Ottimo insegnante
La mattina dopo, più serena dopo aver avuto la conferma dell'appoggio militare italiano e francese, Margot si svegliò da sola nel suo letto, rimanendo stesa sul piumone, in una quiete totale.
La festa della scorsa notte si era protratta a lungo, più di quanto Margot avesse mai potuto pensare. Alessandro e Pierre si erano mobilitati subito a mandare le lettere nei loro Paesi, così che l'esercito venisse in tempo.
In tempo, pensò Margot. Non era nemmeno certa sarebbe accaduto qualcosa, ma sarebbe stato molto meglio essere comunque preparati ad ogni evenienza.
Un rintocco alla porta la fece mettere seduta. "Avanti" disse e Amanda entrò, con le braccia piene di prodotti per la cura del corpo e del viso. A Monaco c'era la tradizione che il giorno prima delle nozze la sposa venisse accudita e resa magnificamente, incluso l'obbligo di non poter vedere il futuro marito.
Pierre girava per il castello come un'anima in pena e non appena venisse colto nei paraggi delle stanze di Margot, sarebbe stato immediatamente allontanato.
Amanda appoggiò i prodotti sulla toiletta, lasciando la porta aperta in quanto, subito dopo, entrò Esteban con la colazione.
"Buongiorno fanciulla" disse con voce squillante. "Siete pronta per un tour de force?"
Margot rise e gli si avvicinò, prendendo in mano la brioche e addentandola. "Sicuramente."
La regina attraversò subito il corridoio, aprendo le porte della sala da pranzo. Sua madre Evelyne era già seduta al tavolo, i camerieri tutti intorno, pronti a servire.
Margot si accomodò al suo posto, lasciando che la servitù le portasse il piattino con l'acqua per lavarsi le mani e poi gliele asciugasse rapidamente. Appoggiarono davanti ai loro volti i vassoi argentei e servirono le portate.
"Dunque" iniziò Eveline, tagliando il suo pollo lentamente. "Gli addobbi sono stati affissi, le sedie portate fuori, le corone posizionate sotto le teche di vetro nella sala del trono. Il ricevimento si terrà nella sala dove ha preso piede la festa ieri sera-"
"Mamma" la interruppe Margot, portando alla bocca il pezzo tagliato prima. Un servo vide Evelyne gesticolare in direzione dei loro bicchieri e li riempì di vino rosato. "Non abbiamo forse sbagliato a far celebrare il matrimonio così presto, subito dopo la festa di autunno?"
Evelyne rimase con il boccone a mezz'aria, guardando la figlia. "Sei fidanzata da un anno e mezzo e vuoi ancora aspettare? Alla tua età saresti già dovuta essere madre." Margot strabuzzò gli occhi, portandosi istintivamente una mano sul ventre piatto. "Sai benissimo che il tuo compito è quello di generare un erede a questo regno. Pierre domani diverrà tuo marito, il sovrano di Monaco, per cui poi dovete adoperarvi a...a.."
Margot sollevò una mano, bloccandola. "Lo so."
Evelyne scosse il capo. "No, non interrompermi. E' necessario che tu sappia cosa accadrà dopo il ricevimento." Margot ingoiò a vuoto, a disagio, giocherellando con i resti di pollo nel suo piatto. "Ti recherai nelle tue stanze per la consumazione, Amanda ti preparerà per la tua prima notte e probabilmente alcuni servitori assisteranno al-all'atto" terminò Evelyne, con la punta delle orecchie arrossate.
Margot avrebbe voluto scoppiare a ridere. Come se non sapesse cosa avrebbe comportato l'atto sessuale. Pierre era stato un ottimo insegnante.
Rise al pensiero.
"Cosa c'è da ridere?" disse la madre, gli occhi cervoni spalancati. Margot si impose di rimanere seria, sebbene dentro stesse morendo dal ridere.
"Niente, mamma. Tranquilla."
"Bisogna che tu non abbia paura, Margot. Altrimenti potrebbero esserci delle complicazioni-"
La regina sollevò la mano, bloccando finalmente la madre che era sul punto di svenire dalla vergogna. "Ho detto di stare tranquilla. Amo Pierre, andrà tutto bene."
Evelyne ingoiò, poi prese a mangiare di nuovo, masticando lentamente. "Bene." Si schiarì la gola. "Continuiamo il pranzo adesso. In silenzio."
