Inferno

Margot era seduta sul suo trono, con lo schienale in tessuto rosso imbottito a tenerle dritta la schiena. La pesante corona di diamanti era tenuta nella teca alla sua sinistra, le sue mani stringevano violentamente i braccioli. Il camino acceso alla sua destra le illuminava il viso di profilo e l'arancione si rifletteva sui suoi abiti. Da quella prospettiva, i suoi occhi sembravano ancora più scuri, quasi neri, in contrasto alla tenue luminosità della sala del trono. Geneviève era posta in ginocchio al centro del vasto pavimento, tenuta ferma per le spalle da due guardie di una certa stazza.
"Mi hai mentito" disse Margot con voce tagliente e gli occhi fissi sulla ragazza. "Hai osato tradire me, la tua regina."

Geneviève sollevò il capo, guardandola da sopra le ciglia. "Voi avete lasciato che tutte le persone a cui ho voluto bene, prima di tutti il mio ragazzo, morissero per salvare il vostro regno, regno destinato ad accartocciarsi come un foglio di carta bruciato!"
Margot strinse le mani intorno ai braccioli, ancora di più, fino a quasi sentir dolore. "E tu, nonostante tutto quello che hai perso, sei passata dalla parte di colui che ha fatto scoppiare quest'inferno!"
Geneviève strinse i denti, mentre le guardie continuavano a tenerla ferma in ginocchio. "Era la parte migliore" sputò, e i due uomini alle sue spalle le fecero piegare la testa di scatto, facendola zittire, ma la ragazza provò comunque a raddrizzarsi, giusto per poter rinfacciare alla regina quello che aveva dentro. "Voi non avete fatto niente per il popolo, Vostra Maestà" disse, sottolineando sprezzante il titolo di Margot. "Oltre ad ospitare qui la gente, voi non avete fatto altro. Vi siete limitata a lanciare ordini a destra e a manca, decretando la fine di numerose vite che non erano sufficientemente preparate a fronteggiare la guerra. Ora che sono in punto di morte, posso dirlo tranquillamente, tanto non ho più niente da perdere oltre a quello che voi mi avete sottratto. Voi siete egoista, Maestà-"
"Io?" sbraitò allora Margot, mettendosi in piedi. Non riuscì a sopportare oltre, il disappunto le scoppiettava sotto pelle. "Io sarei egoista? Io, che ho tentato di consolarti quando hai perso quello che avevi, io che ho cercato di aiutarti quando il masso ti aveva intrappolata per terra, quando stavi per morire!" La voce della regina era dura e tagliente. "Ora che è certo che morirai, non posso lasciarti sputarmi addosso la tua rabbia, il tuo dolore e la tua frustrazione che ti hanno spinto a voltarmi le spalle, asservendoti a quell'uomo che è stato la causa di tutto questo!"
Geneviève subì un altro colpo dalle guardie, ma guardò comunque la regina negli occhi. "Ricordatevi, Maestà, che non solo io, ma anche voi andrete all'inferno per quello che avete fatto, e non parlo di combattere malamente questa guerra. Sconterete tutto, alla fine. Il senso di colpa sarà tale da immobilizzarvi, non riuscirete a difendervi, sarete nuda contro la realtà e verrete sconfitta!"
Margot strinse le mani in pugno. "Prima che ti sentissi aprir bocca, pensavo di poterti assolvere. Ma non è più concepibile adesso." Diede le spalle a Geneviève. "Mi dispiace per qualsiasi cosa Leonard abbia potuto prometterti in cambio del tuo servizio, del tradimento che hai fatto alla corona, ma non vivrai abbastanza a lungo da poterne godere." Si girò nuovamente, guardando le guardie dritte negli occhi. "Informate il boia. L'esecuzione sarà questa notte."
Geneviève iniziò a sbraitare quando venne messa in piedi di forza e trattenuta per le braccia. La sala del trono si riempì delle sue urla mentre veniva trascinata via. "Voi morirete, Maestà! Voi morirete!" gridò, prima che le guardie la facessero uscire dalla sala. Quando le imponenti porte vennero chiuse dietro di lei, Margot cadde pesantemente sul trono, appoggiando il mento sulla mano sollevata sul bracciolo. Strinse gli occhi, sentendo le labbra iniziare a tremare e il respiro scosso da piccoli singhiozzi.


