fermarsi a metà per svuotare qualunque cosa ci fosse ancora nel suo stomaco mentre seguiva il percorso illuminato dai lampioni. Quando raggiunse l'appartamento, non riuscì neanche ad arrivare al letto prima di dormire.
*
Quando Louis aprì gli occhi la mattina successiva, era solo felice di non avere mal di testa. Si mise di lato sul divano nel salotto e chiuse di nuovo gli occhi, portando la coperta fino a sopra le sue spalle.
Non passò abbastanza tempo per farlo riaddormentare prima di sentire Beck in cucina armeggiare per fare il caffè. La sentì prendere due tazze al posto di una. Louis sorrise, Beck gli stava facendo un caffè? Forse aveva ricevuto il messaggio e si sentiva in colpa ad averlo abbandonato la notte prima. Aspettò, canticchiando una canzone che era nella sua testa e ascoltando il suono del liquido che veniva versato.
"Buongiorno." Louis spalancò gli occhi e fissò il muro di fronte a lui. Non poteva essere...
"Oh, buongiorno. Harry, giusto?" Beck gli diede una tazza.
"Sì, sì. Grazie per il caffè. Ne ho davvero bisogno."
Entrambi risero e bevvero il liquido, conversando goffamente nella cucina prima che Harry insistette che doveva tornare a casa.
"Ho lezione tra un'ora, dovrei andare. Devo farmi una doccia e roba del genere." Louis alzò gli occhi al cielo. Roba del genere.
"Okay, sicuro, ci vediamo in giro." Beck lo accompagnò alla porta.
"Certo, ti chiamo." Poteva sentire Harry sorridere e si chiese se la fossetta fosse fuori come la notte prima o se stesse mentendo per Beck. Ad ogni modo, Louis non riuscì a coprirsi le orecchie sebbene gli facesse male.
Indugiarono nell'atrio per un minuto, mormorandosi cose che Louis non riusciva a sentire prima che la porta si chiuse e sentì Beck tornare in casa. Louis chiuse gli occhi, preparandosi per fingere di dormire quando sarebbe entrata a controllarlo, ma lei non lo fece. Sentì i suoi passi sorpassare la porta del salotto e tornare di sopra senza dirgli una parola di quello che era successo la notte prima.
*
La volta successiva che Louis vide Harry era al pub. Era il mese prima di quando tutti i suoi amici lo avrebbe completamente abbandonato e Louis aveva sopportato tre lunghi mesi in cui Harry e Beck si vedevano. Tre lunghi mesi di chiamate fastidiosamente dolci, lunghe serate dove inciampavano nel loro appartamento svegliando Louis e dove quest'ultimo doveva ascoltare Beck parlare in continuazione del suo nuovo ragazzo. Per fortuna, Louis era riuscito a non rimanere con Harry, per paura che potesse riconoscere Louis. Avrebbe dovuto spiegare a Beck cosa fosse successo e lei si sarebbe arrabbiata perché non glielo aveva detto prima. Senza contare l'università, Louis aveva lasciato un totale di sei volte la casa in quei novanta giorni, tre di cui per prendere la posta in pigiama e tornare di nascosto di sopra.
Quella sera, Beck aveva insistito che il loro vecchio gruppo di amici uscisse e si aggiornasse, affermando che non si fossero visti abbastanza nelle ultime settimane e che si sarebbero presto laureati, si sarebbero preparati per il loro terzo anno per poi separare le loro strada. Purtroppo per Louis, nessuno dei loro piani lo includevano. Avrebbe mentito se avesse detto che non lo avesse previsto, ma non se lo aspettava da Beck.
Stavano tutti bevendo, ma Louis aveva optato per l'acqua, un'abitudine che aveva preso un po' di mesi dopo la festa. Prese il bicchiere e sorseggiò occasionalmente mentre le ragazze spettegolavano tra di loro e si confrontavano sulle loro ultime abitudini, lui giocava con un filo dei pantaloni e sperava di poter tornare a casa, scivolare nel letto e non uscire più. Brooke si schiarì la gola e si girò verso di lui.
"Allora," mormorò, "Come va, Louis? Hai dei pettegolezzi succosi? Alcuni aggiornamenti sulla tua vita amorosa?" Alzò le sopracciglia.
"O la mancanza," sbuffò Sierra e alzò gli occhi al cielo.
Louis si raggomitolò e scosse la testa, sorridendo educatamente alle ragazze. Non c'era nulla che voleva dire a loro in quel momento.
Le aveva scusate abbastanza presto dopo l'incidente alla festa, soprattutto perché era abbastanza sicuro che si fossero dimenticate di tutto, ma ora aveva la guardia alzata ed era esitante a raccontar loro cose personali. Beck gli diede una gomitata sul fianco.
"Dai, Lou. Non ci hai detto niente. Ci deve essere qualcosa di nuovo. Ci dicevi tutto prima, ricordi?"
Louis si morse l'interno della guancia e ci pensò. Poteva mettere la situazione a suo vantaggio. Forse sarebbe piaciuto di più se avesse avuto qualcosa da condividere.
"Beh," Louis iniziò, "C'era questo ragazzo..."
Sierra si girò a guardarlo con le sopracciglia sollevate. "Seriamente?"
"Sì."
"Allora, cos'è successo? Dicci tutto." Brooke gli afferrò il braccio.
Louis ingoiò a vuoto e aprì la bocca.
"Io - quando sono andato in cucina a prendere l'acqua la scorsa notte alla festa, ho incontrato un ragazzo e tipo, ci siamo trovati subito. Abbiamo parlato ed era simpatico e mi ha chiesto di incontrarlo fuori per andare a cena e, sì." Louis si interruppe, non sicuro se volesse mentire per far pensare a loro che fosse su un altro livello.
"E?" Brooke lo fece continuare, osservandolo. "Avete... capito?"
Brooke gli fece l'occhiolino e fece uno sguardo allusivo, ma prima che Louis potesse dirle che non fosse successo niente, Beck stava urlando e sventolando la mano dall'altra parte del bar e c'era Harry.
Louis impallidì. Ti prego, non ricordarti di me. Ti prego, non ricordarti di me.
"Ehi ragazzi, questo è Harry." Beck sorrise e si spostò per farlo sedere con loro, "Spero che non vi dia fastidio che gli abbia detto di venire."
Le ragazze risero mentre Harry salutava tutti.
"Sì." Sierra fece un sorrisetto. "Lo conosciamo."
Gli fecero varie domande leggermente inappropriate e personali, Beck arrossiva e ridacchiava e tutti ignorarono Louis per il resto della conversazione. Per quanto fosse felice che Harry non lo avesse riconosciuto, allo stesso tempo era molto triste. Non pensava che Harry fosse così ubriaco. Forse, Louis realizzò, era solo facile dimenticarlo.
Beck si alzò e chiese alle ragazze di andare con lei in bagno, le tre ridacchiarono come liceali andandosene. Louis si accigliò.
"Sei il coinquilino di Beck, giusto?"
Louis annuì. Harry scosse la testa e abbassò lo sguardo prima di aprire di nuovo la bocca.
"Ti ho già visto da qualche parte?" Chiese Harry.
Louis appoggiò la schiena allo schienale, schiarendosi la gola e abbassando lo sguardo sulle mani per pensare a cosa dire per cambiare argomento prima che arrivassero.
"Scusa," disse Harry di nuovo, "Io solo, sembri famigliare ma non riesco a inquadrarti."