E Margot scoppiò a ridere, sporgendosi a lasciare un delicato bacio sulla guancia della madre.
Nel tardo pomeriggio, Margot passò a controllare la sala principale, notando le serve inginocchiate a terra che pulivano sempre lo stesso tratto di pavimento. Evelyne andava da una parte all'altra, bloccando il movimento di alcune di esse per accertarsi che stessero pulendo a dovere.
"Mamma" chiamò Margot, indicando con un ampio gesto tutta la stanza. "Non è troppo per-"
"No." Evelyne la interruppe, squadrandola. Sembrava inviperita. Il giorno stava volgendo al termine e le nozze sempre più vicine.
"Mamma, davvero, siamo al massimo una ventina di persone, non c'è bisogno di-"
"Amanda!" urlò Evelyne, indicando spasmodicamente un tratto del corrimano della scalinata. La cameriera saltò sul posto, spaventata, lasciando cadere il suo strofinaccio per terra.
"Sì, mia signora?"
Evelyne si avvicinò al tratto indicato. "Non ti sei resa conto che questo tratto non è lucido come il resto? Chissà quante mani l'hanno sfiorato ieri sera, e chissà quanti germi racchiusi in tale opacità!" disse, esasperata.
Margot incontrò lo sguardo di Amanda e scosse le spalle. "Ti dispiacerebbe passare un'altra volta lo strofinaccio?" chiese, educatamente.
Amanda sorrise, scuotendo il capo. "Certamente, Maestà."
Margot guardò sconsolata la madre che impartiva ancora ordini in preda ad una crisi di nervi. La regina si accostò ad Amanda, sussurrandole nell'orecchio: "Lascia quello che stai facendo, mia madre é sul punto di impazzire. E' tutto lucido qui, tra poco la sua paranoia la porterà a vedere persino il pavimento sporco delle sue stesse impronte."
La cameriera rise, appendendo lo strofinaccio al suo grembiule bianco.
"Piuttosto" fece Margot, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra. "Non dovremmo provare l'abito?"
Amanda annuì e fece segno a Margot di seguirla.
Nella sua stanza, Margot provò il suo abito da sposa. Il corpetto era in pizzo bianco, il quale scendeva dolcemente anche sulla gonna non esageratamente voluminosa. Le braccia erano coperte da un velo bianco tempestato di intarsi di pizzo e in vita una cintura dorata che richiamava il fermaglio che avrebbe mantenuto i suoi capelli sollevati. Il velo sarebbe sceso delicatamente lungo la sua schiena, con un lieve strascico al seguito. Margot si guardò allo specchio, girando a destra e a sinistra per vedere il suo abito nella totalità che si specchiava, con Amanda che le apportava ancora le giuste modifiche.
Quando sentirono un rintocco alla porta chiusa, entrambe si girarono in quella direzione. "Chi è?" chiesero. Il tocco era stato troppo pesante per appartenere ad Evelyne.
Margot sorrise e si nascose dietro la tenda, facendo sporgere solo la testa. Amanda alzò gli occhi al cielo e andò ad aprire solo in parte la porta. Incontrò gli occhi azzurri di Pierre colmi di emozione. "Come sta la mia sposa?"
Amanda rimase seria in volto. "Ti sembra il momento?"
"Non la vedo da ieri, vorrei sapere almeno come sta!" esclamò, e Margot rise.
"Sto benissimo, mon amour!" rispose scherzosamente.
Pierre fece per spingere lievemente Amanda che teneva la porta con una presa salda, non lasciandolo passare. "Va' via, Pierre." Margot rise.
Sentì uno sbuffo provenire dal corridoio. "Quindi ti potrò vedere solo domani.." disse, fecendo il finto offeso.
Amanda alzò gli occhi al cielo e lo spinse via. "Sparisci."
"Ti amo, Margot!" urlò scherzosamente Pierre dal corridoio, ma Amanda infastidita gli chiuse la porta in faccia.
"E' inutile questo scambio amoroso. Domani vi direte le promesse" disse seccata e Margot uscì finalmente allo scoperto. Quando però da fuori la porta si sentì la voce di Evelyne in avvicinamento, Amanda si avvicinò e la aprì, facendo entrare la donna, ma nascosto dietro l'angolo Pierre fece la sua comparsa. La cameriera chiuse la porta ancora prima che Pierre potesse pensare di mettere piede nella stanza.
