Ma chérie
Un mese e mezzo prima
Una grande porta in legno scuro si stagliava di fronte lo sguardo perso di Margot che sollevò il capo, non riuscendo a stabilire quanto fosse alta. L'architrave della porta si perdeva in altezza, scomparendo in una densa nube nera.
I battenti erano accostati e sopra il campanello d'ottone c'era una targhetta che citava una frase in latino "De Principatibus". Margot strinse gli occhi e spinse un lato della porta che iniziò a cigolare pian piano, come se avesse bisogno di una lubrificazione ai cardini. La aprì fin quando la stanza non apparve nella sua totalità. C'era un uomo che le dava le spalle, seduto ad una scrivania e leggermente incurvato, intento a scrivere freneticamente. Margot fece un passo in avanti, sentendolo sussurrare a bassa voce. Si guardò intorno, facendo vagare lo sguardo sulle imponenti librerie che coprivano i muri di destra e sinistra, mentre quello frontale presentava innumerevoli dipinti, oltre che ritratti dell'uomo che appena più avanti scriveva come in preda a spasmi, sicuramente Niccolò Machiavelli.
Rimase indietro, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sporgendosi in avanti per cogliere quelle che sembravano a tutti gli effetti delle lamentele. Lo scrittore all'improvviso urlò frustrato, lanciò la penna stilografica, macchiando di inchiostro i fogli che aveva davanti. Strinse la carta in pugno, accartocciandola infuriato, prima di chiuderla in mano e lanciarla per terra, dove altre pallottole accartocciate erano finite. Si passò le mani tra i capelli, per poi appoggiare il braccio sinistro sullo schienale della sedia e girarsi con la testa verso la regina.
Margot pensò di vedere il grande scrittore, il viso spigoloso che i ritratti presentavano, le labbra sottili e il naso importante, invece impietrì, perché davanti le si presentarono dei folti capelli ricci, un naso dritto, labbra rosee e due occhi verdi che la inchiodavano a terra.
Le labbra di Harry erano tese, ma quando vide Margot si sollevarono in un ghigno sinistro.
La regina aprì di scatto gli occhi, boccheggiando, con i capelli appicciati al collo e la fronte madida di goccioline di sudore. Faceva uscire l'aria copiosamente dalla bocca, con la mano appoggiata sul petto che si alzava e si abbassava rapidamente. Si scostò le coperte dal corpo e appoggiò i piedi per terra, a contatto con il freddo pavimento lucido.
Si passò il braccio sulla fronte, prendendo ampi respiri e sbattendo le palpebre per abituarle al buio della sua stanza. Non aveva idea di che ora potesse essere, sentiva solo il cuore batterle all'impazzata nel petto. Ogni notte sempre la stessa storia.
Più di tre anni trascorsi, ma gli incubi erano sempre lì, a fare capolino e ad annientarla ogni qualvolta chiudesse gli occhi.
Si sistemò i capelli, sollevandoseli e tenendoli stretti sulla nuca per potersi asciugare il sudore mentre si alzava e si dirigeva verso la finestra. Scostò le ampie e vellutose tende e scoprì il cielo albeggiante, con i colori che sostituivano il nero della notte.
Tirò un sospiro di sollievo. Il giorno che si levava su Monaco era sempre un refrigerio per lei, un modo per poter essere lontana dall'ospite dei suoi sogni.
Aspettò un po' prima di sentire il rintocco delle nocche al di fuori della porta. Disse un forte "Avanti!" che fece avanzare Amanda, la quale aveva un vassoio stretto tra le mani mentre avanzava verso il letto della regina.
"Buongiorno" salutò sorridendole, mentre Margot scostava le coperte e accettava il vassoio con la colazione sulle sue gambe.
"Buongiorno anche a te, Amanda" ricambiò la regina, poi prese il croissant e lo addentò, con la cameriera personale che intanto preparava la toiletta.
"I tuoi amici sono pronti a ripartire" disse, prendendo la spazzola in mano e pulendola dai capelli che erano rimasti impigliati.
Margot annuì, leccandosi lo zucchero a velo dalle labbra. "Tra quanto?" chiese, tenendo lo sguardo fisso sul croissant mangiato a metà.
"Mezz'ora massimo" puntualizzò Amanda. Appoggiò la spazzola sul tavolino, dando poi le spalle alla toiletta e sedendosi sullo sgabello, guardando la regina. "Sembra essere volata questa settimana appena trascorsa."
Margot annuì, infilandosi in bocca l'ultima parte del croissant e succhiandosi leggermente lo zucchero rimasto attaccato sul pollice. "Già" rispose con la bocca piena.
Amanda le guardò il viso, piegando leggermente la testa. Socchiuse gli occhi, pulendosi le mani sul grembiule bianco. "Margot?" la chiamò, e la regina sollevò lo sguardo sulla sua cameriera, nonché amica.
"Sì?"
Amanda si toccò le proprie occhiaie, come ad indicare quelle della regina. "Di nuovo?" domandò. Ormai era una consuetudine. Margot non riusciva mai a riposare la notte, e ogni mattina Amanda doveva preoccuparsi di incipriarle il volto perennemente stanco e afflitto, nonostante la regina avesse imparato a tenere sempre un sorriso sulle labbra carnose.
Margot annuì e Amanda si alzò, picchiettando lo sgabello su cui prima era stata seduta. "Accomodati."
Margot scese l'ampia scalinata mantenendosi i due lembi del vestito verde scuro, attenta a non farlo scendere oltre la punta delle scarpe. Vide i suoi amici appena fuori il portone d'ingresso e accelerò, facendo ticchettare i propri tacchi a tal punto da richiamare l'attenzione di tutti.