Continuava ad avere quella specie di sorriso sul viso, quello dove la sua fossetta si vedeva solo leggermente e i suoi occhi avevano delle rughette leggere ai lati. Quella specie di sguardo che dimostrava che non avesse idea di quello che facesse a Louis o di chi fosse Louis.
"No, non penso. Però abbiamo degli amici in comune."
Louis fece spallucce e Harry sembrò accettare la risposta, girandosi verso il suo drink e accendendo il telefono. Sierra, Brooke e Beck tornarono un po' di minuti dopo, sembravano più calme. Con le braccia unite arrivarono da loro. Harry mise il telefono nella tasca e sollevò lo sguardo su Beck, sorridendo e baciandole la guancia. Si sedette verso l'esterno quando tornò, lasciando che Harry si mettesse nel posto vicino a Louis. Fantastico, pensò.
Rimasero lì finché non si fece buio e poi Louis disse a tutti che doveva tornare a casa e finire di studiare. Brooke sorrise e scosse la testa quando si alzò per andarsene.
"Cosa, Brooke?" Sbottò Louis. Aveva passato l'intera serata a essere ignorato a meno che non avesse dei pettegolezzi e certamente non era dell'umore di fingere di stare bene in quella situazione.
"Oh, niente. Non capisco assolutamente cosa ti sia successo. Ora il solito Louis sarebbe già ubriaco. Non vuoi rimanere e finire di dirci di tutti i ragazzi che ti sei scopato?" Inclinò la testa, tirando indietro le sue extension oltre la spalla, sembrava contenta all'esagerazione della storia di Louis.
Gli altri guardarono con la bocca aperta, aspettando che rispondesse. Guardò Beck e serrò la mascella, scosse la testa leggermente ferito che non lo avesse difeso e uscì nella notte un'altra volta.
Dopo questo, non vide più le ragazze. Continuava a vivere con Beck, ma ricominciò a evitare lei e Harry ad ogni costo. Non avevano nessuna lezione insieme, all'inizio Louis lo odiava ma ora ne era immensamente grato. Rimase rannicchiato nella sua stanza nel buio per ore e giorni, uscendo solo quando aveva assolutamente bisogno di mangiare o se aveva bisogno di andare in bagno.
I primi giorni Beck era venuta a controllarlo, ma aveva smesso dopo la prima settimana quando Louis si rifiutava di aprire la porta quando era a casa. Lei passava sempre più tempo nel dormitorio di Harry, perciò non si videro per un intero mese. Louis era sorpreso di quanto poco gli importasse.
La scuola era finita dopo poche settimane e Louis e Beck erano seduti a parlare del loro appartamento.
"Pensi che dovremmo firmare di nuovo il contratto?" Lei chiese.
"No."
E questo fu quanto. Beck era decisa a trasferirsi con Harry in estate e Louis stava cercando delle opzioni vicino a scuola, scavando nei suoi risparmi e cercando un lavoro che potesse supportarlo. Sua madre aveva lasciato tutti i soldi a lui in modo che li distribuisse, li aveva divisi con i suoi nonni che si stavano occupando dei suoi fratelli mentre era a scuola. Non voleva usare quelli però e immaginò che fosse meglio se avesse avuto dei soldi da un lavoro in modo che fossero di più per la sua famiglia. Dividere l'affitto era una cosa, ma vivere da solo si scoprì fosse più costoso di quello che si aspettava.
Aveva un lavoro in una caffetteria vicino al campus, in un posto in cui era sicuro non avrebbe incontrato le sue vecchie amiche. Bevevano soltanto Starbucks o altri caffè che erano ritenuti 'instragrammabili'. Non era sempre facile o piacevole, ma almeno stava guadagnando dei soldi per sé. Lo faceva uscire dell'appartamento e lo faceva sentire indipendente, Louis lo considerava un grande successo.
Tornò tardi una notte dopo aver pulito e chiuso il negozio, si tolse le scarpe e chiuse la porta dietro di sé. Si bloccò quando sentì qualcuno tirare su con il naso nel salotto. Louis era abituato ad avere la casa per sé, specialmente di notte, e Beck non piangeva mai. Era una delle cose che avevano in comune.
"Beck?"
Gli occhi di Beck si sollevarono per guardare Louis dal divano, era coperta da fazzoletti e il mascara le scendeva sul viso mentre singhiozzava piano. Louis si accigliò e si avvicinò al divano in maniera cauta.
"L-Louis." Allungò le braccia e Louis la fissò per un secondo prima di sedersi vicino a lei e portarla sulle sue ginocchia. "Mi dispiace così tanto."
Louis le accarezzò la schiena e la fece rimanere in silenzio, cullandola avanti e indietro mentre lei cercava di riprendere fiato. Aspettò finché non fosse completamente calma per chiederle cosa fosse successo.
"Sono andata da Harry per fargli una sorpresa per il suo compleanno e lui - lui era con un'altra ragazza." Singhiozzò. "Non sapeva neanche che stessi arrivando ma mi aveva dato una chiave perciò potevo andare quando volevo, quindi l'ho usata ed era sul suo letto e stavano, stavano -" Si interruppe di nuovo, nascondendo il viso contro il petto di Louis, a quanto pare aveva finito con la sua storia.
"Oh, Beck," sospirò Louis. Non aveva mai pensato che Harry fosse così. Aveva sentito delle storie, ovvio, ma gli piaceva credere che avesse mostrato un altro lato di sé nel breve periodo che era entrato nella vita di Beck e Louis, non importa quanto avesse ferito Louis il fatto che non fosse stato lui quello che aveva portato fuori quel lato.
Louis le accarezzò i capelli mentre lei si agitava di nuovo, facendo cadere delle lacrime calde sulla maglietta e afferrando il tessuto mentre tremava sulle sue ginocchia. Gli spiegò successivamente quella notte che sarebbe tornata a casa e avrebbe finito l'università mentre viveva con i suoi genitori. Quando Louis cercò di persuaderla a fare il contrario, lei non lo ascoltò. Pensava fosse strano che fosse così irremovibile visto che era sempre stata forte e sicura, non aveva paura di niente e di nessuno che l'aveva ferita in passato, ma non aveva neanche mai avuto una relazione seria perciò Louis pensò fosse per quello.
L'aiutò a fare le valigie e la portò in aeroporto un po' di settimane dopo e quella fu l'ultima volta che la vide. Gli aveva scritto che era arrivata a casa e poi ci fu silenzio stampa, anche quando lui la contattava per primo. Anche quello era stato strano, ma Louis non era intelligente come adesso. Almeno, gli piace pensare così.
Guardandosi indietro, si sente male a non essersi fatto più domande. Aveva visto Harry in campus un po' di volte quell'anno, ma le storie di lui che andava a feste, beveva e dormiva con tutti quelli che poteva erano aumentate. Louis pensa che sia stato in quel momento che ha iniziato a odiarlo. Come poteva rovinare la vita di qualcuno così tanto da costringerla a tornare a casa e diventare popolare? Non aveva senso. Però non si era ancora fatto delle domande.
