Tre cose
La neve scendeva, quella mattina.
I vari camini del palazzo erano stati accesi per conquistare un po' di tepore, in luce del matrimonio. La celebrazione si tenne nella sala del trono senza troppi invitati, senza alcun tipo di festone. C'erano solo Margot e Pierre in piedi di fronte al prete.
Dietro di loro sedevano Evelyne, Amanda, Esteban e gli amici inglesi della regina e dall'altra parte i genitori e il fratello di Pierre, Jacques.
Fu una cerimonia intima, senza interviste, senza sfarzose decorazioni. Il prete dava le spalle ai due troni vuoti, la corona di diamanti deposta sotto una teca di vetro, affiancata da quella che poi Pierre avrebbe iniziato ad indossare sul capo dopo il matrimonio.
"Vuoi tu, Pierre Maximilien Chauveau prendere Margot Ameliè Soyeaux come tua legittima sposa, amarla ed onorarla per il resto della tua vita?" disse il prete, con la sua voce solenne che riecheggiò contro le mura della stanza.
Margot sentì il respiro accorciarsi mentre Pierre prendeva la sua mano sinistra e infilava la fede appena sopra l'anello con il rubino. "Lo voglio" disse il re.
La regina strinse le labbra, e battè rapidamente le palpebre per allontare le lacrime che avevano minacciato di uscire. Pierre aveva addosso un abito blu notte con degli intarsi dorati e rossi sul collo. Lei il vestito che si era fatta fare su misura, con le decorazioni in pizzo bianco che risaltavano sulla sua pelle.
Il prete ripetè le formula e quando Margot rispose "Lo voglio" prese la mano sinistra di Pierre. Il re sollevò di poco l'anulare e la regina si accorse che la sua mano fosse gelida, con le dita che tremavano dall'emozione. Sorrise e gli infilò la fede.
"Ora potete baciare la sposa" disse il prete al re, chiudendo il grosso libro che aveva in mano e su cui i due sovrani avevano apportato le proprie firme. Pierre spostò il velo di Margot e si abbassò sulle sue labbra, baciandole piano e delicatamente.
I pochi invitati iniziarono ad applaudire e accolsero i due sposi in un abbraccio collettivo.
Pierre venne stretto tra le braccia di Evelyne che appoggiò la propria testa sulla spalla muscolosa del re, stringendolo contro il suo corpo minuto. "Grazie per stare con mia figlia" gli sussurrò contro il tessuto dell'abito scuro.
Pierre le appoggiò una mano sulla nuca, lasciandole poi un bacio sulla tempia. "Grazie a te, Evelyne, per aver messo al mondo una creatura del genere."
Margot, d'altra parte, venne accolta tra le braccia di Re Francois che le accarezzò la schiena con la sua grande mano. "Sono felice che mio figlio abbia te al suo fianco."
La regina annuì contro il corpo del re, più basso di lei e con una pancia più preminente. "Ed io di averlo al mio." Poi toccò alla mamma di Pierre, una donna di cui il figlio non le aveva parlato quasi mai, una donna che gli assomigliava in tutto. Capelli biondi tenuti ordinatamente indietro, occhi azzurri e labbra rosse. Una donna dalla statuaria bellezza di cui però Pierre aveva sempre odiato l'autorità che esercitava, la severità con cui aveva educato lui stesso e suo fratello Jacques - tale e quale a suo padre - durante l'adolescenza e le privazioni che aveva fatto loro durante la tenera età. Le labbra della regina Isabelle di Parigi ebbero un guizzo, ma non si scompose. Abbassò il capo, rispettosamente. Margot allargò due lembi della sua gonna, inchinandosi di fronte alla sua nuova suocera. "Auguri" disse Isabelle, facendo finalmente apparire sul suo viso un effimero sorriso. Margot la ringraziò, accogliendo le congratulazioni anche da parte di Jacques, poi si girò, incontrando l'allegria e l'esuberanza dei suoi amici inglesi e delle loro famiglie. Alcune cameriere si avvicinarono, offrendo loro dei calici di vino che Margot fu l'unica a rifiutare.
Pierre prese un calice, bagnandosi le labbra, poi lasciò un bacio su quelle di Margot. La regina si passò la lingua sopra, assaporandolo. "Sai che d'ora in poi non potrò berlo."