"Sei odiosa!" disse il sovrano francese, con la voce ovattata dal legno della porta. Amanda scosse il capo, poi si avvicinò a Margot e indicò i vari punti sul vestito ad Evelyne che rimase immobile, al centro della stanza. I suoi capelli erano scomposti, lo chignon sfatto e il vestito leggermente spiegazzato.
Margot vide la madre e aggrottò le sopracciglia. "Mamma?" chiese, non sentendola proferire parola. Amanda si bloccò, guardando Evelyne a sua volta.
"Mia signora, sta bene?"
La donna annuì, asciugandosi una piccola lacrima, poi però si avvicinò ancora di più al corpo della figlia e guardò le sue spalle. Poi sgranò gli occhi e allungò una mano tremante verso la spallina destra. "E'- è asim-assimetrica" disse con voce rotta. Sfiorò il tessuto di pizzo e incontrò prima lo sguardo della figlia, poi quello di Amanda. "Questa spallina è più alta dell'altra-"
Ma prima che potesse dire altro, i suoi occhi ruotarono all'indietro e cadde a terra, svenuta. Amanda lanciò un urlo e Margot si accovacciò verso la madre. "Non posso crederci!" disse la regina, e Amanda afferrò la ragazza dalle spalle, rimettendola in piedi.
"Nasconditi subito dietro la tenda. Interamente. Mi deve aiutare Pierre a recuperarla."
Margot si nascose come la sua cameriera le aveva ordinato e sentì solo i suoni della stanza, in quanto il velluto rosso della tenda la copriva interamente. Sentì la porta venire aperta e i passi pesanti di Pierre nella stanza. "Che è successo?" chiese, con tono di voce alterato.
Margot sentì uno sbuffo da parte di Amanda. "E' svenuta, portiamola in infermeria."
"Sta male?"
Margot immaginò Amanda scuotere il capo, mentre il respiro affannoso di Pierre significava solo che stesse prendendo sua madre tra le braccia muscolose. "No, si è solo esaurita" rispose la cameriera. Dei passi pesanti si mossero verso la parte opposta rispetto a dove Margot si trovava, poi sentì la voce di Amanda. "Margot, prova a liberarti del vestito mentre non ci sono."
"Cosa?? Lei è lì dietro?" esclamò la voce di Pierre, ma solo uno schiaffetto arrivò alle orecchie di Margot prima che la porta venisse chiusa.
Uscì allo scoperto, andandosi a sedere sulla poltrona nell'angolo opposto e portandosi una mano alla fronte. Anche se sua madre si era preoccupata di tutto, Margot iniziò a sentire la tensione addosso e si massaggiò le tempie in movimenti circolari, con il vestito che la faceva accaldare e le pizzicava leggermente il collo e le braccia. Si tolse le scarpe con il tacco, sistemandosi in maniera scomposta e più comoda sulla poltrona, guardando fuori dalla finestra la luna piena che si levava nel cielo.
N/A
Ehilà, come va?
Questo capitolo è molto di passaggio, se non che forse possa dimostrarsi utile a scoprire la altre sfaccettature dei caratteri dei personaggi.
A quanto pare, il giorno dopo ci sarà un evento importantissimo per Margot!
Però ci tengo ad avvisarvi.
Accadrà qualcosa.
E, sottolineo, qualcosa che comporterà un cambiamento repentino della storia ed io sono in trepidazione! Non vedo l'ora di farvelo leggere perché finalmente si sta per entrare nel vivo!
("E ci credo, dopo quasi dieci capitoli!")
La cosa forte è che ho praticamente concluso la storia sul mio computer, mi manca solo l'epilogo.....e niente, voi siete ancora ignari di tutto.
#Sadismo
Comunque, siccome questo è l'ultimo sabato prima che ricominci la scuola, ci tengo ad augurare ad ognuno di voi un buon inizio!
Ah, e per chi deve fare il quinto anno: godetevelo fino in fondo perché sarà uno dei più belli! E non prendete troppo male la questione della maturità. Potrebbe spaventarvi, ma non é nulla di così terribile. Ve lo dice una che l'ha affrontata quest'anno! Ahahaha
Alla prossima!
Elisa 💜
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