E ora conosce Harry. L'Harry gentile che fa delle battute orribili e che in qualche modo riesce a essere teneramente cortese e allo stesso tempo rude. L'unico che in qualche modo conosce le paure di Louis come le sue e si assicura sempre che sia a suo agio quando lo spinge oltre ai suoi limiti. L'Harry che ha conosciuto alla festa. Quando sorride fa sorridere Louis e quando ride lo fa ridere. Tutti quei mesi che aveva passato a odiare Harry sembrano uno spreco di tempo ora che sa cosa si è perso. Ogni volta che Liam e Niall gli chiedevano di uscire con loro e Harry e lui diceva di no. Ogni volta che si nascondeva in stanza quando Niall bussava alla sua porta con Harry al seguito. Era sempre stato così vicino, ma aveva troppi pregiudizi per dargli un'opportunità.
Quando comprò l'appartamento dopo che Beck se n'era andata, Liam e Niall sono stati la sua salvezza. Erano così gentili con lui mentre guariva da tutto quello che aveva passato e ci ha messo fino ad adesso per capire che Harry stesse cercando di essere gentile con lui.
***
"Allora, ecco tutto, penso."
Quando finisce la storia, gli occhi duri di Harry sono concentrati su di lui, tracciano ogni suo movimento. Louis immagina stia cercando di decidere se stia dicendo la verità o no. Non lo incolpa neanche.
Ora sono sul divano, si sono spostati mentre Louis stava parlando. Si sposta sotto lo sguardo di Harry, ma cerca di non farsi indietro. Questo è tutto quello che voleva condividere e ora il loro futuro dipende da come reagisce. Non può farsi indietro dalla verità.
Sembra che abbia spiegato tutto e se Harry ha ancora delle domande, non le fa. Rimane seduto con gli occhi fissi su un punto sul divano davanti a Louis, non muovendosi e rendendo Louis più nervoso a ogni secondo che passa.
È snervante, un po', perché non solo ha ammesso che non ha mai odiato davvero Harry, ma anche che era rimasto scottato da un incidente da ubriachi che era accaduto anni prima su cui non dovrebbe davvero essere arrabbiato ora.
Il secondo motivo è perché è ovvio che ha dei sentimenti per lui da molto. Ci ha messo un po' per identificare esattamente cosa fossero, ma li ha. Durante la sua storia, Louis moriva di vergogna ogni secondo perché tutto sembrava così da scuola elementare. Come la sua cotta per Harry si fosse spinta oltre a degli sfortunati eventi che erano accaduti dopo. Ora che è in silenzio, Louis realizza che probabilmente non doveva aggiungere tutte le parti di lui che era influenzato da ogni cosa che faceva, ma ora è troppo tardi per pensare a tutto questo e sta cercando di essere sincero. È ora, realizza, ed è il minimo che Harry si merita dopo tutto quello che gli ha fatto Louis.
Per fortuna, Niall e Liam non sono ancora tornati, ma Louis non si sorprenderebbe se stessero origliando dall'altra parte della porta. Anche se fosse così, non gli può importare.
"Questo non ti scusa per avermi trattato male." Louis sobbalza alla voce di Harry dopo quel lungo silenzio. "Ma capisco la situazione."
"Definitivamente no," gli dà ragione.
Harry lo guarda con diffidenza dall'altra parte del divano, la sua bocca si apre e si chiude di nuovo ma non esce nulla. Serra la mascella e scuote la testa.
"Io solo -" Starnutisce. "C'è questa parte di me che vuole solo che tu senta come mi sono sentito io tutti questi anni. Questo sarebbe l'unico modo per cui tu - l'unico modo per cui capiresti davvero come mi sento ora."
Louis annuisce triste.
"Ma poi c'è quest'altra parte di me che vuole davvero - solo-" Harry lancia le mani in aria e fa un suono strozzato che Louis pensa sia l'equivalente umano di un ringhio, e poi viene afferrato dalla maglietta.
Le sue labbra incontrano velocemente quelle di Harry, è brusco e sbilanciato con le sue grandi mani sui lati del viso. È più incasinato e duro di come si sono baciati prima, ma Louis inizia a rilassarsi nella sua presa. Lascia che Harry lo muova dove vuole, spostandosi sopra per mettere una gamba su ciascun lato di Harry.
Louis si chiede se questo voglia dire che è scusato. Probabilmente no ma la lingua di Harry spinge via il pensiero dalla sua testa. Nella foschia, Louis può sentire i suoi occhi bruciare dietro le palpebre.
Prima di Harry, Louis non ha quasi mai pianto. Però è come se qualcosa dentro di lui scatti ogni volta che Harry si prende cura di lui. Non è sicuro se sia perché si sente al sicuro con lui o perché è una liberazione dopo aver passato così tanto tempo senza quel tipo di contatto, ma se Louis dovesse indovinare probabilmente è un misto dei due. È così piacevole avere qualcuno attorno.
Non importa quale sia la causa, le sue lacrime scivolano sulle loro labbra e Harry le bacia solo, tirando Louis più vicino al suo petto. Lo sta tirando dalla vita spingendo contro la sua bocca con un bisogno che non c'è mai stato prima. Prima Harry era calmo e controllato, ma ora sembra sconvolto, i suoi baci diventano febbrili mentre morde le labbra di Louis, esalando contro la sua bocca.
Però non è meno fantastico. Louis non è neanche sorpreso. Continua a sentire il nervoso agitarsi nella pancia, l'innegabile magnetismo dei loro corpi che non sembra mai davvero andarsene via.
Sente anche il modo in cui Harry si irrigidisce sotto di lui al suono della porta che si apre.
"Lo so, Ni, non posso crederci che l'abbia fatto," Liam ride, "Oh, ho fatto cadere la chiave. Aspetta."
Il tempo che ci mette a piegarsi e a prendere le chiavi, Louis si mette dall'altra parte del divano mentre Harry afferra il telecomando, mette i piedi sopra e si asciuga la bocca.
Quando entrano, Niall e Liam cercano di non essere ovvi, ma Louis può vedere il modo in cui Liam guarda Harry e Niall lo guarda con sguardo interrogativo. Non può vedere cosa faccia Harry, ma Louis fa un cenno a Niall e gli sorride sollevato, camminando con dei sacchetti di cibo.
La fine della loro conversazione è ancora sospesa in aria, ma Louis deve ammettere che si sente molto meglio. Il grosso peso sul suo petto sembra soffocarlo un po' meno.
Però Louis sa che è meglio non supporre che tutto vada bene. Anche se Harry decide di perdonarlo, Louis dovrà lavorarci. Se non per Harry almeno per se stesso, per sentire di meritarsi ancora le sue attenzioni.
Hanno ancora due tappe, solo altri sette giorni, per fare in modo che sistemi tutto. Un giorno sarebbe passato interamente in macchina perciò non avrebbero passato del tempo da soli allora Louis dovrà lavorare di conseguenza e in fretta.
"Lou, non indovinerai mai cos'abbiamo visto. Liam voleva comprare una maglietta, no? Allora Zayn era tipo," Niall abbassa la voce, "'Ti ho totalmente sottovalutato, Liam' e Li era tipo, 'Cosa, perché?'"
Si interrompe per ridere.
"Si scopre che nel retro della maglietta c'era scritto Salva un Cavallo, Monta un Cowboy."
Al suono della risata di Niall, Louis si ritrova a sorridere. Quando guarda Harry, anche lui sta sorridendo e anche Liam sta ridendo nonostante l'evidente imbarazzo. Per un momento, sembra che tutto vada davvero, davvero bene e Louis cerca di immergersi in tutto questo mentre può, prima che l'operazione Riavere Harry inizi ufficialmente, anche se non l'ha mai avuto fin dall'inizio.