Scese la notte, il combattimento si fece più cruento ma, vedendo quanto i belgi e gli scozzesi si fossero indeboliti, Monaco sembrò tirare un sospiro di sollievo.
Sollievo che, purtroppo, fu stroncato troppo presto.
La luna era in cielo, sebbene fosse coperta dalle nuvole. La neve aveva smesso di scendere ed un soffice manto candido ricopriva la terra. Margot era in piedi sul lato della pedana allestita, la folla sparsa che, lentamente, si dileguava sgomenta e il corpo senza vita di Geneviève era appoggiato sulla pedana in legno sporca di sangue fresco. Il boia raccolse la testa, chiudendola in un sacco. Si avvicinò alla regina, ma Margot distolse subito lo sguardo, puntandolo a terra. "Cosa vuole che ne faccia?" chiese l'uomo dal volto coperto.
Margot decise di guardarlo solo attraverso le fessure degli occhi, cercando a tutti i costi di non abbassare lo sguardo sul sacco che reggeva in mano.
Aveva il cuore stretto in una morsa, un nodo in fondo alla gola e un forte mal di testa che le batteva contro le tempie.
Aveva condannato a morte una persona.
Sapeva fosse stata la miglior cosa da fare, in luce del suo tradimento, ma...
Il comportamento di Geneviève, una ragazza che aveva anche scatenato la compassione della regina, rappresentava il malcontento di chiunque non apprezzasse Margot al trono.
La regina ebbe un brivido.
Aveva ragione, Geneviève.
Era tutta colpa sua e Margot si stava rendendo conto che tutti i problemi che stava cercando di risolvere nella sua vita fossero solo degli strategemmi per allontanare il sentimento opprimente che le invadeva il petto.
Il boia si schiarì la gola. "Allora?"
Nonostante tutte le preoccupazioni ed i timori che la devastavano emotivamente, Margot sapeva che il suo compito fosse quello di mostrarsi sempre forte e sicura di sè. Nonché autoritaria e responsabile. Se solo avesse lasciato che Geneviève continuasse a vivere, allora l'avrebbero ritenuta debole, cosa in quel tempo inaccettabile.
Così strinse i pugni e guardò l'uomo. "Preparala per una spedizione" disse, storcendo il naso. "Sono sicura che un piccolo regalo a Leonard non dispiacerà." Congedò il boia, poi scese dalla pedana, congiungendosi a Pierre, in piedi in prima fila.
Era stato dimesso dall'infermeria perché stava bene e durante tutta l'esecuzione aveva avuto i propri occhi piantati in quelli della regina che, nonostante si mostrasse fiera e a mento alto, non riusciva a guardare la scena ad appena un metro da lei.
Il re le prese le mani, dandole un fugace bacio sulla fronte mentre le guardie facevano sgomberare il cortile innevato. "Perché vuoi mandargli la testa di quella ragazza?"
Margot si morse il labbro. "I suoi trucchi non hanno vita lunga con me."
Pierre annuì, stringendo le labbra. Prese Margot sottobraccio, iniziando piano ad avviarsi verso l'ingresso del palazzo quando un tromba squillò improvvisamente. La sentinella di turno abbandonò la torre di vedetta, correndo verso la regina.
"Maestà, arriva qualcuno!"
Pierre e Margot si guardarono. Era impossibile fosse già arrivata la risposta di Leonard alla chiara provocazione della regina. Anche perché la testa non gli era stata ancora mandata.
Margot si avvicinò all'inferriata, appoggiandosi ad essa con una mano, in attesa di scorgere chi si stesse avvicinando a palazzo.
Appena oltre il bordo della collina comparvero tre figure che correvano.
Due donne ed un uomo.
Man mano che la distanza diminuiva i dettagli si facevano sempre più chiari, fin quando Margot non ordinò l'apertura del cancello. Spostò di forza un lato dell'inferriata, facendo entrare nel cortile innevato Evelyne, Amanda ed Esteban che erano visibilmente distrutti, i loro vestiti erano ridotti in brandelli e il volto sporco di fuliggine.