Quando scese definitivamente uscì dal portone, con due guardie che la tenevano sotto controllo.
Giselle aveva una borsa appoggiata ai suoi piedi, con il piccolo Will stretto al petto mentre con l'altra mano si avvicinava Margot e la stringeva in un abbraccio. "Grazie di cuore per l'ospitalità" le disse all'orecchio, mentre la regina sentiva il piccolo Will tirarle una ciocca di capelli, giocandoci con le dita.
Quando Giselle si staccò, Margot le diede un bacio sulla guancia. "Le porte di questo palazzo sono sempre aperte per voi" disse, avvicinandosi poi a Zayn e stringendolo in un abbraccio rapido, sentendo la barba lunga del ragazzo pizzicarle la guancia. Il moro aveva un seguito di valigie alle spalle, insieme anche al borsone per il figlioletto che presupponeva più roba di quanta Giselle e Zayn stesso avessero per sè.
"Verremo a darti fastidio più spesso" disse il ragazzo, prima di allontanarsi e porsi accanto a sua moglie, poi Margot si girò verso Niall, affiancato da Sophie, la sua compagna, che teneva per mano la sua bambina di due anni e mezzo che, se lasciata libera, scappava ovunque volesse.
"Grazie per la compagnia" disse Margot, prendendo Niall per le spalle e stringendolo a sè, inebriandosi della sua colonia. Poi sua figlia iniziò a piagnucolare e a tirare la mano di Sophie, la quale sbuffava e la rimproverava. Quando Niall si sciolse dalla presa di Margot, si girò verso la sua bambina. "Smetti di fare i capricci, Chantal" e Margot sorrise, mentre Sophie alzava gli occhi al cielo e sorrideva alla regina.
"Scusa se ha fatto un po' di rumore, ma è davvero tremenda" disse, vedendo sua figlia essere presa in braccio da Niall. La piccola Chantal accostò la sua guancia a quella del padre e Margot notò avessero esattamente gli stessi occhi azzurri, le labbra sottili lucide di saliva e i capelli rossi come quelli della sua mamma. Sophie era davvero una bella donna, la scelta giusta per un uomo come Niall.
"Figurati" rispose Margot, accostandosi alla bambina e dandole un bacetto sulla guancia. "Un po' di rumore in questo castello silenzioso ci sta!" Poi abbracciò rapidamente Sophie.
Niall si piegò e afferrò una borsa, mentre Chantal si dimenava e appoggiava la sua bocca bavosa sulla guancia del padre che fece una smorfia orripilante.
Giselle rise e aiutò Zayn ad afferrare le borse, con Margot che dava un piccolo buffetto sul braccetto scoperto di Will. "Fate buon viaggio!" disse, vedendoli mentre si allontanavano e si avvicinavano alla carrozza che era stata preparata per loro.
"Alla prossima, Margot!" salutarono all'unisono e poi, sistemate le borse sul retro, salirono sulla corrozza. Il cocchiere scosse le briglie e li fece allontanare rapidamente. Intanto, un'altra carrozza varcò l'imponente cancello mentre i suoi amici inglesi sparivano oltre la collinetta. La seconda carrozza si fermò accanto a lei, con Louis che abbandonava rapidamente la sua postazione.
"Ehilà!" salutò la regina, e Louis si tolse il cappello. "Se fossi arrivato prima, avresti potuto salutarli.."
"Tranquilla, li ho salutati quando sono passato accanto alla loro carrozza." Scostò una parte della sua giacca e tirò fuori da un taschino interno una lettera con un sigillo. "Ecco a te."
"Per me?" chiese Margot, prendendola tra due dita.
Louis alzò gli occhi al cielo. "No, per me" disse sarcasticamente, "darla a te è solo una formalità."
Margot sorrise e rientrò nel palazzo, mentre Louis afferrava le briglie e conduceva la carrozza alle stalle reali.
Le due guardie chiusero l'immenso portone, mentre la regina girava la lettera tra le sue dita per scorgere il nome del mittente. Ma la consistenza della carta utilizzata e il sigillo di Parigi erano già una chiara risposta. Sorrise ancora di più, rompendolo. La busta in cui la lettera era contenuta era leggermente pesante, come se all'interno ci fosse qualcosa. La aprì e per sbaglio una piccola boccettina cadde a terra, fortunatamente senza rompersi. Si piegò per raccoglierla ma non riuscì a capire di cosa si trattasse, perché l'etichetta del prodotto era scritta in una lingua che lei non conosceva. La tenne stretta in mano, mentre con gli occhi iniziava a scorrere il contenuto della lettera.
Ma chérie,
mi auguro tu stia magnificamente. Tornando dal mio viaggio nelle Asie, non ho potuto preservarmi dal mandarti queste gocce che, ovviamente, avrei preferito di gran lunga darti di persona. Sono estratte da una pianta curativa e spero possano giovare in qualche modo i tuoi disturbi notturni.
Mi manca la tua compagnia.
Non vedo l'ora di vederti.
Avec tout mon amour,
Pierre
N/A
Sono libera.
Sabato ho finalmente dato il mio esame orale della maturità e sono pronta a cominciare questa storia! Grazie per la pazienza che avete avuto - se siete rimasti, ovvio.
Diamo il via a questa nuova avventura!
Sono ufficialmente tornata.
Un abbraccio a tutti!
P.s gli aggiornamenti saranno ogni sabato. Ovviamente cercherò prima di mettere da parte un bel po' di capitoli per non essere con l'acqua alla gola.
P.p.s già potete notare esserci vecchi/nuovi personaggi e qualcosa di inaspettato.
Fatemi sapere nei commenti!
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