——
L'operazione Riavere Harry inizia con il bacon, a quanto pare.
È l'ultimo giorno ad Austin, Texas, Louis ha passato il restante del tempo a tenere il broncio nella camera da letto ed è determinato a impegnarsi seriamente.
Ha sentito da Niall che ha sentito da Liam che Harry ha un debole per il bacon alla mattina, servito con toast e tè. In altre parole, è l'unico motivo per cui Louis si sia alzato presto per sussurrare un lungo ordine al telefono dell'hotel mettendolo sulla sua carta di credito.
Se è stati preciso con la valutazione di chi fossero i passi prima dell'alba ogni giorno, Harry si sarebbe svegliato in ogni momento. Louis è pienamente consapevole che potrebbe essere incredibilmente scomodo - Harry potrebbe dirgli che non vuole mangiare la colazione con lui, o potrebbe svegliarsi molto più tardi, quando il cibo è già diventato freddo e gli altri ragazzi lo hanno mangiati per primi. Però vuole prendere il rischio.
Quando passano quindici minuti, Louis va ad aspettare fuori dalla porta per la consegna così non sveglierà Niall o Liam. Tira fuori gli appunti sul telefono, andando su quello più recente.
Il titolo è un insospettabile, RH, in maiuscolo e in grassetto. Sarebbe stato pericoloso mettere l'intero nome dell'operazione.
Sotto ci sono tre punti. Probabilmente ce ne saranno di più, a un certo punto, ma ha iniziato la lista stamattina perciò si sente che sta già andando abbastanza bene.
Spunta il primo punto, prendere la colazione e si muove al secondo, farlo sorridere. Il compito sembra abbastanza semplice, ma per Louis ha più significato del solito.
Crescendo, è sempre stato molto in sintonia con la sua famiglia. Louis poteva sentire quando sua sorella era arrabbiata o quando il suo fratellino avesse bisogno di essere nutrito o quando qualcosa stava preoccupando sua madre. Farli sorridere gli sembrava un superpotere. Voleva dire che anche se le cose non andavano necessariamente bene al momento, aveva ancora l'abilità di procurare un po' di felicità.
Non cambia il fatto che è ancora terribile a parlare, ma è qualcosa che lo aiuta a valutare come l'altra persona si senta nei suoi confronti.
Gli fa quasi venire le vertigini il pensiero di far sorridere Harry. Più in profondità, più inconsciamente, Louis si sente che venga probabilmente dal suo desiderio implacabile di approvazione - lo stesso motivo per cui ha iniziato ad andare alle feste e a bere - ma sembra che a Harry non interessi molto, gli ha sempre offerto quello di cui aveva bisogno.
Il terzo e l'ultimo elemento sulla lista è vago, gesto gentile. Non è ancora sicuro di cosa voglia fare per quello, ma sa che deve essere qualcosa che significhi molto per Harry. Louis tende a lavorare meglio con le azioni che con le parole. Gli sembra che significhino di più. In più, le parole lo hanno ferito molto in passato perciò cerca di mostrare invece di parlare.
"Signore?"
Louis sussulta quando gli portano il suo vassoio di cibo, solleva lo sguardo dal telefono e si affretta ad alzarsi.
"Grazie," annuisce e dà la mancia all'uomo con le poche banconote che ha in tasca e si gira di nuovo verso la porta, aprendola piano.
Harry è nel cucinotto quando tira il rumoroso carrello verso il destinatario, solleva una tazza di tè con la testa inclinata e un sorrisetto divertito sul viso.
Per un momento Louis lo osserva soltanto, i suoi occhi sono fissi sulla zona esposta sul suo petto, ma distoglie lo sguardo e incontra i suoi occhi.
"Balcone?" Louis mormora.
La tazza di tè si rovescia un po' di lato mentre Harry l'appoggia. Guardando oltre la sua spalla, Louis spera che il rumore non abbia disturbato Niall e Liam.
Sollevano il carrello per il restante percorso dall'altra parte della stanza per evitare il rumore delle ruote, appoggiandolo gentilmente soltanto per aprire abbastanza la porta del patio prima di sollevarlo di nuovo per metterlo fuori. Per fortuna, c'è abbastanza spazio per Louis per mettere due poltrone vicino al cibo.
Entra di nuovo per prendere il tè di Harry e una bottiglietta d'acqua per sé, tirando le tende prima di chiudere la porta dietro di sé.
Harry ha già una mano sul primo piatto quando Louis si siede vicino a lui.
"È per me?"
Louis arrossisce ma annuisce lo stesso. Si aspetta un grazie perché è Harry, ma non è né sorpreso né offeso quando non ne riceve uno. Una volta che Harry si sistema e dà un primo morso al cibo, Louis si alza per servirsi da solo.
"Mi piacevi, sai."
Le mani di Louis si bloccano sulle uova. Piacevi. Tempo passato.
"E sapevo di averti visto da qualche parte. Da quella festa. Perché non me l'hai detto quando te l'ho chiesto?"
Non c'è tempo per Louis per rispondere prima che Harry sibili in un altro respiro e parla di nuovo.
"Per tutto il tempo, anche senza ricordarmi della festa, ti volevo. Voglio dire, cazzo, Louis, quello era il motivo per cui uscivo con Beck."
A questo, Louis fa cadere il cucchiaio e si gira, guardando Harry con il broncio.
"Cosa? Non - io pensavo ti piacesse Beck?"
Harry sbuffa.
"Non riuscivo a sopportarla, Louis. Era così immatura e le importava di me solo quando eravamo in pubblico o di fronte ai vostri amici," rabbrividisce all'ultima parola.
"Ma," protesta Louis, "Tutte quelle notti in cui tornavate tardi, rimanevate svegli in camera sua, pensavo..."
"Hai mai notato che quando non potevo vederti, me ne andavo via il prima possibile? O che ero molto ubriaco, almeno, per sopportare di stare attorno a lei," Harry prende un'altra forchettata di frittella di patate, "È per questo che abbiamo iniziato ad avere dei problemi quando avete smesso di uscire insieme. E ovviamente non eri interessato a me perciò mi sono fatto da parte. Poi lei si arrabbiava con me per essere distante e mi ha tradito per farmi ingelosire e conosci il resto."
Louis pensa per mezzo secondo che probabilmente dovrebbe arrabbiarsi che Harry abbia usato Beck in quel modo, ma non sente niente salvo per il solito sentimento nella pancia che ha quando è attorno a Harry.
"Oh," dice stupidamente.
Ha così tante domande, così tante cose su cui vuole chiarimenti, ma immagina sia maleducato chiedere a Harry di continuare a dirgli di quanto gli piacesse quando Louis non ha condiviso molto di sé. Senza pensarci molto, Louis si sforza per cambiarlo.
"Ho provato ad uccidermi."
Harry sbianca alle parole di Louis, soffoca con il cibo e alza lo sguardo su di lui con gli occhi spalancati. Louis cerca di spiegarsi in fretta.
"Non deve, tipo, farti sentire male per me o altro, solo - non l'ho mai detto a nessuno prima."
Harry capisce il suo bisogno di parlarne perciò appoggia il piatto vicino a loro con un tagliente clang e si avvicina, toccando il braccio di Louis per poi ingoiare il boccone.