Margot li abbracciò tutti insieme, toccando i loro abiti non riuscendo a capire perché fossero così conciati. "Cosa è successo?" Chiese allarmata.
Evelyne aveva lo sguardo annebbiato e le labbra separate. Prendeva ampi respiri ma non osava parlare. Così la regina guardò Amanda che dava dei leggeri colpi alla schiena di Esteban che continuava a tossire. Avevano tutti l'affanno e non riuscivano nemmeno a muoversi più di tanto. Erano seduti malamente sulla neve, sebbene i loro occhi fossero puntati sul viso di Margot. "Una tragedia" rispose finalmente Amanda con un filo di voce. "E' davvero la fine, Margot. E' finita."
La regina si inginocchiò e Pierre la imitò, guardandoli tutti con preoccupazione. "Come sarebbe a dire?"
Amanda iniziò a piangere, lasciando che le lacrime le segnassero il volto sporco. "Montecarlo è stata rasa al suolo. La signora Rosemunde e i suoi bambini sono stati coinvolti in un'esplosione-" Un singhiozzò le impedì di proseguire.
Così Evelyne si schiarì la gola ed iniziò a parlare. "Sono arrivati al'improvviso, ancora prima che i messaggeri potessero far diffondere la notizia e far evacuare la zona. I tedeschi non hanno dato loro tempo a sufficienza."
Margot sbiancò improvvisamente e Pierre prese la parola. "I tedeschi?!?"
Evelyne annuì. "Sì. Sono ripartiti e stanno lasciando una scia di fuoco alle loro spalle. Non stanno risparmiando niente e nessuno."
Margot si portò la mano alla base del collo, non riuscendo a respirare. Si mise in piedi, spostando gli occhi dappertutto.
I tedeschi stavano arrivando.
Il suo regno era un ammasso di fuoco, cenere e morte ovunque.
La gola era secca, gli occhi le si riempirono di lacrime per la paura e il cuore iniziò a batterle furiosamente nel petto. Si strinse la base del collo, camminando piano sulla neve fredda in cui i piedi scivolavano, arrivando di fronte il cancello del palazzo. Le voci alle sue spalle si attutirono, perché gli unici rumori che iniziò a sentire furono i passi degli uomini che calpestavano la neve e superavano la collina, apparendo nella visuale del castello. Alcuni avevano delle torce di fuoco in mano ad illuminare il cammino, gli scudi che si scontravano, il metallo delle armature che cigolava e i cappelli in testa. Margot sgranò gli occhi di fronte all'infinita quantità di uomini che erano lì, in cima alla collina da parte a parte, pronti ad assalire il castello e distruggere ogni cosa. Di fronte alla minaccia evidente, Margot realizzò che la testa della spia sarebbe stata solo una sciocchezza agli occhi di Leonard, il cui piano si era senza dubbio attuato.
Avevano ragione.
Forse quella sarebbe stata davvero la fine.


N/A
Amanda, Esteban ed Evelyne ci informano che Montecarlo (con tutti i suoi abitanti) è stata rasa al suolo; i tedeschi sono finalmente all'attacco.
La guerra sta per raggiungere il grado massimo della sua tragicità.

Comunque, mi ha fatto molto piacere ricevere tanti commenti allo scorso capitolo. Se ne ricevo altrettanti sotto questo qui, potrei pensare di aggiornare in settimana :))))) dipende da voi :))))

A parte tutto, Margot questa volta non é stata clemente. C'é chi pensava lo sarebbe stata, ma la regina è ormai cresciuta e sa bene cosa è meglio e giusto da fare, per lei e per il suo regno.
Eppure, nonostante la sua volontà di provocare Leonard, il re belga sfodera sempre tutti i suoi assi nelle maniche.

Piccolo spoiler: la guerra è agli sgoccioli e la visione di Emèrie è ormai prossima.....
Vi lascio un passo del prossimo capitolo (in cui la The War squad sarà riunita♡) : "[...] questa volta, con i miei nuovi uomini, fidati che nessuno sopravvivrà.
Ti do tre giorni di tempo.
Capovolgiamo la clessidra."
Chissà chi pronuncia queste parole... :)))

Alla prossima ❤

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