Offensiva

Non era per niente una bella giornata.
Il cielo era scuro, pieno di nuvole cariche di pioggia.
Margot avrebbe tanto voluto uccidersi. Quel giorno si sarebbe dovuta sposare e il tempo non prometteva nulla di buono.
Evelyne era passata più volte nella sua stanza, accertandosi che la figlia fosse pronta e calma, ma Margot era pressocché amareggiata. Non aveva mai amato la pioggia.
Monaco era famosa per le alluvioni cui era sottoposta, a causa degli avvallamenti dell'acqua alle pendici delle colline e poi anche perché l'acqua deturpava i prodotti agricoli ancora incolti.
La regina aveva i gomiti appoggiati sul davanzale della finestra, guardando leggermente in basso. Il giardino presentava già degli invitati. Amanda ed Esteban erano incaricati di scortarli ai propri posti, mentre Evelyne confabulava con altri domestici.
In prima fila, erano seduti il re e la regina di Francia, che si guardavano intorno per appurare il luogo in cui il loro figlio avrebbe vissuto da quel giorno.
Margot si allontanò dalla finestra, passandosi le mani sul vestito bianco. Sentiva uno strano fastidio alla bocca dello stomaco.
Si andò a sedere sul bordo del letto, torturandosi le mani dalle dita ricoperte di anelli. I capelli erano sollevati sulla nuca e mantenuti in alto da un fermaglio, tranne solo per una scia di capelli che le cadeva dolcemente tra le scapole scoperte. Le scarpe stringevano leggermente in quanto - nonostante fossero state fatte su misura - i piedi durante la notte si erano un po' gonfiati.
Ovviamente, pensò Margot, guardandosi le caviglie più grosse. Figurarsi se quel giorno sarebbe stato perfetto in tutto e per tutto.
Dopo non so quanto tempo, sentì un lieve bussare alla porta. Per un attimo il cuore le si immobilizzò nel petto. Al suo "Avanti", Amanda entrò nella stanza, reggendo tra le mani una collana. Margot sorrise.
Era un piccolo punto luce che si sarebbe posato in mezzo alle sue clavicole. La regina conosceva bene la storia dietro quella delicata collana. La prese piano dalla dita della cameriera e se la allacciò intorno al collo lungo, toccandosi il diamantino nel mezzo.
Quello era stato il primo regalo che suo padre, re Maurice, aveva fatto ad Evelyne dopo le loro nozze. Sentirlo al collo, per Margot, significava che - materialmente parlando - parte di suo padre era con lei in quel giorno speciale.
Amanda vide Margot stringere le labbra. La regina picchiettò la mano sulle coperte al suo fianco. "Resta un po' con me" le disse, sfiorandosi il labbro inferiore con la lingua.
La donna sorrise e si sedette accanto alla ragazza che aveva visto crescere. Margot ingoiò a vuoto, tenendo lo sguardo perso sulle sue scarpe.
"Ho tantissima ansia, Amanda. Credo di poter vomitare da un momento all'altro."
La donna appoggiò una mano sulla spalla della regina, sorridendo. "Fallo."
Margot scosse il capo. "No."
"Immaginavo."
La regina si girò verso la sua cameriera. "Ho stranamente paura. Cioè, dico stranamente perché Pierre lo conosco, lo amo, stiamo insieme da un anno e mezzo e finalmente stiamo per sancire la nostra unione, amorosa e politica. Perché, allora, mi sento così?"
Amanda alzò gli occhi al cielo, sorridendo. "E' normale, Margot. Tutti hanno ansia, si preoccupano. C'è solo una cosa che mi stupisce."
La regina si girò a guardarla, aggrottando le sopracciglia. "Che sarebbe?"