"Lo so, infatti non mi pare io ti abbia offerto un bicchiere. Vero, piccolo?" rispose Pierre, abbassandosi e avvicinando le labbra al ventre di Margot. "Vero che io non ho alcuna intenzione di avvelenare te e la mamma?"
Margot lo prese per il mento e lo fece rimettere in piedi, guardandolo negli occhi, mentre dei violinisti prendevano i loro strumenti e facevano risuonare per la sala del trono una dolce melodia che portò i pochi invitati a danzare volteggiando.
"Ti amo, Pierre" disse la regina, annuendo alle sue parole.
Pierre lasciò il bicchiere in mano al fratello lì accanto, il quale lo guardò e urlò un "Ehi!" che Pierre non ascoltò nemmeno. Appoggiò le mani sui fianchi della regina, avvicinandosela a sè e facendo scontrare i loro petti. Margot fece una smorfia al contatto. "Che è successo?" domandò il re, vedendo gli occhi leggermente stretti di sua moglie.
"Il seno" disse Margot, portandosi una mano su di esso. "E' completamente indolenzito."
Pierre sorrise maliziosamente, "Ed io non l'ho ancora toccato-" Venne bloccato da Margot che gli diede uno piccolo schiaffo sul petto.
"Sta' zitto."
"Ti amo" le rispose invece lui, tenendola a sè con una mano appoggiata sul fianco, l'altra invece sulla schiena. Margot gli tirò il labbro inferiore, circondandogli le braccia intorno al collo e accarezzandogli i capelli biondi che gli solleticavano la nuca.
"Ehi voi!" li chiamò Zayn, mentre ballava in pista con il piccolo Will sul fianco, ondeggiando ad ogni nota movimentata. "Smettetela di studiarvi la gola adesso, avrete tutta la notte!" urlò scherzosamente, suscitando una risata generale. Persino Isabelle aprì la bocca in una leggera risatina, coprendosela però per nascondere il tutto. Margot rise contro le labbra di Pierre mentre i loro nasi ancora si sfioravano. Poi prese suo marito per mano e si unirono insieme al gruppo danzante, mentre Evelyne si girava gli anelli che aveva alla dita, sovrappensiero. All'improvviso le parole di Zayn le ritornarono in mente, e continuò a masticarle prima di spalancare gli occhi. "Oh, cielo. La notte di nozze.." disse fra sè e sè. "La mia piccola bambina si concederà a lui..."
Ma Amanda le si fermò accanto, sorseggiando dal calice che aveva in mano. "Vostra Grazia, non vorrei contraddirla, ma sua figlia Margot è incinta. Si è già concessa a lui."
Evelyne si girò a guardare la donna che era sempre stata accanto a sua figlia, vedendola crescere. "Hai ragione, Amanda. Hai pienamente ragione." Le tolse il bicchiere di mano, lasciandolo sul piatto di argento che un cameriere reggeva lì vicino.
"Che sta facendo, mia signora?" chiese Amanda, sollevando un sopracciglio. Evelyne le prese le braccia e gliele allungò, dandole poi le spalle.
"Devi prendermi, sto per svenire." E così, mentre la folla danzava, cadde all'indietro.
Quella notte, nelle stanze della regina, Pierre e Margot rimasero a letto, stretti nella loro morsa d'amore che gridava passione in ogni punto. Margot era sopra di lui, il suo viso stretto tra le sue mani. Lo baciò a lungo, lasciandogli una scia lungo la mandibola fin sotto l'orecchio, solleticandogli la pelle con il suo respiro affannoso ed accelerato. Pierre aveva le sue mani sui suoi fianchi, quasi stringendola tra le dita, sebbene il suo tocco rimanesse comunque delicato. Margot era stata per lui una bambola di porcellana, bellissima, perfetta, ma così delicata da potersi rompere sotto la sua presa forte. Aveva affrontato tante di quelle situazioni da essere diventata più forte, tanto quanto era bastato a far sciogliere lo strato di porcellana che la ricopriva per poter essere soppiantato dall'avorio più resistente. Pierre avrebbe avuto cura di lei, tutto pur di non farla diventare crudele, rigida e fredda come il ferro, quel materiale che inevitabilmente ricopriva i cuori dei sovrani dopo tanti anni di regno e sofferenza. Pierre si promise che l'avrebbe preservata, avrebbe fatto di tutto per tenerla cara come l'avorio e per contenere l'amore e le diverse emozioni che un tipo come Margot aveva nel cuore.