In tutta sincerità, non ha idea del motivo per cui lo abbia detto. Louis cerca sempre di spingere via quel ricordo, di non pensarci e fingere che non sia mai successo, ma ora ne ha parlato. Harry lo guarda come se aspettasse che continui.
"È successo un po' di anni fa. Dopo che mia mamma è morta. Sono tornato nel mio appartamento dopo essere andato a casa per il funerale." Louis ingurgita, tirandosi la manica. "Ho detto a tutti che avrei trovato un lavoro per provvedere a loro, avrei finito l'università così forse avrei potuto avere una laurea e guadagnare abbastanza soldi per farceli bastare, un giorno."
Harry annuisce incoraggiante, accarezzandogli il braccio e facendogli venire la pelle d'oca. Louis lo guarda cauto.
"Pensavo andasse tutto bene per un po' di giorno, ma poi ho iniziato a pensare a tutto quello a cui ho provato a non pensare ed era tutto tanto - troppo. Ho preso tutte le pillole che avevamo nell'armadietto. Beck se n'era appena andata."
"Oh, Louis," Harry sussulta e sposta la mano per afferrare quella di Louis per poi stringergliela.
"Per fortuna, non erano troppe, ma mi hanno stordito per un po'. Ma era tipo, non ero davvero fuori. Ero solo steso sul pavimento della cucina ed ero ancora cosciente e non potevo muovermi, ma ho sentito tutto quello che mi succedeva. Tipo, i tremori e altro," tira su con il naso, "Mi ricordo che ho sentito qualcuno bussare alla porta e ho pensato di dover andare a rispondere. Era così strano, era come se per qualche motivo avessi capito di non potermi alzare ad aprire la porta. Ero frustrato con me stesso, ma sapevo che non volevo più morire dopo averlo sentito. Avevo così tanta paura."
La sua voce si incrina alla fine, ma Louis è fiero di sé per aver detto tutto.
Ad un certo punto mentre parlava, Harry aveva lasciato la presa.
"Harry?"
I suoi occhi rimangono concentrati su un punto sul petto di Louis.
"Quando hai detto che è successo?"
Louis balbetta, cercando di dare una data esatta.
"Uhm, era tipo, dopo la pausa di Natale del nostro primo anno. Non sono sicuro esattamente del giorno, ma era verso la fine della pausa."
Guarda il viso di Harry passare da impietrito a qualcosa di più vivo e quando Harry solleva lo sguardo per incontrare i suoi occhi, ci sono delle lacrime.
"Louis, io -" Singhiozza piano, "Ero io."
Le sue sopracciglia si uniscono. Cosa? Non capisce cosa voglia dire Harry.
"La persona che ha bussato alla porta, Louis, ero io," ora è più frenetico, afferra le mani di Louis tirandole disperatamente.
"Cosa? Come fai - perché eri lì?"
"Hai lasciato la tua giacca, la tua giacca preferita nella macchia di Beck e l'ho tenuta nel mio appartamento per ridartela." Ride incredulo, "Allora ho aspettato finché non si fosse trasferita e poi sono venuto. Speravo di poterti conoscere meglio."
Entrambi stanno piangendo ora, ci sono un casino di lacrime quando Harry porta Louis sulle sue ginocchia. Louis spera che la porta sia chiusa bene in modo che i loro amici non li abbiano sentiti. Si rintana su Harry e Harry si incurva su di lui, dandogli dei baci bagnati sulla testa. Lo culla sulle sue ginocchia e lo fa rimanere in silenzio, anche se Louis può sentire che sta ancora ansimando sotto la sua mano.
Sembra giusto. Nulla nella vita di Louis ha mai avuto senso, ma appena quelle parole sono uscite dalla bocca di Harry è come se qualcosa fosse scattato. Sorride leggermente tra le lacrime. Sapeva che portare il peso del suo tentato suicidio avrebbe avuto un impatto su di lui, ma ora si sente così tanto libero. In qualche modo, Harry è sempre stato con lui e non lo sapeva. Alza lo sguardo realizzandolo.
"Mi dispiace così tanto, Harry."
Harry si allontana da lui per afferrargli il viso bagnato.
"No," dice, "Non scusarti. Tutto è - siamo a posto, va bene? Tutto è perdonato su entrambi i lati."
Louis annuisce e si allunga per prendere le labbra di Harry tra le sue così non vedrà quanto sta tremando. Pensa di averlo sentito ringraziare, ma Harry continua a tenere la bocca sulla sua e non si allontana finché non boccheggiano per l'aria.
"Tua mamma sarebbe così fiera di te, Louis," gli dice.
Passa il pollice sopra la guancia di Louis e chiude gli occhi, respirando profondamente.
Inala e poi ride e poi succede.
Harry sorride.
——
Nell'ora che segue, sono riusciti in qualche modo a sistemarsi abbastanza per riuscire a mangiare il cibo che Louis ha ordinato.
Louis si rifiuta di spostarsi dalle ginocchia di Harry e Harry porta le uova alla sua bocca e gli dà dei pezzi di bacon. Louis trova tutto insopportabilmente familiare.
Indubbiamente, si sente molto più vicino a lui ora. C'è sempre stata un'inspiegabile tensione tra di loro, ma Louis pensava fosse perché lo odiava.
Ora guardando indietro, si chiede se lo abbia mai odiato. Per lo più, è solo arrabbiato che sia passato così tanto tempo prima che capisse tutto. Anche se possono avere questo per pochi giorni, è contento che l'abbiano.
Si sente al caldo sulle ginocchia di Harry e il sole è appena salito. Louis rimane in silenzio mentre Harry lo osserva fare capolino dagli edifici, sa che gli piacciono le albe, ma Louis percepisce lo sguardo più sulla sua testa che sul sole. Qualcosa in questo lo fa sentire ancora più caldo.
Anche a Louis piace guardare il sole a volte. Gli ricorda quando sua madre gli cantava, You are my sunshine, my only sunshine. You make me happy when skies are grey. You'll never know, dear, how much I love you. Please don't take my sunshine away.
Se fa abbastanza silenzio, può sentire la sua voce nella sua testa. Quando è una brutta serata, la canticchia piano per addormentarsi.
Finiscono il cibo e tornano dentro. Quando Niall va in bagno e Liam se ne va per parlare con Zayn, fanno fuori le prove. Il carrello è nascosto dietro il bancone del cucinotto, ma entrambi i loro amici non lo notano.
Liam tossisce e si gira verso Louis.
"Stavamo pensando di andare ai chioschetti giù in città e poi andare a Mount Bonnel per vedere il tramonto. Ti va?"
Louis guarda di lato e annuisce, "Sì, sembra divertente."
C'è una leggera pausa, Liam solleva il sopracciglio come se non se lo fosse aspettato, ma poi gli sorride.
"Figo, probabilmente ce ne andremo tra un'ora. Va bene se viene anche Zayn?"
"Certo," Harry gli dà una pacca sulla spalla, "Quando vuoi, Li."
Anche Louis annuisce, andando a prendere i vestiti. Quando si avvicina, Niall arriva dietro di lui e scontra il suo fianco con il suo, chinandosi.
"Meglio oggi?"
"Sì, meglio."
Può dire che Niall voglia sapere di più dal suo sorriso goffo e sbilenco ma si ferma e ricambia il sorriso per poi dargli la mano e battere il pugno.