Amanda le prese una mano, accarezzandola dolcemente. "Avevo tredici anni anni quando sono stata assunta dai tuoi genitori per prendermi cura di te. Ero semplicemente una bambina." Margot strinse la labbra, ascoltandola. "Avevi tre anni quando ho iniziato ad accudirti, a darti da mangiare e a farti giocare. Ora ne è passato di tempo. Il mese prossimo compirai ventidue anni e... io ti ho vista crescere, Margot, più di quanto abbiano fatto tutti gli altri." Amanda tirò su con il naso, sbattendo le palpebre più rapidamente. Margot strinse la presa intorno alla sua mano. "Ti sono rimasta sempre accanto perché - oltre ad essere la tua cameriera personale -, mi sono sempre sentita come una sorella maggiore per te. Ci passiamo solo dieci anni, credo sia normale."
"Lo sei stata, Amanda. Sei stata davvero una sorella per me, e spesso anche un madre, pensa un po'. Mi hai sempre tenuta a cuore."
"Sì, ma ti sto dicendo tutto questo adesso per una ragione. Vedendoti crescere, ho visto come hai affrontato qualsiasi cosa ti sia capitata nella vita con immenso coraggio e responsabilità. Ricordi quando Liam ti ha accompagnato a farti fare una passeggiata, parecchi anni fa, e tu ti sei fatta carico di tutte le conseguenze per evitare che Liam fosse punito?" Margot annuì, ricordando e sorridendo. "Dopo essere tornata dalla tua fuga, più di tre anni fa, hai sofferto tantissimo, ti ho vista crollare sotto i miei stessi occhi, eppure sei qui, più forte che mai. Hai idea del coraggio che hai avuto nel non mollare? A caricarti di una corona pesantissima, di responsabilità che possono minare delle vite, impegni ed incontri? Hai firmato alleanze, preso accordi e compiuto viaggi diplomatici. Hai idea della forza che hai messo in tutto quello cha hai fatto?"
"Sono una regina, ho dovuto farlo" rispose Margot, ingoiando un groppo in gola.
"Lo so, ed è per questo che sto tessendo l'elogio delle tue qualità. Hai dato prova di essere degna della corona. Hai davvero paura, dunque, di affrontare un matrimonio che persino tu vuoi?" Amanda le sorrise incoraggiante, poi prese Margot per le spalle e la strinse a sè.
La regina tirò ampi respiri, stringendosi al corpo della sua migliore amica.
"Ti voglio bene, Amanda. Forse non te l'ho nemmeno mai detto, ma è vero. Non saprei come fare senza di te."
La donna accarezzò la schiena di Margot, passandosi un dito sotto l'occhio per non far vedere le proprie lacrime. Quando si staccò, Amanda si mise in piedi, aggiustandosi il suo vestito scuro. Si avvicinò alla finestra, mettendosi sulle punte per contare i presenti, poi sorrise.
"Pierre è lì."
Margot si mise in piedi e tirò le labbra in un sorriso. "E' bellissimo, vero?" suppose, e Amanda annuì.
"Non dovrei pronunciarmi al riguardo, ma hai ragione. E' un gran pezzo d'uomo."
"Altroché!"
Amanda si accostò a Margot, guardandola attentamente per accertarsi che fosse pronta. Rimosse delle pieghe sul fondoschiena della regina e le passò le mani sul petto per appianare il tessuto di pizzo. "La mia piccola Margot che si sposa."
"Mia madre ieri sera mi ha detto la stessa cosa, dopo essere uscita dall'infermeria. E' tanto strano?"
Amanda si appoggiò una mano sul cuore. "Sarò sincera. Sì."
"Perché mai?"
"Perché pensavo che, dopo il tuo compagno inglese di cui nessuno sa praticamente nulla, non avresti mai potuto trovare un altro uomo."
Margot sorrise, orgogliosa. "Pierre mi ha accettata così come sono."
"Ed è per questo che ho detto che è un gran pezzo di uomo."
Margot scoppiò a ridere, prendendo la mano di Amanda. La guardò a lungo, poi le lasciò un bacio sulla guancia. "Grazie di tutto."
La donna le picchiettò la mano, sorridendo. "Ora andiamo, c'è un re che aspetta di sposarti ed è più in ansia di te."
"Davvero?" chiese Margot, sentendo nuovamente il peso sullo stomaco.
Amanda annuì e le fece una piccola linguaccia. "Non facciamo in modo che possa attendere ancora."