Staccò le mani della regina dalla sua faccia, bloccandola per i polsi e guardandola per gli occhi. "Non avrei mai detto che tu fossi un tipo così lussurioso, ma chèrie."
Margot storse la bocca mentre Pierre le lasciava un bacio tra i seni scoperti e che le dolevano. "Sarà forse il bambino, non è colpa mia.."
Pierre la zittì con un bacio. "Non ho detto che mi dispiaccia." Le baciò poi scherzosamente la punta del naso. Si allontanò, liberandole un polso per calcolare qualcosa con le sue dita. Margot alzò gli occhi al cielo. "Ti pare il momento?" disse la regina, indicandogli il punto in cui i loro corpi erano connessi. Pierre scosse la testa.
"Non importa. Voglio che tu sappia ci sono tre cose" disse, aprendo solo tre dita della mano, "che mi terranno stretto a te - a parte nostro figlio, ovvio."
Margot si liberò l'altro polso, incrociando le braccia sotto al seno. "Sentiamo."
Il re si toccò il primo dito. "Uno, sei la mia regina. Nonostante io sia per adesso un suddito sotto il tuo comando prima di diventare re consorte di Monaco, nutrirò sempre nei tuoi confronti un rispetto intramontabile. A prescidere da qualsiasi cosa accadrà."
Margot sorrise, sollevando il mento. "Sono la tua regina, per ora. Quindi posso controllarti come voglio."
Pierre le indicò con lo sguardo il suo corpo nudo sul proprio. "Mi pare tu stia già esercitando il tuo potere su di me."
Margor rise, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Poi?" disse, volendo continuare ad ascoltarlo.
Pierre toccò il secondo dito. "Due, sei il mio amore, ovviamente. Per la prima volta tu sei riuscita a spiegarmi cosa questo sentimento porti con sè e non penso sarei riuscito a staccarmene. Il mio cuore è tutto nelle tue mani, l'ho affidato a te da un po' di tempo ormai, e oggi ho consolidato quest'offerta."
Margot sentì le guance tirare per il sorriso troppo largo che aveva in viso. Toccò il terzo dito di Pierre al posto suo. "E infine?"
"Sei la mia luce" disse il re, stringendo le labbra. "Hai un'aurea così brillante intorno a te che urla da ogni dove casa e credo che, in un modo o in un altro, io saprò sempre tornare da te."
Margot si sporse verso di lui. "Più che un faro di luce brillante, sarò simile ad una palla. Sarà difficile non vedermi, tra qualche mese" disse, ironicamente.
Pierre aggrottò le sopracciglia, poi appoggiò una mano su un seno della regina, stringendoglielo e sorridendo maliziosamente.
Margot gli schiaffeggiò la mano e si stese su di lui. "Approfittiamo del momento prima che questa pancia diventi troppo ingombrante."
Pierre sorrise sulle labbra della regina. "Hai sentito, piccolo? La mamma già non sopporta che tu cresca lì dentro, figuriamoci dopo."
Margot scoppiò a ridere e Pierre capovolse la posizione, mettendosi sopra di lei. "E ora esigo silenzio" le disse contro la bocca, riprendendo da dove avevano interrotto.
N/A
Credo che pubblicare questo capitolo nel giorno di San Valentino fosse doveroso 😙 💑
Scusate il numero sproporzionato di gif e foto, però le avevo da quando ho concluso questa storia (cioè da settembre), per cui necessitavo di metterle in quanto Margot e Pierre (Mary e Francis) meritano di essere apprezzati.
Alcune citazioni presenti in questo capitolo (tipo "my light, my love, my queen), come vedete, sono tratte dalla serie tv Reign :)
Spero che il capitolo vi piaccia e finalmente Margot e Pierre sono sposati. Sembra quasi incredibile dopo tutto quello che hanno passato, però è giusto che anche loro abbiano il proprio lieto fine.
Commentate e votate!
E sappiate che nel prossimo capitolo apparirà un personaggio (chi lo sa se lo conosciate o meno) 🤗
(e se volete auguratemi buona fortuna per gli esami, con la speranza che finiscano quanto prima così da potermi dedicare anche a ciò che ho in mente. Voglio riprendere a scrivere.)
Vi voglio bene! 💜
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top