Mentre porta i vestiti in bagno, Louis considera cosa possa fare come gesto gentile visto che ha già completato due compiti. Non è mai stato bravo a grandi dimostrazioni romantiche di affetto, ma sa che questo cambierà. Forse non pubblicamente, ma verso Harry non sembra un'idea tanto lontana.
Qualunque cosa sia, ha solo una settimana per farlo. Si rifiuta di pensare ai giorni che verranno dopo.
——
Scopre che Zayn li ha seguiti da Denver. Ha chiamato Liam il giorno dopo che se n'erano andati e gli aveva detto che era sull'aereo. Louis si è perso tutto questo a causa della sua confusione mentale post-litigio-con-harry, ma Niall gli ha detto tutto mentre vanno verso il centro città.
Tutto questo è schifosamente dolce, ma è felice per Liam. Si merita di avere la felicità. Louis vuole conoscere meglio Zayn, ma soprattutto vuole passare la giornata con Harry e vedere se le cose vanno meglio dopo la loro conversazione.
Il cartello di fronte a dove parcheggiano dice The Picnic ed è adornato da luci e frecce. Ci sono chioschetti ovunque e anche dei negozietti che hanno vestiti e ciondoli.
Si è stretto nel retro della macchina con Niall per fare spazio a Zayn di fronte e per non insospettire i loro amici, ma sta morendo dalla voglia di toccare di nuovo Harry. Solo stringergli la mano. Ha scoperto recentemente di essere un grande appassionato del tocco umano.
Quando i suoi piedi toccano terra, sta già andando dietro di lui, lasciando che tutti gli altri lo sorpassino mentre afferra il dito di Harry. Non dice niente, ma Louis può vedere gli angoli della sua bocca sollevarsi.
"L'obiettivo," inizia Liam, "O, l'obiettivo di Niall è cercare di provare una cosa da ogni posto."
Niall annuisce fiero, spingendo il petto fuori mentre esamina i menù attorno a loro per vedere cosa provare per primo.
"Figo, dove iniziamo?" Chiede Zayn.
A questo, Liam sembra dimenticarsi le sue idee scritte con attenzione e si gira a guardarlo con occhi da cerbiatto.
"Qualunque cosa tu voglia."
Harry si morde il labbro per non ridere e Louis sorride. È bello. Tutti sono felici. Niall ha il cibo, Liam ha Zayn e Louis ha Harry.
"Che cosa vuoi provare per primo?" Harry lo porta di lato.
"Non ne sono sicuro," si guarda attorno, "Iniziamo dal dolce?"
Questo fa uscire le fossette di Harry.
"Speravo lo dicessi."
Si dividono dagli altri per un po' di minuti, prendendo degli assaggi da diversi chioschetti di dolci. Passano ben dieci minuti insieme prima che Louis vedi Harry fare un sorrisetto e poi sente le mani di Niall sulle sue spalle, soffocando leggermente sulla sua brioche al cioccolato per la sorpresa.
"Non pensavate di poter scappare, vero?"
Scivola vicino a Louis sulla panchina, leccando oscenamente il suo gelato. Louis fa una smorfia.
"Niall, che cosa abbiamo detto sul mangiare in quel modo?"
Tenendo i loro dolci in mano, Liam e Zayn si siedono dall'altro lato vicino a Harry che si sposta per fare spazio.
Niall fa solo spallucce e continua a leccare. Senza pensarci molto, Louis si allunga e gli schiaccia il cono colante di gelato contro la guancia.
Si sente uno scatto e Louis si guarda in giro, vede che Harry ha fatto una foto al viso di Niall ricoperto dal cioccolato.
"Oh, sei così morto!"
Si alza per correre, Niall lo segue mentre sente i loro amici ridere.
Dopo che Niall è soddisfatto che Louis abbia tanto gelato in faccia quanto lui, trovano il bagno sotto lo sguardo di tutte le persone che stanno mangiando fuori.
"È stato divertente," ride Louis.
Niall cerca di essere arrabbiato, ma finisce con il ridere insieme a lui. Escono dalla zona principale e si gira per guardare il loro tavolo.
"Ehi," Louis gli tira la manica, indicando, "Voglio fermarmi là."
"Va bene, prenderò un churro là mentre vai a fare shopping."
Il negozio è una roulotte rimodernata, piena di vestiti e gioielli e ha aria di casa perciò Louis sa immediatamente che deve vedere cos'hanno. Controlla le grucce fuori mentre si avvicina.
Le magliette sono belle, ma ha già preso una maglietta. C'è pure dell'arte locale appesa in giro e Louis si ferma per apprezzarla per poi continuare a guardare. Dentro, è pieno di cosine carine. Antichità, tazze, cappelli, tutto. Louis si passa le mani sopra le maniche.
È tutto bello, ma niente cattura la sua attenzione. Si acciglia.
Ma vede, vicino alla porta, dei colori che catturano la sua attenzione mentre si gira per andarsene e si avvicina per vedere cosa siano.
Ci sono dei braccialetti, dei fili sottili legati con un nodo sul retro. In un ognuno c'è una lettera diversa sopra a una semplice perla argento. Ispezionandoli meglio, Louis si rende conto che probabilmente sono braccialetti dell'amicizia.
Sorridendo tra sé, cerca le iniziali di tutti e li porta alla donna che gestisce il negozio.
Quando Niall torna con il churro, Louis ha già il piccolo sacchetto nascosto nella tasca posteriore. Li terrà per il momento giusto.
Zayn è seduto da solo quando arrivano al tavolo che fissa il telefono. Dietro di loro, vede Liam e Harry in fila a un chioschetto diverso. Dà un colpetto a Niall per farlo andare da loro e si siede davanti a Zayn.
"Allora," Zayn alza lo sguardo su di lui quando si siede, "Quali sono le tue intenzioni con Liam?"
Ride, mettendo il telefono nella tasca.
"Mi stavo chiedendo quando mi avreste fatto questa domanda, anche se mi aspettavo che fosse Harry, a essere sinceri."
"Harry è troppo buono per farti l'interrogatorio," dice Louis dolcemente, alzando una mano per fargli segno di continuare.
"Non so davvero quanto vi abbia detto," Zayn inizia a giocare con del cibo sul tavolo, "Ma parliamo da molto tempo e io, per me, almeno, è una cosa abbastanza seria. Voglio dire, sono volato fin qui solo per poterlo vedere per un po' più di giorni."
Ride e Louis può vedere lo sguardo nei suoi occhi. È inspiegabilmente simile al modo in cui guarda Harry.
"Beh, allora," Louis annuisce, "È tutto quello che ho bisogno di sapere."
"Non hai intenzione di avvertirmi su cosa succederà se lo ferisco."
Louis incontra i suoi occhi lentamente, "Non pianifichi di ferirlo, giusto?"
Zayn scuote la testa freneticamente e apre la bocca un po' di volte, ma non dice nient'altro. Louis fa spallucce all'espressione sorpresa.
"Per informazione," Zayn si avvicina, "Penso che anche tu e Harry stiate davvero bene insieme."
Louis non si preoccupa neanche di correggerlo.
"La corruzione non ti porterà da nessuna parte," gli dice.
Zayn ride e sembra grato dell'interrogatorio, ma si illumina ancora di più quando Liam si siede vicino a lui di nuovo.
"Tutto a posto?" Chiede Harry.
Louis guarda Liam baciare la guancia di Zayn e Niall dare gli ultimi morsi al suo churro sproporzionato. Si gira verso Harry e unisce i loro mignoli sotto al tavolo.