C'erano forse venti persone sedute sulle sedie.
Il cielo era ancora nuvoloso e Margot sperò non iniziasse a piovere. Non durante la cerimonia, almeno. Tre uomini nell'angolo, con i violini in mano, alla vista della regina iniziarono a pizzicare le loro corde e tutti si misero in piedi, girando il capo vero la ragazza.
Margot aveva un mazzo di fiori stretto in mano, mentre procedeva da sola lungo il tragitto segnato. Evelyne era in prima fila, nella parte opposta a quella dei sovrani francesi, e piangeva, tenendosi un fazzoletto alla base del naso. Margot sorrise, sfilando piano.

Tutti le sorrisero, poi Margot incontrò lo sguardo dei genitori del suo sposo. Erano seri in volto.
Ingoiò a vuoto, per poi scorgere un lieve sorriso spuntare sul volto della regina di Francia, così sottile che sparì subito. Al suo fianco, il fratello di Pierre, Jacques, reggeva il cuscinetto con le fedi. I testimoni erano sul lato.
Pierre, in mezzo alla navata creata nel giardino, sembrò a Margot brillare di luce propria. Aveva un completo fittamente ricamato, con intarsi rossi e d'oro su sfondo nero come simboli della sua casata. Quando la regina gli arrivò sul fianco, mantenne il mazzo di fiori con una mano mentre Pierre le predeva l'altra, ingoiando a vuoto.
"Sei meravigliosa" sussurrò, e Margot si sentì surriscaldare. Tenne stretta la mano del suo promesso, appoggiando il boquet che Evelyne aveva fatto preparare sul piano di legno su cui si sarebbero inginocchiati. Il curato era dinanzi a loro e aspettò che i violinisti smettessero di suonare prima di dare inizio alla cerimonia. Amanda ed Esteban erano in disparte, mentre Margot immaginava benissimo parte della servitù prendere parte alla celebrazione osservandoli dalle ampie finestre.
"Buon giorno a tutti" iniziò il curato, sollevando le mani, e la cerimonia ebbe inizio.
Margot aveva sentito per tutto il tempo il cuore battere all'impazzata, spostando lo sguardo su Pierre che aveva il viso impallidito e le punte delle dita gelide.
Il curato prese un grosso libro, alzandolo verso il cielo e poi appoggiandolo di fronte a sè, aprendolo alla pagina di interesse. Era giunto il momento dello scambio delle promesse.
Avrebbe iniziato Pierre.
Si girò verso Margot, afferrandole entrambe le mani e guardandola negli occhi scuri.
Tutti i presenti erano o in lacrime, o silenziosi, volti ad ascoltare quello che gli sposi si sarebbero detti.
Pierre si leccò le labbra per iniziare a parlare, ma non fece in tempo.
Un fortissimo allarme risuonò per tutto il palazzo, le trombe squillarono simultaneamente e gli invitati si tapparono le orecchie. Evelyne scattò in piedi, guardandosi intorno.
Margot si coprì le orecchie con le mani, mentre il cancello del palazzo veniva fatto richiudere prepotentemente. L'allarme continuava a suonare, quando un paggio reale si presentò correndo. "Sua Maestà!" urlò a squarciagola, avvicinandosi a Margot. Pierre si mise in protezione della sua donna, ma la regina lo superò.
"Che sta succedendo?" chiese a tono alterato.
Il curato si andò a nascondere nel palazzo e Pierre lo guardò con tanto di occhi, la bocca spalancata. "Ma cosa fa quell'uomo?"
Margot afferrò il paggio per le spalle e se lo avvicinò. "Perché è stato attivato l'allarme?"
Il ragazzo indicò il mare alle sue spalle. "La sentinella mi ha mandato a chiamarvi!"
Margot corse immediatamente in direzione della torre del palazzo, con Pierre al seguito. La regina si mosse mantenandosi il vestito e corse il più velocemente possibile. Scorse la sentinella adoperarsi a dare ordini a diverse guardie sparse intorno a lui. Margot le scansò con le braccia, mentre un tuono risuonava nel cielo scuro sopra di loro. La regina si bloccò di fronte la sentinella, facendo una smorfia all'allarme potente.
"Mi dica subito cosa sta succedendo!" ordinò, mentre Pierre notava gli invitati riparare tutti nel castello, tranne i suoi genitori e suo fratello, che invece venivano portati vicino ad una carrozza e scortati via, approfittando dell'allarme generale.
C'era caos dappertutto.
"E' un'offensiva, mia signora! Le truppe distano qualche miglia. Sono vicine!"
Margot rimase con la bocca aperta. Pierre scosse l'uomo. "Come sarebbe a dire un'offensiva? Come diamine hai fatto a non accorgertene prima?"
La sentinella sollevò le mani. "Hanno sicuramente costeggiato la Francia, mio signore. Sopraggiungono da destra!"
Margot si sentì il sangue gelare nelle vene.
No.
Non era possibile.
Corse lontano, con le guardie che le rimanevano al seguito. Pierre strattonò la sentinella e lo pose in condizione di rincorrere la regina. Si avvicinarono tutti al cancello del palazzo, scorgendo in lontananza. Margot strappò dalle mani della sentinella il binocolo e guardò a destra, scorgendo delle ombre scure varcare le onde del mare. Erano più vicini di quanto pensasse. Non vi era alcuna bandiera spiegata, non aveva idea di chi si trattasse. Abbassò il binocolo e rimase immobile, spostando lo sguardo dal villaggio di Monaco alla base della collina al mare. Pierre le tolse lo strumento di mano e guardò a sua volta attraverso le lenti, mentre Margot si portava una mano al cuore e lo sentiva sul punto di esplodere.

N/A
TADAAAAAAN

Vi giuro, amo il capitolo (con tutte le foto e le gif correlate che 😍)
Siamo arrivati al punto di svolta di questa storia e finalmente il titolo c'entra qualcosa con la vicenda.

Ditemi ditemi ditemi ditemi cosa ne pensate. Se avete dubbi o domande, tenterò di rispondere senza lasciar trapelare alcuno spoiler :)

Chi saranno mai queste truppe in avvicinamento che irrompono durante il matrimonio - alla fine, non avvenuto - di Margot e Pierre?

Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto. Da questo momento in poi non vedo l'ora di pubblicare tutti gli altri.

Alla prossima!

P.s se volete parlare, fare amicizia, chiedermi una cover per le vostre storie, qualsiasi cosa, non esitate a contattarmi.
Oltre che su wattpad, sono su twitter come @_windowsgirls!

P.p.s so che magari questo spazio non verrà letto, però ci tengo a ringraziare tutte quelle ragazze che - puntualmente - mi scrivono commenti, votano e apprezzano la mia storia.
Sapere che la storia di Margot - e intendo, fin dal principio - vi stia a cuore, non può far altro che gratificarmi enormemente. Grazie infinite a tutte voi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top