"Perfetto," dice.
——
Mount Bonnel, un picco intagliato meravigliosamente sul fiume Colorado dal lato di Austin, cattura il respiro di Louis quando arrivano.
Liam li ha portati sul lato dove possono guardare il sole tramontare, prende una pila di coperte e un sacchetto di snack dalla macchina per sistemarsi sulla zona vuota. Dovranno passare altre ore, ma la vista da lì è spettacolare.
Harry va a prendere la loro coperta mentre parla con Zayn che prende la sua e quella di Liam dalla pila. Louis dà un colpetto al piede di Liam con il suo mentre aspettano.
"Che c'è, Lou?"
Ha un piccolo sorriso sul volto, ma non lo sta ancora guardando. Louis si sposta per mettere la testa sulla sua coscia e alza lo sguardo sul suo mento.
"Sono davvero felice per te, Li."
"Grazie, Louis," gli accarezza la testa, sorridendo un po' di più ora.
Sempre quello maturo, Liam raramente prende del tempo per fare qualcosa per sé. O se lo fa, si sente in colpa a essere felice. Louis e gli altri devono ricordargli che va bene sennò non starebbe vivendo quella situazione e Louis pensa davvero che lui e Zayn possono avere una bella cosa.
Ci sono solo due grandi coperte, e per quanto Louis voglia prenderne una per lui e Harry, sa che lascerebbe Niall senza un posto dove sedersi visto che Liam e Zayn ovviamente ne condivideranno una. Quando Harry ha finito di sistemarla, gli fa segno di sedersi.
Niall salta, ma al posto di sedersi dove Louis gli ha indicato, si siede proprio tra lui e Harry e si muove tra di loro. Le loro anche si toccano e Harry trova i suoi occhi dietro la testa di Niall e gli sorride, cercando di non ridere.
"È fantastico, vero?" Niall mette le braccia attorno alle loro spalle, "Cinque ragazzi che guardano il tramonto insieme."
Harry ride, punzecchiando Niall nel fianco e facendolo spostare.
"Ohi, ha fatto male," si massaggia il punto dove c'era il dito di Harry.
"Sono contento che ti stia divertendo, Ni."
"Grazie, Louis," si gira a guardare Harry che sorride soltanto per poi ridere ancora più forte.
Quattro anni fa, Louis non era sicuro se avrebbe mai avuto dei veri amici. Non pensa che ci sia altro per cui sia più grato ora. Ognuno di loro ha un suo problema, strani tic che non possono smettere e insicurezze inutili, ma tutti si adattano bene all'altro.
Più si avvicina il tramonto, più forte il sacchetto si fa sentire nella tasca posteriore di Louis. È raramente sentimentale perciò spera che i ragazzi riconosceranno che sta cercando di fare qualcosa di bello per loro e di non farne un grande dramma. Lo punzecchia ogni volta che si muove, ricordandogli che è lì.
Ascolta la storia di Zayn su un viaggio che ha fatto con la sua famiglia un po' di tempo fa e guarda mentre Harry si alza per far delle foto prima che sia troppo buio. Quando Niall apre la bocca per dire la sua storia, Louis lo interrompe.
"Ehi," dice.
Tutti si girano a guardarlo e per un secondo pensa di dire una barzelletta e far ridere tutti e finirla così. Ma poi sente il tocco del piede di Harry contro il fondoschiena e tutto va di nuovo bene.
Si allunga verso la tasca posteriore e apre il sacchetto.
"Che cos'è, Lou?" Liam lo imbecca.
"Prima quando eravamo ai negozi, ho visto questi e ho pensato - sì."
Non è un pensiero completo, ma quando inizia a dare i braccialetti ai suoi amici, sembrano capire dove stia andando a parare.
Harry si accovaccia dietro di lui.
"Questi sono," sussurra, "Sono dei braccialetti dell'amicizia?"
Il suo tono è pieno di qualcosa. Louis annuisce, aspettando che dicano qualcosa.
All'improvviso tutti si ammassano attorno a lui, Harry dietro e Niall di fronte, poi Liam e Zayn ai lati. Lo stanno ringraziando e abbracciando e Harry gli dà un veloce bacio sul retro del collo prima che si allontanino.
"Anche tu ne hai uno, Zayn," canticchia Liam.
Louis arrossisce, ancora imbarazzato per l'attenzione ma felice che siano piaciuti tanto a tutti.
"Ha passato il test, quindi..." Sorride sfacciatamente a Zayn e ride.
"Anche tu ne hai uno?"
"Sì," risponde a Harry, "Qui."
Mette il polso davanti a lui in modo che gli possa allacciare il braccialetto e Harry lo fa gentilmente con un sorriso dolce sulle labbra. Louis cerca di non fissarlo. Fallisce.
Se si ferma troppo a pensarci, gli viene da piangere. Questi ragazzi si meritano dei braccialetti dell'amicizia più di chiunque altro nel mondo, anche se sembrano così semplici, come se non fossero abbastanza per comunicare quanto Louis ci tenga davvero a loro.
Harry non gli lascia andare il polso dopo avergli allacciato il braccialetto, passando il dito sul filo e sulla prominente L. Se stringe abbastanza gli occhi, può quasi vedere che Harry sta piangendo.
"Grazie, Lou! Lo amo."
Louis è costretto a smettere di guardare Harry mentre Niall si avvicina da dietro e gli dà un grosso bacio bagnato sulla guancia. Ride senza entusiasmo e cerca di girarsi verso di lui, ma sembra che Niall abbia percepito di essersi intromesso in qualcosa e torna a parlare con Liam e Zayn.
"Harry?" Prova.
Annuisce anche se Louis non gli ha fatto una domanda, gli occhi bagnati di Harry trovano quelli di Louis per mezzo secondo prima di baciare la fronte di Louis e stringerlo. Louis non trasalisce quando sente le lacrime di Harry sul collo, ma desidera davvero che fossero soli ora.
"Ragazzi, guardate," dice Liam a bassa voce, "Il sole sta tramontando."
Harry si allontana da lui abbastanza da sedersi sulla coperta, ma poi è di nuovo vicino a lui. Niall è steso ai piedi di Liam. Harry unisce le loro gambe e prende la mano di Louis nella sua tra i loro corpi in caso che i loro amici si girassero.
Louis non esita prima di appoggiare la testa sulla spalla di Harry, sospira felice e finge di non aver appena fatto una delle cose più spaventose e sentimentali della sua vita.
Il tramonto è uguale a sempre, dall'appartamento di Louis o da qualunque posto nel mondo, ma per qualche motivo sembra diverso. Chiude gli occhi appena Harry mette un dito sotto al filo del braccialetto di Louis, lo fa tornare alla vita reale e lo fa sentire come se fosse in cima al mondo.
——
Il giorno dopo, Zayn deve tornare a casa perché devono andare a Nashville e lui deve tornare al lavoro e all'università. Liam è un casino, ma sta cercando di sembrare calmo in modo da non spaventare nessuno.
Quella mattina, tutti cercano di dar loro spazio mentre si dicono arrivederci. Il cuore di Louis si contrae dolorosamente al pensiero - tra pochi giorni dovrà fare lo stesso con Harry all'aeroporto. O forse no. Forse Harry non lo saluterà neanche, Louis non lo sa. Non è sicuro neanche di quale faccia più male.
Hanno solo due giorni e mezzo a Nashville e passeranno la maggior parte del primo a guidare. È un viaggio di dodici ore, non troppo lungo rispetto agli altri, ma Louis ha intenzione di dormire per la maggior parte del tempo. Nella prima parte del viaggio, si siede nel retro della macchina. Appena inizia a far buio e si fermano a mangiare, si sposta nella fila in mezzo per stendersi sui sedili con la testa sulle ginocchia di Harry.
Con tutto quello che è successo, non ha avuto la possibilità di parlare con Harry. Passa ancora un bel po' di tempo a sorridere quando guarda il braccialetto, ma Louis non vuole farglielo notare di fronte a Liam e Niall. Sente che sia una cosa personale e, proprio come qualunque cosa che ha a che fare con Harry, apparentemente, vuole scoprirla da solo prima che chiunque altro lo sappia.
Ha la sua possibilità quando Liam e Niall si fermano a un negozio di candele che la mamma di Liam gli ha suggerito, Harry dice loro che rimarranno in macchina.
Appena la portiera si chiude, Harry passa le mani sul viso di Louis e si abbassa per baciarlo, ma si ferma quando Louis inizia a parlare.
"Posso chiederti una cosa?"
Annuisce esitante, "Certo."
"Perché ti è piaciuto così tanto il braccialetto?"
Dopo che le parole escono dalla sua bocca, gli occhi di Harry si abbassano d'istinto sul suo polso.
"Era solo inaspettato, penso. Solo poche settimane fa non avrei mai pensato che saremmo stati amici. E ora lo siamo e, tipo," fa spallucce, "Solo lo apprezzo davvero. Significa tanto per me."
Louis ama il modo in cui parla. È lento e meticoloso, ma gli dà il giusto tempo per assicurarsi di dire la cosa giusto. Anche dopo essersi arrabbiato, Louis non lo ha mai sentito scusarsi per niente di quello che aveva detto, solo per aver alzato la voce. Per qualche motivo strano, lo ammira. Harry è sincero e vero ed è così gentile ma non dice nulla che non crede. Louis desidera essere più come lui, a volte.
"Oh," sussurra, "Sono contento, allora."
È sempre un uomo di poche parole, Louis. Harry si avvicina di nuovo e unisce le loro labbra, prendendo i lati del suo viso. Insegue le labbra di Louis mentre si muove.
In qualche modo, è come se Harry lo bilanciasse. Se lo guarda in quel modo è molto più facile pensarci. Per ogni azione di Louis, la voce di Harry riempie il silenzio. Nulla sembra mai vuoto o monotono o sbagliato con lui.
I baci di Harry rallentano mentre sposta la bocca sull'orecchio di Louis.
"Posso," preme la mano contro la patta dei jeans di Louis, "So che torneranno tra un minuto, ma abbiamo ancora due ore verso l'hotel e ho bisogno - bisogno di questo. Ho bisogno di prendermi cura di te."
Per un secondo, Louis è incerto su come rispondere. Di solito è lui quello bisognoso, che prende Harry e gli dà dei baci caldi, ma ora Harry sembra disperato.
Louis annuisce.
Nel minuto che segue, Harry lo ha messo con la schiena contro il petto e Louis può sentire quanto sia duro contro di lui attraverso i pantaloni. Da qualche parte nella sua testa, si sente in colpa per non essersi preso cura di lui, ma Harry sembra aver bisogno di questo più del suo piacere personale perciò sospira e si avvicina di più al suo petto.
Come l'ultima volta che l'hanno fatto nel retro del van, fuori è completamente buio. Ci sono un po' di luci accese nel parcheggio, ma sono lontane, facendo in modo che si affidino alle loro mani invece che ai loro occhi. Louis cerca di ricordarsi di controllare per bene che i sedili siano puliti prima di portare la macchina dal venditore.
Non ci mette molto Louis per iniziare a gemere, sollevando i fianchi in alto contro la mano di Harry. Harry sembra capire che non hanno molto tempo perché toglie la mano, facendo gemere Louis prima di metterla di nuovo sotto ai suoi vestiti.
Louis geme, girando il viso contro il cotone della maglietta di Harry e perdendo il respiro.
Non parlano, ma sente la presenza di Harry come un bagliore sopra il suo corpo, morbido e duro e presente, pronto per Louis da toccare.
Sottilmente, Harry si muove contro il retro di Louis e Louis si sposta per aiutarlo, ma Harry lo trattiene con una presa ferrea sulla vita. Il suo respiro si ferma e la mano di Harry aumenta di velocità sul suo cazzo.
È strano perché Louis non si ricorda neanche di essere diventato duro. Non riesce a pensare al momento in cui siano passati dall'avere una conversazione dolce a Harry che lo masturba, ma non è importante, pensa. È solo intimo e sicuro. Non c'è separazione tra le situazioni, davvero, perché si sente nella stessa esatta maniera quando Harry gli sorride.
Qualunque sia questo sentimento, è inaspettatamente forte e Louis avvolge le dita attorno al braccio di Harry per calmarsi. È incurvato su Harry ora. Il suo dito afferra il braccialetto e lo tira, lo avvolge attorno al dito un po' di volte.
Sente Harry gemere forte nel suo orecchio e serra gli occhi.
Tra quello e il modo in cui Harry usa la mano per toccare duramente la sua cappella, Louis inizia a tremare.
Harry gli sussurra nell'orecchio mentre viene, dicendogli che è un bravo ragazzo ed è così fiero di lui, rallenta i movimenti quando Louis geme e gli bacia il lato del viso.
Louis si scalda ai suoi complimenti ma non ci si sofferma troppo, girandosi e cercando di avere la sua bocca su Harry come per istinto.
Non si ferma, apre la zip e muove a metà strada le sue mutande. Tutto è offuscato e Louis non riesce davvero a vedere molto bene ma riesce a trovare il cazzo di Harry in tempi record, usando una mano per guidarlo verso la sua bocca. Come la prima volta, si sente ancora insicuro, ma Harry ha già la testa contro il finestrino, una mano sulla maniglia e l'altra nei capelli di Louis.
Non dura neanche molto. Viene nella bocca di Louis con un gemito pochi secondi dopo e Louis cerca di tenere gli occhi aperti e prendere tutto lo sperma di Harry nella bocca allo stesso tempo. Non funziona, ma Harry lo solleva sul suo corpo e lo bacia lo stesso, un bacio lungo e duro e prima che ingoi tutto come si deve.
Ora Louis è esausto e con gli arti stanchi, ma Harry lo manovra per pulirlo con delle salviettine per bambini che ha trovato nella tasca della macchina.
Quando ha finito, rimette i vestiti al loro posto e rimette Louis sulle sue ginocchia accarezzandogli i capelli.
"Grazie," gli dice Louis.
"Grazie a te."
Louis tira su con il naso e porta le mani ai lati del suo viso per poi prendere la maglietta di Harry ancora umida per il sudore. Sente le braccia di Harry attorno alla sua schiena. C'è ancora una cosa da fare sulla sua lista, un gesto gentile, ma Louis immagina che penserà a qualcosa più tardi quando non sarà senza ossa ed esausto.
"Dormi, amore. Ti sveglierò quando siamo là."
Dovrebbe essere imbarazzante quanto veloce si addormenta contro Harry, ma si sente felice e soddisfatto e pieno e molto meglio di come sia mai stato e quando Harry gli tocca la testa, si addormenta senza lamentale in cinque minuti.
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